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Autore: Robstenina97    18/12/2013    2 recensioni
- Ti ricordi il nostro primo vero appuntamento?
- Non potrei dimenticarmelo.
- Ti ricordi i fiori che mi hai regalato? – sorrise annuendo e sussurrò:
- Girasoli. I tuoi preferiti.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero appena stata svegliata dalla luce del sole.
Sbadigliai.
  • Svegliati tesoro. Matteo è giù che ti aspetta.- Sgranai gli occhi e sussurrai:
  • Oddio mi sono svegliata troppo tardi! Devo ancora farmi la doccia e tutto!- Appena urlai questo Matteo entrò in camera mia sorridendo. Sussurrò:
  • No piccola sei bellissima così. Adesso muoviti che sto morendo di fame.- sorrisi. Era perfetto. Quei capelli neri come la pece mi facevano girare la testa. Il suo corpo scolpito era davvero divino. Sussurrai:
  • Okay … - Matteo mi sorrise. Mia mamma andò via dandomi un bacio sulla guancia. Scesi dal letto e mi vestì con un paio di jeans e una felpa. Presi la mano di Matteo e ci dirigemmo verso la sua macchina. Sussurrai:
  • Dove stiamo andando? Ricordati che devo essere a casa per l’una. Devo ripassare le coreografie e poi tu hai la partita … - non mi fece finire di parlare che ammise:
  • Lo so … - notai che Matteo era molto pallido così gli chiesi preoccupata:
  • Matteo stai bene? Sembra che tu stia molto male. – lui stringendo un po’ il manubrio sussurrò:
  • Si certo. Ho un po’ di allergia.
  • Sei sicuro? Sei già andato dal dottore?
  • Si … ieri … mi hanno detto solo che devo prendere delle pillole per l’allergia e presto starò bene. – lo guardai di nuovo. Sapevo che qualcosa non andava. Anche io ero allergica a qualcosa, ma non ero mai stata così pallida in vita mia.
La macchina si fermò di colpo e Matteo mi prese la mano. Le sue mani erano freddissime. Erano come un ghiaccio tenuto troppo in mano. Lo guardai allarmata e dissi balbettando:
  • Matteo le tue mani sono così fredde …. Non penso che tu stia bene. Dimmi cosa c’e che non va … hai bisogno di tornare a casa? – lui mi sorrise debolmente e accarezzandomi le nocche dolcemente sussurrò:
  • Te lo prometto piccola; è tutto apposto … sto bene.- dette queste parole, Matteo mi lasciò la mano e ripartì con la macchina. Per tutto il resto del tragitto lo fissai e basta. Ero preoccupata per lui. Non sapevo cosa cavolo avesse.
Arrivammo al bar e cominciammo a fare colazione con qualche cornetto caldo e una bella cioccolata calda.
  • Martina hai preso il cambio per l’allenamento o o dobbiamo tornare a casa tua a prenderlo? – scossi la testa e lo guardai. Era pallidissimo. Sussurrai:
  • Si c’e l’ho … pensi davvero sia il caso di andare a calcio? Ti vedo distrutto. – sbuffò e guardandomi gelido disse:
  • Si Martina … sto bene … davvero. – abbassai lo sguardo cercando di dimenticare quelle sue labbra screpolate e il suo viso così pallido. Sussurrai:
  • Se lo dici tu …
  • Piccola, ti mentirei mai? – ci pensai su per qualche minuto. Matteo non mi avrebbe mai mentito. Era sempre stato sincero con me. Sussurrai:
  • No … - Matteo sorrise e si alzò per andare a pagare. Lo seguì e poi entrammo in macchina. Sorrisi e dissi:
  • Grazie della buona colazione.
  • È stato un piacere, come sempre. – sorrisi e gli stampai un bacio sulla guancia. Mi sorrise. Il pensiero della sua pelle così fredda mi fece salire le lacrime. Le ricacciai indietro per non farmi vedere piangere da lui. Non potevo farmi vedere piangere. Lui stava bene e basta. Erano solo paranoie che mi stavo facendo. Sospirai e ammisi:
  • Ti voglio bene scemo.
  • Anche io piccola. – sorrisi e arrivammo al campo di calcio.
 
