Ero stanca. Stanca di tutto, della fatica, dello sforzo, della monotonia, delle rinunce e dei sacrifici. Non riuscivo più nemmeno ad entrare in acqua, quella stessa acqua che per anni era stata mia amica, che mi aveva accompagnato fino ad allora, con la quale ho condiviso gioie e delusioni. E’ strano che parli così di un elemento naturale vero? Ma è la pura verità; quando inizi a praticare questo sport non sembra così importante, lo fai per passare il tempo, per conoscere altra gente, perché te l’ha consigliato il medico, ma dopo un po’ s’instaura con quell’ambiente, con quell’acqua un non so che di particolare, d’inspiegabile, inizi ad averne sempre più bisogno fino a non poterne fare a meno, diventa una dipendenza, un po’ come una droga. Inizi a voler sentire ogni giorno quell’odore di cloro appena entri in vasca che ti fa stare subito bene, che ti fa pensare: «Ah bene! Adesso metterò da parte tutti i pensieri e finalmente posso staccare dalla realtà». Credetemi è una sensazione stupenda! Si viene a creare un idillio, diventi un tutt’uno con l’acqua, e l’unica cosa che senti è il rumore delle tue bracciate e per il resto… silenzio.
Sì, è stupendo! Ma tutto questo per me è svanito. Tutto ad un tratto avevo un senso di ribrezzo, di fastidio e di rabbia. Non ne volevo sapere più nulla del nuoto, dei compagni di squadra, delle gare, delle medaglie. Tutto buttato all’aria, via, come se non riconoscessi più la vasca come casa mia, perché era casa mia! Al pensiero mi vengono le lacrime agli occhi, ma quel che è fatto è fatto e ora voglio solo sapere cosa farne della mia vita.
 
Mi chiamo Giulia, ho 18 anni, studio all’università, giurisprudenza più precisamente, e ho da poco smesso di praticare nuoto a livello agonistico. Abito a Firenze con i miei genitori e mio fratello Stefano, di 20 anni. Con lui è una continua lotta, pensa ancora che io sia una bambina indifesa che non sa badare a se stessa, ma non ha capito che da questo momento in poi voglio prendere in mano la mia vita e iniziare da capo.
Per quanto riguarda il nuoto, beh… i miei genitori sono stati i miei più grandi fan e mio fratello il mio manager. Per loro è stato uno shock quando ho detto di voler lasciare, avevo addirittura cambiato squadra e per questo motivo mi sono allontanata da casa per un anno e mezzo, ma credo che ciò abbia solo peggiorato le cose. Ero andata via nella speranza di riacquistare la voglia di nuotare, la voglia di fare bene e vincere, ma tutto ciò è durato poco, giusto il tempo che l’entusiasmo del cambiamento, di aver lasciato casa e di affrontare nuove avventure e esperienze sia svanito. Certo non nego che ogni dannata sera, prima di addormentarmi, non pensi alla decisione che ho preso, se sia stato un errore, se è stato tutto troppo affrettato, ma del resto era quello che mi sentivo di fare in quel momento e, messe da parte le discussioni e i pianti con la mia famiglia, non me ne pento ancora e ora sono abbastanza felice e ricomincio da qui per godermi tutto quello che mi sono persa in questi anni.