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Autore: Little Redbird    16/12/2013    4 recensioni
Storia partecipante al concorso Multifandom: Mirrors.
Ho deciso di scriverla su uno dei personaggi su cui forse non c'è nemmeno una fic, qui su EFP, ovvero Meredith.
In questa OS i personaggi sono tutti bambini.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie McCullough, Elena Gilbert, Matt Honeycutt, Meredith Sulez
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per il contest multifandom Mirrors, indetto sul forum di EFP da Just A Dreamer.

Nickname sul forum: Little Redbird

Nickname su EFP: Little Redbird
Pacchetto scelto: Cobbing: Nodo, Odio, Amicizia. 
Titolo della storia: Memorie di una sposa
Raiting: Giallo
Personaggio scelto: Meredith Sulez
Introduzione: Meredith si guarda allo specchio ed è diversa eppure c’è ancora in lei quella bambina coi capelli corti che faceva a pugni.
Note dell’autore: Child!Fic I personaggi sono tutti bambini.
Link al vostro profilo di EFP: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=193792
 
 
 
I lunghi capelli neri erano ormai lisci come seta, e altrettanto lucenti ma Meredith continuò a spazzolarli, seduta davanti alla sua toeletta in legno chiaro. Lo specchio era un po’ scheggiato a causa di quella volta in cui vi aveva lanciato la sua spazzola; ma non voleva cambiarlo, era il segno di quanto fosse cresciuta, di quanto fosse cambiata da quella volta in cui non era riuscita a controllare il nervosismo.
Non era più la bambina che giocava con Elena e Bonnie, quando era ancora tutto uguale. Eppure, quando guardava il suo riflesso, gli occhi le sembravano gli stessi di allora; più duri e consapevoli, ma dello stesso grigio del cielo tempestoso, quelli della ragazzina che andava via prima da casa di Elena e che mentiva perché doveva andare ad allenarsi per diventare una brava cacciatrice.
Quella bambina era ancora lì. Quasi quasi la vedeva, sul fondo di quegli occhi di ghiaccio, seduta sotto l’albero di mele.
 
I capelli biondi e stopposi, raccolti in due trecce ai lati del viso, erano un bersaglio troppo facile per i maschi. Meredith lo diceva sempre ad Elena di tagliarli perché Matt non avrebbe mai smesso di tirarglieli ma lei non la voleva ascoltare, diceva che corti erano brutti perché solo i maschi li portano così. A Meredith non importava che Elena la pensasse in quel modo, tanto Bonnie le diceva che era bella quanto lei, se non di più!
La sua amica dai capelli rossi si tirò più giù il cappello di lana quando Matt, il maschio più antipatico della scuola, le passò accanto correndo. Tyler e gli altri ragazzi erano dietro di lui e ridacchiavano, pronti a godersi lo spettacolo.
Matt si avvicinò ad Elena, che alzò il mento e fece finta di nulla.
“Dove vai?” le chiese il ragazzino.
“Vado a casa, con le mie amiche” rispose altezzosa l’altra.
Bonnie si strinse a Meredith, tenendo fermo il suo cappellino sulla chioma color fragola.
“Le tue trecce sono brutte!” esclamò Matt.
I suoi amici risero sonoramente.
“Tirale i capelli!” lo incitò Tyler.
Gli occhi di Elena si riempirono di lacrime ma lei continuò a camminare, seguita a ruota dalle due amiche.
Matt fece un altro passo verso la bimba bionda, la mano tesa, pronto a fare quel che gli chiedevano gli amici. Ma la mano di Meredith risultò più pronta e rapida della sua.
Il piccolo pugno della bambina dalla pelle scura arrivò dritto sul naso del biondo, facendogli tirare indietro la testa.
“Ahia!” urlò Matt.
Bonnie, una mano ancora sul cappello, si posò l’altra sulla boccuccia spalancata. Gli occhi marroni guardavano Meredith, le braccia lungo i fianchi e gli occhi induriti.
“Smettila di fare il cretino!”  urlò adirata a Matt.
Questi se la squagliò con gli amici e Meredith si calmò, voltandosi verso Elena.”Non devi dargli corda.”
Elena iniziò a piangere, subito seguita da Bonnie – a cui bastava che qualcuno piangesse per mettersi a piangere a sua volta.
Meredith tirò fuori i fazzoletti e li passò alle sue amiche. “Matt mi sta antipatico, se lo meritava” affermò sicura.
Bonnie, soffiando forte il naso, domandò: “Lo odi?”, quasi come fosse proibito.
“No” disse Meredith. “L’odio è una brutta cosa.”
Elena si sedette sotto l’albero di mele nel giardino di casa sua. “Grazie” mormorò all’amica.
Le altre due la raggiunsero e si sedettero di fianco a lei.
La bionda iniziò a sciogliersi le trecce. “Non voglio tagliarli” comunicò alle amiche. “Se a Matt non piacciono le mie trecce, non le farò più.”*
Bonnie annuì decisa. Era una buona soluzione.
Meredith, invece, non ne era tanto sicura ma aiutò lo stesso Elena a sciogliere un nodo tra i capelli biondi.
 
 
Da quella volta, Elena aveva imparato a difendersi da sola, anche se Matt non si era più permesso di avvicinarla per tirarle i capelli. Si era invece avvicinato per dirle che si comportava male con lei perché voleva essere suo amico.
Secondo la piccola Elena, quella logica non faceva una piega e da allora Matt faceva parte del loro piccolo gruppo, della loro seconda famiglia. Aveva dimostrato, pensò Meredith, di meritarsi la loro amicizia, tutto il bene che gli volevano, anche se a volte desiderava poterlo prendere ancora una volta a pugni, tanto per ricordargli di fare il bravo.
Si chiese per quale motivo le fosse tornato in mente quel ricordo così lontano e la risposta venne naturale come il ricordo stesso: stava per sposarsi, i suoi amici di sempre erano lì e lei era la stessa, anche se diversa.
 

 
 
 
 

*E fu l’inizio delle scelte di Elena, decise però dagli uomini della sua vita. (Sì, odio anche la versione piccola di Elena.)


Sto scrivendo la mia prima storia Originale. Se volete seguirla, diventate lettori fissi del blog I Ricordi Restano.
   
 
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