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Autore: Li_fe    16/12/2013    3 recensioni
Lei: Sharon. Ragazza bellissima. Ha un carattere molto forte, ma non è insensibile, sa essere dolce, ma solo con le persone che meritano. Non è una ragazza che si basa sulle apparenze, va oltre, quasi sempre. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Delle volte è lunatica, ma quando prende una decisione difficilmente torna indietro o cambia idea.
Lui: Christian. Il figo della scuola. Bello e dannato. Stronzo. Per lui le donne sono giocattoli. Una vale l’altra. Inquadra subito le persone, e sbaglia quasi sempre. E’ un ragazzo superficiale: si basa sulla forma e non sulla sostanza.
Cosa hanno in comune questi due? Niente. Cosa li lega? L’odio reciproco!
Vanno nella stessa scuola: Ragioneria. Si trovano all’ultimo anno, ma in classi differenti. Per fortuna.
Hanno la stessa comitiva di amici, ma non si parlano quasi mai, se non per punzecchiarsi.
Quest’atteggiamento va avanti da quasi 5 anni, precisamente dalla prima superiore, ma le cose cambieranno… L’attrazione fisica cambierà il loro ‘rapporto’.
E, con il tempo, in cosa si trasformerà la loro attrazione fisica? Resterà tale? O scemerà? O diventerà qualcosa di più travolgente, qualcosa di più importante: Si trasformerà in amore?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'odio è amore contro l'amore.


 
 
-"Alcune persone le incontri per caso. Altre per sfiga."





