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Autore: Frankie92    16/12/2013    2 recensioni
Dal primo capitolo:
"Aveva appena flirtato con un ragazzo che sembrava un dio greco. Un ragazzo che gli aveva preparato il pranzo migliore di sempre. Un ragazzo che era padre di un’adorabile e bellissima bambina.
Quando ci si metteva, il destino era proprio un bastardo"

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Kurt e Blaine si incontrano in un giorno qualunque al "La Bella Notte", un piccolo ristorante italiano a Brooklyn. Quel giorno qualunque cambierà la vita di entrambi, facendogli scoprire che a volte la felicità non è poi così lontana.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un compleanno da dimenticare (o quasi)
 

Note dell'autrice: questo è un capitolo extra per festeggiare un anno dal primo capitolo della Bella Notte. Grazie a chiunque stia leggendo questa storia perchè siete voi la mia ispirazione e senza di voi questa storia non sarebbe qui :) Grazie a tutti e buon divertimento!

Era una serata tranquilla davanti a un bel bicchiere di vino, un po’ di stucchizzini e la radio che faceva da sottofondo. Kurt aveva proposto agli altri di prendersi una serata tranquilla, lontana dal lavoro, dal caos della città e dai preparativi per un certo matrimonio.
Sebastian aveva proposto di giocare a Obbligo o Verità, anzi, più una versione di sole verità dato che erano tutti comodamente seduti sulle poltrone, sui divani o per terra, come Jeff che beatamente aveva la testa appoggiata sulle gambe di Nick che gli accarezzava i capelli.
“Allora Porcellana, tocca a te” disse Sebastian fregandosi un paio di pop corn dalla ciotola del suo ragazzo “Devi fare una domanda”
Kurt annuì e sembrò pensarci su prima di fare un ghigno “Raccontatemi del diciassettesimo compleanno di Blaine”
Gli occhi di tutti si spalancarono, specialmente quelli del diretto interessato che prontamente scosse la testa.
“No, quello è un segreto tra Warblers e resterà tra i Warblers”
“Ma amore…”
No, non poteva davvero usarlo. Non quell’espressione da “ti prego dimmelo, fammi felice e sarò tuo per sempre”
“Kurt…”
“B, dai, giuro che non riderò”
Sebastian sbuffò “Non ci riuscirai. Comunque Hobbit è ora che lo sappia, altrimenti se lo scoprirà da solo probabile che ti lascerà”
“Ehi, non ero coinvolto solo io, sapete?”
“Sì, ma tu e Barbie fate le figure peggiori”
Blaine sospirò e guardò di nuovo il suo ragazzo quasi implorante “Va bene, ma giura che non lo racconteremo mai ai nostri nipoti”
“Sisi, tutto quello che vuoi” si posizionò più vicino a lui e posò le gambe sulle sue ginocchia “Ok, sono pronto”
“Bene…”

Dalton, 10 anni prima

Il diciassettesimo compleanno era un evento alla Dalton. Era la via di mezzo tra i sedici e i diciotto, un limbo perfetto tra la giovinezza e l’età adulta, per questo le feste più grandi si facevano ai diciassette anni. Ma, per i membri dei Warblers, erano qualcosa in più.
Ogni membro che avrebbe compiuto diciassette anni nel giorno del suo compleanno avrebbe dovuto affrontare quella che comunemente veniva chiamata “La Sfida”.
La Sfida poteva sembrare una cosa semplice: veniva estratto un nome a caso tra i ragazzi e il prescelto avrebbe dovuto organizzare una sfida per il festeggiato, da completare entro un tempo massimo.
Alla fine erano cose da poco come indossare abiti da donna con parrucca e trucco o farsi riprendere in situazioni decisamente imbarazzanti, per questo Blaine non era così tanto preoccupato come molti.
Ma quando la sfortuna ci si mette di mezzo, forse è meglio iniziare a preoccuparsi.
Perché la persona che doveva decidere la sfida per il compleanno di Blaine era Hunter  Clarington.
Lo stesso Hunter che proprio in quel periodo aveva deciso di vendicarsi su Sebastian per un torto subito poco tempo prima e quale migliore vendetta se non una che avesse coinvolto anche il suo migliore amico?

Fare la festa a casa Anderson era stata un’idea geniale, soprattutto per il fatto che sua madre aveva deciso di godersi un weekend fuori con il suo nuovo fidanzato, lasciando con estrema fiducia la casa per il compleanno del figlio, a cui avrebbero partecipato prevalentemente i Warblers, i quali avevano chiamato il diritto di pernottamento, e altri studenti della Dalton.
Erano ormai nel vivo della festa quando Wes, insieme al suo immancabile martelletto, fece il grande annuncio: l’inizio della Sfida.
“Le regole sono sempre le stesse: abbiamo estratto un nome a caso e questa persona ha dovuto decidere la Sfida. Il festeggiato può decidere se accettare e potrà anche coinvolgere altre persone se lo ritiene necessario. Se non vincerà la Sfida secondo i termini dettati dallo sfidante, dovrà sottostare alla punizione della Paperella, se vincerà sarà lo sfidante a doverlo fare ”
Sebastian sbuffò divertito alla faccia confusa del suo adorabile fidanzato, ancora nuovo a tutte quelle strane tradizioni di quei pazzi. “Bambi, non fare quella faccia confusa” gli pizzicò una guancia “Chi perde deve indossare un’orribile cravatta blu con delle paperelle gialle per un mese intero, lezioni incluse ovviamente, i professori ormai sono abituati. Sì, l’idea è stata totalmente presa da How I Met Your Mother da un paio di anni, prima dovevano solo andare in giro con una cravatta con orribili colori tutti mischiati insieme”
“E perché è peggio la cravatta con le paperelle?”
“Perché Wes ha trovato delle cravatte con le paperelle che si illuminano”
Thad scoppiò a ridere e si appoggiò a lui “Non riesco ad immaginare Blaine con una cravatta del genere”
“O Hunter, dato che è lui lo sfidante” bevve un sorso di punch “In effetti è una specie di arma a doppio taglio”
L’annuncio di Hunter come sfidante fu accolto da applausi e fischi e il ragazzo guardò prima il festeggiato e poi Sebastian, sempre con un ghigno che non prometteva nulla di buono.
Prese un foglio dalla tasca e lo mostrò “Questa è la mia sfida: una specie di caccia al tesoro, niente di che”
Blaine si accigliò, prese il foglio e lo guardò, sgranando gli occhi “Stai scherzando, vero?”
“Anderson, sembra che stia scherzando?”
“Wes!” si rivolse verso il suo amico “Tu hai approvato una cosa del genere?”
L’altro alzò le mani “Sai che non possiamo interferire. Tutti abbiamo dovuto farlo”
“Oh andiamo, solo perché per la tua sfida sei dovuto andare in giro vestito da pollo a chiedere i numeri delle ragazze!”
“E non mi sono rifiutato, nonostante la mia immeritata sconfitta!”
Blaine sospirò e diede un’altra occhiata a quella lista pazzesca: aveva bisogno di aiuto, tanto aiuto.
Guardò Jeff e Nick speranzoso, come fossero due cavalieri che lo avrebbero di certo aiutato e bastò un semplice cenno dei due a sollevargli il morale.
Poi si rivolse al suo migliore amico, che già sembrava sul punto di dirgli no.
“Te lo scordi Anderson”
“Seb, te lo chiedo come regalo di compleanno”
Thad alzò una mano “Uhm, mi posso offrire anche io?”
“Vedi? Il tuo ragazzo mi conosce da meno tempo e subito si offre di aiutarmi!”
Sebastian roteò gli occhi alla maledetta lealtà del fidanzato e fece per rispondere di nuovo, quando Hunter aprì quella sua boccaccia, istigando lo spirito competitivo del francese.
“Paura, Smythe?”

