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Autore: Miky Jane Malfoy    13/05/2008    14 recensioni
Una mattina come tante altre, divisa tra lezioni, interrogazioni, corse in corridoio per un libro dimenticato in dormitorio, un libro che rischia di farti arrivare tardi. Tu che il ritardo lo odi. Un libro che rischia di farti cadere dalle scale e finire in infermeria, un libro che ti costringe a chiedere scusa alla professoressa McGranitt che ignara passava per il corridoio,e che tu hai scontrato di striscio. Un libro che, tornando di corsa verso l'aula del professor Piton, ti fa andare a sbattere contro il tuo destino. Una fatalità, una coincidenza. Un libro. Ma non sai mai cosa il destino abbia in serbo per te... Ciao a tutti! è la prima one shot che scrivo e la prima Blaise/Hermione che pubblico!Fatemi sapere cosa ne pensate, anche con recensioni piccine piccine, ok? ^_^ Un bacione, Miky.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Nonostante io abbia una fanfiction all'attivo, ho deciso di pubblicare questa one shot che già da un pò avevo scritto e che ho terminato stasera. è la prima one shot che scrivo, e la prima Blaise/Hermione che pubblico! Mi farebbe piacere sapere che ne pensate, perchè pensavo di scrivere una long fic su loro due e devo capire se è meglio lasciar stare ^_^
Un bacione, Miky.


Non avrei mai pensato che un giorno sarei stata qui, davanti a lui, sotto la pioggia. Non avrei mai pensato che le lacrime avrebbero bagnato il mio viso per lui. Non avrei mai pensato che l'amore potesse essere più forte di me, del mio orgoglio, della mia testardaggine, e dei miei pregiudizi. Ma quando tutto era iniziato, non avrei mai pensato tante cose.

Una mattina... Una mattina come tante altre, divisa tra lezioni, interrogazioni, corse in corridoio per un libro dimenticato in dormitorio, un libro che rischia di farti arrivare tardi. Tu che il ritardo lo odi. Un libro che rischia di farti cadere dalle scale e finire in infermeria, un libro che ti costringe a chiedere scusa alla professoressa McGranitt che ignara passava per il corridoio,e che tu hai scontrato di striscio. Un libro che, tornando di corsa verso l'aula del professor Piton, ti fa andare a sbattere contro il tuo destino. Una fatalità, una coincidenza. Un libro. Ma non sai mai cosa il destino abbia in serbo per te...

"Ehi, attenzione!" Non l'avevo visto arrivare, correndo a perdifiato verso i sotterranei. E il risultato era che ero stesa per terra, con un male atroce a una caviglia. "ti sei fatta male?"
"Bene non mi son fatta" tolsi una ciocca di capelli da davanti agli occhi per capire a chi appartenesse la mano che era tesa davanti a me per aiutarmi. Fui colpita da due occhi blu sorridenti. "Zabini"
"Granger, dovresti fare più attenzione"
Grugnii di risposta e mi alzai da sola, senza accettare la sua mano. Ma non appena fui in piedi, la caviglia che mi faceva male cedette di nuovo, e Blaise Zabini ebbe la prontezza di sorreggermi prima che finissi nuovamente in terra. "Devi aver preso una storta, ti accompagno in infermeria"
"No, sto bene... Devo andare a Pozioni, sono già in ritardo" Ma mentre parlavo si era abbassato e aveva guardato la caviglia dolorante. "Granger è gonfia, e visto che non voglio averti sulla coscenza, perchè sicuramente scendendo verso i sotterranei cadrai e ti romperai la testa, dal momento che non riesci nemmeno a stare dritta da sola, ti accompagno in infermeria"
"Ma ti ho detto che sto bene!" Replicai.
"e io ti ho detto che la caviglia è gonfia e che preferisco non sentir parlare di una studentessa scivolata durante il percorso nei sotterranei. Soprattutto se suddetta studentessa è stata vista con me l'ultima volta"
"Ne va della tua reputazione?"
"non sia mai detto che un Zabini non ha aiutato una donzella in difficoltà"
"non sono una donzella in difficoltà"
"no infatti, sei la ragazza più cocciuta dell'universo. E la tua caviglia non ha tempo per la tua testardaggine" E fece una cosa che mai mi sarei aspettata che facesse: mi prese in braccio e cominciò a camminare verso l'infermeria.
"Mettimi giù!Zabini!!!" Avete mai provato l'ebbrezza di parlare al vento? Beh, siatene certi, il vento vi ascolta molto di più di Blaise Zabini, Serpeverde fino al midollo, studente dell'ultimo anno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, sogno di tutta o quasi la popolazione femminile della scuola, fido amichetto di Draco Lucius Malfoy e ottimo giocatore di Quidditch.

