18/12/2013
0 recensioniNon c'è niente di peggio che sentirsi ai margini della vita,
quando hai la sensazione che nessuno ha bisogno di te,
mentre tu hai bisogno di tutti.
“Mark, ti sei ubriacato un’altra volta vero?!” – gridò la donna in preda al panico cercando di scansare il pugno dell’uomo che aveva davanti.
Già, avevo 13 anni e sopportavo da ben 5 anni questa storia.
Dopo aver perso il lavoro,mio padre,era diventato un alcolizzato. Passava intere giornate ad ubriacarsi e a spendere tutti i nostri risparmi a sigarette e a bottiglie di birra.
Mia madre riusciva a mantenere la nostra famiglia grazie ai soldi che le dava una vecchietta a cui faceva da bada la notte.
Nascondeva i bigliettoni da mio padre che ogni volta la obbligava a dargli tutto ciò che aveva guadagnato, arrivando anche fino al punto di picchiarla.
“Stai zitta stupida donna!”- urlò lui tirandole uno schiaffo così forte da farla cadere a terra.
Oramai ero solita a vedere scene simili. Quelle grida per me,facevano parte di una vita quotidiana. Ripetitiva per ogni giorno che passava.
Me ne stavo sempre dietro la porta di camera mia ad ascoltare le loro liti, guardando soffrire mia madre sotto i miei occhi, senza poter far nulla per aiutarla.
Provavo tanto dolore dentro di me,mi sentivo terribilmente sola in mezzo a mille problemi irrisolvibili.
Già,la mia opinione non serviva proprio a nulla. Ero impotente,emarginata dal resto del mondo.
Mio fratello Louis che aveva 15 anni, cercava in tutti i modi di difenderla,affrontando l’orribile uomo che però riusciva sempre a intimorirlo fino al punto di farlo tornare in camera.
La cosa peggiore era che non solo io subivo bullismo a scuola da un gruppo di stupide ochette,ma venivo anche abusata da mio padre, quando mia madre non c’era. Ovvero la notte.
Ogni sera alle 10, lei andava da quella poveretta che a stento riusciva a muoversi ,portando con se mio fratello e lasciando me da sola con quel mostro di uomo.
Nel bel mezzo della notte,lui puntuale veniva nella mia camera,trascinandomi via per il polso.
Mi portava nel salotto, quel porcile dove passava la maggior parte del suo tempo.
Il divano era pieno di avanzi della sua cena,il tavolino era completamente bagnato a causa della bottiglia di birra che si era rovesciata e la televisione era accesa su un canale che trasmetteva un combattimento di wrestling .
La tremenda puzza di sigarette, invadeva l’intera camera,dove era quasi impossibile respirare.
Spaventata me ne stavo seduta su un angolino del divano, guardando lui che man mano si avvicinava iniziando a toccarmi e fare di me ciò che voleva.
Era così che trascorrevo le mie giornate.
Sentendo i miei genitori litigare, vedendo mia madre essere picchiata,cercando di fermare Louis nei suoi momenti di rabbia, subendo bullismo a scuola e essendo abusata da mio padre.
La mia vita era solo una merda.
Mi sentivo come un piccolo puntino sperduto e inutile.
Spesso mi tornavano in mente le immagini della bellissima famiglia che eravamo una volta.
Felici e spensierati.
Non desideravo altro,solo riavere tutto come prima.
Come nei bellissimi ricordi della mia infanzia.
Ciao a tutte, non so per quale motivo ben preciso ho deciso di scrivere questa Fan Fiction,ma voglio fare del mio meglio per continuarla.
Come potete vedere , questo è il prologo.
La protagonista ha un po' parlato della sua difficile adolescenza e nel primo capitolo racconterà del cambiamento che c'è stato nella sua famiglia.
Spero che seguirete,grazie in anticipo! <3