“Cretina
“Idiota”
Ed eccoci al punzecchiamento mattutino; ma non con una persona qualsiasi, ma con Christian Crociato. Lo stronzo per eccellenza che, per altro, da quasi cinque anni non fa che darmi fastidio.
Non sono una sfigata e so difendermi da sola; per questo tengo testa a quell’imbecille di Christian. Sono l’unica che ha il coraggio di odiare e ammettere il suo comportamento e agire di conseguenza: lui mi prende in giro; io rispondo.
Crociato è bello, anzi bellissimo, per questo è il più desiderato dell’istituto, ma è anche un grandissimo stronzo, ha un carattere di merda, e crede di essere superiore a tutti. E’ alto, abbastanza muscoloso, capelli perennemente spettinati, occhi verdi, e labbra carnose. Lo odio con tutta me stessa ma so essere oggettiva. Non sono una persona che si basa sulle apparenze, ma Christian è l’eccezione. Dal primo momento che l’ho visto ho pensato ‘questo si crede un Dio’ ed avevo ragione, eccome! Lo reputano perfetto. Ma questo qui è tutto, tranne che  perfetto. Le galline che gli vanno dietro – Sì, sono galline e non oche. Le galline le trovo più odiose delle oche. Strano pensiero, lo so. -  sono delle puttane, che sfoggiano il loro abbigliamento da tale; ma dico io: non sono più comodi un paio di jeans, di una gonna inguinale? Mah, chi le capisce è bravo.
Come ogni stronzo, Christian si è scopato quasi tutta la scuola, fatta eccezione per i ragazzi – anche se ho dei dubbi al riguardo, visto che  lui scopa con tutti, l’importante è sia dotato di un buco -  e me. Tutti sono caduti nella sua trappola, anche la mia migliore amica Ludovica. Quando ho saputo che quest’ultima era stata a letto con lo stronzo non potevo crederci, proprio perché Ludovica non è stupida. Lei è  una ragazza intelligente, e sa come si comporta Christian, sa che usa le donne. Nonostante questo non le ho fatto una colpa, insomma ha quasi  diciotto anni – proprio come me – e si sa, gli ormoni fanno brutti scherzi.
‘Scopare con lui è .. gratificante. Sì, gratificante, proprio così. Ci sa fare il ragazzo. Sa come far eccitare una donna e sa darle piacere. Probabilmente è il migliore sulla piazza’: questa è la frase che mi ha detto Ludovica,  e non ho dubbi su quello che mi ha esposto, visto che in questa cazzo di scuola non si fa altro che parlare – spettegolare – sulla vita sessuale degli altri e soprattutto su quella di Christian. Tutte farebbero carte false per infilarsi sotto le lenzuola con lui e davvero non capisco quest’atteggiamento. Cristo santo, siamo donne e abbiamo una dignità! A chi può far piacere essere usate e poi buttate via?! A nessuno!
“Crociato, ma tu la mattina alle 08:10 non hai un cazzo da fare?!”
“Esposito, la scuola è ancora semi-deserta e tu sei la cosa più interessante in giro, per ora”
“Ma vattene a fanculo!”
“Nervosetta stamattina, eh?”
“Mi stai sulle ovaie, idiota.”
Ok. Ho il ciclo. Si nota, no?
“Questo già lo so...ma non è che hai le cose tue?”
Appunto.
“Fatti i cazzi tuoi.”
“Quindi sei indisposta! Mannaggia e adesso come fa Matteino senza le tue prestazioni?!” Mi prende pure in giro, lo stronzo!
Mio Dio quanto lo odio! Matteo – a detta sua “Matteino” che, per altro di ‘ino’ non ha niente. Non prendetemi per ninfomane, ma le esperienze l’ho fatte anch’io – è il mio ex. Ci siamo lasciati da una settimana. Non era niente di serio. Ovviamente l’istituto sa già di questa piccola novità nella mia vita privata, ma insinua anche che, nonostante non stiamo più insieme, qualche volta ci incontriamo e diamo sfogo agli ormoni. Non è assolutamente vero. Io e Matteo ci siamo lasciati e basta. In realtà non eravamo una vera e propria coppia; o almeno: dall’esterno, per le persone che non ci conoscevano bene, potevamo sembrare dei piccioncini, ma non lo eravamo. Non era un rapporto che si basava sull’amore, assolutamente no. Il nostro rapporto, quello che ci permetteva di restare ancora insieme, era l’attrazione fisica. Niente di più, niente di meno. Matteo è molto bello, però non come Christian, mi duole ammetterlo, ma è la verità. Il mio ex è l’opposto di Crociato: capelli biondi, occhi color nocciola, labbra finissime, capelli sempre in ordine e un fisico perfetto. Due mondi diversi! Siamo stati insieme per sei mesi. Dopo che la nostra pseudo-storia è finita – la decisione è stata presa da entrambi. La ragione? Il fuoco si era spento. Non c’era più passione. – siamo rimasti in contatto – anche perché era impossibile non vedersi o non sentirsi del tutto, dato che frequentiamo la stessa scuola, anche se in classi differenti. – logicamente i rapporti si sono raffreddati. Il tutto si limita a: ‘Buongiorno; ciao; buonasera; come stai’. Non ci sono rimasta male, per niente. Non mi manca. Gli volevo bene e gliene voglio tuttora, ma niente di più. Era ed è un bene quasi ‘forzato’. Sì, forzato. Credo sia il termine giusto. Credo sia normale affezionarsi ad una persona in sei mesi, prendere delle abitudine e volergli bene. Ma non quel bene vero, sincero, quello che ti viene dal cuore. Era\è più un bene di abitudine, di cose in comune.
“Le mie ‘prestazioni’ come le chiami tu, non sono fatti tuoi. E mi meraviglio di te, Crociato: che fai dai retta alle voci di corridoio? Che delusione! Non ti è rimasto nemmeno un neurone in testa. Mi sa che sono scoppiati tutti mentre penetravi le tue donzelle, anzi…puttane. Sì, le tue puttane. Suona meglio!”
Sarcastica.
Lo vedo avvicinarsi e resto impassibile, immobile.
“Vorresti essere anche tu una mia donzella, anzi proprio come hai detto tu: una mia puttana.”
E’ vicinissimo al mio viso e, involontariamente, sento un brivido sulla schiena.
“Mi spiace deluderti, ma preferisco altri puttanieri a te.”
“Mi stai dando del puttaniere?”
“Esatto. Vorresti dire che non è vero?”
“Semplicemente mi diverto, tutto qui!”
“Bel modo di divertirsi, complimenti.”
Meglio lasciarlo perdere. Non ho tempo da sprecare con uno come lui.
Detto questo giro i tacchi e torno in classe. Non prima di sentire..
“Ti auguro una pessima giornata, Esposito”
“Anche a te, Crociato. Anche a te.”
 
