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Autore: Scarlett Carson    16/12/2013    2 recensioni
[IN SOSPESO] Questo è il secondo capitolo della mia storia. Stavolta è raccontata dal punto di vista di... un'altra persona, che, a seguito di complicanze, si ritrova a "convivere" per un periodo, con l'Immortale Ottavia, stabilitasi nella Foresta della Norvegia del 1000 A.C.. Stavolta la nostra protagonista se ne starà per un pò dietro le quinte per vedere cosa combina questo ragazzo, molto attraente, con grandi occhi verdi come smeraldi e capelli neri come il carbone.
Avrà un sacco di problemi quest'umano particolare, che lo porteranno al mistero di Ottavia, ma cosa accadrà una volta che lo scoprirà? Cosa cambierà tra loro? Cosa porterà il ragazzo ad un cambiamento che lo muterà per il resto della sua vita?
Tutto questo lui ancora non lo sa, ma sa che tutto ha avuto inizio in un giorno in cui la neve ricopre tutto ciò che c'è intorno a lui.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga: La Ragazza Immortale'
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Parte prima . L'umano.

 

 

Capitolo 01. Brutte notizie

 

“Non posso credere che lo abbiate fatto davvero!” dissi, molto arrabbiato con chi credevo di potermi fidare davvero.

“Mi dispiace, figliolo, ma non c'è stata scelta e poi quella ragazza ha un'ottima dote” disse mio padre per giustificarsi, ma per per poteva avere tutto l'oro di questo mondo, non mi sarebbe mai andata bene.

Sono figlio di una prestigiosa famiglia, peccato che abbiano scelto già il mio destino. E a me non stava affatto bene. La vita da sposato non faceva per me.

La mia famiglia aveva guadagnato fama e rispetto da tutti i nostri compaesani, molti anni fa, quando mio nonno, iniziò a vendere, per denaro che gli sarebbe servito a dare l'educazione a mio padre e una vita agiata, la verdura e la frutta del suo campo.

Adesso il suo lavoro lo fanno altri al posto nostro e noi siamo diventati ricchi e potenti grazie a lui.

Mio nonno, purtroppo era deceduto per malattia circa due anni fa, e i soldi iniziavano a scarseggiare perchè mio padre era capace solo a spenderli tutti per se stesso, arrivando a non pagare i suoi lavoranti. Quindi, il fardello sarebbe passato a me sposandomi con una ragazza più piccola di me e ricca sfondata, per assicurare l'attività di mio padre e i soldi per soddisfare i suoi capricci.

Fosse stata bella non mi sarebbe dispiaciuto, ma non era così.

Avevo saputo questa notizia da mia madre, ormai perennemente affumicata dai fumi dell'alcol: mio padre la tradiva con ragazzine della mia età e lei, una volta scoperto, lo aveva tradito con litri e litri di brandy.

Io non mi ritenevo migliore di mio padre, anzi ero forse anche peggio: siccome ero considerato uno scapolo d'oro e dei più belli in paese, ero desiderato da molte ragazze, io non facevo altro che far avverare tutti i loro desideri più intimi e segreti.

Sapevano che ero ricco e quindi ero desiderato anche per quello, lo sapevo bene, ma non mi importava: mi piaceva divertirmi e non avrei smesso. Avrei continuato a farlo anche da sposato. Anche la ragazza, con cui mio padre ha combinato le mie nozze imminenti, mi desiderava ma era orrenda: era fin troppo in carne, stupida e pure viziata. Mangiava fino a scoppiare, lo sapevo perchè eravamo andati a cena da loro perchè suo padre era amico intimo con il mio e, per favore, siamo andati.

All'inizio credevo di poter fare come con tutte le altre ed invece, per una volta, volevo scappare da una donna. Poi, non è nemmeno una donna, ancora, ha solo quindici anni! Io ne ho venti, per questo sono considerato scapolo.

Secondo mio padre, ero già fin troppo vecchio per sposarmi, mi sarei dovuto sbrigare a mettere su famiglia e prendere le redini dell'attività di mio padre.

Non ne ero particolarmente entusiasta, ne tanto meno pronto per una simile responsabilità.