Stavamo provando la coreografia da quasi due ore.
All’improvviso sentì un ragazzo urlare:
  • NON SI MUOVE. CHIAMATE IL 118. AIUTO COACH. –quelle parole mi fecero battere il cuore a mille. Mi girai per vedere chi fosse quel ragazzo.
Mi si mozzò il fiato in gola. Il mio cuore si fermò.
Matteo era disteso a terra.
Immobile … corsi verso di lui, ma mio padre che era il suo coach mi fermò dicendomi:
  • Piccola … è meglio che tu non stia qui. – cominciai a piangere. Abbracciai mio padre.
  • Piccola … - non feci finirlo di parlare che balbettai:
  • Papà cosa è successo? Sta bene?
  • Tesoro, per piacere torna con il tuo allenatore. – spinsi mio padre e vidi Matteo essere portato via dall’ambulanza. Non riuscivo a parlare. Dalla mia bocca uscivano solo urli di dolore.  Mi sedetti su quella panchina dove lo conobbi qualche anno fa. Mi ricordavo quel giorno come se fosse stato ieri, ma oggi ricordare faceva malissimo.
  • Martina vieni con noi in ospedale? – alzai lo sguardo verso quell’uomo che sembrava Matteo un po’ più vecchio. Annuì alzandomi.
 
Arrivammo in ospedale. Quell’odore mi dava la nausea. Avevo troppa paura per Matteo. Sentì i bisbigli dei dottori e la mamma di Matteo sussurrare al dottore:
  • Come sta? – il dottore sospirò. Cercai di non ricominciare a piangere.
  • Signora, suo figlio ha la leucemia … possiamo metterlo sotto terapia, ma potrebbe non fare effetto, perché il cancro si è esteso troppo. – rimasi scioccata e cominciai a piangere di nuovo. Il padre di Matteo mi abbracciò. Sentì le sue lacrime bagnarmi i capelli.
  • Che tipo di terapie?
  • Beh la terapia gli causerà la perdita dei capelli, ma potrebbe aiutare il cancro a restringersi …
  • Ma morirà lo stesso però vero?
  • Beh purtroppo si … è solo questione di tempo …
  • Possiamo vederlo?
  • Si, ma solo uno alla volta. – la mamma di Matteo mi guardò con quei suoi occhi stupendi velati di lacrime. Lei sapeva che amavo alla follia suo figlio.
  • Vai tu per prima Martina. – scossi la testa cercando di non piangere di nuovo.
  • Ti prego Martina. – annuì e camminai lentamente verso la stanza di Matteo. Appoggiai lentamente la mano sulla maniglia e alzai lo sguardo. Ricacciai le lacrime indietro e aprì. Matteo era disteso su un lettino. Era così pallido, aveva molti tubi attorno a lui.
Mi faceva così male guardarlo in quelle condizioni. Il mio cuore si era fermato. Non sopportavo di vederlo soffrire. Gli andai vicino al letto e mi inginocchia. Lui appena mi vede sorrise debolmente.
  • Te l’hanno già detto? – annuì. Se avessi parlato avrei pianto. Lui sospirò e sussurrò:
  • Mi dispiace … non volevo che tu l’ho venissi a sapere così. – accarezzai dolcemente una sua mano e sussurrai stringendo gli occhi:
  • Tranquillo … capisco …
  • Oh piccola, ti amo tantissimo. – dette queste parole che mi fecero piangerw cnora di più Matteo si tirò su debolmente e mi passò una mano nei capelli. Sussurrai:
  • Ti amo anche io Matteo, con tutto il mio cuore … e sarò qui fino alla fine … - lui mi sorrise debolmente e cercò di nascondere le lacrime. Mi guardò dolcemente. Mi chinai su di lui e lo bacio dolcemente sulle labbra fredde come un pezzo di ghiaccio. Lui mi sorrise di nuovo debolmete e sussurrò:
  • Ciao piccola … - feci un piccolo sorriso e con le lacrime agli occhi sussurrai:
  • Ciao …
 
