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Autore: Chiara_16    17/12/2013    0 recensioni
A volte i nostri ricordi non sono nitidi, ma le sensazioni restano e prima o poi vengono a galla
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sé dovessi scegliere una parola per descrivere questa storia direi solitudine, si decisamente, perché? Bè semplicemente perché sto scrivendo da sola, nessuno mi ha detto scrivi, lo ho fatto e basta. Ora immagino però che dovrei scrivere una storia sensata, qualcosa che mi descriva, magari impersonandomi nel mio personaggio e raccontare la mia vita, ma a chi importerebbe? Potrei inventarmi tutto di sana pianta, e creare una storia per bambini, ma non penso che un bambino capirebbe tutto, posso raccontare la classica storia in cui una principessa viene salvata dal suo principe, ma perché illudere le persone con qualcosa che non accadrà mai? Ma qualcosa devo scrivere, perciò vi racconterò semplicemente un ricordo, un qualcosa di sbiadito nella memoria, ma di cui si può ancora sentire l’odore, qualcosa che nessun’altro vi potrà raccontare. Eccomi qua, nuova casa, nuovo paese e nuova scuola, devo entrare dentro quella scuola e affrontare tutti i miei compagni, questo è ciò che pensa il cervello, ma le braccia rimangono salde al collo della madre, la testa si accascia sulla spalla e nulla risponde ai comandi del cervello. Ma ecco che una figura si avvicina. La maestra sussurra delle dolci parole all’orecchio della bambina, così la maestra afferra la mano della piccola e la porta all’interno dell’edificio. Tutto è così freddo, si può persino percepirne l’odore ed a ogni respiro un brivido pervade la schiena della piccola bambina che si ritrova in un posto enorme, troppo grande per lei, le sembra di annegare tra quelle mura sconosciute. Si unisce alla sua classe e le persone le sembrano ancora più freddo dell’ambiente che la circonda, forse si sono ammalate a fuori di stare la, ciò non aiuta, la piccola si sente sprofondare ancora di più, i suoi occhi scrutano ogni singola cosa, restano vigili come gli occhi di una leonessa in agguato.
Un rumore rompe lo sguardo, si sale in classe. Quelle scale sembravano avere gli occhi, e quegli ‘occhi la fissano quasi volendo giudicare quella povera bambina, che non aveva fatto nulla. Si ritrova seduta in una sedia, la classe era enorme e piena di persone ma la bambina era sola, perché era li? Perché non poteva restare nel suo mondo? Il mondo dove nessuno sguardo la giudicava? Ogni tanto qualcuno fissava quella povera bimba, la fissavano e la rifissavano ma mai nessuno che si degnasse di parlarle, forse troppo freddi per poter aprire la bocca. Finalmente la giornata di scuola finì e all’uscita venne pervasa da un vento che l’avvolse come una coperta calda, il freddo esterno non le sembrava più così male, ma questo le fece paura, si stava ammalando anche lei, presto sarebbe diventata una di quelle bambine che c’erano nella sua classe, o come le chiama le ‘ NORMALI’.
 
  
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