Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: CrissColferStylinson    17/12/2013    1 recensioni
Manchester. Sunday, 8th February ’09.
[Larry]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

We met right here.

 

 

 

Alle mie Warriors (e non lol), che amo più di me stessa.

Che ci sono sempre. Che ti ascoltano.

Che ti capiscono.

Che ringrazio il Cielo che esistano.

E non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui le abbraccerò, perché quel giorno la mia vita, sarà più che completa.

 

Vi amo.

 

 

 

 

 

Manchester.

 Sunday, 8th February ’09.

 

 

Dopo un viaggio in treno, lungo ed estenuante, per raggiungere quella città in cui finalmente si sarebbe avverato uno dei suoi molteplici sogni, il piccolo quattordicenne Harry Styles, scese saltellante da quel mezzo infernale scuotendo la massa di ricci che si ritrovava sulla testa, alzando le braccia al cielo stiracchiandole.
Da lì a poco avrebbe raggiunto la 02 Apollo Arena, per assistere al concerto della sua band preferita, i The Script.

 

La folla agitata e urlante, non smetteva di sballottarlo a destra e manca, senza sosta.
Ad Harry però, dal canto suo, piaceva quella sensazione.
Il sentirsi emozionato. Le mani al cielo, le lacrime, le canzoni intonate, anche se alla fine staccava per le troppe urla.
Quel senso di pienezza.
Chi l'avrebbe mai detto che il suo primo concerto fosse così sensazionale?
Aveva pregato sua madre da mesi per far sì che lo mandasse, le diceva, anche, che sarebbe stato il regalo di compleanno più bello della sua vita; 
qualche favore a sua sorella più grande, invece, per farsi accompagnare.
Ma non fu' così difficile, visto che anche Gemma era una fan accanita del gruppo.

 

Tutto era perfetto e come si immaginava, il piccolo Harry.
Aveva quattordici anni -da pochi giorni- e un sogno nel cassetto: diventare una star di fama mondiale, come i suoi idoli lì su quel palco, di fronte a lui.
Cantava, mentre sognava ad occhi aperti, saltava a causa di un pezzo un pó più rock di un'altro.
E ancora spinte, e mani ovunque che si muovevano alle sue spalle.
E adrenalina, e gola secca.
Sudore e tremolio alle gambe.
Ma non erano nulla confronto alla tempesta di emozioni che lo investiva dentro.

 

«Ti stai divertendo poco, vero fratellino?» chiese ironica la bionda, mentre gli cingeva con un braccio le spalle, per abbracciarlo e cantare insieme a lui le note di quell'ennesima canzone, quella sera.

 

 

“Going back to the corner

When I first saw you…”

 

 

 

Fu' un attimo, quando il riccio si girò per rispondere a sua sorella che saltava tra le sue braccia, già abbastanza grandi e lunghe per la sua età, che li vide.
Due gioielli blu, anzi azzurro cielo, che brillavano più di tutto e tutti tra quell'ammasso di gente.
Due occhi che facevano risaltare un viso ancor più bello.
E il possessore di quei gioielli -sì perché era un ragazzo, e Harry non riusciva a smettere di guardarlo-, aveva anche un sorriso che da solo, bastava ad illuminare tutto.
Denti bianchissimi, labbra sottili, capelli lisci e ciuffo che gli copriva l'intera fronte.

 

 

“Picture in my hand
Saying ‘if you see this girl can you tell her where I am…”

 

 

Si ammutolì per vari minuti Harry,  guardando estasiato, -addirittura a bocca aperta- quella creatura. 
Così estasiato che Gemma al suo fianco dovette richiamare la sua attenzione con uno schiocco delle dita, davanti ai suoi occhi.
«Cosa hai visto?» fece la ragazza, girandosi verso la direzione in cui fino a qualche attimo prima guardava il fratello. «Nien-niente!»

 
«Non la canti questa? Ascolta! Whooo!» si divincolò la bionda dalla sua presa per iniziare a urlare a squarciagola The man who can’t be moved, canzone che Harry amava alla follia.
Ma ogni parola, ora, sembrava vana. 
Il suo sguardo saettava sempre alla sua destra, qualche persona ad intaccargli la vista, per scorgere ogni tanto quella meraviglia.
Anche lui sembrava amare quella canzone, e lo vedeva agitarsi con le braccia in alto a sventolare una fascia con su’ il nome del gruppo.