Neanche dieci minuti dopo Sebastian, Thad, Blaine, Jeff e Nick si trovavano nella macchina del francese, diretti verso la loro prima meta.

Rubare  Prendere in prestito la giacchetta di piume rosse della classe di teatro

“Seb, come faremo ad entrare nell’auditorium?” chiese con un sussurro Blaine, già preoccupato di farsi beccare, mentre il suo migliore amico passeggiava tranquillamente nel corridoio della scuola.
“Anderson, già il fatto di costruire un cancello perfettamente scavalcabile da tre ragazzi, uno hobbit e una Barbie e lasciare una finestra semi aperta, ti dovrebbe far capire che qui la sicurezza, per quanto paghiamo tasse esorbitanti, è molto scarsa”. Arrivarono davanti alla porta dell’auditorium e Sebastian posò la mano sulla maniglia “E come vedrai…” tirò la porta ma non riuscì ad aprirla “Come vedrai…” provò a spingere ma niente “Ho detto, come vedrai…”
“La porta è chiusa” ghignò Jeff divertito dai suoi tentativi “E ora come facciamo, genio?”
Thad alzò piano una mano “Uhm, ragazzi…”
“Lo sapevo che questa era una cattiva idea!” Blaine si appoggiò al muro “Adesso ci troveranno qui e ci beccheremo la punizione…”
“Oltre a indossare quella ridicola cravatta” Nick rabbrividì “Perché abbiamo accettato di aiutarlo, Jeff?”
“Ragazzi?”
“Non lo so Nick, in effetti siamo troppo buoni, ma credo che non sia giusto che, visto che ci siamo offerti volontari, dobbiamo anche noi sottostare alla regola della Paperella”
“Sottostare, Sterling? Ti senti più intelligente?”
“RAGAZZI!” La voce di Thad riecheggiò nei corridoi, fortunatamente vuoti “Io so scassinare una porta”. Tutti lo fissarono sconvolti, ad eccezione di Sebastian che sembrava particolarmente interessato.
“C’è qualcosa che vuoi dirci, Thaddy? Sei stato in riformatorio per aver scassinato un negozio?”
“Ah ah ah, spiritoso” si inginocchiò davanti alla serratura della porta e prese dalla tasca un coltellino multiuso “Mio nonno era un ferramenta e mi ha insegnato qualche trucchetto”
“Aw, speravo fossi una specie di ribelle in via di redenzione”
“No, mi spiace. E no, non pensare quello che so che stai pensando!”. In meno di un minuto riuscì ad aprire la porta con estrema facilità “Forza, muoviamoci”
Scesero le scale e arrivarono nel backstage, già pieno di vestiti e accessori per lo spettacolo.
Nick tirò fuori un vestito da donna color porpora “Ringraziamo di avere la Crawford come scuola sorella, altrimenti avremmo dovuto vedere le gambe di Wes in questo vestito”
“Bene, adesso andrò a dormire con questo pensiero in mente, grazie Nicky”
Si aggirarono tra i vestiti fino a trovare il capo ricercato, un enorme capotto di piume rosse, un orrore per gli occhi.
“Wow, davvero volevano far uscire qualcuno sul palco con questo addosso?” Thad lo prese “Ehi, però è morbido!”
Sebastian dal canto suo aveva preso un borsone nell’angolo e messo altri vestiti, sotto gli sguardi confusi degli altri “Ehi, li restituiremo lunedì mattina”
“Uhm…”
“Sono per precauzione, idioti. Vi ricordo che è Hunter lo sfidante” chiuse la borsa e la mise in spalla “Qual è la prossima tappa?”

Far cantare Blaine allo Scandals con addosso la giacchetta di piume e a petto nudo. Ovviamente filmare il tutto.

