Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: mikasmile    15/12/2013    18 recensioni
«Dai vai, è arrivato il tuo ragazzo.»
«Non è il mio ragazzo.»
«Non si direbbe da come ti guarda.»
Silvia, ragazza fantastica e dipendente dalla musica, dalla musica di Mika. 17 anni. Frequenta il quarto anno del liceo linguistico. Da molto tempo sognava di incontrarlo ma non avrebbe mai pensato di poter diventare sua amica o forse anche qualcosa di più.
Mika, giovane popstar internazionale amato da tutti per la sua simpatia, bellezza e umiltà, conosce una ragazza speciale e da lì non riesce più a separarsi. Diventa indispensabile per lui. Vuole tenersela tutta per sé e tutto quello che vuole fare è renderla felice.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage, PWP
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CAPITOLO DUE

Do you remember that day?


«Michael, davvero. Non so che dirti, sei stupendo» gli rispondo.
«No, ed è qui che ti sbagli. Quella stupenda qui sei tu.»
Arrossisco e mi compare un sorriso imbarazzato sul viso.
«Non far finta di essere imbarazzata, con me non dovresti esserlo più» mi dice ridendo.
«Lo so Mik.. Michael ma è strano. Non riesco ancora ad essere troppo spontanea con te. E poi non capisco cosa ci trovi in me.»
«Ci sarà un motivo per cui ti ho choosato.»
Scoppio a ridere.
«Scelto Michael, scelto» lo correggo trattenendo a stento la mia risata.
«Ah, con ‘sta storia … »
Si gira verso il finestrino con il broncio facendo finta di essere interessato al paesaggio.
Quanto è carino anche da arrabbiato.

«Eddai ciccio, non ti arrabbierai per questo!»
Michael è un ragazzo un po’ suscettibile.
Odia fare errori e pretende molto da sé stesso.
«Ora mi dai anche del grassone?» mi chiede.
Alzo gli occhi al cielo e cerco una soluzione per mettere fine a questo piccolo litigio.
Mi metto in ginocchio sul sedile e mi avvicino verso la sua guancia.
Inizio a lasciargli piccoli bacini delicati.
Un accenno di sorriso inizia a comparire dolcemente sul suo viso.
Mi avvicino al suo orecchio.
«Ma se per caso ti decidessi di perdonare questa povera ragazza che è tanto triste per questa discussione?» gli sussurro sorridendo.
Un accenno di risata.
Mi incanto a sentire quel piccolo versetto perché per me è la fine del mondo.
Perché io vivo del suo sorriso, è la mia aria, è tutto.

Si gira e mi guarda.
«Tu sì che sai come farti perdonare e poi ti dico la verità, non riesco ad essere arrabbiato con te» mi confessa.
«Ma poi non ti prenderei mai in giro.»
«Lo so e mi fido ciecamente di te. Ma … Tante persone hanno fatto lo stesso. Mi sono fidato troppo e poi mi hanno lasciato da solo.»
Il suo viso diventa subito triste.

«No Michael tu di me ti devi fidare.»
Vedo che non mi sta ascoltando, il suo sguardo è fisso su un punto a caso.
Probabilmente sta pensando a momenti terribili della sua vita.
«Michael? Michael? Stai bene?» gli chiedo.
«Tranquilla Silvia, sto bene» mi risponde con gli occhi pieni di lacrime.
«Sai che a me puoi dire tutto … »
«Ma no niente, sto ripensando ad amici e parenti che mi volevano bene prima che confessassi a loro della mia sessualità» mi dice a bassa voce.
«Michael, guardami un attimo.»
La sua faccia non si schioda di un centimetro.
Afferro il suo mento, con forza lo tiro e lo giro verso di me.
«Sei gay? It doesn’t matter to me» gli dico convinta.
Accarezza la mia mano come per prendere tutto il mio amore.

«Grazie» riesce a biascicare. «Dai cambiamo discorso … Per esempio, ti ricordi il giorno del nostro primo incontro?»
«E’ stato il giorno più bello della mia vita, come potrei dimenticarmelo?»
Riesco a fargli ritornare il sorriso sulle labbra.
Quanto amo essere d’aiuto per lui.
Già, perché quel giorno è stato veramente il più significativo.

Ero in macchina con mia zia, la nuova manager di Mika.
Eravamo dirette verso Milano.
Io non stavo più nella pelle invece lei era tranquilla.
E’ abituata ad essere manager di persone famose.
Ad un certo punto squillò il suo cellulare.
«Ah, è Mika» mi disse.
Rispose alla chiamata e disse che saremmo arrivate in meno di dieci minuti.
Dopo poco parcheggiò la macchina e si girò verso di me.
«Cara, siamo sotto a casa sua. Mi raccomando, tranquilla e comportati bene» mi disse.
Suonò il citofono e subito il portone si aprì.
«E’ al terzo piano, saliamo.»
Ad ogni gradino che facevo il mio cuore iniziava a battere più forte.
Ero in preda al panico. Come avrei reagito?
Arrivammo davanti alla sua porta.
Mia zia suonò il campanello.
Arrivò ad aprirci una signora, Joanie.
La mamma di Mika.
Non respiravo già più.
«Benvenute» ci disse accogliendoci con calore.
Dopo poco arrivò anche Mika.
«Ciao» disse con il suo solito sorriso e con il suo accento inglese.
Lì non riuscii più a trattenermi e corsi incontro a lui.
Lo abbracciai come se non avessi mai abbracciato nessuno.
Mika intanto rideva.
Io invece stavo perdendo tutta l’acqua che contenevano i miei occhi.
«Don’t cry» continuava a ripetermi.
Dopo esserci seduti al tavolo per qualche chiacchiera e alcuni sorsi di the, io e Mika andammo a fare un giro per Milano.
Da lì iniziammo a conoscerci meglio.
Io piacevo a Mika e Mika piaceva a me, ovviamente.
I giorni seguenti sui giornali di gossip comparivano foto di noi due con titoli come “Il nuovo amore di Mika”, “Mika non era gay?”, “Mika e la sua nuova ragazza” e“Clamoroso, Mika innamorato di una ragazzina”, ridicolo.
Ritornati a casa ci scambiammo i numeri e iniziammo a sentirci ogni giorno.
E ora mi ritrovo ad andare tutti i week-end a casa sua.
 
«Ma ti ricordi come piangevi la prima volta che mi hai visto?»
Scoppia a ridere.
«Michael, è stata colpa dell’emozione» dico in preda all’imbarazzo.
Intanto che gli dico ciò la macchina si ferma.
«Siamo arrivati signor Penniman» annuncia il conducente.
Michael apre la portiera e mi tende la mano per aiutarmi ad uscire.
Gliela stringo ed esco dalla macchina.
Sono davanti a casa sua.
Ancora.
  
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