Junger Kaiser am Spiegel / Giovane imperatore allo specchio
È fermo di fronte allo specchio della sua stanza da bagno e guarda sé stesso come se fosse uno spettro.
Si tocca la fronte, una tempia, il naso, la mascella. E vede l’altro sé stesso che compie, specularmente, gli stessi gesti.
Sei vero. Lei è vera. È tutto vero.
Ogni volta Julia lo afferra, lo stringe, lo morde, lo prega di lasciarle un segno, così, dice, saprà che non ha sognato. E non aspetta mai che sia lui a baciarla, lo fa lei per prima. Anche la prima volta: gli ha afferrato le braccia e lo ha baciato con violenza, tanto da ferirgli il labbro inferiore. Una piccola escoriazione, una minuscola goccia di sangue. E poi, guardandolo negli occhi con un’espressione tremendamente seria, ha pronunciato il suo nome, scandendolo con gravità:
“Karl-Heinz”.
Lui senza fiato, in preda allo shock, perso.
“Karl-Heinz” ha ripetuto Julia, poggiando la fronte contro quella di lui.
Ora Schneider è di fronte allo specchio, e automaticamente si tasta il labbro inferiore, come a risentire quella piccola escoriazione di tanti mesi fa, ormai scomparsa. Julia che gli chiede di lasciarle un segno, e invece è lei che gliene lascia, ogni volta, coi suoi morsi e le sue carezze; i suoi morsi, le sue carezze e le sue parole.
“Karl-Heinz…” ripete, rivolto al suo riflesso, cercando di imitare la voce seria e dolce di Julia.
Una stretta allo stomaco lo assale, gli occhi gli si velano, a un tratto vede tutto nero, perde l’equilibrio; per non cadere si lascia andare all’indietro, dove sa che ci sarà il muro piastrellato a sostenerlo.