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Autore: s483    18/12/2013    3 recensioni
-Fermati, aspetta! -
Mi voltai ed una leggera brezza di fine agosto mi sfiorò i capelli fini.
- Harry, finalmente. Ci tenevo che tu venissi, che ci fossi –
- stai facendo una cazzata Angie, una enorme cazzata –
- perché dici così? – chiesi di risposta mentre aspettavo che mi raggiungesse con i piedi nudi sulla riva.
- lo sai perché. Non farlo –
Guardai per un attimo il cielo stellato e capì che l’estate era ormai giunta al termine.
Eastbourne, e la mia ultima notte da Angie Smith.
- Angie Smith, facciamo l’amore –
Risuonava più come un ordine.
Un brivido percorse la mia schiena, la sua voce roca mi paralizzava ed il fatto che la mia ultima notte da nubile la passai a fare l’amore con quello che era sempre stato il mio migliore amico la dice lunga su quanto fossi insicura e sciocca allo stesso tempo.
**2 SETTEMBRE 2012
ANGIE E BRYAN OGGI SPOSI!**
Ma a volte il destino è più furbo dei protagonisti....
A volte basta solo un attimo per capire che tutto quello che avevi fatto, lo avevi fatto con la persona sbagliata.
[TRAILER UFFICIALE FAN FICTION]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7.




 
Respirai l’aria di Londra. Ero tornata alla realtà.
Quel pomeriggio, tra le braccia di Harry, capì che non l’avrei mai più perso, che ci saremmo sempre sentiti poiché siamo legati inconsciamente da qualcosa che neanche noi sappiamo ben definire.
E poi capì che dovevo parlare con Bryan, dovevo dirgli la verità su questi tre giorni. Era mio marito cazzo.
Sospirai e scesi le scale dell’aeroporto di Heathrow, direzione metropolitana.
Timbrai il biglietto e mi adagiai su un sedile, in parte ad una madre con il proprio figlio accanto. Erano molto carini, e pensai a quanta esperienza avesse incastrata in quel viso quella donna, la quale stanca, assecondava il figlio a sorrisi. Sorrisi colmi di gioia.
Anche io saprò regalare a mio figlio sorrisi del genere? Sorrisi caldi? Anche Bryan sarà pronto?
Mi rilassai, cullata dal rumore della metro sulle rotaie nere e lucide che mi portavano a casa, a casa mia.
 

- dove diavolo sei stata Angie? – domandò passandosi la mano sui capelli, piagnucolando.
- oddio Bryan, perché piangi? Cosa è successo? – mi preoccupai e gli contornai il viso con le mie mani screpolate e poco curate.
- sei… dove sei stata? – ringhiò, dolcemente.
Sentì una lieve puzza di alcool e capì che aveva alzato un po’ il gomito.
- Bryan, quanto hai bevuto?? –
- poco… - mugugnò come un bambino colto in flagrante.
- entriamo in casa, dai… - affermai preoccupata prendendolo per mano.
Che scena patetica mi si era presentata. Odiavo quando le persone bevevano solo per abbracciarsi nel loro vittimismo.
- Bryan, mi spieghi perché hai bevuto? Sei uscito? – domandai.
- qui le domande le faccio io… rispondi alla mia?? –
- voglio parlarti di questi tre giorni…se stai calmo e se ti siedi –
- stare calmo?? Perché diavolo sei andata all’aeroporto con Zayn Malik e Liam Payne??? –
Sgranai gli occhi.
Come faceva a saperlo? Mi aveva seguito?
- come…. – alzai il tono di voce sempre più – come diavolo facevi a saperlo?? –
- lascia stare il come….cosa ci facevi?! –
- ma cavolo, mi hai seguito?!? Dico, ma ti rendi conto?! Pensi che non ti avrei detto niente?? Eh? –
- evidentemente se non me lo hai detto prima è perché non volevi dirmelo… -
- invece no Bryan, invece no! È successo tutto all’ultimo minuto! Non sai le cose, non inventartele! – sbraitai con un leggero prurito alla gola.
Non ci potevo credere.
Mi aveva seguito.
- dei miei agenti ieri ti hanno visto… e mi hanno avvisato, tutto qui - ammise buttandosi sul divano a peso morto.
- Bryan! Perché sei arrivato a questo? –
- non voglio dubitare di te, ci amiamo e ci capiamo sempre. Solo, perché la sera non me lo hai detto, al telefono? –
-perché ti saresti preoccupato ed avresti fatto scenate – chiusi gli occhi, mandando via le lacrime.
- bel modo di trattare tuo marito.. –
- bel modo di trattare anche tua moglie….sembra ti abbia tradito! –
- e non lo hai fatto? –
- no, altroché! Ti pare che ti tradisca così?! –
- dove eri diretta? Dove siete andati? –
Sospirai forte.
- ne possiamo parlare domani? Quando sei sobrio? –
- sono sobrio –
- no, sei ubriaco –
-leggermente forse –
- per favore Bryan…- supplicai.
- mi….mi porti in camera? Non…non sto molto bene – disse pallido in viso.
Annuì e gli accarezzai i capelli.
Ventisette anni e sembrava un ragazzino alle sue prime sbronze.
Ci sdraiammo sul letto e mi spogliai velocemente.
 
- sei stupenda – ammise guardandomi.
- non avresti neanche il diritto di toccarmi dopo quello che mi hai fatto. Un agente…ti rendi conto? –
- avevo paura  Angie… - sussurrò accarezzandomi la pelle nuda.
- sono stanca, dormiamo ti prego –
- ti amo. E amo il nostro bambino – mugugnò prima di addormentarsi sul letto, abbracciandomi di fianco.
Tirai vicino a me la coperta e quella notte feci fatica ad addormentarmi a causa dei mille pensieri che bussavano alla mia testa, alle mille domande ed alle troppo poche risposte che avevo.
 

