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Autore: slytherin ele    18/12/2013    3 recensioni
William non è il nuovo David Jones, Jack l’ha salvato da quel destino crudele e ora si ritrovano nuovamente insieme a bordo della Perla Nera. Tutto sembra essere normale, sentimenti sconclusionati e stravaganze di Jack a parte, fino a che non arrivò il giorno della strana richiesta...
Jack/Will
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore forum e EFP: slytherin ele

Fandom: Pirati dei Caraibi

Titolo: Quella maledetta bottiglia!

Rating: Arancione

Personaggi: William Turner, Capitan Jack Sparrow, (accenni a Mastro Gibbs)

Pacchetto: Jack e il Rum

Canzone scelta: The Show Must Go On (Queen)

Genere: Comico, Generale

Avvertimenti e note: What if, Slash

Introduzione: William non è il nuovo Davy Jones, Jack l’ha salvato da quel destino crudele e ora si ritrovano nuovamente insieme a bordo della Perla Nera. Tutto sembra essere normale, sentimenti sconclusionati e stravaganze di Jack a parte, fino a che non arrivò il giorno della strana richiesta....

Nda: Non volevo torturare Will, né turbare gli animi fanon di nessuno… Jack è venuto fuori persino più strano dell’originale, ma è sempre la perfezione fatta pirata!
I personaggi sono di proprietà di chiunque ne detenga i diritti, io non ci guadagno neanche un misero scellino….
Buona lettura.
Ff partecipante al “Che duo! Contest” di LadyBlack89


Maledetta Bottiglia!

“Senti, Will… dovrei chiederti un favore…”, disse il Capitan Jack Sparrow, gesticolando come suo solito e, per la prima volta in vita sua, andando dritto al sodo.
Erano sulla Perla Nera, dopo che Jack, in un atto di eroismo non proprio da lui, aveva salvato William dal crudele destino di diventare il nuovo capitano dell’Olandese Volante. Come avesse fatto era tuttora un mistero. Ma Will, in cuor suo, temeva che un povero innocente avesse dovuto prendere il suo posto. Si era chiesto, alcune volte, dove fosse finita Elisabeth. Perché non avesse atteso il suo ritorno. Ammesso e non concesso che Jack l’avesse avvertita, ovviamente. Ogni suo dubbio, incertezza, vacillamento scompariva, quando, sottocoperta, al sicuro, mentre la ciurma dormiva beatamente, Jack lo invitava nella sua stanza di Capitano e gli offriva un bicchiere di Rum, tenendo per sé il resto della bottiglia. La figlia del governatore non diventava che un lontano ricordo e i suoi sensi si assopivano tra le carezze gentili e i modi di fare ancor più stravaganti del pirata.

