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Autore: Despicable Meggs    17/12/2013    7 recensioni
OS a tema natalizio dedicata alle mie fedeli lettrici/lettori!
È quasi Natale, ed il momento perfetto per riflettere sulla propria vita e sul proprio futuro. Cosa succederà a Tony e Ziva questo Natale? Avranno delle sorprese? Non vi resta che leggere!
Ovviamente OS TIVA totally Fluff! Fatemi sapere se vi è piaciuta! :D
Buon Natale a tutti!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tiva's Holidays'
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I'll be Home for Christmas

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Era andata via da quasi un anno e mezzo, ma a lei sembrava essere passata un'eternità.
Non era passata un'eternità ma di cose ne erano successe.

"Hey, piccolina" disse Ziva facendo il solletico sul pancino di sua figlia.
"Ora la mamma ti cambia e poi andiamo a prendere un aereo" continuò.

La bambina la guardò ridacchiando.

"Sei felice amore? Ma tu lo sai cos'è un aereo?" le disse.
"No che non lo sai... Noi prenderemo un aereo e con quello andremo in un posto chiamato America, andremo a casa tesoro" aggiunse Ziva.

Era già Dicembre, mancavano due giorni a Natale.
Ziva aveva pensato a lungo alla sua vita. Da quando Tony l'aveva lasciata in Israele le cose erano cambiate.
Lei aveva scoperto di essere incinta due mesi dopo che lui era tornato in America. Avrebbe voluto dirglielo, davvero. Ma sapeva che se glielo avesse detto lui si sarebbe precipitato da lei. E lei aveva ancora bisogno di stare sola.

Così ogni chiamata che facevano, lei provava a dirglielo, ma alla fine si salutavano senza nemmeno aver accennato all'argomento.

Avrebbe voluto dirglielo a giugno, subito dopo la sua nascita. Ma a quel punto aveva paura che Tony avrebbe reagito male.

Non si sarebbe meravigliata se lui si fosse messo ad urlare contro di lei, se si fosse arrabbiato perché non glielo aveva detto prima. In fondo era anche sua figlia, no?

Tuttavia all'incirca un mese prima di Natale aveva realizzato che era stato un enorme errore rimanere in Israele. Era stato un terribile errore non dire nulla a Tony della loro bambina. E sarebbe stato un errore imperdonabile continuare a rimanere lì, da sola, lontana dalla persona che amava e dalla sua vera casa.

Così aveva prenotato un biglietto aereo per lei e per sua figlia. Un biglietto di sola andata, perché era sicura che, comunque fossero andare le cose, lei non avrebbe più lasciato gli Stati Uniti.

E adesso, a due giorni da Natale, si stava preparando per uscire e chiudere definitivamente quel capitolo della sua vita.
Si perché in Israele non sarebbe tornata mai più. O meglio, magari ci sarebbe anche tornata. Per mostrare a sua figlia il luogo in cui era nata o in occasione di una vacanza.
Ma da quel giorno in poi la sua vita sarebbe stata in America.

Ziva era tanto nervosa. Non sapeva come avrebbe reagito Tony, come avrebbero reagito tutti.
Non aveva detto a nessuno, nemmeno a Gibbs, che sarebbe tornata. Non aveva neanche preso un appartamento in affitto. Sarebbe andata a vivere in albergo finché non trovava una casa.
In realtà quello in cui sperava era che Tony accettasse le sue scuse, la figlia e la lasciasse vivere con lui, come una famiglia.

"Dunque ci siamo, tesoro. Tu sei pronta, le valige sono pronte, il taxi sta arrivando e la mamma ora prende i biglietti e si mette la giacca" disse mettendo la figlia nella carrozzina.

Meno di un'ora dopo erano arrivate in aeroporto. Avevano fatto il check-in e aspettavano di essere imbarcate.

"Parte per una vacanza?" le chiese una donna seduta accanto a lei in attesa che le hostess facessero salire sull'aereo.
"No, stiamo tornando a casa" disse mentre cercava di far bere il latte alla bambina.

Dire quelle semplici parole, "stiamo tornando a casa", le donò un a grande felicità. Non vedeva l'ora di arrivare.

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"DiNozzo, hai parlato con Ziva in questi giorni?" chiese Gibbs.
"Si un paio di giorni fa. Le ho fatto gli auguri da parte di tutti, come mi avevi chiesto" rispose lui.
"Bene, se la risenti dille che può chiamare anche noi se vuole. Saremo felici di farle gli auguri di persona" disse.
"Certo capo" concluse lui.