“NO, SEBASTIAN NO!”
“Anderson, sei un perfomer nato, devi farlo”
“NO NO NO!”
Thad sospirò e si accasciò sul sedile “Come faremo a entrarci?”
“Carte false di identità, dolcezza” Sebastian tirò fuori il portafoglio e glielo lanciò “Neanche ci fanno caso alla foto e lì ne ho per tutti”
Jeff sbuffò “Immagino, visto che ci vieni tutti i sabato sera”
“O meglio ci andava tutti i sabato sera” lo corresse Nick facendo l’occhiolino a Thad che sorrise di rimando.
Quindi sarebbero andati al famoso Scandals, dove Sebastian aveva trascorso tutti i sabato sera fino a quando non si erano messi insieme.
Thad sapeva il principale motivo dell’assidua frequenza in quel bar e ancora non credeva di essere l’unico ragazzo per cui Sebastian aveva rinunciato allo Scandals.
E poi era curioso di vedere di che posto si trattasse, dato che ne aveva sempre sentito parlare.
Sebastian parcheggiò la macchina e diede ad ognuno le carte d’identità false “Bene, il piano è semplice: voi tre” indicò Nick, Jeff e Thad “State lontano dai guai, soprattutto dal bar, dagli uomini di mezza età e da quello che vi offriranno. Io costringerò lo Hobbit piumato a esibirsi”
“MA PERCHÉ NON HO VOCE IN CAPITOLO?”
“Perché, Anderson, non girerò con quell’orribile cravatta e sotto lo sguardo compiaciuto di Clarington e del suo gatto odioso”. Scese dalla macchina e tirò fuori Blaine con la forza, insieme a quella specie di piumino rosso “Muoviamoci”
Entrare allo Scandals fu una passeggiata come al solito, ma se Sebastian era più che abituato alla vista semisquallida di quel bar con luci al neon, musica di mezzo secolo prima e un bar dove l’unica cosa sicura erano le bottiglie sigillate, gli altri non riuscivano a non girarsi intorno e osservare l’ambiente da quattro soldi illuminato quella sera da luci viola e rosa.
Lasciò i tre ragazzi, che continuavano a guardare ogni minima cosa, vicino al bancone, pagò una bottiglietta di liquore e trascinò Blaine in bagno, ben sapendo che forse un po’ di coraggio liquido lo avrebbe aiutato, ma il moro sembrava ancora molto, molto poco convinto.
“Sebastian, non credo di farcela…” continuò a lamentarsi Blaine togliendosi il papillon “Posso cantare davanti alla gente, ma indossare quel coso…”
Sebastian gli diede la bottiglia “Bevi questo, con la tua capacità di reggere l’alcool potrei farti girare in mutande per il bar in meno di dieci minuti”
In effetti, più scolava quel liquido così forte, più si era finalmente convinto a rimanere a petto nudo e indossare quella giacca in meno di venti minuti.
“SONO UN UCCELLO ROSSO!” Blaine urlò felice battendo le braccia “UN PAPPAGALLO!”
“Un orribile pappagallo, certo” Sebastian lo prese per le spalle e fece per uscire dalla porta prima di sbattere contro una testa bionda fin troppo familiare.
“BLAINE SEMBRI UN PAPPAGALLO!”. La voce entusiasta di Jeff e la sua risatina erano il chiaro segno che anche quell’idiota si fosse ubriacato.
Come faceva ad avere amici che si ubriacavano in meno di venti minuti?!
“Barbie, che ti avevo detto del bar?” ringhiò Sebastian, contrario all’idea di far da balia a due ubriachi.
“Infatti non mi sono avvicinato! L-la mia amica Rox... roxie… roxo… Roxanne! Sì, Roxanne mi ha offerto da bere e detto che il mio amico” indicò Blaine “può cantare e ballare e ballare e cantare e… voglio ballare e cantare e cantare e ballare anche io!”
Blaine scoppiò a ridere “FACCIAMO UN DUETTO!”
“SI, UN MINUETTO”
“Duetto, idiota”
“E che ho detto io?”
Voleva uccidersi lì, in quel momento, in quel bagno puzzolente e insieme a quei due scarafaggi all’angolo.
Li fece entrambi uscire dal bagno, dove li aspettava una Drag Queen fin troppo truccata, la famosa Roxanne visto che Jeff l’abbracciò e trascinò con lui anche Blaine, così da poterli preparare per quello show improvvisato.
Avrebbe potuto tenere i filmini per ricattarli a vita.
Si diresse verso il bar, imbattendosi prima in Nick a cui rifilò il compito di filmare lo spettacolo e andò alla ricerca del suo bel fidanzato.
Fidanzato che sembrava essere intrattenuto da un altro ragazzo dai capelli scuri e con la mano fin troppo stretta sul braccio del SUO fidanzato.
Ragazzo che si sarebbe beccato un occhio nero se non la finiva di fare occhiolini maliziosi.
Arrivò dietro Thad e gli cinse le spalle con un braccio “Ehi piccolo”
Gli occhi del ragazzo si illuminarono sollevati “Ehi Seb” si appoggiò verso di lui “Andrew, questo è Sebastian, il fidanzato di cui ti stavo parlando da dieci minuti buoni”
Andrew lanciò un’occhiataccia verso il nuovo arrivato “Piacere”
“Il piacere non è di certo mio, Anthony”
“É Andrew”
“Anthony, Andrea, Andrew, non mi interessa, ma fai un favore alla tua dignità: vattene prima che la tua situazione diventi ancora più umiliante”
Il ragazzo provò a dire qualcosa, ma con scarso successo visto che Thad non faceva che pendere dalle labbra di Sebastian e quest’ultimo… beh, se gli sguardi avessero potuto uccidere, lui sarebbe di certo morto da ore, così non fece altro che ritirarsi con la coda tra le gambe.
Sebastian fece un sorrisetto soddisfatto e fece girare Thad verso di lui “Non ti avevo detto di stare lontano dai guai?”
“Infatti è stato lui a venire qui” rispose intrecciando le loro mani “In più speravo che il mio cavaliere nero sarebbe venuto a salvarmi”
“Fammi capire: possiamo giocare al cavaliere e damigella in pericolo ma non al francese figo e il cattivo ragazzo?”
“Ho già detto che adoro la tua modestia?”
“Ehi, io dico solo la verità” lo baciò dolcemente “E comunque, al prossimo che ci prova con te, gli spezzo le ossa e ci gioco a Shangaii”
Thad scoppiò a ridere e fece per rispondere, quando su quella microscopica alzata di legno spacciata per un palco, Roxanne, la famosa neo amica di Jeff, in tutto il suo splendore di glitter e piume, annunciava con trepidante eccitazione la coppia di cantanti.
Poi vennero fuori.
Dio li fa e poi li accoppia.
Due idioti, uno con quell’orribile cappotto e glitter dappertutto e l’altro con degli occhiali luminosi, tonnellate di glitter e perfino un boa blu.
La prossima volta che Jeff avrebbe ripetuto di non essere gay, gli avrebbe fatto vedere quel video.
Perfino ai suoi figli e futuri nipoti lo avrebbe fatto vedere e, se Thad non glielo avesse impedito, avrebbe messo quel video su Youtube con il titolo “Do ya think  I’m sexy? Versione gay”.
Quando arrivarono al ritorno, con annesso tentativo di movimento di bacino sexy, non riuscì a non scoppiare a ridere come un matto insieme a Thad che cercava di trattenersi il più possibile.
“Quanto diavolo sono ridicoli?” Sebastian appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo “O mio Dio, questo è oro colato da usare come ricatto”
Thad gli diede una gomitata “Non provare a usarlo come ricatto!”
“Ma…”
“Seb, non ci… Oddio credo che una di quelle Drag Queen voglia farsi Blaine”
“Solo lei? Giuro di aver appena visto una lesbica gridare “PER TE TORNEREI ETERO!” e tirare il reggiseno nero che Jeff sta facendo roteare in aria”
“Dici dobbiamo andare a salvarli?”
Per quanto fosse tentato di far continuare per altre mille canzoni quello spettacolo così esilarante, non avevano molto tempo per finire tutta la lista che quel genio del male di Clarington e del suo gatto (sì, era certo che avesse una mente malefica anche lui) aveva ideato.
“Quando la canzone finisce li trasciniamo fuori da qui” lo baciò su una guancia “Per ora voglio vedere se Sterling riesce a rubare la parrucca di quella vestita da Marilyn Monroe”

In effetti Jeff c’era riuscito visto che bandiva quella parrucca bionda come fosse un trofeo non appena erano fuori dal locale.
“WE ARE THE CHAMPIONS, MY FRIENDSSSS”
“Nicholas, fallo smettere” si lamentò Sebastian facendo muovere Blaine che continuava a ridere per ogni cosa, perfino per aver schiacciato una gomma per terra.
“E’ GOMMOSA, SEBBY!”
“Non. Chiamarmi. Sebby”
Thad ghignò sotto i baffi e cercò le chiavi nella tasca, ma un’onda di panico lo attraversò: non erano in nessuna tasca.
“Seb, hai tu le chiavi della macchina?”
“Harwood, secondo te ho avuto tempo di prendere le TUE chiavi visto che ho dovuto costringere Elton John qui a esibirsi?”
Blaine scoppiò a ridere “SONO ELTON JOHN!”
“No idiota, non lo sei” si rivolse di nuovo al suo ragazzo “Dimmi che non hai perso le chiavi, o giuro che chiamo un taxi e vi lascio tutti qui”
“Uhm…” Thad indicò il locale “Vado a vedere dentro, okay?”
E mentre correva verso l’entrata, Jeff aveva smesso di cantare ma continuava a tentare di spogliare il povero Nick che, imbarazzato, tentava di fermarlo, mentre Sebastian fece accasciare malamente Blaine vicino alla macchina e si mise a controllare la lista.
Quando Thad tornò vittorioso e con le chiavi in mano, trovò i due ubriachi a ridere seduti per terra e Sebastian e Nick discutere.
“Ma eri davvero serio?!”
Il francese sbuffò “Oh andiamo, avevo già detto di no la prima volta!”
“Sì, ma quando ti hanno alzato il prezzo per Jeff eri quasi tentato di accettare!”
“Non avrei mai accettato, anche se 90 dollari per la Barbie mi sembra un prezzo esagerato”
Thad si avvicinò a loro con lo sguardo confuso “Aspettate, non ditemi che…”
“Non vuoi sapere” Nick prese le chiavi e aprì la macchina “Ti assicuro che non vuoi sapere”