I mesi passavano così in fretta. Matteo perse i capelli, ma io ero innamorata di lui e gli stavo sempre vicino. Peggiorava ogni giorno di più-
Il campionato era vicinissimo.
La sera prima del fatidico giorno del campionato. Matteo era sulla panchina di casa mia con mio padre, nonché suo coach.
  • Coach io voglio giocare … - ero scioccata da quelle parole.
  • Ma sei pazzo? Io non posso fartelo fare … ti farai male …
  • Coach questa potrebbe essere la mia ultima partita e io desidero giocarla. Mio padre mi guardò.
Per lui questa cosa era molto importante.
Annuì con le lacrime agli occhi.
  • Matteo … sei un ragazzo forte. C’e la farai. – sorrise dolcemente verso di me.
  • Cosa farete voi due stasera? – ero diventata rossa in viso. Matteo mi sorrise e sussurrò:
  • Beh ecco volevo portare sua figlia a vedere una cosa … - lui annuì e ci disse:
  • State attenti però. – Matteo annuì e mi prese per mano.
 
Arrivammo al campo di calcio. Mi guardai intorno. Era completamente buio. Sussurrai:
  • Cosa ci facciamo qui?
  • Seguimi … - annuì e lo seguì fino al centro del campo. Matteo stese il suo giaccone e mi invitò a sdraiarmi accanto alui. Feci come mi aveva proposto. Cominciammo a guardare le stelle.
  • È bellissimo vero? – annuì incantata da quella meraviglia. Il cielo era bellissimo.
  • Ti volevo far vedere una cosa che adoro di questo piccolo paesino. Ci vengo qui spesso.  – sorrisi e sussurrai:
  • Ti ricordi il nostro primo vero appuntamento?
  • Non potrei dimenticarmelo.
  • Ti ricordi i fiori che mi hai regalato? – sorrise annuendo e sussurrò:
  • Girasoli. I tuoi preferiti.
  • Esatto. Non mi dimenticherò mai quel giorno. – Matteo divenne serio di colpo. Sussurrò:
  • Voglio che tu ti ricorda sempre una cosa Martina. – lo guardai non capendo cosa volesse dire con quelle parole.  Sussurrai:
  • Cosa?
  • Sarò sempre con te. Ti amerò anche da lassù. Per me sei e sarai sempre l’unica. – cominciai a piangere e Matteo mi abbracciò. Inspirai quel suo dolce profumo. Ammisi:
  • Ti amo amore mio … - lui mi strinse di più a se e sussurrò al mio orecchio:
  • E io non voglio che tu ti deprima. Voglio che tu viva una vita felice. Voglio che tu abbia dei bambini. Voglio che tu ti sposi con un uomo che ti ami alla follia. Che morirebbe per te. Fallo per me … vivi una vita felice. – scossi la testa affondando il viso nell’incavo del suo collo. Sussurrai:
  • No … io ti sto sposando te Matteo.
  • Ricordati quello che ho detto. – annuì. Matteo mi accarezzò dolcemente la schiena e poi avvicinò le sue labbra alle mie. Annullai la distanza tra le nostre bocche e ci baciammo. Sussurrai:
  • Pensi di potermi rincorrere? – Matteo sorrise e sussurrò:
  • Sono molto più forte di quello che pensi mia cara principessa. – mi alzai sorridendo debolmente e ricacciando le lacrime dentro. Sussurrai:
  • Allora prendimi. – Matteo si alzò e io cominciai a correre. Matteo mi rincorse per tutto il campo. Ridevamo come due bambini che avevano tutta la vita avanti, ma poi il pensiero di Matteo mi fece fermare di colpo e Matteo mi prese per i fianchi. Mi guardò negli occhi e mi diede un bacio sulla fronte.
Cominciò a piovere. Ci stavamo inzuppando tutti i vestiti, ma non ci importava nulla.
  • Chi è il debole adesso? – cominciai a ridere e sussurrai:
  • Io …
  • Ti ricordi cosa mi hai detto a cena stasera? – scossi la testa. Lui mi guardò profondamente negli occhi e sussurrò:
  • Hai sempre voluto baciare la persona che ami sotto la pioggia. – annuì. Lui sorrise e con un cenno della mano sussurrò:
  • Beh … ecco la pioggia … e se mi ami baciami. – feci un piccolo e debole sorriso e lo baciai a lungo dolcemente e passionalmente.
  • Sei bellissima Martina.
  • E tu continui sempre a baciare da Dio.- cominciò a ridere.
Amavo così tanto la sua risata così dolce. Sussurrò:
  • È meglio che ti riporti a casa.
 