Uno sguardo, una mano tesa, e tutto inizia. Così, senza che neanche te ne accorgi, come quando al mare soffia il vento, e tu non senti il caldo del sole sulla pelle. Ma quando poi torni a casa cominci a sentir tirare, e quando i tuoi occhi si abbassano, capisci che ti sei bruciato. Sei cotto. E a volte spelli... altre volte diventi nero. E allora il rossore diventato abbronzatura, ti rimane sulla pelle...

La tenevo stretta tra le braccia, e per fortuna dopo i primi dieci metri smise di dimenarsi e di chiedermi di farla scendere. Come se avessi potuto lasciarla in quel corridoio! Sarebbe caduta un milione di volte prima di arrivare a destinazione. Avevo sentito dire che era testarda, ma non pensavo COSì testarda.
Lascio immaginare a voi la faccia di madama Chips quando mi vide varcare la porta dell'infermeria con Hermione Granger, Grifondoro anche nel sangue, studentessa dell'ultimo anno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, eterna fidanzata di Ronald Weasley, fida amichetta di Harry James Potter e famosa secchiona so-tutto-io.
"Oh mio Merlino, cosa diamine è successo?!"
"La signorina stava correndo per il corridoio e ci siamo scontrati. Credo abbia preso una brutta storta alla caviglia"
"la metta sul lettino" la Chips mi indicò un letto e poi sparì nel suo ufficio, blaterando qualcosa a proposito di -Giovani distratti- e -corridoio scivolosi-. Adagiai la Granger facendola mettere seduta. Lei grugnì di risposta. Restai seduto li accanto finchè la Chips non la medicò, dopodichè mi rivolsi proprio a lei.
"Allora, dovrà stare a riposo un mese non è vero?" chiesi, facendo l'occhiolino all'infermeria che capì e mi sorrise.
"Eh si, signorina Granger, dovrà stare a riposo un bel pò"
Non avevo mai visto quella ragazza pallida come allora. "Cosa?! ma io non posso! Devo studiare, devo partecipare alle lezioni, quest'anno ci sono i M.A.G.O. se mi bocciano? mi bocceranno sicuramente se sto assente un mese, dovrò studiare qui in infermeria, farmi portare gli appunti, i libri, dovrò..."
E scoppiai a ridere, tradendomi. L'infermiera, anche lei ridendo, ci lasciò soli, scuotendo la testa. E io? io non riuscivo a smettere di ridere. "Granger, sei una barzelletta!"
"E tu sei un idiota, Zabini! Mi spieghi cosa c'è da ridere?! Sto rischiando l'anno!"
"Granger non stai rischiando proprio niente! Stavamo scherzando! Non hai nulla alla caviglia, una semplice storta! Tra poco starà già meglio"
Sembrò riprendere un pò di colorito, e si lasciò scappare persino un sorriso. Ma il sollievo durò poco perchè poi si ricordò che doveva essere arrabbiata con me, perciò prese un libro poggiato sul comodino e me lo lanciò. Ringrazia mentalmente i miei riflessi, e abbassandomi riuscii ad evitare il suo tiro. Ma non era stata una mossa azzeccata. Il libro (che come scoprii era di letteratura babbana) finì dritto dritto addosso al professor Silente, che era entrato proprio in quel momento.
"Saresti una grande giocatrice di quidditch, Granger" le sussurrai. Lei divenne di nuovo pallida, e per un attimo ebbi paura che le venisse un infarto.
"Professor Silente, mi scusi" balbettò "non volevo colpire lei"
"non ne dubito signorina Granger, non ne dubito!" rispose questi con un sorriso. "Non si preoccupi, adoro talmente tanto i libri che se mi piovessero addosso come adesso ne sarei solo che felice. Anche se devo dire che ha un tiro piuttosto forte. Era il suo modo personale di ringraziare il Signor Zabini?"
"Si, la signorina Granger mi adora e mi sarà grata a vita per averla aiutata" commentai, sorridendo anch'io.
"Ne sono certo, Signor Zabini. La sua caviglia come sta, Hermione?"
"ha saputo di già?"
"ho i miei informatori" ci fece l'occhiolino.
"la caviglia della ragazza sta bene, ha solo preso una storta, con la crema che le ho applicato in meno di un'ora starà già meglio" intervenne madama Chips.
"è sempre la migliore, signora Chips. Allora io posso andare... signorina se fossi in lei ringrazierei il signor Zabini" e con un altra strizzatina d'occhio Silente uscì.
"Madama Chips, ma io devo rimanere qui?"
"no, no, può andare, però sarebbe meglio se evitasse gli sforzi eccessivi. Signor Zabini, può aiutare la ragazza ad arrivare in sala Grande dai suoi amici? Se non sbaglio è ora di pranzo ormai"
Annuii. "non c'è problema"
"ma ce la faccio da sola!" protestò, ovviamente, lei, facendomi ridere di nuovo.
"Non si preoccupi, madama, la porterò io" e senza troppi problemi presi di nuovo Hermione in braccio e mi avviai fuori. Prima di entrare nella Sala, la poggiai in terra.
"ce la fai?"
"si..." Poggiai una mano sulla maniglia. "E Zabini?" mi voltai curioso "Grazie"
Sorrisi. "Non c è di che... mi devi un favore, Granger"
E quella era la prima volta che tra me e la Granger volavano più di quattro parole. Ma non avevo ancora idea che non sarebbe stata l'ultima.