Era il secondo Natale che Tony passava senza Ziva.
L'hanno precedente era stato devastante. Dopo otto anni, trovarsi da solo a festeggiare era davvero triste.
In realtà non era solo, aveva gli altri amici, ma senza Ziva non era la stessa cosa.
In ogni caso anche quest'anno, l'umore di Tony era cambiato con l'avvicinarsi delle feste natalizie.
Era diventato più serio, meno giocherellone. Tutti sapevano il motivo ma nessuno osava chiedere.

"Capo, non credo che quest'anno verrò alla festa di Natale" disse Tony ad un certo punto.
"Va bene... Solo, mi vuoi spiegare il perché?" chiese Gibbs.
"Io... Non sono dell'umore adatto, non sarei di compagnia" spiegò lui.
"Quindi domani passerai la serata da solo, a casa tua? Sei proprio sicuro?" rispose Gibbs. Avrebbe voluto obbligarlo ad andare alla festa, ma sapeva che sarebbe stato controproducente.
"Credo di si" affermò Tony.
"Ok, se sul tardi hai voglia di fare due chiacchiere sai dove trovarmi. È la sera della vigilia anche per te, domani. Non dovresti restare solo a casa" concluse Gibbs avvicinandosi alla sua scrivania.

Tony annuì. Era stata la stessa cosa l'anno prima. Invece di andare alla festa, Tony si era ritrovato nello scantinato di Gibbs a parlare e a bere. Diciamo più bere che parlare. In fondo anche per Gibbs il Natale non era uno dei periodi migliori dell'anno.

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Per tutto il volo Ziva non aveva fatto altro che tenere in braccio la figlia e pensare a cosa dire a Tony.
Era stato un lungo viaggio e, tra il fuso orario e la distanza, quando atterrò a Washington era già il pomeriggio della vigilia di Natale.

La bambina si stiracchiò tra le braccia di Ziva mentre scendevano dall'aereo.
"Buongiorno amore" le disse dandole un bacio.

La coprì bene con il cappottino che le aveva comprato per l'occasione.
L'aria era davvero fredda, iniziava a nevicare. E voleva evitare che la figlia si ammalasse.

Prese le valige e fece per andare a prendere un taxi, ma la figlia iniziò a piangere.
"Hey, cucciolo. Cosa c'è che non va? Hai fame forse?" disse fermandosi e sedendosi.
"Ora la mamma ti da da mangiare e poi ti cambia. Possiamo fare con calma, nessuno ci aspetta" aggiunse prendendo un biberon e dandolo alla bambina.

Aveva già quasi sei mesi, ma mangiava veramente tanto. Sicuramente un lato che aveva ereditato da Tony.
Guardò gli immensi occhi azzurri della figlia che, serena, stava bevendo il latte. Pensò a quanto assomigliasse a Tony.
Durante il volo aveva pensato a come comportasi.
Era meglio andare all'NCIS e fare una sorpresa a tutti? Oppure andare prima da Gibbs e poi da Tony?
Ma ora era sicura su quello che doveva fare.
Sarebbe andata subito da Tony. Doveva essere il primo a vederla e in più lei voleva dargli spiegazioni in privato.

"Lo sai cosa facciamo adesso? Prendiamo un taxi e andiamo a conoscere papà! Vuoi sapere chi è il tuo papà?" le disse Ziva. Le piaceva davvero parlare con la sua bambina, fin dal primo giorno in cui era venuta al mondo aveva avuto l'impressione che ascoltasse ogni cosa che diceva.
"Il tuo papà è l'uomo più bello e più buono che esista al mondo. E sono sicura che sarà felice di sapere che tu sei la sua bambina. All'inizio sarà un po' sotto shock, ma sono sicura che la felicità di vederti eviterà che si arrabbi troppo con me" aggiunse scherzando.

Dopo aver dato da mangiare alla figlia e averla cambiata perse un taxi e andò dritta a casa di Tony.
Erano le sei del pomeriggio. Bussò sperando che fosse già tornato a casa, in fondo era la vigilia di Natale e pensava che Gibbs li avrebbe fatti andare via prima.
Ma nessuno rispose.
Così prese la chiave di riserva che Tony teneva nascosta sotto lo zerbino e aprì la porta.
La prima cosa che notò era l'assenza dell'albero di Natale. La sua casa era spoglia. Ordinata come al solito, ma spoglia.

Dopo aver sistemato la bambina ed essersi assicurata che dormisse andò alla ricerca delle decorazioni di Natale. Le trovò nel ripostiglio.
Le prese e iniziò a decorare tutta la casa, persino la camera da letto.
Notò che Tony aveva cambiato letto, aveva un letto matrimoniale ora. Si fermò a pensare al fatto che magari adesso era fidanzato, magari aveva un'altra donna e lei stava per rovinargli la vita. Ma poi si convinse che se fosse stato così Tony gliene avrebbe parlato.

