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Autore: vestitoverdeocchiblu    17/12/2013    0 recensioni
Antea, segretaria presso uno studio legale, incontra Cristiano per la prima volta in treno. Si innamora del libro che lui porta sempre con sé e forse ha un colpo di fulmini. Magari hanno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1


È la terza notte consecutiva che non dormo e la mattina alle 5:47 sono già in stazione aspettando la metro delle 6:16. La prendo per andare a lavoro, sono segretaria presso uno studio legale.
Il mio datore di lavoro è uno come pochi, negativo o positivo non saprei dirlo. 
Per l'amore del cielo non fraintendetemi: è grazie a lui se posso permettermi un appartamento in pieno centro.
Mentre aspetto il treno osservo, guardo, le centinaia di persone che si susseguono in questo luogo caotico: ragazzi che vanno a scuola con la solita faccia annoiata che avevo anch'io ai tempi del liceo; uomini e donne che vanno a lavorare come me; mamme con al seguito i loro marmocchi che, magari, fanno la spesa all'altro capo della città; barboni che dormono o che chiedono l'elemosina. Insomma tutti i tipi di persona.
Poi ci sono io, che con il mio tailleur nero e tacchi dolorosissimi attendo nel freddo.
È ottobre e qui l'inverno arriva sempre prima. 
Finalmente vedo in lontananza, nella nebbia, i fari del treno. Sono le 6:16, preciso come sempre.
Salgo non appena si ferma e cerco un posto nella carrozza semi-vuota salvo tre persone che sembrano essersi addormentate.
Tra queste mi colpisce un uomo, sulla trentina, alto potrei dire, con jeans e felpone. Occhi color del ghiaccio capelli neri come la pece. Sta leggendo un libro, il titolo non riesco a leggerlo da qui. 
Mi siedo due sedili avanti a lui e guardo lo scorrere delle case fuori dal finestrino.
Prima fermata. Non è la mia e nemmeno la sua.
Seconda fermata. Non è la mia e nemmeno la sua.
Terza fermata. Non è la mia e nemmeno la sua.
Mi giro per riuscire a leggere il titolo di quel libro, magari lo comprerò per capire i suoi gusti. 
Quarta fermata. Non e la mia ma la sua.
Chiude il libro e si alza, mi passa davanti col cartaceo sotto braccio, leggo: L'amore ai tempi della Berlino divisa. 
Wow, il titolo mi colpisce subito. Berlino mi piace un sacco come città, ci sono stata un paio di volte per lavoro. 
Dopo il lavoro lo comprerò. È deciso!
Mentre aspetta l'apertura delle porte si gira a guardarmi, si accorge che sto guardando il libro e mi sorride. Che begli occhi. Che bel sorriso.
Le porte si aprono e lui scende. 
Ti rivedrò domani lettore romantico?
Quinta fermata. È la mia.
Scendo e prendo il pullman che mi porterà fin fuori l'edificio dove lavoro. 
Salgo le scale e con le chiavi apro l'ufficio. Che silenzio. Sono sola, l'avvocato non è ancora arrivato. Magari cerco nella sua libreria il libro. 
Apro la porta del suo ufficio e mi si parano davanti questi enormi scaffali stracolmi di libri, che felicità! Qui di sicuro ci sarà quello che cerco.
Comincio da quelli in basso, niente.
La fila sopra, niente.
Ancora l'altra fila, niente.
Arrivo fino in cima con l'aiuto di una sedia, niente.
Sento qualcuno che tossisce alle mie spalle, mi volto ed eccoli lì. L'avvocato in giacca e cravatta.
 «Cosa sta facendo, Antea?» 
 «Ehm, buongiorno avvocato.» lo saluto imbarazzata  «Stavo cercando un libro che ho visto in treno. Qualcuno l'avrà dimenticato.» spiego.
 Mi sorride teneramente.  «E perché non l'ha preso?» domanda con scherno.
 «Prenderlo? E se qualcuno sarebbe ritornato a riprenderlo e non l'avrebbe trovato?» 
 «Cara Antea, ti ho assunta come mia segretaria per la tua spiccata intelligenza, mi meraviglia questo tuo pensiero. Le persone che lasciano qualcosa su un treno non vogliono più ritrovarla altrimenti non sarebbe lì, non crede?» sorride di nuovo.  «Qual'era il titolo?» domanda sedendosi sulla sedia dalla quale ero appena scesa.
 «L'amore ai tempi della Berlino.. »
 «...divisa.» continua al posto mio.
 «Lo conosce?» domando meravigliata.
 «Certo che lo conosco! Ai tempi dell'università l'ho regalato alla mia ragazza, la mia attuale moglie. È un libro avvincente, stupendo, ti fa innamorare della lettura. Ma non credo che lo stampino ancora, è passato molto tempo. Non lo conosce quasi più nessuno.» 
 «Ah, peccato. Va bene, comincio con le pratiche di ieri?» cambio discorso.
 «Sì, grazie.» risponde distrattamente.
 «Sono qui per questo.» chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo alla mia scrivania. 
Che strano. Considerando che l'ha regalato a sua moglie ai tempi dell'università e che non lo stampano più, deve essere vecchietto come libro.
Eppure l'uomo era abbastanza giovane. Forse un pezzo da collezione. 
Chissà.
Mi distolgono da questi pensieri una coppia di sposi, cioè ex sposi visto che per essere qui dovranno divorziare.
 «Buongiorno signorina, l'avvocato è gia arrivato?» domanda la donna.
 «Certo. Entrate pure.» dico indicando la porta dell'avvocato.
 «Prima le donne.» fa spazio il marito.
 «Allora prego, prima tu.» insiste la moglie.
Trattengo una risata. 
Ho capito già il motivo della separazione.
Alle 19 in punto l'ultima coppia esce dall'ufficio e io posso tornare a casa.
 «A domani avvocato, buonanotte.» saluto senza aspettare una sua risposta, chiudo la porta dell'ufficio e prendo l'ultimo pullman che rimane che mi porta alla stazione.
Anche il treno è l'ultimo, salgo e mi siedo nello stesso posto di stamattina solo che ora la carrozza è quasi piena.
Lo cerco tra i passeggeri ma niente, forse starà già a casa. Forse avrà finito il libro o forse no.
Chissà dove l'ha acquistato....
Prima fermata. Non devo scendere ma lui sale. 
Che stupida, è sceso a una fermata prima di me stamattina ecco perché non l'ho trovato quando sono salita.
Si siede nella carrozza di fronte alla mia. Lo stesso libro di stamattina solo che ora non lo legge, forse è stanco.
Lo guardo mentre sbadiglia, si accorge di me e mi sorride.
Sciolgo.
Distoglie lo sguardo.
Seconda fermata. Non è la mia e nemmeno la sua.
Terza fermata. Non è la mia e nemmeno la sua.
Quarta fermata. Non è la mia e nemmeno la sua.
Mi guarda di nuovo, stavolta non sorride. Ma io si.
Quinta fermata. È la mia ma non la sua.
Chissà dove scende.
Lo guardo per l'ultima volta mentre scendo.
Ti rivedrò domani, ragazzo occhi color del ghiaccio?

  
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