C'è una prima volta per tutto, lo dicono tutti. E c'è una prima volta anche per accorgersi che una persona non è poi così male come credevi. C'è una prima volta per parlare, per scherzare, per guardarsi negli occhi, per sorridersi. C'è una prima volta per scoprirsi a pensarsi. C'è una prima volta per accorgersi che senza neanche accorgersene, ci si è salutati. E i tuoi amici ti guardano strano, ti chiedono se va tutto bene. Insomma, non ci parli neanche e lo saluti? Ma non c'è niente di male, siamo compagni di scuola da sette anni... la verità, è che i suoi occhi ti hanno colpita, perchè per la prima volta li hai guardati attentamente. Ed è solo l'inizio.

"Ma Herm, hai salutato Zabini?"
"Beh si, mi sembra il minimo" Era già passata una settimana da quando Blaise Zabini aveva perso tempo ad aiutarmi, scortandomi in infermeria. Ne ero rimasta colpita, non mi aspettavo quel gesto. Apparte che mi aveva un pò presa in giro, però ero certa che qualunque altro Serpeverde mi avrebbe lasciata li con la caviglia dolorante. Ed era una settimana che quando mi incontrava mi salutava, ed io salutavo lui. Avevo scoperto che lo incontravo innumerevoli volte durante la giornata, semplicemente non ci avevo mai fatto caso. E così, ci salutavamo spesso, non avevo mai detto -ciao- così tante volte in una giornata in vita mia. A volte, durante i pasti, il mio sguardo si fermava sulla sua tavolata, e scoprivo che anche lui stava guardando nella mia direzione. Mi sorrideva, e io sorridevo a lui. Aveva un bel sorriso, simpatico, dolce... così come i suoi occhi. Erano di un blu talmente intenso da farmi ricordare il mare, aperto, sconfinato, libero. Quando rideva, quel blu diventava più chiaro, come le acque più vicine alla riva, quando era serio, i suoi occhi erano di una tonalità più scura, quando era concentrato (a volte mi capitava di vederlo durante le lezioni) aggrottava le sopracciglia, e il colore degli occhi si scuriva di nuovo.
"ancora ora mi sembra strano che si sia preso la briga di aiutarti" Ron si sedette in terra, godendosi il sole di quel sabato pomeriggio.
"è stato carino"
"a me più che altro sembra strano che non ti abbia chiesto un favore in cambio" Harry seguì il suo esempio.
"Oh ragazzi, come siete cinici! Dovete sempre pensare che le persone facciano qualcosa con un secondo fine?" Ginevra Weasley prese posto tra le gambe di Harry, appoggiandosi al suo petto.
"non le persone, Gin, i serpeverde"
"anche i serpeverde magari ogni tanto tirano fuori la gentilezza, non può essere Ron?"
Harry e Ron si guardarono e poi all'unisono risposero "No!"
"E infatti, i vostri amici hanno ragione" Una voce ci raggiunse, e voltandomi incontrai il suo sorriso. "Le persone, specialmente i Serpeverde, hanno sempre un secondo fine. Quindi Hermione, ora ho bisogno di te"
"Te l'ho detto!" esclamò Ron. Lo guardai male poi mi rivoltai verso Blaise Zabini "E di cosa hai bisogno?"
"se vieni con me ti spiego. Vi dispiace se ve la rubo un attimo?"
"No, fai pure" rispose Gin, per tutti. La ringraziai mentalmente, perchè già sapevo che a Ron e Harry sarebbe dispiaciuto. Mi alzai e lo seguii per un pò.
"Allora Zabini, che ti serve?"