 
Dopo sei lunghissime ore esco da quella classe.  Sono esausta!
5B: la mia classe. E’ soprannominata da tutti ‘la classe dei fighi’. Il perché non lo so. Sentendo quel ‘nomignolo’ sarebbe facile pensare che quella gabbia di matti sia piena di fighi, ma non è così! I bei ragazzi, lì dentro, si contano su una mano. Leonardo, Claudio e Luca. Sono loro i più desiderati e popolari della mia classe. Hanno un’ unica pecca: sono arroganti. Dio buono ma perché sono tutti così?! Mai uno che non si vanti della sua bellezza!
 
“Usciamo stasera?” mi domanda Ludovica.
Ludovica è nella mia stessa classe ed è anche la mia compagna di banco. Ci siamo conosciute in prima superiore. Io ero molto timida, facevo fatica a socializzare con gli altri. Lei ha fatto uscire un po’ del mio carattere, ha cercato di far uscire la vera me, perché io ero timida a scuola, ma fuori ero un’altra persona. E ci è riuscita, ed anche alla grande! A scuola adesso sono me stessa: scherzo con tutti, mi sento libera di dire tutto quello che mi passa per la testa, senza preoccupazioni, senza la paura di essere giudicata.  Con il tempo Ludovica è diventata un punto fermo, è irremovibile nella mia vita. Non riuscirei a resistere senza di lei, senza la sua forza, senza il suo sostegno, senza la sua pazzia e senza i suoi consigli. E’ quella che si suol dire ‘migliore amica’. E lo è davvero! Parliamo di tutto, ci sfoghiamo, ci diamo consigli, scherziamo.. Ludovica è una bella ragazza: occhi castano scuro, tendenti al nero, capelli castani corti e un sorriso bellissimo. Siamo come sorelle. Ed è una cosa bellissima.
Io sono figlia unica. I miei genitori – Marta e Giovanni – mi vogliono un grande bene, non mi fanno mancare niente. Vivo in una situazione economica molto agiata. Mamma è un’infermiera, papà un imprenditore. Nonostante l’agiatezza, loro sono delle persone umili, proprio come me. Sono delle belle persone, e sono molto presenti nella mia vita.
“Dove andiamo?”
“Gli altri hanno detto che vanno al Boom*. Andiamo anche noi?”
Il ‘Boom’ è un locale\discoteca molto famoso qui in Sardegna, soprattutto tra i ragazzi.
‘Gli altri’ sarebbero i nostri amici, la nostra comitiva. E’ composta da 5 ragazzi, e 3 ragazze, comprese noi. I loro nomi sono: Simone: un ragazzo molto simpatico; Francesco: anche lui molto simpatico, ma delle volte sa essere estremamente timido; Andrea: lui è strano. Proprio strano. Nel senso positivo, si intende. E’ il saggio del gruppo, dice tutto quello che gli passa nella testa, e non sbaglia mai. Sa interpretare le persone. Le capisce;
Christian: avete capito bene di chi parlo. Purtroppo è proprio lui. L’insopportabile Crociato. Non ho ancora capito come facciamo ad avere gli stessi amici, e inevitabilmente ad uscire molto spesso – per non dire sempre – ‘insieme’. Ovviamente quando capita ci punzecchiamo sempre.;
Lorenzo: il migliore amico dell’insopportabile. Molto bello anche lui: Capelli castano scuro sempre spettinati, occhi di un celeste intenso,  e un fisico asciutto. E’ molto desiderato dall’universo femminile. Essendo amico di Christian è anche lui arrogante, ma è quasi sopportabile, a differenza del suo amico; Federica: una ragazza simpaticissima, e senza peli sulla lingua. Io, lei e Ludovica, andiamo molto d’accordo. Forse perché siamo simili.
Vi starete chiedendo come sono io. Niente di che: capelli castano chiaro, occhi che oscillano dal celeste al verde, credo abbiano un colore indefinito. Sono abbastanza alta e ho un fisico normale.  In passato ho avuto dei problemi di autostima, cosa che capita alla maggior parte degli adolescenti. Alla fine mi sono detta che la bellezza non è tutto nella vita. Va bene, sembra una frase fatta, ma a me, in quel periodo, ha aiutato un sacco. Non dovevo piacere agli altri, ma a me stessa.
“Per me va bene.”
Alle 21:00 sono pronta. Indosso un semplice jeans chiaro attillato con una canotta di sopra accompagnata da una  camicia sempre di jeans, ai piedi le mie immancabili blazer grigie.
“Sha!” E’ Ludovica. Ci siamo date appuntamento davanti casa mia, per poi andare a piedi al locale, visto che dista pochissimo dalla mia abitazione.
“Finalmente! Porca puttana sei in ritardo di mezz’ora! Sto morendo dal freddo!”
“Ma quale freddo! Ci ho messo più del previsto per prepararmi”
“E tu mi stai dicendo che ‘ci hai messo più del previsto’ per metterti un semplice jeans con una maglia?! Ma che problemi c’hai?”
“Mamma mia, che palle, oh! Non fare la scorbutica, Sha. Cerchiamo di divertirci stasera.”
“Andiamo. Vediamo di muoverci. Gli altri ci staranno già aspettando da un po’”
“Andiamo, andiamo. Senza di noi non ce divertimento, si sa.”
“Ma come sei modesta, oh”
“E’ anche per questo che mi vuoi bene, vero?” E fa gli occhi da cerbiatta.
“Sei una leccaculo di merda. Te l’ha mai detto qualcuno?” le dico sorridendo.
“Uhm… no non me l’ha detto mai nessuno. Tu sei la prima, amore mio”
“Muoviamoci, và” le dico sempre sorridendo.
 
