Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
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Autore: Lexie94    15/12/2013    9 recensioni
dal primo capitolo:
È questione di un attimo.
Abbassa la testa in modo da potermi vedere meglio senza dover guardare attraverso le lenti scure. Due occhi azzurri bellissimi mi guardano.
La mia bocca si ammutolisce, il mio cuore inizia a pulsare all’impazzata, le gambe mi tremano, sembrano cedermi da un momento all’altro. Il vinile dei Pantera mi cade dalle mani per schiantarsi a terra.
L’uomo appena si accorge della mia reazione tira su immediatamente la testa per poi voltarsi di nuovo di spalle.
Troppo tardi: l’ho visto. L’ho riconosciuto. È lui, non ci sono dubbi.
Ma come cazzo è possibile?

ciaaaaaaao. è la mia prima ff, siate clementi con me çç
se vi va di leggerla ve ne sarò molto grata.
vi dico solo che la storia è nata da un sogno che ho fatto una notte, la mattina mi sembrava un'idea carina per una fanfiction, e così ho iniziato a buttarla giù.. fatemi sapere se vi piace ^^
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1:
 
Sono a Londra. Non ho ancora capito ben per quale motivo, ma sì, mi trovo a Londra.
In realtà il motivo lo so, volevo scappare dal mio paesino schifoso della Pianura Padana, ma non so perché sono finita qui. Ho avuto una specie di richiamo, in stile “London Calling”.
Non so per quanto tempo ci resterò, amo questa città, mi trovo benissimo, ma prima o poi dovrò tornare a casa, anche perché non mi rimangono molti soldi nonostante lavori, e la vita qui è particolarmente cara.
Sto andando al lavoro, ho trovato impiego come commessa in un negozietto molto carino a Camden Town, amo quel posto.
«Hey, ma cosa ci fai tu qui?» mi chiede la mia collega non appena varco la porta del negozio.
«Ciao! Perché non dovrei essere qui scusa?» sono confusa.
«Non dirmi che te ne sei dimenticata…» dice.
«Dimenticarmi di co- Oh no…»
«Come hai fatto a dimenticartene?» mi chiede strabuzzando gli occhi.
«Non lo so!» rispondo.
«Sarai l’unica al mondo che si dimentica di avere un giorno di riposo! Ora fila fuori, oggi non ti voglio vedere, meriti un po’ di relax!» mi rimprovera scherzosamente.
«Allora ci vediamo domani!» dico sorridente.
«A domani stordita!» mi saluta.
A questo punto, visto che oramai sono fuori, vado a Covent Garden, adoro quella specie di mercato coperto. Ci ho sempre trovato cose carine, tipo spille e toppe da attaccare all’astuccio e allo zaino o maglie delle bands che più amo.
Sì, sono una fanatica di bands.
Oltre al fatto che lavoro in un negozio di Camden Town, lo si può intuire tranquillamente da come mi sono vestita: anfibi neri della Doctor Marten’s, jeans, maglietta degli Avenged Sevenfold e giubbotto di pelle. In più ho i capelli biondi mezzi tinti di blu e matita nera pesante (forse troppo) intorno agli occhi verdi.
Prendo le cuffiette, metto su la musica e mi dirigo alla stazione della metropolitana più vicina.
 