"innanzitutto mi serve che la pianti di chiamarmi Zabini e cominci a chiamarmi Blaise. E poi devo chiederti una cosa. Ho fatto una scommessa con degli amici, e per vincerla ho bisogno di te. Hanno scommesso che non riuscirò a farti venire ad assistere all'allenamento della squadra di Serpeverde, oggi pomeriggio"
"E hanno scommesso giusto, Zabini, perchè non verrò"
"Ti devo ricordare che mi devi un favore? pensavo che i Grifondoro fossero leali..." incastrata. Mi sorrise facendo gli occhi dolci.
"E dai, non puoi dirmi di no, non puoi resistere alla mia migliore faccia da cane bastonato. Ti pare? sei una grifondoro, e sei una ragazza..." Aveva ragione probabilmente, non potevo resistere. Però decisi di divertirmi un pò. "No, Blaise. Mi dispiace, ma non tutte le ragazze cedono di fronte alle tue espressioni da cane bastonato. Non verrò. Ti ricambierò il favore un'altra volta" E girando i tacchi me ne andai, ridendo tra me e me, già pensando a come dire a Harry, Ron e Ginny che quel pomeriggio avrei assistito a un allenamento della squadra che era nostra rivale da sempre.
"Eccomi" i miei tre migliori amici si voltarono a guardarmi, chiaramente curiosi "devo ricambiare il favore che mi ha fatto lui, come vi eravate aspettati. Devo fargli vincere una scommessa"
"Oddio!" Ron saltò in piedi "non mi dire che ha scommesso di riuscire a portarti a letto e ora tu ci devi stare!"
"Ma no Ronald!"
"devi baciarlo!"
"NO!"
"devi passare a serpeverde!"
"MA NO!" scoppiai a ridere. "è molto più semplice, devo assistere all'allenamento della squadra di Serpeverde questo pomeriggio" Le loro facce mi fecero ridere di nuovo, e non le scordai più. "sapete a che ora c'è?"
Harry, con gli occhi fuori dalle orbite, rispose come un automa "credo sia alle quattro" E credeva giusto.

Quando arrivai, i ragazzi della squadra si erano già cambiati ed erano fermi al centro del campo con le scope in mano. Non mi notarono subito, ma io notai lui: parlava con i suoi amici, spiegava degli schemi, si consultava con Malfoy, gesticolava anche leggermente. E poi, ogni tanto, faceva qualche battuta, facendo ridere tutti. La sua risata era contagiosa, e me ne ero resa conto. Fu anche la prima volta che vidi ridere Draco Malfoy. Salii sugli spalti e mi misi in prima fila, ben visibile. Qualcuno prima o poi mi avrebbe notata. E infatti, prima che montassero sulle scope, vidi Theodore Nott indicarmi strabiliato con la mano, e tutti seguendo il suo dito si girarono. Arrossii quasi, ma non ero sicura se fosse per l'imbarazzo di essere sotto gli occhi di tutta la squadra di serpeverde oppure per il sorriso che Blaise fece quando mi vide. Lo sentii dire "Ehi, ho vinto la scommessa!" battendo una mano sulla spalla di Malfoy. Poi montò sulla scopa e mi raggiunse.
"Sei venuta. Come mai hai cambiato idea?"
"I grifondoro sono leali, Blaise. Ti dovevo un favore"
Sorrise di nuovo, e sorrisi anch'io. Intanto, ci raggiunsero gli altri suoi compagni di casa. "Oh, mezzosangue"
"Ciao Furetto"
Una cosa stranissima che successe, fu che non c'era la stessa aria di sempre, di odio e antipatia. Con la presenza di Blaise, amico loro e ormai quasi anche mio, il clima era meno teso, io ero più bendisposta, loro anche e nessuno sembrava intenzionato a deridermi o a prendermi in giro. Forse non conoscevo davvero queste persone.
"Bene, cominciamo!" esclamò. Mi fece l'occhiolino e si alzò in volo, mentre Nott tirava per primo la pluffa.

