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Autore: Directioner_DARK_XD    18/12/2013    1 recensioni
Baci rubati. Parole d'amore sussurrate a bassa voce per paura di essere sentiti. Sguardi d'intesa. Lacrime piene di cose non dette versate. Bugie dietro alle quali si nasconde molto di più.
Nascondere una relazione vuol dire tutto questo. Quanto può essere difficile per dei semplici ragazzini troppo spaventati dei loro sentimenti?
Harry, che perde le migliori occasioni perché convinto di essere sbagliato.
Louis, sorridente fuori ma troppo triste dentro.
Liam, ormai convinto che il coraggio sia ripagato soltanto con le botte.
Zayn, troppo orgoglioso per uscire allo scoperto ma stufo di nascondersi.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.Understood

HARRY

Sometimes I swear it feels like
It's me against the world
Gotta get up and still fight
Nothings gonna stand in my way

It's hard just going through life
As the younger girl
But you know I was built to fight
Nothings gonna stand in my way, yeah

Cuffie nelle orecchie, sguardo perso nel vuoto ma testa piena di pensieri. Un altro traferimento e la stessa canzone che ogni volta mi ostino ad ascoltare. Perchè sì, mi sento come se il mondo mi venisse contro, devo svegliarmi e combattere a causa di colpe he non ho, ed è difficile. E' come se fossi nato per combattere e niente va mai bene. Ed è così in tutte le vite. Sì, una nuova città, una nuova scuola, delle nuove abitudini, ma comunque va a finire come sempre. Anche se, fin da piccolo mi hanno insegnato che non devo perdere le speranze, anche quando tutto sembra andare storto e magari questa e la volta buona.

Cazzate Harry, cazzate! Non avrai mai degli amici, non te li meriti. Sei troppo sbagliato per essere felice.

-Siamo quasi arrivati tesoro, preparati-

Mia madre riuscì a fare tacere quella voce fastidiosa che mi ronza in mente ormai da anni, quella voce assurdamente simile a quella di mio padre, un padre che a smesso di esserlo da quando a scoperto di avere un figlio gay. Non è più mio padre da quel giorno in cui mi ha visto baciare il mio migliore amico a soli nove anni, un'età in cui non si anno le idee chiare, in cui si fa quello che passa per la mente senza pensare alle conseguenze, che, come in questo caso, possono essere davvero disastrose. E per la vergogna o per la delusione, va a sapere, sono arrivati gli insulti senza una risposta ad un bambino troppo piccolo per difendersi, trasformati poi in litigi tra un padre stupidamente deluso e un ragazzo abbastanza grande per risondere ma ancora troppo piccolo per capire, e alla fine trasformati in un mutismo quasi completo da parte di un padre ormai invisibile e un menefreghismo misto a odio da parte di un ragazzo troppo triste. Ma come biasimarlo, sono sbagliato, me lo ripete da quel giorno e ormai sono le uniche parole che si degna ancora di dirmi. E io ho provato a cambiare, davvero, ma non ci riesco, neanche volendo si può cambiare quel che si è. Con gli anni ho imparato ad accetarlo, sono sbagliato e non merito niente, punto. Ho imparato ad ignorarlo ma quella voce continua a presentarsi, è sempre pronta a tornare e a portare a galla i ricordi, quei ricordi che dovrebbero rimanere sott'acqua e che ogni volta cerco invano di affogare.

Spostai lo sguardo dal finestrino per guardare la mamma. Sfoggiava uno dei sorrisi più sinceri, perchè nonostante tutto preferiva fare finta di niente, come se fossimo ancora la famiglia felice di una volta. Ma perche sorridi mamma? Lo sai che sono triste, lo sai che odio tutto questo. E allora perchè sorridi? Mi da proprio fastidio quando fai così. Credi che con un semplice sorriso riuscirai a portare via tutta la tristezza? Sai mi piacerebbe tanto.