Arrivo a Covent Garden e inizio a guardarmi attorno gironzolando tra le bancarelle. Mi fermo a comprare una toppa dei  Rancid da attaccare allo zaino, compro un’altra maglia degli Avenged Sevenfold. Questa è vecchia, c’è ancora Jimmy che è morto da quasi cinque anni. È doloroso, molto doloroso, ma la compro lo stesso.
Cammino tra le bancarelle, guardo distrattamente quello che vendono.
«Bella la tua maglietta!» mi dice un ragazzo poco più grande di me con i capelli corvini e un taglio stile mohicano alla Synyster Gates.
“Sei bello tu!” vorrei rispondergli. Invece mi limito a un semplice «Grazie!» sorridendo.
Mi sorride a sua volta. Oh mio Dio se è bello! Sarà il taglio di capelli ma mi ricorda troppo il mio chitarrista. No, Gates non è il mio chitarrista, io non ho nessuna band. È il chitarrista dei Sevenfold, ma io lo amo.
Continuo a girovagare per i banchetti senza una precisa meta, quando vedo la terra promessa: un banchetto che vende dischi e vinili.
Come se fossi incantata mi muovo unicamente in direzione del banchetto, come se fossi attirata da una forza sovrumana. La musica è una calamita potentissima, mi fa questo effetto.
È davvero un vinile di “Cowboys From Hell” dei Pantera quello che vedo? Deve essere mio ad ogni costo!
Mi sto avvicinando alla bancarella ma un uomo che non riesco a vedere in faccia lo prende prima di me. Era l’unica copia, maledetto!
L’uomo è girato di spalle e sta analizzando il retro della custodia del vinile.
È alto, sarà almeno una ventina di centimetri più di me, io sono un metro e settanta con gli anfibi, quindi quello supera di sicuro il metro e novanta. Ha una cuffia nera da cui riesco a vedere uscire dei capelli castani. Ha anche una sciarpa e un giubbotto di pelle, entrambi neri. E non ha la minima intenzione di mollare il disco.
Io gli sto sempre dietro, a due metri circa dal banchetto dei dischi aspettando che lo metta giù. Lo metterà giù prima o poi, no?
Sto perdendo la pazienza, mi tolgo il giubbotto di pelle perché ho caldo, siamo solo a fine settembre. Mi chiedo come faccia quel tizio a non avere caldo con su la cuffia, la sciarpa e il giubbotto.
Finalmente appoggia il vinile dei Pantera per prenderne in mano un altro a pochi passi più in là, sulla destra, e inizia ad analizzare approfonditamente anche quello.
Mi avvicino e riesco a prendere il disco, nella foga del momento mi scappa un «MIO!» un po’ troppo ad alta voce, il tizio con la cuffia mi guarda e fa qualche ulteriore passo più in là. Mi giro per guardarlo in cagnesco ma si è già voltato di nuovo dall’altra parte, è stato più veloce di me, come se non volesse che io lo notassi. Invece io rimango girata verso di lui per guardarlo, tenendomi stretta il disco. Continua a nascondersi, come se non volesse che lo osservi, e più si volta dall’altra parte, più mi giro io per guardarlo con curiosità: voglio vederlo in faccia.
Muove la mano libera, la sinistra, e la porta al collo per grattarsi scostando così la sciarpa.
Ha il collo tatuato, con non troppa discrezione mi alzo in punta di piedi per cercare di capire che disegno sia: è una manetta.
«Bel tatuaggio!» gli dico. Non si volta.
Ripeto. Niente, nessuna risposta.
«Hey, scusa, sto parlando con te che hai il mano il disco, uhm…» sbircio, «…dei Metallica! Ti stavo dicendo che hai davvero un bel tatua-» si è girato.
No. Non può essere.
O forse sì.
No, è impossibile, è una stronzata.
Però…
No, la devo smettere. Non può essere lui.
Ma Cristo, ci assomiglia così tanto…
Somiglianza, ecco tutto, ecco la spiegazione. È l’unica e possibile spiegazione.
Eppure sembra troppo lui.
 
L’uomo mi guarda, ha la barba castana non troppo folta e porta degli occhiali da sole Ray-Ban a specchio. Lo fisso, ma per colpa degli occhiali non posso guardarlo negli occhi.
«Scusa?» mi chiede con accento americano.
Cazzo, anche la voce mi è famigliare, assomiglia alla sua…
«Io, ecco…» balbetto, sono in ansia.
Deglutisco e riprendo a parlare: «Volevo dirti che hai un…», deglutisco di nuovo, «…un bellissimo tatuaggio sul collo e che…».
È questione di un attimo.
Abbassa la testa in modo da potermi vedere meglio senza dover guardare attraverso le lenti scure. Due occhi azzurri bellissimi mi guardano.
La mia bocca si ammutolisce, il mio cuore inizia a pulsare all’impazzata, le gambe mi tremano, sembrano cedermi da un momento all’altro. Il vinile dei Pantera mi cade dalle mani per schiantarsi a terra.
L’uomo appena si accorge della mia reazione tira su immediatamente la testa per poi voltarsi di nuovo di spalle.
Troppo tardi: l’ho visto. L’ho riconosciuto. È lui, non ci sono dubbi.
Ma come cazzo è possibile?
Sì, è decisamente lui.
E quell’errore gli è stato fatale.
Apro la bocca, ma le parole mi muoiono in gola.
Ci riprovo, niente. Silenzio.
Finalmente riesco a trovare la forza per parlare.
Vorrei dire un migliaio di cose, ma l’unica parola che mi esce sussurrata dalla bocca è: «Jimmy…».














Angolo di Alexis:
Buongiorno! ^^ allora, come ho già detto è la mia prima fanfiction, quindi anche solo se avete letto questo capitolo sono già contentissima così!
ripeto che l'idea di questa fanfiction mi è nata da un sogno che ho fatto una dotte mentre ero in pieno delirio post-concerto Avenged Sevenfold.
ci tengo a precisare che LA FF è AMBIENTATA NEL 2014, ma solo per questioni temporali che altrimenti non si sarebbero potute usare, ad esempio il concerto di novembre.
credo che aggiornerò molto velocemente, anche perchè i capitoli sono molto corti, me ne rendo conto... se ci riesco più avanti cercherò di scriverli un po' più lunghi, promesso.
ringrazio in anticipo chi ha letto il capitolo e chi penserà di leggere anche i prossimi ^^
adieu!

 
  
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