Non parli con una persona per anni, e poi cominci a parlarle tutti i giorni. Finite per passare i pomeriggi insieme, per darvi appuntamento per studiare insieme. Finite per incontrarvi anche se non l'avete programmato. Finite per assistere l'uno agli impegni dell'altra. Finite per correre via all'ora di pranzo perchè dovete incontrare lei fuori nel parco, o in biblioteca, o nella stanza delle necessità per esercitarvi per gli esami. Finite per fare tardi la sera fuori dal dormitorio al quale l'avete accompagnata a ridere e scherzare. Finite per farvi dire dai vostri amici che state diventando pazzi. Finite per non accorgervi degli sguardi che vanno da una persona all'altra, finite per non accorgervi di niente di tutto ciò che avviene intorno a voi. Ed è quando tutto questo comincia ad accadere, che dovreste cominciare a preoccuparvi... ma forse, ormai, sarebbe comunque troppo tardi.

"Ehi Blaise, dove scappi?" Pansy Parkinson, mia migliore amica insieme a Draco, mi fermò per un polso mentre uscivo dal dormitorio.
"Vado fuori, nel parco" mentre parlavo, anche Dra aveva fatto la sua apparizione.
"già a quest'ora? Ma sono le nove di domenica mattina!" esclamò Pansy, con gli occhi fuori dalle orbite.
"Eh, diglielo un pò.. che con la sua sveglia ha svegliato anche me. Roba da pazzi, alle nove già fuori di domenica mattina"
Sorrisi "Scusate... ci vediamo a pranzo, ok?"
"d'accordo" Mentre, uscivo, la voce di Draco mi fermò di nuovo "Ma sei con la Granger?"
"si"
Ghignò in modo malizioso "Strano. Non fai altro da tre settimane" Tre settimane erano infatti passate dal pomeriggio in cui Hermione era venuta ad assistere agli allenamenti di quidditch. E un mese da quando si era fatta male e l'avevo accompagnata in infermeria.
"Non è che ti stai innamorando, vero Bla?" chiese Pansy, anche lei sorridendo. Rimani un attimo impietrito, poi sorrisi.
"Ma no.. perchè?"
"perchè sei diventato completamente pazzo! Esci presto la mattina, sei distratto durante le lezioni, passi i pomeriggi con lei a studiare, viene a vederti agli allenamenti di quidditch, la sera restate per ore a chiaccherare fuori dal dormitorio..."
"siamo amici" E prima che mi installassero altri dubbi per la testa, uscii. Ma anche se era difficile ammetterlo, cominciavo a capire che avevano dannatamente ragione.
Arrivai nel parco, ma non la notai subito, e mi sedetti su un muretto accendendomi una sigaretta. Solo facendo vagare lo sguardo, la notai. Era accucciata sulle rive del lago, riuscivo a scorgere il suo profilo, i suoi capelli che con un gesto mise dietro le orecchie. Non riuscivo a vedere cosa stesse facendo, ma non volevo disturbarla, e così mi avvicinai senza far rumore. Rimasi in piedi dietro di lei a guardarla per non so quanto tempo, aveva in mano un mazzolino di margherite, e stava strappando uno ad uno, delicatamente, i suoi petali.
"L'amo, non l amo, l amo, non l amo, l amo, non l amo, l amo, non l amo, l amo, non l amo, l amo, non l amo, l amo, non l amo, l amo" E quando l ultimo petalo toccò la superfice del lago sorrise, soddisfatta. E a quel punto, non riuscii più a trattenermi.
"Su che cosa interrogavi la margherita?" Si voltò di scatto, illuminandomi con quei suoi occhi dorati che mi colpivano sempre di più: ogni giorno, avevano una sfumatura diversa.
"Blaise! Mi hai fatto prendere un colpo!" Ma non riuscivo a sorridere come lei, perchè più la guardavo più ripensavo alle parole che mi avevano detto i miei amici e più una certezza si faceva strada dentro di me.
"Ti senti bene?"
"no Herm.." si preoccupò, sgranando gli occhi. "Che succede?!"
Le presi la mano, portandomela sul petto, all'altezza del cuore. "Mi batte troppo, fa quasi male" feci un sorriso timido, notando il suo rossore. Poi poggiai l'altra mano sul suo petto. "anche il tuo" non era una domanda, era un'affermazione, e lei colse la differenza. Non per niente, era la migliore studentessa che Hogwarts avesse mai avuto. E all'improvviso, una voglia pazza di baciarla mi colse, e non resistetti. Chinai il viso verso il suo e sfiorai le sue labbra. Mi aspettavo uno schiaffo, uno spintone, un insulto... che non arrivarono. Perchè rispose al mio bacio, con passione e tenerezza, invitandomi a continuare, passandomi le braccia intorno al collo, mentre io la stringevo a me dalla vita, senza riuscire a credere a ciò che stava succedendo.