Fare un piercing all’ombelico

“Dici che Blaine rimarrà ubriaco fino a quando non arriviamo al negozio di tatuaggi?”
Sebastian strinse le spalle “Lo spero o lo dovremmo legare alla sedia”
“Già, ma almeno non è un tatuaggio! Può sempre toglierlo”
“Thaddy, tu non conosci l’avversione di Blaine per gli A-G-H-I”
La testa di Jeff spuntò proprio in mezzo a loro “Avete detto aghi?”
“AGHI?” Blaine sembrò svegliarsi dallo stato comatoso in cui si trovava “PERCHÉ AVETE DETTO AGHI?!”
“Ci penso io!” sospirò Nick prima di iniziare ad accarezzare i riccioli di Blaine che, come un cagnolino, si calmò subito, destando però le gelosie di Jeff che si mise dall’altra parte e costrinse il suo amico ad accarezzargli i capelli, facendo le fusa come un gatto.
“Bene, sono passati da cantanti amatoriali ad animali domestici” Sebastian parcheggiò la macchina e guardò il negozio di piercing e tatuaggi “Almeno Clarington ci ha fatto il favore di dirci dove andare, anche se la cosa mi puzza”
“In realtà quella è stata opera di Wes, dato che la sfida era già di per sé difficile” spiegò Nick cercando di liberarsi dalla presa di Jeff per scendere “Muoviamoci prima che Blaine capisca che le sue scarpe non stanno mangiando i suoi piedi!”
“MA LO STANNO FACENDO!” Blaine fece un broncio adorabile e scese dalla macchina grazie all’aiuto di Seb, ma non sembrava intenzionato a lasciare la giacchetta di piume.
“Ho freddo” era la sua risposta e, sul serio, Sebastian era stanco di quella storia, voleva solo finirla, tornare a casa e addormentarsi insieme a Thad per almeno dodici ore filate.
Il “Dragone Verde”, per quanto sembrasse il nome di un ristorante cinese, era in realtà un piccolo negozio grande quanto una scatola di scarpe, di cui il fiero proprietario era Big Jim, un uomo di 43 anni che si definiva “Il Caravaggio dei tatuaggi”, titolo piuttosto azzeccato visto che lo ritenevano il migliore di Westerville.
Non appena entrarono, Blaine si risvegliò di nuovo per qualche secondo, insospettendosi alla vista di tutti quei tatuaggi “Seb?”
“Cosa c’è?”
“Non dirmi che devo tatuarmi un unicorno rosa sul sedere”
“Certo che no”
“Perché io lo voglio blu e con la coda arcobaleno!”
Bene, forse avrebbe preso il bucarsi l’ombelico meglio rispetto a quanto immaginasse.
Una ragazza dai capelli rosa, quasi dello stesso colore del palloncino della gomma che stava masticando, li salutò con uno sbiascicato “Buonasera. Cosa posso fare per voi?”
Sebastian fece appoggiare Blaine al bancone, distraendolo con il catalogo dei tatuaggi “Lui vorrebbe farsi un piercing all’ombelico”
La ragazza lo guardò scettica “Un piercing all’ombelico?”
“Già”
“In queste condizioni è sicuro di volersi fare un piercing all’ombelico?”
“Sì, dolcezza e prima che me lo chiedi ha diciassette anni, quindi possiamo procedere  … AHIA!” Saltellò indietro e guardò Thad che se ne stava innocentemente  “Perché mi hai pestato un piede?”
“Era il tuo piede? Scusa tesoro” si finse dispiaciuto per poi tornare sorridente alla ragazza che strinse le spalle e accettò di fare il piercing, andando poi nell’altra stanza per preparare l’occorrente.
Thad prese per un braccio Blaine, impallidito dalla parola piercing, e guardò il suo ragazzo  “Ti ho pestato un piede perché quella ragazza deve fare il piercing al tuo migliore amico e non voglio ritrovare Blaine pieno di buchi perché tu non hai chiuso la tua boccaccia” Sentì qualcosa picchiettargli la spalla e gli occhioni di Blaine che lo fissavano “Che c’è ?”
“Thaddy, ho paura di fare il piercing. Voglio il tatuaggio di un unicorno”
“Beh, è meno doloroso che farsi un tatuaggio e se non ti piace lo puoi togliere” gli spiegò pazientemente “E se fai il bravo, Sebastian ti compra uno di quei tatuaggi finti con un unicorno, va bene?”
“Ehi, non sono mica suo padre!” Sebastian sbuffò ma ovviamente il suo ragazzo decise di ignorarlo
“Grazie papino!”
Perché non poteva uccidere il suo migliore amico proprio lì e in quel momento?
Si rivolse verso gli altri due, contenendo molto malamente gli istinti omicidi “Barbie e Ken, vi possiamo lasciare qui soli per qualche minuto?”
Nick alzò lo sguardo dal catalogo degli schizzi e annuì distrattamente “Mmh”

Quel “qualche minuto” si trasformò in circa mezz’ora, dato che Blaine continuava a muoversi, la ragazza si lamentava ogni due minuti affinché stesse fermo e Sebastian minacciava di legarlo alla poltrona. Ma, con una promessa di due tatuaggi finti, una confezione di gel al profumo di lamponi e la scelta di una scintillante pallina viola come piercing, finalmente la ragazza riuscì a fare il suo lavoro e Blaine riuscì anche a non urlare, o almeno non eccessivamente.
E, con il moro che continuava a tentare di toccarsi il nuovo piercing con Thad che gli schiaffeggiava la mano, Nick che aveva stupito tutti con un tatuaggio sul polso che raffigurava la silhouette nera di un piccolo usignolo, degno e fiero omaggio ai Warbler, e Jeff che urlava di volere un’enorme sirena sulla schiena, Sebastian portò tutti di nuovo in macchina, pronti alla loro nuova metà.

Mangiare un intero piatto “speciale” del ristorante “Back to ‘50”.
Da solo.