Lasciò il timone per qualche secondo, soppesando la domanda di Jack: quali insidie nascondeva? Cosa non riusciva a fare da sé? In quale avventura suicida si sarebbero cacciati quella volta?
Un brivido, che tutto era tranne piacere, gli percorse la schiena, mentre Gibbs prendeva il suo posto come timoniere e lo guardava con compassione. Che il Mastro sapesse cosa lo attendeva? Perché non lo avvertiva in tal caso?
“Dimmi, Jack…” disse, mettendosi alla destra del Capitano. Rimase perplesso nel non ricevere una risposta, alzò gli occhi verso di lui. Non lo guardava neppure in faccia? Incredibile! Che si fosse reso conto dell’assurdità della richiesta tanto da vergognarsene? No, impossibile, non era da Jack.
Seguì il suo sguardo sino sulla punta dell’Albero Maestro; là, su in cima, pendeva, in bilico tra la caduta fragorosa e il restare in assetto, una bottiglia del Rum preferito da Jack, ancora del tutto piena.
Spalancò gli occhi, seriamente basito dall’accaduto. Come aveva fatto a farla finire lassù?
“Non chiedere, William. Non lo so…” lo anticipò Jack, poi gli sussurrò all’orecchio. “Considerando quanto eravamo brilli ieri sera, non puoi neanche mettere la mano sul fuoco… e se fossi stato tu?”
Will lo fulminò, scuotendo la testa rassegnato. Molto improbabile: non era lui quello che faceva cose strane anche da sobrio.
“Vuoi… che… insomma… vada a recuperarla?” chiese titubante, pur conoscendo già la risposta.
“Mi sembra ovvio!” disse Jack, guardandolo come se parlasse con uno stolto. “Sai che vivo di Rum e … Rum! Ne necessito!” William pensò seriamente di buttarsi in mare, tanto la sua fine sarebbe stata la medesima, se saliva fin lassù. Guardò Jack sconsolato, ma negli occhi scuri dell’altro non vide nessun rimorso, solo una grande aspettativa e un po’ di impazienza.
Si sentì cingere le spalle e sbuffò, già consapevole della sua resa incondizionata; lo ascoltò comunque. “Vedi, amico mio!” Will alzò un sopracciglio scettico, avrebbe avuto da ridire sulla parola amico, oramai, ma non lo interruppe. “Ci sono cose di cui un uomo non può fare a meno nel bene o nel male… per me una di quelle è il Rum, è come il sangue che mi scorre nelle vene, come faccio a vivere senza?” domandò schietto. Will gli lanciò un’occhiataccia e aprì la bocca per rispondergli a tono, ma Gibbs lo precedette. “Non scherzare, Jack… di che sangue parli? Ormai c’è più Rum nelle tue vene che in una nave che lo trasporta dall’Inghilterra al Nuovo Mondo!” Poi scoppiò a ridere da solo, convincendo sempre più Will quanto avesse sbagliato nello scegliere di seguirli.
“Anche questo può essere vero, Mastro Gibbs!” rispose Jack risoluto. “Pensa alla giuda o finiremo arenati!” ribatté poi.
“Allora, Will… il Rum?” chiese poi incerto, torturandosi le mani.
“Vado, vado…” rispose William esasperato, scendendo la scala verso l’Albero Maestro e cominciando a pregare lentamente, si arrampicò su di esso. Arrivare alla vela non fu difficile: peccato che la maledetta bottiglia fosse andata a mettersi proprio sulla punta. Prese uno slancio, sentendo sotto di sé le urla della ciurma che lo incitavamo, gliene era grato, soprattutto perché a qualcuno sembrava importare della sua incolumità. Si aggrappò alla stoffa della vela, piegata su se stessa e fece perno sulle braccia per avanzare. Non doveva guadare giù, non doveva per niente.
“Ehm, William…” sentì Jack urlare da sotto. Fu obbligato a guardare giù verso il pirata e masticò un insulto, incrociando i suoi occhi. “Giacché ti trovi lì, fai attenzione: sono solo due le regole che contano davvero. Quello che un uomo può e quello che un uomo non può.” Lo fissò stranito non capendo le sue parole come la maggior parte delle volte che dialogavano, naturalmente. “Intendo dire che si avvicina la tempesta…” continuò Jack, indicando il cielo nuvoloso. “Scendi, la tua vita è più importante del Rum… mio malgrado è così, anche per me…” Will sbuffò indeciso, doveva prenderlo come una dichiarazione o come una constatazione? Era raro sentir dire a Jack Sparrow che qualcosa o qualcuno potesse valere di più del suo amato Rum.
Fece giusto in tempo a mettere i piedi a terra, aiutare alcuni dei pirati ad ammainare la vela e rifugiarsi sottocoperta prima che la tempesta infuriasse.
Raggiunse Jack nella sua stanza; lo trovò seduto con una mela in mano e una bottiglia di brandy, quello schifoso liquore di secondo ordine come una volta lo aveva chiamato Jack, che sospirava guardando la sua bussola.
“Mi spiace, Jack… io ci ho provato…” Non gli sembrava vero di scusarsi per aver scelto di mettersi al sicuro piuttosto che aver tentato di prendere quella maledetta bottiglia.
“Non importa, Will…” disse Jack, alzandosi. “La vita va avanti, anche senza il Rum…” disse, avvicinandolo e prendendogli il mento fra le dita. “Ne possiamo approfittare per vedere fino a che punto stimolo il tuo essere, anche senza quantità di alcol disumane in corpo…” Poi lo baciò. Inizialmente Will non si rese conto di quale piega stava prendendo l’intera faccenda, ma quando sentì la mano di jack sul fianco si staccò dal bacio e disse affannato: “Dammi quella bottiglia, Sparrow… non m’importa se a te non piace, a me serve…”
Jack rise. “Non ne hai bisogno.”
“Sì, sì, che ne ho!” rispose veloce Will, ma poi si arrese alle sue labbra. In fondo Elisabeth poteva anche sposare uno dei tanti sottoposti del padre, lui non avrebbe fatto una piega, non erano mai stati fatti l’uno per l’altra. Jack aveva ragione: la vita deve continuare, anche se il cuore sembra spezzarsi o una bottiglia di Rum s’infrange sul ponte della nave.
   
 
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