E all'improvviso, realizzare che non aspettavi nient'altro. Capire che tra le sue braccia, ci stai bene, forse troppo. Trovare una risposta a tutte le domande che nell'ultimo periodo ti affollavano la mente. Il rossore, è diventato abbronzatura... In altre parole, ti sei innamorata. E passare i giorni più belli della tua vita, correre lontano, baciarsi al sole, condividere tutto, anche quelle che ti sembrano stupidaggini. Camminare mano nella mano, presentarsi il giorno degli esami insieme, darsi il bacio della buona fortuna. E prima di entrare un altro, e un altro ancora, perchè non fate altro da due mesi, i vostri primi due mesi insieme. E terminare gli esami e ritrovarsi, finalmente più felici, finalmente senza più il pensiero degli studi. Finalmente Grandi. E guardarsi negli occhi e sorridersi. Abbracciare gli amici e poi tornare insieme. E la fatidica domanda, quella che ti aspettavi. L'ultimo gradino per diventare grande. E scoprire che sei pronta.

"Ti fidi di me?"
Annuii, incapace di parlare, come ogni volta che i miei occhi incontravano i suoi. Emozionata, perchè capivo cosa stava per succedere, ed impaurita, per qualcosa che ancora non conoscevo.
"Non aver paura... Herm, non potrei mai farti del male"
"Lo so"
Mi sorrise e mi baciò, posandomi le mani sulla vita e sospingendomi delicatamente fino al bordo del letto, nella stanza delle Necessità. La prima cosa che fece, fu sciogliermi i capelli, sorridendomi. Poi riprese a baciarmi, accarezzandomi la pancia sotto la maglia, ed alzandola piano, fino a riuscire a toglierla. Tremavo, ma non volevo assolutamente che si fermasse. Volevo essere sua, per davvero. Completamente. Mi fece sdraiare, guardandomi negli occhi, sfilandomi anche i jeans, e aiutandomi a liberarlo dei suoi. E poi fu il turno della biancheria intima, finchè tra noi non c'era più nessun velo. E sempre con la stessa delicatezza mista però a una passione nuova, a un desiderio che leggevo chiaramente nei suoi occhi, si posizionò meglio sopra di me, e baciandomi mi rese sua. Fu un attimo, un attimo di dolore che mi portò a stringere i denti, e lui lo notò.
"Stai calma... va tutto bene, è normale" con voce roca, cercando di farmi abituare alla sua presenza in me. E ci riuscì alla perfezione. Eravamo una cosa sola, due anime con uno stesso corpo, in una parola, uniti.
Una volta finito, si sdraiò accanto a me, stringendomi contro il suo petto, baciandomi la testa. Sulle lenzuola, una macchiolina di sangue testimoniava ciò che era successo. Alzai lo sguardo e gli sorrisi, dandogli un bacio.
"Sei felice?" mi chiese.
"felicissima.. tu? sono una frana, vero?"
"Herm, non devi neanche pensarlo. Sei bravissima... o magari si sei una frana, ma io sono talmente innamorato di te che mi sei sembrata la migliore in assoluto"
"tu sei..." rimasi a fissarlo, seria, non riuscendo a credere a ciò che avevo sentito.
"innamorato di te. Si, Herm. Ti amo. Ti amo alla follia"
Lo abbracciai di slancio. Ero la ragazza più felice dell'universo. "Blaise?"
"si?"
"anch'io ti amo"

Ma la vita non è tutta rosa e fiori, e non esistono solo cose belle. Non si può vivere per sempre nel proprio mondo, bisogna guardarsi anche intorno, e decidere cosa fare della propria vita. Bisogna crescere, davvero. E se gli interessi divergessero? se le strade da percorrere fossero diverse? basterà l'amore a trovare una soluzione? Forse no... e allora non resta altro da fare che salutarsi, dirsi addio...