Il “Back to ‘50” era una tavola calda aperta 24 ore su 24 e ispirata ovviamente agli anni ‘50, dove tutti gli studenti della Dalton adoravano andare il finesettimana a rimpinzarsi di frullati e panini giganti.
Jeff voleva addirittura farci il suo ricevimento di nozze e tutti i futuri compleanni dei suoi poveri figli.
Il “Piatto Speciale” di cui parlava la sfida consisteva in un delizioso cheeseburger di 350 grammi, patatine con formaggio, anelli di cipolla fritti, crocchette di pollo e per finire tutto quasi un litro di dolce frullato a scelta.
Di solito era una pietanza da condividere visto tutta l’abbondanza di cibo nel piatto, ma c’era anche chi, come lo stesso Jeff, lo finiva tutto da solo per poi stare male tutta la sera, ma quello era Jeff Stomaco Senza Fondo Sterling, ed era Blaine a dover mangiare tutto.
Non era proprio sfiducia, ma già da sobrio non riusciva a finire una porzione media, pensare quell’arca di Noé di fritti e carne.
Fortunatamente Blaine era tornato più sobrio di prima e sembrava quasi che la prospettiva di mangiare tutta quella roba non lo spaventasse.
“In realtà sto morendo di fame” aveva spiegato entrando nel ristorante, non facendo così tanta attenzione alle facce dei clienti e dei camerieri alla vista del piumaggio rosso usato come cappotto.
Il giorno dopo se ne sarebbe pentito sicuramente.
Si sedettero al tavolo e il cameriere si avvicinò poco dopo “Benvenuti a “Back to ‘50”. Sono Aaron e questa sera sarò il vostro cameriere. Cosa posso portarvi?”
“IO VOGLIO LE PATATINE AL FORMAGGIO” urlò Jeff entusiasta appoggiandosi sulla spalla di Nick “Tante patatine al formaggio. E una cola per il mio amico Nicky”
Sebastian roteò gli occhi e ordinò “Per lo Hobbit un “Piatto Speciale” con un frullato al cioccolato…”
“YAY PIATTO SPECIALE PER BLAINEY!”
“… Per me un caffè doppio e un frullato alla fragola”
Aaron annotò tutto e se ne andò, non scomponendosi ai loro strani comportamenti (forse era abituato a peggio).
Thad guardò confuso il suo ragazzo “Tu odi i frullati. Tu odi soprattutto il frullato alla fragola”
“Grande capacità di ascolto, Bambi” gli pizzicò una guancia “Ma tu lo adori”
“Grazie” rispose semplicemente Thad con un sorriso.  Per quanto ormai aveva fatto l’abitudine al carattere… particolare di Sebastian, amava quando mostrava il suo lato dolce, anche se davvero molto raramente.
In realtà amava tutto di lui, ma non aveva ancora avuto il coraggio di dirglielo ad alta voce, quasi convinto che Sebastian o gli avrebbe riso in faccia o gli avrebbe risposto “Fai bene, anche io mi amerei” o semplicemente sarebbe scappato.
Quale delle tre fosse la peggiore non lo sapeva.
Sentì il braccio di Sebastian poggiarsi sulle sue spalle e si risvegliò dai suoi pensieri, trovandosi davanti un perfetto frullato rosa con annessa panna e ciliegina.
“Bentornato sulla Terra, Bambi” lo stuzzicò Seb divertito “Sei stato via per un paio di minuti”
“La fame gioca questi scherzi” prese un lungo sorso rinfrescante e rubò una delle patatine di Jeff senza farsi vedere “Ancora non è arrivato il piatto per Blaine?”
“Sta arrivando proprio adesso” Nick indicò l’enorme vassoio che il cameriere stava portando.
“Wow, siamo sicuri che Blaine riesca a finirlo tutto?”
“Deve farlo o lo costringerò a ingoiare ogni boccone” Sebastian prese il cellulare e lo posizionò davanti al moro, che già stava sbavando sul piatto posto davanti a lui “Filmiamo anche questo per i tuoi nipoti, Hobbit”
Nonostante la reticenza del gruppo (e l’ormai resa dei quattro al dover indossare quella cravatta orribile) Blaine riuscì a trangugiare ogni singola cosa, dall’hamburger alle patatine, facendo addirittura la scarpetta con il formaggio e, una volta finito il frullato, aveva quasi il coraggio di ordinare una fetta di torta di mele se Sebastian e Nick non lo avesse trascinato (o meglio rotolato) fuori dal locale senza il rischio che vomitasse anche l’anima.
E il fatto che si fosse stesso a terra urlando a pieni polmoni “NON CE LA FARÒ! ANDATE AVANTI SENZA DI ME”  e lo avessero trascinato per piedi e gambe fino alla macchina, aveva fatto ben capire che neanche il cibo fritto e grasso avrebbero salvato Blaine da quella sbronza partita semplicemente da un paio di bottigliette di liquore.

Fare un graffito su un muro

“Nick, mi spieghi come facevi a conoscere l’unico negozio aperto alle undici e mezza di sera che vende bombolette spray?”
Nick si strinse le spalle “Mio fratello fa l’artista, così capita che all’una di notte gli venga l’ispirazione ed ha trovato l’unico negozio aperto di notte visto che uno dei proprietari soffre di insonnia”
“Speriamo che quel vecchietto non si chieda perché cinque ragazzi abbiamo comprato dei barattoli di vernice spray”  Sebastian camminò fino a trovare un vicoletto illuminato con un muro quasi del tutto immacolato “Bene Anderson, dai sfogo al tuo estro artistico”
Blaine lo guardò, scosse la testa e si sedette per terra appoggiandosi al muro “Me sonno”
“Cosa? No, Blaine, non dormire!” il francese gli schiaffeggiò una guancia ma l’altro non voleva muoversi per niente “Va bene, caffè. Serve caffè. E caramelle piene di zucchero” guardò Nick “ Vai a prendere qualche tazza di caffè e dolci e portati dietro anche quel cucciolo di koala che ti trovi spalmato addosso, magari un po’ di caffeina farà bene anche a lui”
“CAFFE’ YAY!”
“No Jeff, per te niente caffè” Nick lo girò di spalle e lo fece andare avanti verso il market lì vicino.
Thad ridacchiò e prese una delle bombolette, agitandola “Credi che riuscirà a scrivere qualcosa?”
“Lo spero” Sebastian sospirò e andò verso il suo ragazzo “Per fortuna che non c’è chissà quanta polizia in giro o ci avrebbe arrestato da tempo”
“Mmh” l’altro annuì semplicemente e iniziò a disegnare qualcosa sul muro, sotto lo sguardo divertito del suo ragazzo.
“Sai, questa cosa di scassinare le porte e scrivere sui muri fa molto cattivo ragazzo. Ti manca solo una giacca di pelle e una sigaretta”
“Ah ah, spiritoso, ma credo che non ti dispiacerebbe?”
“Mai detto il contrario, Thaddy” si ammutolì per un po’ fino a quando non vide l’opera di Thad completa e non riuscì a trattenere un sorriso “Non ci credo. Sai quanto è cliché?”
Sul muro, in un perfetto blu scuro, c’era scritto “S+T”, niente cuori o ghirigori o altro, solo quello.
E lo trovava semplicemente perfetto.
“Lo so, ma ogni tanto uno di noi deve essere romantico, no?” Thad posò la bomboletta a terra e si avvicinò a lui “E ringrazia che ho messo prima la tua lettera”
Sebastian gli cinse la vita con le braccia “Thaddy, sappiamo entrambi chi è il superiore in questa coppia e non parlo solo dell’evidente differenza di altez… AHIA!” si massaggiò il braccio dove aveva ricevuto un pugno “Hai finito di essere violento?”
“E tu non potresti semplicemente ringraziarmi per essere così romantico per poi baciarmi senza senso come nel più cliché dei cliché?”
“Mmh, potrei passare subito alla parte del bacio…” si avvicinò a Thad e…
“EHI RAGAZZI! CI SONO LE VOSTRE LETTERE SUL MURO! FORSE SONO DI QUALCHE COPPIETTA!”
Lo avrebbe ucciso, non per il pessimo tempismo, non per quella mancata poca intelligenza che avrebbe fatto capire a chiunque che quella scritta che prima non c’era era stata fatta da loro, no.
Ma per tutto l’insieme di cose che formava quell’essere di nome Jeffrey Sterling.
Thad ridacchiò leggermente e gli lasciò un bacio sulla guancia prima di andare da Nick ad aiutarlo con i caffè, lasciando Sebastian con i suoi istinti omicida contro l’idiota biondo che ancora fissava la scritta.
Nick si abbassò al livello di Blaine, ancora seduto per terra e semi addormentato “Ehi B, lo vuoi un po’ di caffè?”
“Caffè” prese una tazza svogliatamente e ne bevve un sorso generoso “Caffè”
Sebastian prese la busta dalle mani di Jeff e ne tirò fuori un sacchetto di orsetti gommosi zuccherati, perfetti per la situazione.
Infatti, il primo anno di liceo, Sebastian aveva scoperto una cosa molto interessante sul suo migliore amico: un giorno, durante gli esami finali, Blaine aveva bevuto ben tre tazze di caffè e Jeff, mentre erano in pausa, gli aveva offerto un po’ di orsetti gommosi.
Quel po’ si trasformò in quasi tutta la busta e la combinazione caffè e zuccheri per Blaine fu decisamente… energica.
Finì infatti a saltellare eccitato per tutta la stanza con il libro in mano, ripetendo ad alta voce tutti gli elementi della tavola periodica, per poi iniziare a correre lungo il corridoio recitando il famoso discorso di Lincoln e finì per collassare due ore dopo sul letto, ma in effetti il giorno dopo, nonostante il mal di pancia, riuscì a ricordare tutto perfettamente.
Un eccesso di zuccheri e caffeina che alla fine si rivelò divertente per gli altri, utile per il cervello di Blaine ma doloroso per il suo stomaco.
Dopo due tazze di caffè, il moro sembrò risvegliarsi e, visto che forse il piatto speciale non era abbastanza, iniziò a mangiare di gusto quegli orsetti, quasi finendo l’intero sacchetto.
Così piano piano si svegliò, lo zucchero e il caffè già in circolo lo fecero alzare con un saltello e non appena notò le bombolette per terra subito ne prese una.
“Quindi posso disegnare qualunque cosa? Una casa? O forse un castello? O un clown. Oh, io adoro i clown! OPPURE UN UCCELLO! No, non quel tipo di uccello che papà Sebastian sta pensando, ma un usignolo! JEFFY DISEGNIAMO TANTI USIGNOLI!”
“SIIII!” Jeff prese una delle bombolette e insieme all’amico iniziarono a disegnare quello che tutto sembravano tranne che usignoli, filmati ovviamente da Nick come prova per Hunter.
Dopo che i due “bambini” avevano finito senza neanche sporcarsi troppo, autografando il tutto con una B e una J più grandi del disegno, erano pronti per ripartire e, prima di salire in macchina, Sebastian non poté fare a meno di scattare una foto al graffito di Thad, sotto lo sguardo divertito e intenerito di quest’ultimo.