 

 

“I know it makes no sense, but what else can I do,
How can I move on when I’ve been in love with you…”

 

 

Ne era sicuro, quella creatura non poteva essere umana.  Era troppo perfetto ai suoi occhi.
E sì, si sentiva uno stupido Harry in quel momento, perché sapeva che in lui qualcosa non andava da tempo ormai; ma addirittura fissare un ragazzo ad un concerto, non era da lui.
Perché quel momento voleva viverlo intensamente, con il cuore a battere forte nel petto, con il sangue che pompava veloce nelle vene, e la voce di Danny a spaccargli i timpani; 
ma qualcosa anzi, qualcuno, ormai aveva occupato le sue priorità.

 

 

“Thinking maybe you’d come back here to the place that we’d meet
And you’d see me waiting for you on the corner of the street.

So, I’m not moving. I’m not moving…”

 

 

E la canzone scorreva, e lui sembrava perso. In un altro mondo, in un altro Universo.
Non voleva che finisse tutto quello.
Non voleva che la magia si spezzasse. Non voleva che tutto si rompesse.
Che quella bolla, così leggera che lo stava facendo sentire bene, scoppiasse.

 

Riusciva a scorgerlo ancora, tra la folla, non molto lontano da lui.
Aveva qualche lacrima sulle guance, ma ancora quello splendido sorriso a risaltargli il volto.
E cantava, quell’angelo.
E Harry avrebbe donato qualsiasi cosa in suo possesso, per poter mettere a tacere quella folla per sentire, anche solo per un attimo, la sua voce.

La immaginava delicata, leggera, di quelle voci angeliche, che quasi non le senti.
Perché un viso e occhi del genere, non potevano che avere, abbinati, una voce celestiale.

 

Forse era un cantate, come lui, che sognava di stare un giorno su’ quel palco, e far urlare la folla. 
O forse no, ma Harry in quel momento non se ne preoccupava, perché lui aveva ripreso a sorridere e il mondo si era fermato. 
Voleva restare lì per sempre a guardarlo. Avrebbe passato anche tutta una vita ad osservarlo, senza mai stancarsi.

 

 

“I said ‘there’s someone I’m waiting for if it’s a day, a month, a year’.
Gotta stand my ground even if it rains or snows
If she changes her mind this is the first place she will go..
.”

 

 

 

Ed Harry tornò a guardare sul palco per un momento, e cominciò anch’esso a piangere, quasi empaticamente. Come se stesse vivendo le stesse emozioni di quel ragazzo.
«Lo sapevo che avresti pianto prima o poi, fratellino. » disse Gemma, asciugandogli una lacrima su quella guancia paffuta e imporporata di rosso, ora.
Lo prese e lo attirò a se’, allora, in un abbraccio stretto e caldo, che emanava amore che solo sua sorella e sua madre sapevano dargli, fino ad ora.

 

Nel farlo si voltò di nuovo in quella direzione.
L’angelo era sparito.
Volatilizzato. Troppa gente a bloccargli la visuale, purtroppo.
Riusciva a scorgere solo una ragazzina bionda e un ragazzo paffutello, nel punto esatto dove poco prima c’era il possessore di quei gioielli blu.

 
Nulla più. Allora, Harry si chiese se davvero fosse stato reale quello che aveva visto o solo frutto della sua immaginazione.

Perché non poteva davvero esistere al mondo un essere come quello, bellissimo, solare e pieno di vita. 
E anche se fosse esistito, non avrebbe mai ricambiato quello che al momento stava provando lui.

 

 

“People talk about the guy
Who’s waiting on a girl

There are no holes in his shoes
But a big hole in his world…”

 

 

Sciolse il lungo abbraccio con la sorella, tirando un grosso sospiro, per ricacciare in dentro le lacrime. 
Diede però, un piccolo e fugace sguardo in quell’angolo con la speranza che potesse rivederlo. Ma nulla.
Continuò solamente a cantare, forte, le note di quella canzone che stava svolgendo al termine, così come quel favoloso concerto.

Sì, era felice. Aveva sognato, pianto, immaginato.
E continuava a farlo, imperterrito Harry, perché nessuno al mondo poteva impedirglielo.
Nessuno poteva infrangere i suoi sogni.
Nessuno poteva dirgli chi amare.
E un giorno, ne era sicuro, avrebbe trovato quell’angelo; forse non proprio lui.
Forse non così perfetto. Forse, avrebbe aspettato ancora qualche anno, il tempo di sognare ancora un po’. 
E poi si sarebbe messo alla sua ricerca.

Sarebbe diventato famoso, avrebbe partecipato a qualche programma televisivo, forse; avrebbe fatto una grande carriera e si sarebbe fatto amare da milioni di persone. 
Perché Harry era così. Una persona semplice, che rincorreva i suoi sogni fino in capo al mondo e amava incondizionatamente.

