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Autore: LJames7    17/12/2013    1 recensioni
Il "carissimo" ragazzo deve smetterla di giocare... con me! Lo sai.. sai tutto! Dannazione Ali!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nonostante la mia poca voglia di riordinare camera, cominciai a mettere ordine dentro quel caos infernale. Vivevo da sola da sette mesi ormai e l'unica cosa che rimpiangevo seriamente era non avere un aiuto per riordinare quello schifo. Il mio appartamento era l'ultimo di cinque; 45 metri quadri che facevano giusto al caso mio, in un palazzo diroccato al centro di Canterbury, nella contea del Kent. Io sono italiana e da "buona" cittadina, sono scappata appena avuta la possibilità.

Sarei tranquillamente andata a vivere a Londra se le mie finanze lo avessero permesso, ma non potevo fare di meglio; avevo vent'anni e troppa poca terra sotto i piedi. Canterbury era carina e tranquilla, anche se c'era uno snervante viavai di turisti in visita alla cattedrale, ma bastava solo farci l'abitudine.

Cominciai dall'armadio. Stava lì il vero problema.. mia madre, quando vivevo ancora con lei, lo chiamava "la discarica" perchè lì dentro non c'erano solo vestiti, ma anche i vari trucchi, fogli e appunti vari ed, ovviamente, tutto questo non era stato cambiato dal clima inglese.

Cominciai a piegare le maglie e i pantaloni buttati a casaccio, svuotando le tasche da possibili intrusioni di fazzolettini troppo vecchi e roba varia, finchè arrivai a trovare un paio di jeans. Erano da sempre i miei preferiti, ma non li mettevo più. Erano troppo stretti e troppo pieni di ricordi per poterli incollare,ancora una volta, sulla mia pelle, così li presi e li gettai nel cesto dei rifiuti.

Stavo per continuare la mia opera di pulizia quando sentii "Talk dirty" di Derulo, suoneria che avevo deciso di mettere al mio cellulare, perchè ogni volta che la ascoltavo mi metteva di buon umore.

"Pronto, Ali?"

"Deficiente, dove ti sei cacciata!?"

La voce della "dolce e cara" Alison, mia migliore amica nonchè mia coinquilina, mi trapassò i timpani.

"C'è bisogno di urlare? Sono a casa! Sei ancora a Londra? Quando torni? Stasera c'è la festa!

"Faith... fai 'na cosa. Ispira,espira.. ripetilo all'infinito e smettila di farmi il terzo grado! Sono le quattro del pomeriggio e la festa comincia tra tipo.. sette ore, cazzo! Ma cos'è tutta questa agitazione?" - disse visibilmente agitata.

"Sarei io l'agitata, vero? Ricorda che sei tu che hai chiamato urlando! Quindi.. che volevi?" - risposi divertita.

"Nulla, deficiente. Volevo solo chiederti cosa avevi intenzione di metterti."

"Dimmi cara Alison Steward .... che problemi ti affliggono?" - risposi ridendo.

"Vaffanculo stronza. Tra mezz'ora sono a casa." - disse imbarazzata.

"Si si, ti amo anch'io." - risi.

"Ricorda che sto tornando a casa per poi tornare a Londra solo per te! Non mi fare incavolare che ti lascio lì!" - disse cercando di fare la seria.

"Si, si. Certo! Sbrigati a tornare!" - e chiusi la chiamata.

Due minuti e rifeci il numero..

"Ali?" - dissi.

"Si?"

"Stai attenta per strada"

"Non ti preoccupare, starò attenta. Ciao stronza, a dopo!" - rispose.

"Ali? Pantalone nero e maglia bianca per la cronaca!" - dissi prima di attaccare.

Lei era Alison. La potevo tranquillamente definire mia "sorella" ed è ciò che facevo quando ci presentavamo. La gente capiva che cosa più assurda non poteva esserci. Io bionda, occhi miele, molto (troppo) formosa e impacciata; lei aveva i capelli neri con le meche castano scuro, il fisico asciutto e gli occhi cristallini. Troppo diverse fuori ed estremamente simili "dentro".