Prendere delle arance dal giardino della signora Marple

La signora Marple, detta la gattara, era un incrocio tra la vecchia pazza dei Simpson e l’adorabile nonnina della porta accanto. Non era proprio pazza completamente, solo aveva un mucchio di gatti ed era fissata con i vecchi telefilm di una volta, da MacGyver a ER, una specie di fangirl impazzita di 86 anni compiuti. Le sue arance erano famose per essere le più buone della zona, ma ovviamente le custodiva con eccessiva gelosia, tanto da mettere come guardia all’albero Cerbero, un gatto leggermente sovrappeso e con la passione di limarsi le unghie con i polpacci dei poveri sprovveduti.
Ma pochi conoscevano il trucco per ingraziarsi quella palla di pelo infernale e uno di questi fortunatamente era Jeff, dato che aveva avuto la signora Marple come vicina per qualche anno.
Il segreto erano le acciughe.
Una scatoletta intera di acciughe e magari qualche carezza lo avrebbero fatto addormentare di sicuro, o almeno così ripetevano Jeff e Nick, dato che non era la prima volta che sgraffignavano quelle arance così deliziose.
Vicino alla staccionata della casa, Sebastian posò le mani sulle spalle di Blaine per impedirgli di saltellare da una parte all’altra della strada e iniziò a ingegnare un piano di azione “Bene, allora: Barbie e Ken, voi due distraete il gatto, io e lo Hobbit andremo a prendere le arance e Bambi qui filmerà il tutto”
Thad si accigliò “Perché devo filmare io?”
“Perché col cavolo che rischio che il gatto di Lucifero rovini le tue belle gambe”
“Dovrebbe essere una specie di complimento e/o cosa romantica?”
“Per Sebastian? Credo proprio di sì” Nick aprì la scatoletta di acciughe e guardò Jeff “Jeffy, vuoi accarezzare un micino carino carino?”
“Uhhhhh sì! ANDIAMO!” Il biondo seguì fin troppo felicemente l’altro, non consapevole di quello che lo aspettava.
Insieme scavalcarono lo steccato e subito il gatto Cerbero li puntò, gli occhi gialli come due luci nella notte e la coda alzata che subito si affievolì non appena Nick gli tirò una deliziosa acciuga che gustò con calma, seguita poi da altre acciughe e qualche coccola di Jeff, che aveva addirittura iniziato a cantargli una ninna nanna.
E mentre Cerbero si godeva le coccole e le acciughe, Sebastian e Blaine scavalcarono lo steccato, anche se il moro semplicemente si spiaccicò a terra ridendo, e si diressero verso l’albero, il primo facendo molto silenzio, l’altro canticchiando in sottofondo la sigla della Pantera Rosa.
Nonostante Blaine continuava a lamentarsi di non riuscire a prendere l’arancia più in alto e Sebastian che voleva solo ficcargli un’arancia in bocca e darlo in pasto ai gatti, presero senza fare troppo rumore qualche arancia.
Ma ovviamente la sfiga quella sera non si era divertita abbastanza, perché non uno, non due, ma ben cinque gatti uscirono dalla piccola porticina della casa e tutti avevano uno sguardo non poco rassicurante e le unghie ben limate.
Blaine si voltò verso l’amico “Seb, credo che questi gattini vogliano giocare”
“Hobbit, quelli vogliono giocare a vediamo quanto in fondo possiamo mettere le unghie nelle loro gambe!
“Uhhhh, sembra un bel gioco!”
Stava facendo sul serio? Forse se lo avesse lasciato lì i gatti se la sarebbero presa solo con lui, ma poi Thad e Catherine se la sarebbero presa con lui.
Prese l’amico per un braccio e con molta cautela iniziarono a muoversi all’indietro, seguiti ovviamente da quella squadra di gatti: sembrava decisamente un brutto horror da quattro soldi intitolato “I gatti dall’inferno”.
Fortunatamente Nick arrivò in loro aiuto tirando qualche acciuga rimasta per distrarre gli animali, così da permettere loro di andarsene senza neanche un graffio, tranne quello di Blaine dopo aver di nuovo sbattuto la faccia a terra per scavalcare lo steccato.