 

 

 

“Maybe I’ll get famous as Man who can’t be moved
And maybe you won’t mean to but you’ll see me on the news
And you’ll come running to the corner
Cos you’ll know it’s just for you

I’m the Man who can’t be moved…”

 

 

 

La canzone era sul finire, davvero.
Ultime parole, ultime note, ultime lacrime e poi tutto quello sarebbe finito.
Harry tremava come una foglia. 
Neanche il tocco protettivo della sorella, riusciva a calmarlo in quel momento, appoggiata con la testa e i lunghi capelli biondi, contro la sua spalla.
Si tenevano per mano, guardandosi negli occhi, trasmettendosi tutto il bene del mondo, solo con degli sguardi.
E solo il rumoroso suono delle mani che battevano e le grida della gente, lì destarono da quel piccolo momento di ‘calma’.
Gemma si unì alla folla, urlando e saltando contemporaneamente, mentre delle lacrime di gioia scendevano, ora, anche dai suoi occhi chiari.

 

Harry invece, si teneva il viso con le mani, incredulo ancora di aver passato tutto quello. 
E si concesse l’ultima lacrima e l’ultimo sguardo, prima che le note finissero e Danny smise il suo pezzo, ringraziando il pubblico.

 

 

“Going back to the corner where I first saw you
Gonna camp in my sleeping bag not I’m not gonna move.”

 

 

 

*

 

 

 

 

Le luci spente. La folla diminuiva man mano e l’Arena si svuotava.
Quel posto magnifico, dove Louis, per la prima volta si è sentito bene, in pace, come a casa, semplicemente si stava svuotando, lasciando un vuoto dentro di lui quasi incolmabile.

Come se quella folla urlante e scalmanata, gli fosse entrata dentro.
Come se per un’ora lui e quel gruppo fossero una cosa unica.
Lo sognava da sempre quel concerto, è lo sognava così.
Come l’aveva appena vissuto.

 Ma non aveva calcolato una cosa, Louis: una paio di occhi chiari, forse verdi da come li ricordava, una massa di ricci che svolazzavano nell’aria, e quel viso che faceva invidia agli angeli. Ai cherubini, perché sì, quel ragazzo sembrava uno di loro.

Troppo perfetto e quasi irreale.

E Louis ora, piangeva, come poche ore prima. 
Perché c’era in lui una tempesta e un volto che ha visto, osservato, guardato per tutta la durata del concerto, e che difficilmente avrebbe dimenticato.

Ma soprattutto ricordava un sorriso perfetto; l’ultimo che gli vide, prima di perderlo tra la folla.

E quell’angelo aveva uno di quei sorrisi che ti fanno mancar l’aria.
Il vero problema e che non riusciva ancora a respirare se ci pensava.

 

 

 

 

 

 

 

Note e ringraziamenti.

 

Salve gente! Vi chiederete da cosa ho preso ispirazione per questa breve os.

Beh ecco, come sapete i nostri ragazzi sono stati nel nostro Paese pochi giorni fa’, e due ragazzi poco sgamabili *inserire sarcarmo* di nome Louis ed Harry, durante uno scorcio d’intervista, hanno colto l’occasione per raccontarci, anche se brevemente, il loro primo incontro (a me piace chiamarlo così, diciamo u.u).
Sappiamo quindi che sono andati allo stesso concerto, prima di conoscersi effettivamente poi, ad X-Factor (…e per fortuna :’D).

 

E nulla, questo è ciò che viene fuori dalla mia testolina, in pratica.
Come me lo sono immaginato.
Come i Larry, inconsciamente, si sono incontrati per la prima volta :’)

 

La canzone non è presa a caso, così come la data (mi sono documentata u.u) riportata all’inizio della ff e il titolo. 
Titolo che prende spunto dal mio telefilm preferito Glee (yaaay *-*), e la frase fa’ parte di una scena a dir poco spettacolare: la proposta di matrimonio della mia coppia preferita, nonché OTP, i Klaine *-* (andate a guardare tutti Glee ora, su’ u.u)

 

L’ho scritta di getto, tra ieri e oggi. 
Quasi come se si fosse scritta da sola, e davvero non so come ho fatto a terminarla in così breve tempo, visto che ho centinaia di cose già scritte e abbandonate nella cartella apposita lol

 

Detto ciò mi dileguo, ma prima voglio ringraziare chi legge, chi recensisce e chi solamente è  passato. Mi fa’ piacere comunque, che credete u.u
Anche perché non scrivo mai, ma quando lo faccio sono davvero ispirata, insomma!

 

Tanti bacioni e spero di pubblicare altre storie al più presto, promesso :D

 

PS. Perdonatemi eventuali errori, se ci sono!

 

Bravery. <3

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: CrissColferStylinson