 
Arrivò il giorno della partita.
Era pieno di persone che ridevano e scherzavano. Vidi Matteo con la sua divisa. Mi guardò dolcemente e fece un piccolo cuore con le mani. Sussurrò:
  • Ti amo. – tirai su con il naso per non scoppiare a piangere. Sussurrai:
  • Anche io.
 
La partita cominciò.
La folla era in delirio per Matteo.
Erano 3 pari e mancava pochissimo. Matteo aveva preso la palla e corse verso la porta con tutta l’energia che aveva in corpo. Con tutto il fiato del suo corpo. Tirò un calcio alla porta e fece GOAL.
La folla cominciò a urlare. Matteo mi guardò e con un piccolo movimento cadde a terra.  Sgranai gli occhi e corsi verso di lui. Mio padre fermò tutte le persone che stavano entrando nel campo. Matteo mi asciugò le lacrime debolmente. Sussurrai:
  • Amore mio ti prego non morire. Io ho bisogno di te … ti amo – lui mi sorrise e prendendomi la mano sussurrò:
  • Ti ricordi cosa ti dissi al nostro terzo appuntamento? – scossi la testa continuando a piangere. Matteo sussurrò:
  • Ti avevo detto che il mio sogno era scendere in campo … vincere e morire su questa erba … piccola io rimarrò nella storia. – mi abbasai per baciarlo. Sapevo che sarebbe stata l’ultima volta in cui potevo baciarlo. Avrei voluto dirli così tante cose, ma il silenzio era l’unica arma che mi faceva non piangere. Il tempo era come se si fosse fermato per voler dare a noi un po’ di spazio.
  • Ti amo piccola. Di a mia madre che le voglio bene e ringrazia il coach di avermi fatto giocare quest’oggi. – appoggiai la testa sul suo petto e sussurrai piangendo:
  • Ti amo …
  • Ti aspetterò Martina …
  • Anche se sarò vecchissima? – lui sorrise debolmente e sussurrò:
  • Non me ne fregherebbe nulla amore mio. Anche se avrai ottanta anni o novanta io sarò lassù in quel cielo stellato ad aspettare un tuo bacio.
  • Ricordati che ti amo e che ti amerò sempre Matteo.
  • Lo so Martina. Questo non è un addio, ma un arrivederci. – detto questo Matteo morì su quel campo. Quella notte.
 
Erano passati due mesi da quando Matteo era andato in un mondo migliore. Piangevo ogni giorno. La sera uscivo per andare in giardino con la sua giacca a vedere le stelle.
  • Piccola sono passati due mesi. Lui vorrebbe vederti felice e non così sciupata. – cominciai di nuovo a piangere e ammisi:
  • Lo so papà, ma non voglio. Non posso farcela.
  • Indovina un po’. Stanno costruendo un nuovo stadio e voglio che tu venga con me. –malavoglia mi alzai dal letto.
Vidi quel campo che non vedevo da due mesi. Quei ricordi bruttissimi mi riaffioravano la mente. Sussurrai:
  • Sembra ieri che Matteo faceva goal, giocava a calcio …
  • Lo so piccola. – guardai attentamente il campo. Stavano nascendo dei fiori. Urlai:
  • PAPA’ NON FAR ABBATTERE LO STADIO. TI PREGO. – Matteo aveva piantato qualcosa per me. Mio padre corse giù e li fermò.
 
Erano passate ancora settimane da quel campo. Non ci tornavo da quel giorno. Volevo vedere i fiori.
Mio padre ed io eravamo andati a vedere il campo.
Girasoli.
Cominciai a piangere e i girasoli formavano una scritta:
-TI AMO- ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutti, beh credo che questa storia l’avrete già letta in qualche video su you tube. Mi piaceva troppo che così l’ho fatta in one shot. Se volete vedere il video. Eccolo qui: Triste storia d'amore ma kmq stupendaa!! Guardateee!! :) - YouTube È davvero bella….. Spero di avervi fatto piacere la one shot e boh spero di non aver rovinato questo bellissimo video. Un bacio a tutte e grazie mille.
  
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