Fece sdraiare la bambina, che nel frattempo si era svegliata, sul letto.
Stava cerando di attaccare le lucine di Natale alle finestre quando si accorse che aveva iniziato a nevicare forte.
"Il Natale perfetto" pensò.

Guardò sua figlia indicare le lucine che pendevano dall'alto.

"Ti piacciono amore? Sono belle vero, sono come tante stelline" le disse.

Proprio in quel momento Tony rientrò in casa.
Quando vide l'albero di Natale, completamente decorato, nel suo salotto pensò che suo padre fosse tornato anche quell'anno per fargli una sorpresa.

Ma poi vide una valigia che non era quella di suo padre. Vide un passeggino e sentì una voce femminile provenire dalla camera da letto.
Si affrettò ad andare a vedere chi c'era in casa sua, ma non appena entrò in stanza rimase come paralizzato.

"Ziva" disse sottovoce.
Quasi un bisbiglio, come se pronunciare il suo nome a voce alta rompesse la magia di quel momento.

Lei si voltò. Il cuore le batteva all'impazzata.
Scese velocemente dalla scaletta sulla quale era salita per montare le lucine e corse ad abbracciare Tony.

"Ziva tu sei qui" disse lui mentre la stringeva.
"Si... E io ti sto abbracciando... Dio, Tony. Quanto mi sei mancato" disse poco prima di staccarsi da lui.

Lo guardò negli occhi, poi si voltò a guardare sua figlia.
Era distesa sul letto, indossava un bellissimo vestitino rosso, in perfetto stile natalizio e stava giocando con i suoi piedini, ridacchiando.

Tony guardò Ziva, poi la bambina sul letto.
"Lei chi è?" domandò Tony più che confuso.

Ziva prese un bel respiro, era arrivato il momento.

"Si chiama Lena... Lei è tua... È nostra figlia Tony" rispose Ziva diretta.
"Nostra figlia?" domandò Tony sconvolto mentre si avvicinava alla bambina.

Poi la vide. Occhi azzurri come i suoi, il sorriso di Ziva e quei pochi capelli che aveva di un inconfondibile castano scuro.
Non c'era dubbio che fosse la loro bambina.

Ziva la sollevò dal letto, la cullò per un attimo e poi disse "Lena, vuoi andare in braccio al tuo papà? Ti va?".

Tony non esitò un attimo e la prese tra le sue braccia. Era così piccola e leggera, aveva quasi paura di romperla.
"Hey, ciao" le disse sorridendole e accarezzandole il volto con un dito.

La bambina non ci pensò due volte, gli afferrò il dito e se lo mise in bocca.
Ziva rise. Le tolse il dito di Tony dalla bocca e lo sostituì con un ciuccio.

"Scusala, ha iniziato a mettere in bocca qualsiasi cosa le capiti" spiegò Ziva.

Ma Tony non l'ascoltava, era stato rapito dalla bellezza di sua figlia.

"Quanto tempo ha?" chiese.
"È nata a fine giugno, ha quasi sei mesi" rispose lei. Sapeva che Tony ora avrebbe fatto domande e temeva che fosse arrabbiato.

Guardò Ziva, poi la figlia.

"Sediamoci sul divano. Mi sa che mi sono perso un bel po' di cose" disse prendendo la mano di Ziva e portandola in salotto.

Lei gli raccontò tutto dal principio.
Di quanto avesse sofferto nel lasciarlo andare via, di quanto fosse spaventata.
Gli raccontò del giorno in cui aveva scoperto di essere incinta. Era stato uno dei giorni più belli ma, allo stesso tempo, più tristi della sua vita.
Sarebbe diventata madre, ma non aveva con lei l'uomo della sua vita.

"Chi c'era con te quando hai partorito?" le chiese Tony.
"Mia zia Nettie, lei mi ha aiutata molto" rispose Ziva.
"E come mai hai scelto questo nome? È stupendo ma, perché proprio questo?" domandò Tony.
"Perché significa Energia. E credimi, tua figlia ne ha molta. Mi sfinisce" rispose scherzando.
"A me quella sfinita ora sembra lei" commentò Tony vedendo il fagottino che teneva tra la braccia dormire serenamente.
"È stato un viaggio lungo, Tony" rispose Ziva prendendo la bambina e mettendola a dormire nella carrozzina.

Lui la guardò e notò con che naturalezza faceva la mamma. Rimase impressionato da quanto perfetta fosse Ziva in quel momento.