“Non mi interessa se ha un'ottima dote per te, perchè la dote interessa solo a te, ma io quella non la voglio sposare!” dissi, alzando la voce di molto affinché tutti mi sentissero.

“Devi prenderti le tue responsabilità, Cameron!” disse, capì che era arrabbiato quando pronunciò il mio nome per esteso. In genere, tutti mi chiamavano semplicemente Cam.

Peccato che da anni non mi interessava più di tanto di quello che mi diceva, anche perchè non è stato un ottimo esempio come capo famiglia, mia madre era un'altra conseguenza.

“Quali? Devo gestire i tuoi affari o le puttane che ti porti a casa?” anche io ero molto arrabbiato, ma non ne valeva la pena, presi e me ne andai fuori dal suo studio sbattendo la porta molto rumorosamente.

“Cameron torna subito qui!” sentì che sbraitava, ma feci finta di non udirlo.

“Signorino Cam tutto a posto?” disse la donna delle pulizie.

“Sì tutto a posto. Esco un pò” dissi.

Erika era la nostra donna delle pulizie da quando ero in fasce, mi aveva cresciuto praticamente lei e glielo dovevo. Era l'unica donna per cui nutrivo sentimenti sinceri e avevo grande stima di lei. La consideravo la mia vera madre, non perchè non amassi la mia, ma semplicemente perchè, quando ne avevo più bisogno, lei non c'era mai.

“Faccia attenzione, signorino” mi disse con un voce preoccupata.

Lei sapeva tutto quello che facevo, mi fidavo a dirle tutto perchè sapevo che non avrebbe mai fiatato né con mio padre né con quell'ubriaca di mia madre.

E sapeva anche dove stavo andando, adesso.

Avevo un gruppo di amici, con cui mi trovavo spesso alla locanda, tutti figli dei nostri dipendenti, per fare una cosa sola: ubriacarci fino a che non trovavamo donne disponibili, anche più grandi di noi.

Non ci importava quanti anni avessero, a noi importava solo che non fossero delle pezzenti per un semplice motivo: perchè erano sporche sempre di fango e non era molto gradevole realizzare le proprie fantasie.

Potevano essere anche bellissime ma, dalle nostre parti, giudicano chi sei in base ai vestiti che indossi.

Giunsi alla locanda e li vidi al nostro solito tavolo. Andai verso di loro con aria più sollevata, ero contento di vederli. Erano gli unici che mi capivano e che mi avrebbero sostenuto. Avevano la mia stessa età tutti e tre e, anche loro, erano tra gli scapoli più ambiti del paese.

“Ehi, Cam, come mai qui? Ti aspettavamo dopo cena” disse Alexandro, aveva i capelli color del bronzo e gli occhi dello stesso colore del terreno.

“Lasciate stare, sono qui per affondare i miei dispiaceri in alcol e donne” dissi.

“Ah adesso sì che ragioniamo” disse Rik. Lui era l'esperto di donne, sapeva come riconoscere i pesci grossi dell'alta società che erano disponibili ad incontrarci in situazioni molto più che intime senza farsi troppi problemi. Lui era entrato da poco nel gruppo ma si era rivelato un amico fantastico, media statura con capelli color dell'oro e occhi azzurri come il cielo limpido.

“Un boccale di birra per tutti, vado a dirlo al proprietario” disse Elia il più basso ma il più vivace come personalità, capelli rossi ed occhi color pece. Era, tra di noi, quello che beveva di più in assoluto ma era sempre molto lucido, soprattutto quando era a letto con una donna.

“Non tornare già ubriaco” disse, per scherzare Rik.

Non aveva tutti i torti: Elia aveva davvero il coraggio di farlo.

Ero davvero contento di avere loro come amici. Non li avrei mai sostituiti con nessuno, nemmeno con la mia teorica futura moglie.

Intanto, mi passai la mano destra tirando indietro i miei capelli neri di media lunghezza, come segno di stanchezza. Avevo le maniche della mia veste blu notte tirate su fino al gomito, per sembrare più sbarazzino e meno elegante, nel farlo Alex notò il mio tatuaggio di famiglia. Era un crocifisso, rappresentava lo stemma della mia famiglia fatto in modo semplice, lo stesso lo aveva anche mio padre. Me lo fece incidere quando aveva raggiunto la pubertà e, con essa, l'età per diventare capo della sua attività e padre a mia volta.