La mattina ci svegliammo tardi, Bryan non era andato al lavoro e dovevo dargli spiegazioni della mia “evasione” di un giorno, anche se non si meritava niente.
Ci rimasi davvero male del suo comportamento, ma da buona e stupida persona che sono, lo perdonai la notte stessa, appena chiusi le palpebre.
- buon giorno amore – mi svegliò, dandomi un bacio sui capelli.
- buon giorno… - aprì gli occhi.
Posò le mani sulla mia pancia e sussultai. Erano fredde.
Girai lo sguardo e gli sorrisi flebilmente.
- chiamo Agata per la colazione? –
Annuì ed uscì dalla porta.
Era molto bello il mio uomo, mio marito.
Guardai velocemente il display del cellulare e vidi un messaggio, lo aprì velocemente e sorrisi alla visione del mittente.
“Glielo hai detto? Chiarito? Buona giornata, mi aspettano lezioni di anatomia tutto il giorno! Byee !
Harry xxx “
Chiusi velocemente il messaggio e, tempismo perfetto, entrò Bryan.
- tra cinque minuti ce la porta in camera… - mi fece l’occhiolino.
- ogni tanto potresti farmela anche te… - dichiarai a bassa voce.
- beh, non me lo hai mai chiesto…una volta te la faccio allora –
- no va beh, fai senza… - scossi la testa, stupendomi della considerazione che gli avevo appena fatto.
- lo so che è mattina presto…..ma…io sono curioso, spiegami dove sei stata. Sto diventando matto – si scusò, ammettendo di non star molto bene.
Abbassai lo sguardo e tirai vicino a me il lenzuolo.
- hai freddo? – mi chiese subito dopo, vedendo la mia reazione.
- prendo una maglia ed arrivo… -
- tieni… - mi porse la sua che era abbandonata sulla sedia.
Amavo indossare i suoi vestiti.
- promettimi che non mi interromperai, che mi lascerai parlare fino alla fine –
Annuì.
- sono stata da Harry con Zayn e Liam. Siamo andati a trovarlo, siamo restati là solo una notte. Abbiamo dormito in letti separati – prima bugia – e non abbiamo parlato un gran chè – seconda bugia – dato che siamo arrivati a Edimburgo la sera tardi. Scozia, si, lui studia medicina là. Non lo sapevo, e ci mancava molto. Abbiam fatto una pazzia, una cosa anormale, ma ne sono rimasta felice. Sono felice di quello che ho fatto, ho rivisto il mio migliore amico. E non c’è bisogno che tu sia geloso perché  non ha senso – terza bugia, ignara anche a me – siamo quattro amici, ci piace ridere e scherzare. Ed è quello che abbiamo fatto. Mi sono sentita di nuovo sedicenne. Mi è piaciuto un sacco –
Vidi Bryan corrucciare la fronte e grattarsi la testa. Poi si alzò dal letto, sospirando.
-ok –
Ok?? Tutto qui?!
- come ok? Cosa significa ok? – domandai allibita.
- se sei andata a trovare Harry, un tuo caro amico, perché non lo vedevi da un po’, non capisco che problemi ci siano… -
Aveva ragione….ma tutta questa indifferenza da dove sorgeva? Dove era l’uomo geloso? 
- non…non sei arrabbiato? –
- perché dovrei essere arrabbiato, non c’è mai stato niente tra te ed Harry! Era un conto se mi avessi detto “sono andata a trovare un mio ex”…allora magari qualche dubbio mi sorgeva, ma tu ed Harry siete soltanto due amici. È come se mi avessi detto che andavi a trovare un’amica! –
Deglutì.
Certo.
Giusto.
Non faceva una piega.
Era Bryan che era troppo buono o era Bryan che era troppo superficiale?
O ero io che mi stavo rendendo conto di tutto ciò?
- mi…mi fa piacere- conclusi con l’ultima bugia del giorno.
Mi accarezzò la guancia e con i denti si impossessò del mio labbro inferiore, sostituendolo poi alla lingua.
Gli accarezzai il petto nudo e ben scolpito e mi tolse la sua maglia che profumava ancora di colonia, poggiò le mani sotto i miei glutei e mi sollevò, portandomi in bagno.
- doccia calda? – pretese tra le mie labbra e la mia lingua.
Annuì portando le mie mani dietro al suo collo e cercando di far combaciare la sua bocca alla mia spalla. Volevo essere morsa, volevo i morsi, mi sentivo posseduta con quelli. Non avevo una mente malata, assolutamente, ma una cosa che mi piaceva di un rapporto era proprio quando ti morsicavano la pelle come a segnare il loro territorio. Non ero forse suo territorio?
-dici…- sospirò mentre accese l’acqua e mi massaggiò i seni – che non farà male al bambino? –
Scossi la testa e lo baciai voracemente, come a dimenticarmi della domanda appena posta.
Non facemmo l’amore sotto la doccia, scopammo come due animali.
Mi bruciava dentro, mi faceva male, le gocce calde della doccia si mischiavano a quelle dei miei occhi, ma lui non si rendeva conto. Non si rendeva conto che non mi stava donando niente, che stava scopando da solo. Si stava fottendo da solo, ed a me faceva male. Spinse forte e mi bruciò sempre più.
Però venni prima di lui, mischiando più dolore che piacere, appoggiai il viso sulla sua spalla, ignara del rigagnolo scuro che si era creato nella doccia e stava morendo nelle tubature.
 
 
  
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