"NO Herm, NO!" Urlai, incapace di trattenere la rabbia, il dolore, la frustazione. "La mia vita è qui a Londra!"
"e la mia vita è fare l'auror, Blaise!Non puoi chiedermi di rinunciare a tutto quello per cui ho sempre sognato!"
"ma hai sempre sognato di andare a lavorare in giro per il mondo?!Lontana da me?!Pensavo che mi amassi!"
"ma io TI AMO Blaise! per questo ti ho detto di venire con me!"
"e per lo stesso motivo io ti ho detto di rimanere qui con me!" Non mi rispose, bloccata dai singhiozzi. Ma quando alzò gli occhi verso di me, lessi nel suo sguardo la stessa verità che c'era nel mio.
"Ti amo, Blaise..."
"ma devi andare per la tua strada..."
Annuì, tra le lacrime.
"mi stai lasciando? mi stai dicendo addio? mi stai dicendo che il tuo orgoglio è più forte del nostro amore?" e in quel momento, non potei fare a meno di piangere anch'io.
"Non è orgoglio, Blaise...si tratta del mio futuro"
Scossi la testa quel giorno, urlai, la insultai, anche. Se ne stava andando, e si stava portando via un pezzo di me. Ma io, in quel momento, a diciotto anni, bloccato anch'io da troppo orgoglio che mi impediva di pensare seriamente alla sua offerta, non feci nulla per fermarla. E a volte, con il senno di poi, penso che in fondo mi sarebbe bastato poco...

Partire, andare lontano, lasciarsi alle spalle momenti belli e brutti, gioie e dolori, inseguire i propri sogni. Non era quello che volevi? si, ma non così. Ma sei troppo orgogliosa per guardare indietro, o per pensare a ciò che poteva essere. Troppo orgogliosa, forse, per poter anche solo pensare di aver fatto un colpo di testa. E allora, ti convinci che è stata la cosa migliore, perchè devi pensare al tuo futuro, devi realizzare ciò che hai sempre sognato. E chiudi quella parte del tuo cuore che ti dice che niente sarà più come prima. Fai tacere quella parte del tuo cuore che ti chiede "sei davvero felice, adesso?" La fai tacere, perchè è scomoda. Preferisci pensare che è colpa sua, è lui che non ti ha seguita, è lui che voleva che fossi tu a fermarti con lui. Lui che non è voluto partire con te. Perchè a diciotto anni, le cose le vedi solo bianche o nere... Ma nella vita, Mai dire Mai, non dovresti forse averlo imparato?

"Che strano essere di nuovo qui dopo due anni" Mi guardavo in giro, incredula. Era tutto esattamente come lo ricordavo. E ogni posto che vedevo, mi procurava una fitta al cuore che mi obbligavo ad ignorare... ripetendomi "Herm, sono passati due anni".
Ero un auror a tutti gli effetti, avevo seguito il mio corso in giro per il mondo, ero famosa, rispettata, e sapevo che anche lui lo era. Era diventato il direttore di una grande compagnia, insieme a Malfoy, e si era realizzato. L'uomo più influente di Londra. Dopo il ministro, chiaro. Eppure, non era andata come mi aspettavo. Non ero soddisfatta pienamente, non ero sicura di aver fatto la scelta giusta. E in due anni, non ero riuscita a concedermi ad altre storie. Forse, è ciò che succede quando segui il tuo orgoglio, e non ti guardi indietro. Ma prima o poi, arriva il momento di farlo.
"Herm.." mi volto verso Harry, che ha una faccia strana. "Guarda..."
Me l aspettavo, non lo nego. Silente aveva richiamato a Hogwarts per una festa tutti coloro che avevano preso i M-A-G-O due anni prima. Era impensabile sperare di non incontrarlo. Ma quando i miei occhi incrociano i suoi blu, il mio battito si ferma lo stesso.

Sentire il cuore in subbuglio, come se non fossero passati due anni, solo dieci minuti. E ti sembra di riuscire a respirare ora che l hai vista, come se non avessi aspettato altro per due anni. E pensare, l amore è una fregatura. Ma pensare anche che è soprattutto l orgoglio che è una fregatura. E chiedersi, finalmente "ma perchè diavolo non sono partito con lei?" Il treno passa una volta, amico, e se lo perdi, l hai perso... o forse no.

