Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Eldest93    17/12/2013    2 recensioni
Daniel, ormai cresciuto, vuole conoscere il mondo, trovare l' amore e cercare di mettersi nei guai. Dopo "La maledizione", "La nascita delle sirene" e "La nascita dei vampiri e dei licantropi", ecco che la dinastia continua con Daniel.......
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gabriel, quando il figlio Daniel compì due anni, non avendo rotto la maledizione della propria famiglia e allo stesso tempo essendo immortale, svanì nel nulla. Daniel quando vide il padre svanire, pianse per dei giorni e a nulla valsero i tentativi della madre e delle sorelle di consolarlo, il bambino rivoleva indietro suo papà.
Sedici anni dopo quell' avvenimento, Daniel, ormai entrato nella sua fase adulta, decise di  andare alla scoperta del mondo.
Si fermava in tutti gli stati esistenti il tempo necessario per imparare la lingua locale, dopodichè, se non riusciva a trovare la ragazza giusta, se ne andava da un' altra parte.
Aveva ormai appreso tutte le lingue del mondo, ma della ragazza ideale neanche l' ombra. 
Decise di tornare in Africa per esplorare le zone così dette inesplorate.
Andò nella savana, e vide che alcuni branchi di felini erano composti da sole femmine.
Decise quindi di seguire un branco di leonesse, ma poi si annoiò e si spinse a nord.
Non trovando niente in Africa, tornò in Svezia, dove si spinse nelle foreste, verso nord.
Anche qui si accorse che esistevano alcuni branchi di felini composti da sole femmine.
Adocchiò alcune linci delle nevi e le seguì.
Non passò molto tempo, che le linci si tramutarono in donne e raggiunsero un villaggio di sole donne.
Daniel si mise vicino ad una casa e sbirciò verso il centro del villaggio.
Vide un uomo che con lo sguardo cercava una via di fuga, ma il ragazzo pensò che stesse solo valutando con quale delle donne e ragazze lì presenti riprodursi.
Poi Daniel studiò meglio il volto dell' uomo e capì che aveva paura.
Nascosto dalla casa, il ragazzo assistette alla fine di quel povero uomo, che fu ucciso e mangiato dalle donne.
Daniel trattenne a stento un conato di vomito, ma nonostante il pericolo che correva, aveva notato una giovane fanciulla, molto carina e non voleva muoversi. Fu un ringhio alle sue spalle a metterlo in allerta.
Stava per spalancare le ali per spaventare la creatura, ma si accorse che era una bambina-cucciolo.
Daniel le chiese: "Come ti chiami? Hai una famiglia? Che popolo è questo?"
La bambina, facendo gli occhioni tondi, rispose: "Noi siamo le donne-linci delle nevi dimontagna albine reali. Mia mamma si chiama Dafne e mia sorella Luna. Io mi chiamo......"
"Lia!" chiamò una voce preoccupata, "dove sei?"
La bambina rispose: "Arrivo!" e si diresse verso il centro del villaggio. 
Daniel si allontanò dal villaggio, con l' idea di tornarci il giorno dopo, poco prima che Lia con la sorella maggiore tornasse sul luogo.
Daniel sapeva che si stava cacciando in guai seri, ma non glie ne importava nulla.
L' unica cosa che il ragazzo desiderava era di poter incontrare la bella ragazza del villaggio, a qualunque costo.
Il giorno dopo, mentre Daniel si dirigeva al villaggio, una ragazza gli si avvicinò e gli chiese: "Dove stai andando?..... Lo sai che nella foresta ci sono delle creature che mangiano carne umana?....... Ti farai ammazzare! Non andare o potresti non tornare....."
Vedendo che il ragazzo non la ascoltava, ma anzi camminava come se lei non fosse stata lì a parlargli, la ragazza si allontanò da lui il tanto che le permetteva di non essere vista.
Una volta fuori portata dal ragazzo, lei si trasformò in una lince e cominciò a seguirlo.
Daniel si accorse della lince e cominciò ad accelerare il passo, dirigendosi verso un burrone che il giorno prima aveva trovato.
La ragazza-lince, inesperta, lo seguì fino al burrone. Altre linci si erano unite a lei e tra queste ne spiccava una con il manto completamente bianco. 
Daniel mandò un bacio nella direzione di tale lince e si lasciò cadere nel burrone.
Il ragazzo, vide i musi delle linci fare capolino dal bordo del burrone, poi spalancò le ali e prese a risalire prendendo velocità.
Quando l' angelo fu al bordo del burrone, afferrata la lince dal manto immacolato al volo, puntò verso il cielo.
La lince, che era terrorizzata, prese le sembianze umane e, per paura di cadere, si aggrappò più saldamente a Daniel.
Il ragazzo le disse: "Questo è il mio territorio. Come mio padre prima di me, io sono un angelo!" 