"Perché non mi hai detto nulla? Ti avrei aiutata Ziva, sarei venuto da te immediatamente" le disse lui accarezzandole il viso.
"Proprio per questo Tony. Sono rimasta in Israele per ritrovare me stessa. Avevo bisogno di tempo. So che sono una persona orribile, ti ho privato di una parte importante della tua vita. Ma in quel momento proprio non potevo. Spero che tu non sia arrabbiato e che possa perdonarmi, perché ora io sono tornata, questa volta per restare. E vorrei stare con te, per sempre" spiegò lei.

Una lacrima le rigò il viso, era sopraffatta dalle emozioni.

"Perché dovrei essere arrabbiato? Sei appena tornata e hai portato con te una delle più belle sorprese che potessi farmi. Io ti aspettata fino ad ora e avrei continuato a farlo per altri dieci anni. Non sono per nulla arrabbiato. Se ti fa stare meglio ti dico che ti perdono, anche se non hai nulla per cui farti perdonare. E si, ovvio che puoi stare con me. Dovete stare con me, per sempre" rispose lui.

Si fissarono un attimo, poi si baciarono.
Il bacio migliore della loro vita. Questa volta era un bacio felice, un bacio di gioia. Non uno di addio.

"Ti amo" le disse.
"Ti amo anche io" rispose Ziva.

Rimasero sul divano, abbracciati a coccolarsi e a guardare la figlia che dormiva.

"Comunque si chiama Lena DiNozzo. Le ho messo il tuo cognome, pensavo ti avrebbe fatto piacere" disse Ziva.
"Grazie. Davvero questo è il regalo di Natale più bello che io abbia mai ricevuto. Io cosa ti posso regalare?" le disse.
"Nulla. Questo è il mio regalo, poter stare con te per sempre" rispose lei.
"Allora, Buon Natale, occhioni belli" disse Tony indicando l'orologio. Era mezzanotte e un quarto, era già Natale.
"Direi che quest'anno abbiamo avuto quello che desideravamo, giusto?" aggiunse.
"Si... Il miglior Natale della mia vita" rispose lei.

Ziva sbadigliò pur continuando a rimanere abbracciata a Tony. Sentiva gli occhi pesanti, ma non voleva dormire. Aveva paura che fosse solo un sogno.

"Sei stanca, guanciotte dolci?" chiese Tony.
"Si... Te l'ho detto che tua figlia mi sfinisce" rispose.
"Ma Tony... Grazie per non esserti arrabbiato con me. Ora vorrei raccontarti tante di quelle cose" aggiunse.
"Me le racconterai domani, ora andiamo a dormire. Tanto ora sei qui, abbiamo tutto il tempo per i racconti" disse lui.

Si alzarono insieme e prendendo anche la figlia si diressero in camera da letto.
Da quella notte in poi sarebbero andati a dormire insieme, come una famiglia.












Note dell'autrice:

Ciaoooooooooo! :D
Allora, allora, allora? Che si dice?
Io vi dico che questa è la OS che avevo promesso alle mie fedeli lettrici che con grande maestria avevano indovinato l'ultimo desiderio di Ziva nella FF di Hanukkah!!! XD

Allora cosa ve ne pare?
Lo so... Argomento scontato? Si...
Cioè, ho pensato a lungo su cosa scrivere... Avevo 254859362547 idee... Poi però ho visto l'immagine che ho messo ad inizio storia e... *-*
E alla fine ho optato per questa OS... Con la speranza che prima o poi Ziva torni a casa... Magari con in braccio un bambino, avuto da Tony, ovvio! XD
È quasi Natale, no? Posso sperare anche io...

Comunque Ziva dice che ha tante cose da raccontare a Tony...
Le avevo anche io... Ma come al solito sono prolissa e non le ho potute scrivere! -.-"
Dovrei fare una raccolta di OS dove Ziva racconta a Tony tutto quello che le è successo in quell'anno e mezzo e Tony racconta a Ziva quello che è successo a lui (Meggie smettila con queste idee, C'MON! Ditemi qualcosa ragazze, sto impazzendo causa assenza TIVA...).

So... Questa OS, come promesso, è dedicata a: CCSerena89, cheesecakeTIVAfan, frencia92, Giuly_4ever GD, LaGianolik, La grenuille, scrittrice in canna, slurmina, TinaTiva99, Ziva4ever.

Ma sapete qual'e la cosa più bella? Rocky ha risposto ad un mio tweet e ha detto che Cote gli manca molto! Awwwww *-*
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Grazie mille! Spero che vi sia piaciuta! XD

Baci, Meggie.

P.s.: a domani con il capitolo conclusivo di "Per una riga in più..."!! :D
  
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