Lasciai correre i miei pensieri e, accendendo lo stereo per creare un pò di atmosfera, ricominciai a ordinare. Presi poi il pantalone nero e il golfino bianco e li misi sopra il letto. Li guardai. Sarebbero stati i miei capi per la festa della sera e un paio di decolleté nere avrebbero completato il look.

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Cinque ore dopo, io e Alison eravamo in macchina. Una Ford nuova di zecca gentilmente concessa in dono dal paparino ricco della mia migliore amica.

Direzione? Londra!

"Ti potevi vestire meglio! Stiamo andando ad una festa non ad un colloquio!"

"Certo mamma! La prossima volta tacco 18 e minigonna così sei contenta!" - dissi infastidita.

"Non dico mica che devi vestirti tipo prostituta... ma... dai! Lui è lì e ti presenti così!?"

"Tu pensa al tuo ragazzo, che agli affari miei ci penso io!" - ribattei.

Accesi lo stereo e alzai il volume in modo da evitare qualsiasi altra parola di troppo. Sapevo chi avrei trovato alla festa e sapevo anche che quel "qualcuno" non sarebbe stato solo. Non avrei concluso nulla, come al solito e quindi avrei preso la macchina e sarei tornata a casa.. da sola. Lo sapevo già; Ali sarebbe rimasta con Niall, il suo ragazzo e Canterbury, dopo una serata di quelle, mi sarebbe sembrata la cosa più bella di questo mondo.

La frenata di Alison mi distrasse dai miei pensieri.

"Siamo arrivate. Chiamo Niall per dirgli di scendere." - esordì lei.

Scese dalla macchina e chiuse lo sportello. Sapevo che le avevo fatto saltare i nervi con la mia risposta acida, ma lei sapeva anche che quell'argomento era troppo delicato per me. Il tutto non faceva una piega

"Fai pure. Aspetto quì." - dissi di rimando a bassa voce, sapendo che non mi avrebbe sentita.

Rimasi incollata al finestrino cercando di scorgere qualcosa dall'esterno, ma la villa di Niall era troppo grande per poter anche solo individuare una persona muoversi all'interno. I finestroni della parte anteriore erano coperti da tende celesti e lo spiazzale davanti la casa era pieno di vialetti e alberi. Quella, era di certo l'abitazione più bella che avessi mai visto e se non avessi saputo che era tutta opera di arredatori chiamati e ben pagati a quello scopo, avrei pensato che Niall fosse un genio!

Il rumore dello sportello del conducente che si chiudeva mi fece ritornare alla realtà.

"Hey scema! Possiamo andare dentro? Qui si gela!" - dissi, continuando a fissare la casa con aria sognante.

Non ottenni risposta. Decisi di farmi avanti.

"Ok, scusami per prima. Non volevo fare la stronza ma non ho intenzione di rendermi visibile ai suoi occhi! Lo sa benissimo che esisto e se proprio ci tiene, si scolla da quella stupida della sua ragazza e viene a cercarmi! Il "carissimo" ragazzo dovrebbe smetterla di giocare... con me! Lo sai.. sai tutto. Dannazione Ali!" - dissi e le parole mi morirono in bocca.

Non avevo detto quelle cose nemmeno a me stessa e dirle a qualcun altro mi provocava un senso di disagio, così avevo sempre guardato il cruscotto nero della Ford senza girarmi verso la mia amica, ma chi mi trovai accanto non era affatto somigliante ad Alison. La mia temperatura corporea salì di botto.

"Che cazzo ci fai qui? Alison dov'è?" - chiesi nervosa.

Tutto ciò che ottenni, fu lo sguardo di due occhi castani. I suoi.




*SPAZIO AUTRICE*
Allora, vediamo un pò.. è la mia prima vera storia e questo è solo il prologo. Spero che possa piacere. Se passate lasciate una recensione, anche negativa (purchè costruttiva).
Grazie; a presto xx

  
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