Dopo soli cinque minuti, siamo dentro al locale. E’ grandissimo. Ha due piani: sopra ci sono dei tavolini, e un piccolo angolo dedicato agli alcolici. Questo piano è quasi sempre semi-deserto perché c’è un’ atmosfera più tranquilla. Al piano di sotto, invece c’è sempre il delirio. La cosa che colpisce ad occhio è il palco che è situato alla sinistra, spesso su quel palco si fanno dei spettacoli divertenti, altre volte invece sono proprio squallidi e anche volgari; delle volte hanno fatto anche delle sfide, tra maschi che si contendevano una ragazza. Proprio al limite del ridicolo! C’è uno spazio enorme per ballare, ma nonostante la grandezza i corpi delle persone sono sempre addossati gli uni con gli altri.
Mi piace la sensazione di liberazione che si ha quando si balla in questo locale, ma non solo in questo. Ti confondi tra le persone ed è proprio questa la cosa bella: il non essere focalizzati, non essere al centro dell’attenzione, ma essere semplicemente libera.
“Gli altri sono lì” Ed  è sempre Ludo che mi fa ridestare dai miei pensieri.
Ci dirigiamo dove sono gli altri e salutiamo tutti.
“Minchia Esposito, ma come cazzo fai a vestirti in modo sportivo anche di sabato sera, per di più quando sai di dover andare in un locale conosciuto!” E secondo voi chi può essere stato a parlare?!.. Crociato! Sempre lui! La cosa che mi dà più fastidio non è quello che ha detto, ma il modo: scocciato e divertito. Lo fa principalmente per darmi fastidio, e anche perché lo rende superiore.
“Crociato, fatti i cazzi tuoi” dico con viso e voce angelico.
E lui che fa? Scoppia a ridere. Normale, no?!
“Andiamo a ballare, dai” Mi dice Ludovica, seguita da Federica che è d’accordo con lei.
Mentre stiamo per andare in pista, vengo bloccata dalla voce di Ludo…
“Ohoh, guada un po’ chi ce. Alessia la puttana!” e mi indica un punto preciso del locale, precisamente dov’è appostato il DJ. Quella puttana ci sta provando anche con lui.
“Gli anni passano, ma lei rimane sempre la stessa. Non la sopporto.” dico io.
“Sìsì, lo sappiamo che la odi.” dice Federica con tono ovvio.
Non la odio solo perché si comporta da puttana, il motivo è molto più importante e valido. Io e Alessia ci conosciamo da piccole, abbiamo fatto asilo-scuole elementari-scuole medie insieme. I nostri genitori si conoscevano bene ed erano grandi amici e noi, inevitabilmente, giocavamo sempre insieme. Non l’ho mai considerata una vera amica, ma più una conoscente con più confidenza del dovuto. Ho cominciato a staccarmi del tutto da lei in seconda media, per una volta che le avevo fatto una confidenza, lei mi aveva ‘tradita’ ed ingannata. Le avevo confessato che mi piaceva un ragazzo di terza, il solito bello e impossibile –  almeno per me – mi ero fidata, da stupida quale ero. Il giorno dopo tutta la scuola sapeva di questa mia cotta, e dà lì avevo capito che era stata lei a diffondere la notizia. Ma non si era limitata solo a questo, no! Si era fidanzata con lui, ed ogni volta che li vedevo insieme lei mi rivolgeva un sorriso maligno, di soddisfazione. Da allora è finita la nostra pseudo-amicizia. Adesso a distanza di anni, non me ne pento, perché quella era un tipo di amicizia – se così si può chiamare – superficiale. L’amicizia vera  è quella che c’è tra me e Ludo ed anche Federica.
“Ohoh, guarda qui chi c’è: Sharonina” A quanto pare Alessia ci ha viste ed è venuta subito a rompere i coglioni.