Mancavano solo venti minuti al termine della sfida e ne mancavano ancora quindici buoni per arrivare a casa di Blaine.
Lo stesso Blaine che alla fine era collassato nel bagaglio usando il cappotto di piume come coperta, un’immagine così adorabile che Nick non poté fare a meno di scattare una foto.
Sebastian intanto guidava a velocità piuttosto alta e tamburellava le dita nervosamente sul volante.
“Seb, tesoro, perché non rallenti?” chiese Thad stringendo la mano sulla maniglia della porta “Non voglio finire spiaccicato come una frittata”
“E io non voglio perdere perché siamo arrivati tardi di un minuto dopo tutte queste sfide assurde”
Abbassò di un poco la velocità “Hunter starà contando i secondi come un orologio svizzero”
“In effetti, ma…. Oh, no”
Una luce blu e rossa arrivò da dietro, seguita dal suono di una sirena.
Era la polizia.
Nick guardò dietro e vide il vigile far cenno di accostare “Seb, dobbiamo fermarci”
“Dannazione! Un’altra multa e mio padre mi uccide a distanza” iniziò a frenare leggermente quando gli venne un’idea così ridicola, così strana, così geniale che forse avrebbe funzionato.
“Duval, prendi la parrucca che Barbie ha rubato allo Scandals e fagliela mettere insieme ad una bandana”
Nick si accigliò ma fece come detto “Che hai intenzione di fare?”
“Situazioni estreme richiedono interventi estremi” spiegò senza mezzi termini “Ora infilagli un paio di vestiti sotto la maglietta, poi fagli mettere il cappotto viola”
“Aspetta, non vorrai mica dire…”
“Sterling” Jeff alzò la testa verso Sebastian “Se fai finta di essere una donna incinta giuro che ti restituisco il pupazzo di Super Mario che ti ho preso”
Il biondo aprì la bocca scandalizzato “LO SAPEVO CHE ERI TU!”
“Sì, sono stato io, bla bla bla, facci questo favore e te lo restituisco”
“Intero?”
“Completamente intero”
“E voglio una scorta per un mese di cioccolato”
Come era possibile che per fare certi accordi fosse diventato subito sobrio?!
Vide dallo specchietto il poliziotto avvicinarsi e annuì “Sì sì, va bene” sentì un battito sul finestrino e lo abbassò velocemente “Buonasera agente, qualche problema?”
Il poliziotto li guardò “Buonasera. Come mai andavate così vel…”
“AHHHHHHHH”
L’urlo agghiacciante fece saltare tutti tranne Blaine, che mugugnò a bassa voce infastidito.
“Mi scusi agente…”
“ODDIO CHE DOLORE!”
“Che sta succedendo?!” il poliziotto si affacciò dentro la macchina e vide Jeff, che al buio quasi passava per donna, con una mano sulla pancia e una che stringeva la mano di Nick neanche ne andasse della sua vita.
“La fidanzata di mio fratello, Jef…”
“Jennifer” lo salvò in extremis Thad palesemente impaurito.
“Sì, Jennifer. Beh, sta avendo delle con…”
“UN’ALTRA CONTRAZIONE!”
“Ecco, sì e stavamo andando all’ospedale e…”
Il poliziotto li guardò scettici, molto scettici nonostante Jeff stesse recitando come se fosse una vera donna in gravidanza.
“Non siete un po’ troppo giovani tutti quanti? Dove sono i vostri genitori?”
O no, non sembrava cascarci.
Doveva usare l’unica cosa a suo favore, quella che lo aveva salvato non poche volte.
Una storia strappalacrime raccontata con estremo pathos.
“Vede, i suoi genitori l’hanno cacciata di casa non appena hanno saputo della gravidanza e i nostri ci stanno raggiungendo adesso in ospedale, visto che eravamo usciti per cena e stavamo tornando a casa” lo guardò con gli occhi lucidi “La prego, siamo spaventati come non mai e il tempo non è ancora finito, non vorremmo che possa succedere qualcosa al bambino…”
Un minuto. Un lungo minuto di silenzio.
“Volete che vi scorti all’ospedale?”
Ci era cascato in pieno! Era un attore favoloso, lo sapeva.
“Ehm…”
“AHHHH”
“Non si preoccupi agente, non c’è molto traffico e tanto siamo quasi arrivati” grazie a Catherine che aveva deciso di vivere a meno di venti minuti da un ospedale “Ma grazie dell’offerta”
“ODDIO ODDIO ODDIO ODDIO!”
Il poliziotto alzò il cappello a mo’ di saluto “Nessun problema. Buona fortuna ragazzi”
Nick annuì incredulo mentre Jeff si dimenava tra l’urlare e buttare fuori l’aria, così l’agente li lasciò andare.
Sebastian riaccese la macchina e tornò a guidare, mentre Nick e Thad fissavano lui e Jeff ancora senza parole.
“Bel lavoro Barbie” ghignò Seb divertito
“Scherzi? La tua storia strappalacrime lo ha convinto completamente! Non sei così male, Mangusta!”
“E la mia stima per te è salita di uno 0,1% , anche se sembri la brutta copia di Marylin Monroe”
“Almeno io posso sempre togliermi tutto, tu con quella faccia rimani sempre il gemello brutto di Timon” si tolse la parrucca e la buttò dietro il bagaglio, dove Blaine la prese e la usò come cuscino “E mi devi il MIO modellino di Mario. E cioccolato. Tanto cioccolato”