Non risposi e tornai a guardare fuori dal finestrino. Amavo mia madre più di ogni altra cosa perchè lei è stata l'unica a sostenermi, a difendermi dagli insulti di mio padre e a curarmi le ferite quando tornavo a casa pieno di lividi. Ma soprattutto è l'unica ragione, insieme a mia sorella, per cui vado avanti e non la faccio finita con questa vita di merda. Perchè quando tornavo a casa e mi curava le ferite non curava solo quelle, riusciva a curarmi anche l'anima con quelle parole di conforto sussurate a bassa voce mentre mi accarezzava i capelli e con quel sorrisone sempre stampato sulla faccia. Quando stavo con lei la voce di papà scompariva e per un pò, solo per un pò, riuscivo a non sentirmi sbagliato. Ma nonostante tutto questo sono obbligato a trattarla male. Tutti i trasferimenti mi sconvolgono ogni volta la vita e lei lo sa bene, ma non fa niente per impedirli. Appena qualcosa va storto decidono di cambiare città così di punto in bianco. Non posso fare finta che tutto questo mi stia bene e credo che con questo comportamento magari un giorno lo capiranno.

La nuova casa era bellissima: una di quelle ville a due piani piuttosto isolata, con una terrazza davanti all'ingresso e un giardino abbastanza grande. Ho sempre desiderato una casa del genere, ma comunque non posso sembrare felice o soddisfatto ai loro occhi. Devono capire che non possono portarmi quando e dove vogliono loro pretendendo che mi adatti alla nuova vita. Così quando la mamma mi chiese: -Allora ti piace?-, risposi indifferente: -Cosa te lo dico a fare? Tanto a voi non intressa il mio parere-. E il suo bellissimo sorriso con tanto di fossette scomparve. Tutte le volte che la tratto così, credetemi, ci stomalissimo e mi sento davvero in colpa, mi verebbe voglia di abbraciarla e dirle un enorme 'grazie', ma poi ripenso a tutto quello che sto vivendo e l'odio profondo rincomincia a farsi sentire. E raccolta tutta la mia rabbia uscii dalla macchina sbattendo sonoramente la porta.

In un angolo abbastanza isolato del giardino c'era un enorme salice piangente affiancato da una piccola panchina in legno. Quel tipo di pianta mi ha sempre meraviglato. Ha un non so che di misterioso e fiabesco. Così, quasi come un bambino, mi avvicina lentamente alla panchina e mi sedetti. Era come stare sotto una cupola, in un'altro mondo, dove non c'era spazio per gli insulti e per il dolore. Estrassi dalla mia tasca l'accendino e con il retro incisi sul legno a grandi caratteri una sola parola dietro alla qualle si nascondono mille significati: UNDERSTOOD. Nessuno mi capisce. Mio padre non capisce che lo so di essere sbagliato ma non posso cambiare. La mamma non capisce che mi mancano tanto le sue parole di conforto che mi sussurava e che deve solo smetterla con questi trasferimenti che mi distruggono. L'unica che mi capiva, mia sorella, se ne è andata. Ci sentiamo tutti i giorni ma mi manca, non immaginate quanto. E nonostante questo non posso fare altro che stimarla per essersene andata: ha avuto il coraggio di costruirsi una nuova vita lontano da papà, che aveva inominciato a trattare male anche lei. Tutto per colpa mia. Ho rovinato la mia famiglia. Sono sbagliato. E nonostante lei mi continui a dirmi il contrario io lo so di essere sbaglaito, lo so che anche lei mi odia profondamente per avere distrutto tutto. E mi sento in colpa. Perchè il senso di colpa è il più bastardo dei sentimenti, riesce a offuscare tutto il resto, le cose belle che hai fatto e puoi fare di tutto ma comunque ti si impregna dentro per sempre.