Metà serata, il discorso di Silente, i balli. I balli... e la vedevo passare di braccia in braccia, ma più di una volta notai che i suoi occhi erano fissi su di me. quegli occhi dorati che mi avevano rubato l anima... che ingiustizia, però. Ero famoso, rispettato, avevo realizzato i miei sogni, eppure... eppure non ero soddisfatto. Perchè mi mancava sempre qualcosa. Qualcosa a cui ormai sapevo dare un nome: Amore.
"Scusa, mi concedi questo ballo?" Ronald Weasley mi ruba la dama, abbandonando la sua. E mi ritrovo lei tra le braccia: il suo profumo, i suoi capelli, i suoi occhi.
"Ciao.."
"Ciao, Blaise"
"come stai?"
"bene... tu?"
"anche"
"ho saputo che sei riuscito a realizzare i tuoi sogni"
"anche tu"
"già..."
Imbarazzati... eravamo imbarazzati, di nuovo adolescenti. Ma dopo un pò, quella domanda, quella fatidica, mi salì alle labbra. "sei felice?"
"si"

Decidi di mentire, perchè dire la verità sarebbe come ammettere che hai sbagliato. E poi, ammettere la verità dopo due anni? Senza sapere se lui ti ama ancora come tu ami lui, se lui ha un altra, se ti ha dimenticata... il famoso treno è passato, e l hai perso. Ma ricordati una cosa: Il treno passa sempre due volte, solo che a una fermata diversa. Devo solo cercare il binario giusto.

"anche tu?" gli domandai anch'io. E lui mi guardò scettico, facendomi mancare un battito.
"Certo" la fiammella di speranza, si spense. Ma nei suoi occhi mi sembrava di leggere un pò di amarezza. "quindi, pensi di aver fatto la scelta giusta?" mi chiese, di nuovo. E di nuovo, rispose il mio orgoglio.
"Si, penso di si. E tu?"
E lui non mentì. "secondo te? non si vede, Herm? davvero non lo noti? Non sono felice, non ho fatto la scelta giusta, sarei dovuto venir via con te, per fare questa vita. Se tornassi indietro sceglierei l'altra strada. Ma ormai è andata così, me ne son fatto una ragione. O perlomeno ci sto provando. E adesso scusami" E se ne andò di corsa, lasciandomi sola in mezzo alla pista. Mi sentii battere su una spalla. Ginny mi sorrise. "Herm, ti ha detto la verità. Vuoi perdere anche questa occasione per orgoglio? quando deciderai di far la scelta che ti renderà felice?"
E non mi servirono altre parole, sorrisi e corsi fuori.

Ed eccomi quindi qui. Davanti a lui, piangendo, sotto la pioggia. E lui non dice niente, si limita a guardarmi. E lascio finalmente da parte l'orgoglio. "Blaise... ti amo. Ti amo ancora, nonostante tutto, ti amo più di quanto io ami qualunque cosa. Non sono felice, mi manca qualcosa, ho pensato di potercela fare senza di te, ma non è così. Ho realizzato i miei sogni, ma non me li godo, perchè mi manchi tu. Perchè se tornassi indietro sceglierei l'altra strada, rimarrei a Londra con te. E questi due anni si sono annullati in un soffio, quando ho incontrato i tuoi occhi" Riprendo fiato, singhiozzando, sperando che mi creda. E lui sorride, con quel sorriso contagioso, con quel sorriso che mi ha fatto innamorare e mi ha rubato l'anima. Sorride e mi bacia, e non mi servono altre parole. Mi basta quel bacio in cui mi trasmette tutto ciò che vogliamo sentire. E non ci accorgiamo delle persone che ci guardano dalla finestra, non ci rendiamo conto che Silente batte le mani, e che tutti lo seguono. Ma quando ci giriamo verso di loro, e li vedo così stipati uno stretto all'altro, sotto la pioggia, capisco.
"Hanno organizzato questa festa per noi... solo per noi. Per farci ritrovare"
"sapevano che Hogwarts era l unico posto in grado di farci ragionare, probabilmente" mi dice abbracciandomi.
"secondo me sapevano soltanto che quando ci saremmo rivisti, avremmo finalmente messo da parte l orgoglio" mi rivolto verso di lui. "Blaise, non ti lascerò più"
"è una minaccia?" mi dice ridendo, e stringendomi forte.
"No, è una promessa" lo guardo seria, lui mi prende il viso tra le mani, e mi bacia, tra gli applausi di tutti. E finalmente ho capito che quello era il mio vero desiderio. Blaise è il mio vero sogno, l unico che io possa esser felice di realizzare.







  
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