Cinque minuti.
Rimanevano cinque minuti, o così almeno diceva l’orologio supertecnologico di cui Jeff andava tanto fiero, dato che riusciva a resistere all’acqua e aveva una simpatica canzoncina come sveglia, oltre al design a forma di fungo di Super Mario.
Sul serio, dove trovava Nick certi gadget da regalargli ancora se lo chiedevano.
Uscirono dalla macchina, trascinando un Blaine semi addormentato ma ancora capace di stare in piedi e Sebastian non poté fare a meno di fare un’entrata scenica in casa, urlando “CLARINGTON, SEI FINITO!”
Hunter, seduto su una poltrona all’angolo come ogni brevettato super cattivo, lo guardò scettico “Le prove, Smythe”
E mentre Thad si chiedeva se era finito in uno di quei film di spionaggio che tanto adorava, Sebastian portò il cellulare e la lista all’altro ragazzo che, insieme a Wes, giudice ufficiale della sfida, controllò il tutto.
“In effetti, siete riusciti a fare tutto…” notò Hunter senza neanche scomporsi “Ma c’è un’ultima cosa che avete dimenticato” girò il foglio e puntò il dito sull’unica riga presente nella pagina “Ops?”
“Cosa?! State scherzando?” il francese gli strappò il foglio di mano “Come se avessimo tempo di fare… No, Clarington…”
“E’ semplice, Smythe. Solo tu devi farlo e hai ancora del tempo”
“Te lo scordi! Piuttosto indosso quella cravatta per tutto l’anno scolastico” okay, ora stava esagerando “Non succederà mai!”
“Andiamo, Sebastian!” lo intimò Nick con uno sbuffo “Non voglio indossare quella cravatta per colpa tua! Almeno dicci di che si tratta!”
Sebastian accartocciò il foglio e glielo lanciò “Leggi tu stesso”
“Idiota…” borbottò il ragazzo spiegando il foglio e leggendo ad alta voce “Sebastian Smythe dovrà chiedere scusa a Hunter Clarington e Clarence per aver tinto di verde la pelliccia perfetta di quest’ultimo” Nick guardò il francese “Bene, allora chiedi scusa no?”
“Te lo scordi Duval! Piuttosto che chiedere scusa a quel gatto spelacchiato che ha ridotto a strisce le mie scarpe mi taglio la lingua!”
“Blaine ti tormenterà quando lo saprà!”
“Non importa, è uno Hobbit, posso gestirlo”
“Tre minuti!”
Thad sospirò e prese Sebastian per mano “Ci penso io!”
“Uhhhh, i favori sessuali con la Mangusta funziona sempre!”
“Sta’ zitto Jeff!” lo portò in cucina e chiuse la porta per poi guardare il suo fidanzato “Seb, davvero vuoi indossare quella cravatta per un mese?”
Sebastian incrociò le braccia “Non mi interessa. Non chiederò scusa a quella mente diabolica che ha partorito una lista del genere e al suo orribile e verdastro gatto! È una questione di onore, Harwood”
Guardandoli con occhi estranei, chiunque avrebbe pensato che Sebastian era solo un egoista testardo,  che il suo ego e il suo orgoglio erano fin troppo spropositati e che aveva aiutato Blaine con la lista solo per non farsi deridere da Hunter.
Ma Thad invece aveva capito, di sicuro non avrebbe fatto lo stesso, ma aveva capito: Sebastian Smythe era un ragazzo orgoglioso, forse un po’ troppo, ma quando si trattava dei suoi amici avrebbe fatto di tutto, seppur lamentandosi non poco.  Forse ci sarebbe voluto più di qualche minuto per convincerlo, ma se avesse avuto un po’ di tempo in più Sebastian avrebbe capito da solo quale fosse la cosa giusta da fare. Perché sì, era una di quelle persone impulsive, convinte di aver sempre ragione, ma che avrebbe capito alla fine di aver fatto la cosa giusta o pure no.
E questo era uno dei tanti lati che amava di lui.
“Sebastian?”
“Cosa?”
“Ti amo”
Sebastian lo guardò, l’espressione scettica tradita solo dagli occhi trepidanti “Lo dici per convincermi a chiedere scusa?”
Thad scosse la testa e si avvicinò a lui “Non mi frega niente della sfida, anche a costo di indossare quella stupida cravatta. Lo so che non è il momento perfetto e idilliaco, ma questa sera ho capito quanto amo ogni lato di te, da quello orgoglioso e narcisista fino al lato più tenero. Non importa cosa sceglierai di fare alla fine, ma sappi che io ti appoggio e soprattutto” gli cinse la vita con le braccia e lo baciò velocemente “Ti amerò in ogni caso, che tu chieda scusa a Hunter o che indossi una cravatta con le paperelle”
Sebastian sbuffò divertito e appoggiò la fronte a quella del ragazzo “Mi ameresti anche se Clarington mi dipingesse la testa di verde?”
“Certo, anche se ti comprerei un cappello”
“Anche se iniziassi ad andare in giro con cravatte stravaganti e giacche coordinate?”
“Non lo faresti mai e poi mai, ma certo”
“Mi ami anche quando sono così stressato da trattarti male e quando litighiamo?”
“Prima di tutto, la scorsa settimana ti ho quasi tirato il libro di scienze perché avevi provato a chiedermi come stavo, quindi siamo sulla stessa barca” lo guardò con un sorriso “Comunque, ti amerei sempre, anche in quei…”
“Ti amo anch’io” lo zittì con un bacio pieno di passione, nonostante i loro sorrisi rendessero tutto un po’ più difficile, ma a loro non importava di certo.
E forse la cucina di casa Anderson non era il posto più romantico del mondo e neanche quella serata era stata così sentimentale o sdolcinata, ma a loro stava bene così.
C’era solo un’ultima cosa da fare.

New York

“E così Sebastian chiese scusa ad Hunter davanti a tutti, promettendo addirittura di pagare le toilette di Mr Puss per i tre mesi successivi” finì di raccontare Thad divertito “Hunter era furioso, ma accettò la sconfitta e indossò la cravatta per un mese…”
“… E ogni giorno di quel mese Sebastian gli scattava una foto e ancora oggi le usa come ricatto” terminò Nick con una risata “Comunque, la mattina dopo eravamo così stravolti e addormentati che non ci accorgemmo neanche che Catherine era tornata ed era rimasta sconvolta di trovare Blaine con una giacca di piume e Jeff che stringeva la parrucca come un pupazzo. E quando Blaine riuscì a ricordare  e vedere tutto quello che era successo…”
“Gli feci promettere che non avremmo mai raccontato questa storia a nessuno” aggiunse il moro imbarazzato “E adesso hai capito il perché”
Kurt era rosso in viso dato che non era riuscito a non trattenersi dal ridere per tutta la storia e abbracciò Blaine lasciandogli un bacio sulla guancia “Tesoro, stai tranquillo: non lo dirò a nessuno…”
“Grazie amore”
“Tranne a Christie quando avrà 17 anni”
“Ehi!”
Jeff scoppiò a ridere “Forse non farà gli stessi errori di suo padre”
“E per fortuna non potrà andare alla Dalton” aggiunse Nick appoggiando la testa sulla spalla del biondo “ Ho sentito che David permette ancora di indossare la cravatta della vergogna, come la chiamano adesso. Sono passati dalle paperelle ad un disegno con una spiaggia e una palma che si illumina con la scritta Beach Party”
“Credo che niente potrebbe battere quelle paperelle luminose” Sebastian rabbrividì “Erano una vista orribile”
“Oh non so” Jeff ghignò “la vista dei tuoi capelli rosa neon potrebbe benissimo fargli concorrenza”
“Capelli rosa neon?” Kurt li guardò incuriositi “È un’altra storia?”
“Sterling, non provare a…”
“Tutto iniziò quando….”
Sebastian sprofondò sul divano facendo finta di non dover ascoltare quel racconto così umiliante, quando Thad si accoccolò a lui e lo baciò dolcemente.
Sì, quelle erano le loro storie imbarazzanti del liceo, storie che li avrebbero perseguitati per tutta la vita ma che alla fine non avrebbero cambiato assolutamente niente  dal momento che, nonostante tutto, li avevano portati a quel presente così perfetto.



Note dell'autrice:
I'm back! Scusate ma qua qualcuno me l'ha tirata e il mio portatile è morto, ma grazie a un sacente fratello (che capisce solo di informatica) sono riuscita a recuperare tutto u.u 
Comunque, questo capitolo... No, non l'ho scritto sotto effetto di qualcosa ma la demenzialità è tutto frutto della mia testolina bacata! Spero comunque di averti fatto ridere un po', come ho sempre voluto fare con questa storia :):):)
Sono di poche parole stasera causa influenza quindi:
Grazie a chiunque stia leggendo e abbia inserito la storia tra preferiti/ricordarti/seguiti.
Grazie a Mickey e Ele per essere le mie beta e muse personali <3
Un grazie speciale a Marta che si è trovata a fare la betatura al volo e che grazie a lei ho potuto pubblicare questa sera! 
Qui la mia pagina facebook per chiedermi qualunque cosa e per gli aggiornamenti: 
https://www.facebook.com/pages/Frankie92-EFP/569250319772928
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando ;3
Baci e Sorrisi (Gli auguri di Natale ve li farò in una one shot a sorpresa natalizia!)
Frankie
  
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