 

LOUIS

-Horan, Tomlinson quante volte vi devo ancora richiamare?-

-Scusi prof, ma non è colpa mia se la sua lezione è tremendamente noiosa- A questa mia affermazione la classe si riempì di risate, ma soprattutto degli urli della prof che ormai disperata ci invitava, poco gentilmente, ad andare in presidenza. Ma io mi ero fermato prima, alle risate. Non c'è rumore migliore di quello della risata, un rumore spontaneo, comune a tutti ma fondamentale per me. E poi se sai di essere tu la causa di quella risata allora è come il paradiso. Mi fa sentire realizzato e poco mi importa se le conseguenze sono la sospensione, ho portato felicita in quelle persone e questo mi basta. Perchè quando ridiamo tutto il resto non conta, tutti i problemi se ne vanno, spariscono e poi ridere non costa niente no? Ma bisogna fare attenzione: dietro ai sorrisi più grandi si nascondono le sofferenze più profonde. E io ne sono la prova. Sì sono il buffone della classe e non passo neanche un minuto senza ridere ma sapete quanto è difficile nascondere i propri sentimenti? Sono obbligato a trovare una scusa ogni volta che una ragazza mi chiede di uscire e ogni tanto, per rendere tutto più credibile devo pure baciarmene una in pubblico. Ma non posso dare la colpa a nessuno se non a me stesso. Sono io che, un po' per l'orgoglio e un po' per la paura, ho scelto di nascondermi, sono io il codardo qui. Ma non ce la farei a sopportare gli insulti, davvero. C'è un ragazzino nella scuola, Liam credo, che è gay dichiarato e non passa un giorno in cui non venga sputtanato o addirittura picchiato. Così da ormai tre anni per tutta la mia scuola sono Louis Tomlinson il buffone sciupa femmine. E non so come ma la cosa sembra funzionare. Nessuno, a parte Niall, si è mai accorto di niente. E mi sembra quasi impossibile. Insomma Niall se ne accorto dopo solo un mese. Non so bene da cosa l'abbia capito ma probabilmente da quei 'si si' detti con indifferenza tutte le volte che mi chiedeva il parere sul culo di una ragazza o forse dalle scuse più patetiche del tipo 'sono in punizione' che mi inventavo tutte le volte in cui mi invitava ad accompagnarlo in discoteca a divertirsi, ergo a scopare. Così gli ho raccontato tutto, del bacio rubato a Sam, del coming out in famiglia e della difficolta nell'accettarmi. E adesso senza di Niall, credetemi, non resisterei. E' lui che chiamo quando di notte incominciano a scendermi le lacrime, è con lui che commento il fisico dei giocatori di football ogni volta che andiamo avedere una partita, ma soprattutto è con lui che rido, e come ho già detto per me ridere è fondamentale. Siamo ormai classificati come i buffoni della classe e ogni giorno ringrazio Dio per avermelo portato. Perchè soffrire è brutto, ma se si soffre da soli allora è molto peggio.

Spazio autrice :) 
se stai leggendo questo vuol dire che hai letto il mio primo capitolo quindi GRAZIE!!! :D
E' la mia prima fanfiction Larry e spero davvero che vi piaccia.
La canzone della parte di Harry è Miss Understood di Sammie e lo so che non è per niente famosa ma l'ho trovata per caso un giorno e la trovo fantastica  e poi rispecchia perfettamente i sentimenti di Harry:) Allora in questo capitolo ho parlato solo dei larry ( e Niall ma vabbe) e qualcosa accennato di Liam (che cucciolo *-*) ma probabilmente nel prossimo ci saranno gli Ziam uhhh :)
Parlando della parte di Harry si lo so che è abbastanza deprimente ma ci stava mentre quella di Louis un po' di meno dai e devo dire che lou e il mio personaggio preferito :)) mi assomiglia molto e secondo me assomiglia anche molto al Louis reale perche comunque fuori sorride ma dentro soffre :(
Cercherò di aggiornare ogni settimana :)
se vi è piaciuto lasciate una recensione e anccora grazie per avere letto :) alla prossima

 
 
  
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