“Ciao puttana” dico distrattamente, guardandola negli occhi. Lei per risposta mi guarda con occhi di sfida.
“Non sei nessuno, Sharon” mi dice con un sorriso maligno sulle labbra.
“Lo so.” Dico passiva e non staccando mai i miei occhi dai suoi.
Una cosa che ho imparato negli anni precedenti di Alessia è che non bisogna mai cadere nelle sue provocazioni, meglio assecondarla e finire subito il discorso.
“Io invece sono la migliore”dice con tono ovvio, e con quella faccia  da‘c’è-l’ho-solo-io-e-tu-no’
“So anche questo.” Dico con lo stesso tono di prima.
Alessia non sopporta questo tono, lo so bene. Non lo digerisce.
“Ti propongo una cosa: una sfida”
I miei occhi si accendono di una luce strana. Un mio grande difetto è quello di essere quasi ossessionata dalle sfide, non riesco a rifiutarle. E questo Alessia lo sa.  Lo ha fatto apposta.
“E di cosa si tratterebbe?” Il mio tono è sinceramente interessato.
“Adesso ci sfidiamo io e te su quel palco. Potrai scegliere una delle tue amiche che salirà con te lissù. Prima vado io con la mia ‘accompagnatrice’ e poi ci andrai tu con la tua. La sfida consiste nel ballare davanti a tutte queste persone. Saranno loro a decidere chi sarà la vincitrice. Il premio non sarà niente di materiale, solo la consapevolezza di aver battuta l’altra. Se accetti, il Dj salirà sul palco e aprirà la sfida."
Allettante. Davvero molto allettante.
Non accettare.
Non accettare.
Non accettare.
“Accetto”
“Bene. Vado a riferirlo al Dj.” Mi dice maligna.
E così se ne va, senza darmi modo di rispondere. Alessia è fatta così: vuole avere sempre l’ultima parola.
Cosa avevi detto prima?
Il mio cervello non si fa mai i cazzi suoi.
Non bisogna mai cedere alle sue provocazioni’. E menomale che lo sai! Se non lo sapevi che facevi?
Madonna mia, pure i sensi di colpa vuoi farmi venire?
Bene. Sto parlando con il mio cervello. Bella cosa, no?
“Lo so già a cosa stai pensando. Non farti venire i sensi di colpa – chiamiamoli così, và – per essere caduta nella sua provocazione. Sei ossessionata dalle sfide. Lo sai tu e lo sa anche lei, per questo l’ha fatto. Adesso andremo noi due su quel palco e le faremo vedere di che stoffa sei fatta. Lei non è nessuno, non tu. Tu sei Sharon Esposito e non sei una qualunque, oh.  E se te lo stai chiedendo, sì ci salgo io su quel palco con te. Lo sai, no? Anche a me piacciono le sfide e poi battere una come lei darebbe proprio una grande soddisfazione!”
Ludovica è partita come un treno. Io non le ho detto proprio niente, ma lei mi conosce come nessuno.
Ho già detto che lei è la mia forza?
“Facciamole vedere chi siamo!” le dico abbracciandola forte.
Lei ricambia subito il mio abbraccio. Mi sussurra..
“Però dobbiamo far di tutto per vincere, dobbiamo smontarla e io ho già un piano e tu devi accettare se vuoi vincere”
“Accetto tutto! Deve togliersi quell’aria da maestrina che ha!” dico sicura.
Sulle labbra di Ludo appare un ghigno.. ed io adesso ho paura. So che il piano che vuole attuare non è niente che mi piacerà.
Qualcuno mi aiuti. 









 
Angolo "Scrittrice":

E' la prima storia che scrivo. Mi è venuta quasi di getto. Che dire.. lascio a voi i commenti, sperando che vi piaccia. 
E' una nuova avventura, e spero che qualcuno di voi mi accompagni. 

 
  
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