Vedendo che la ragazza aveva paura, disse: "Se vuoi ti riporto al villaggio. Comunque io mi chiamo Daniel e tu?"
La ragazza rispose: "Luna e sono la figlia della capovillaggio. Quindi fammi scendere!"
L' angelo, divertito, disse: "Come vuoi." e la lasciò andare.
La ragazza cominciò ad urlare e non smise neppure quando Daniel la prese dinuovo, senza problemi.
Solo quando il ragazzo le disse: "Avanti, apri gli occhi."
Lei smise di urlare e aprì un occhio.
Appena Luna vide che non erano sul suolo urlò: "Portami subito a terra! Soffro di vertigini!"
Daniel, preoccupato, puntò verso il villaggio della ragazza e, atterrato al centro della piazza principale, la lasciò andare.
"Promettimi che ci rivedremo." disse il ragazzo.
Luna lo guardò e disse: "Se vuoi morire, la risposta è sì"
L' angelo ribatte: "Anche se tu e soltanto tu mi mangiassi, io non morirei. Saresti tu a morire." e ridacchiando se ne andò.
Il mattino dopo Daniel si svegliò presto e si diresse verso la foresta.
Lei era già lì ad aspettarlo e lui disse: "Non avevi detto che non ti interessavo?"
"Sì, d' accordo. Non ti mangerò, ma non montarti la testa. Mia mamma ha  visto tutto e dice che se ti ripresenti al villaggio ti uccide e ti divora. Sai io ti credo. Però mi spieghi perché se tu finisci digerito nel mio stomaco, dovrei morire io e tu restare vivo?" chiese Luna.
"Semplice" disse Daniel, "perché, essendo io un angelo, il mio sangue è velenoso. In poche parole, se tu mi mangi ti suicidi."
Luna accarezzò il ragazzo sulla guancia e gli disse: "Non sarebbe dovuto accadere. Cosa penserà il mio popolo di me adesso? Dovrei lasciarti stare, dirti che come mio sposo correrai dei rischi, ma sento di non poterti mandare via. Mi mancheresti troppo. Mia sorella Lia dice di averti già parlato, due giorni fa."
Daniel prese le mani di Luna tra le sue e le disse: "Sì, ma me ne sono andato prima che tu potessi vedermi."
I due ragazzi si incamminarono nella foresta, ignari del fatto che la madre di Luna fosse sulle loro tracce per uccidere Daniel e dare una punizione esemplare alla fglia.
Fu l' angelo ad accorgersi che erano seguiti ed informò Luna, che si spaventò e cercò di convincere il ragazzo ad andarsene.
La capovillaggio sbucò poco dopo dal fogliame e puntò dritto alla gola di Daniel. 
Luna cercò di mettersi in mezzo, ma il ragazzo la scosta delicatamente e si preparò al proprio destino.
Luna chiuse gli occhi nell' esatto momento in cui le zanne della madre trafissero con facilità il collo del ragazzo.
Daniel fece finta di morire.
Luna, vedendo il ragazzo senza vita, si infuriò e si scagliò contro la madre, ma si bloccò quando sentì una risata cristallina, la sua risata, e poco dopo lo vide vivo e vegeto che sorrideva.
"Te l' avevo detto, no. Io non posso morire." disse il ragazzo.
Luna era felicissima, ma disse: "E il morso?"
Daniel le mostrò il collo, che non presentava nessun segno del morso ricevuto e disse: "Rigenerazione!"
Solo in quel momento Luna si ricordò della madre e le andò accanto.
Dafne la guardò e disse: "Rispetta almeno questa tradizione" detto ciò, esalò l' ultimo respiro.
Tutte le donne linci guardarono Luna, aspettandosi che la ragazza rispettasse la tradizione.
Lia intervenne e disse: "Sorellona non sei obbligata a farlo.....se mamma è morta avvelenata, rischi solo di morire anche tu.....non voglio perdere anche te...." e si mise a piangere.
Daniel, vedendo Luna in difficoltà, le disse: "Se devi farlo, fallo. Ti prometto che non morirai." detto ciò la strinse a sé e la baciò.
Subito dopo Luna mangiò il corpo della madre e, come Daniel aveva detto, non morì.
Seguendo il rituale matrimoniale delle donne-linci delle nevi di montagna albine reali, per cui lo sposo deve ingravidare la sposa, Daniel e Luna si sposarono e dal matrimonio nacque una bambina.
Poi, seguendo le tradizioni umane, tutto il popolo si mosse verso un ristorante per festeggiare.
Al ristorante alcuni uomini tentano di uccidere Luna, ma senza riuscirci.
Daniel con la figlia Hope protegge tutti dalla morte ben una ventina di volte.
I pericoli non finirono lì, ma nessuna donna-lince venne mai uccisa.
Luna e Daniel ebbero altre quattro bambine in un parto quadrigemellare e poi un bambino.
Il maschietto venne chiamato Alehandro........
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Eldest93