“Non lo avevo mai notato” mi disse solo.

“Semplicemente lo nascondevo bene” dissi io, ed era vero. All'inizio mi faceva sentire importante, ma da qualche tempo, era diventato più un peso.

“Non ne vai fiero?” mi chiese.

“Negli ultimi anni, no” risposi.

Intanto, era arrivato Elia, scortato da Rik, perchè temeva che si sarebbe bevuto tutta la birra da solo, con quattro boccali colmi di alcol.

Ne prendemmo una ciascuno e facemmo un bel brindisi alla nostra amicizia, all'alcol e, ovviamente, alle belle donne.

“Allora, Cam” disse Alex dopo il primo sorso, “come mai sei qui e non sei a casa a cenare con la tua famiglia?” disse, ridendo.

“Perchè ho discusso seriamente con mio padre” dissi, cupo al ricordo e sorseggiando altra birra, per offuscare meglio i miei pensieri.

“Wow” disse Elia “a che proposito?”

“Le mie imminenti nozze” dissi, marcando la parola nozze, con un tono molto shoccato.

“Cosa?” dissero in coro tutti loro, con un mezzo sorriso pensando che stessi scherzando, ma gli feci subito intendere che non era così.

“Non ci posso credere” disse Rik, “e chi sarebbe la fortunata?”

“Emily De Roquet” dissi ancora più terrorizzato al pensiero di dover far sesso con lei per avere un legittimo erede.

“Aspetta, non ti riferirai a quella porcella, obesa senza il minimo fascino, vero?” disse Alex.

“Sì, proprio a lei. Mio padre ha fatto tutto”.

“Oh cavolo, sei in seri guai, amico” disse Elia che, nel frattempo, aveva ordinato per sé, un secondo boccale e lo stavo per fare anche io.

“Adesso sì che capiamo perchè vuoi bere così tanto stasera, ma che ne dici di toglierti dalla mente il viso di Emily e sostituirlo con una ragazza più bella di lei? Almeno per stasera, giusto per svagarti un po'” disse Elia.

“Sai che ti dico”, iniziai pensando che, effettivamente, quella sera non volevo tornare a casa a vedere mio padre fare la stessa cosa che stavo per fare io, “non è affatto una cattiva idea” dissi, formando un sorriso di compiacimento.

“Sì, stasera Cam si diverte e dimenticherà questa brutta giornata e la sua orrenda futura sposa” disse Rik sollevando i calici e facendo un ulteriore brindisi.

“A Cam” iniziò Elia “l'eterno scapolo d'oro” aggiunse Alex, e quella definizione mi stava davvero a pennello, oltre che ad eccitarmi sempre più. E la nostra serata iniziò proprio in quella locanda che, di lì a poco, si sarebbe trasformato in un vero bordello.





Eccomi, dopo un momento di titubanza, ho deciso di pubbliare il primo vero capitolo ;) 
Come avete notato, personaggio nuovo, stile di vita nuovo  e fatti diversi ;)
Che ne dite di questo cambio? :) per il momento i ruoli si ribalteranno ;) ogni cosa a suo tempo. Questa è la prima parte, dove si parla appunto di lui, un essere umano con la sua vita, voi direte "ma questo mo che c'entra?" e io vi rispondo ongi cosa a suo tempo ;)
Dopo un dialogo con un recensore, mi è stato detto che l'immagine in prima pagina non si vede, mi dispiace di questo, ma non sapevo come fare :( 
I'm so sorry :,(
By the way, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ditemi, secondo voi, le vostre impressioni su questo personaggio ;) commentate in tanti, ci tengo davvero ;) a tutte le critiche ;)
Rintrazio chi ha letto e recensito lo scorso capitolo e chi già l'ha messa tra le preferite e chi tra le seguite, e a chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti ;) Thank You so Much!! ;)
Spero di poter postare il prossimo capitolo prima della fine dell'anno ;) 
Alla prossima
Kiss KIss
Shana ;)
Ps: titolo del prossimo capitolo : Emily, la futura sposa
sono curiosa di sapere che cosa credete possa succedere xD

  
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