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Autore: Matilde di Shabran    18/12/2013    1 recensioni
Come la vita di una ragazza come tante può cambiare in una sera
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tonight '
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La gestazione di questa storia è stata lunga, più di sei anni, in cui si sono alternati momenti in cui scrivevo come una pazza, ad altri di totale abbandono dell'opera, ad altri ancora in cui avevo tutte le migliori intenzioni di impegnarmi nella scrittura, ma in cui la mia ispirazione latitava, obbligandomi a leggere e rileggere a vuoto sempre le stesse righe, portandomi frustrazione e dubbi sull'effettiva validità di quello che avevo scritto in precedenza.
Poi, ormai due anni fa, i ragazzi hanno annunciato che la band si sarebbe sciolta (e no, non li ho ancora perdonati XD), e dopo molti mesi in cui non avevo toccato questa storia, mi è tornata la voglia di riprenderla in mano con l'obiettivo di finirla.
Poi ci si è messa la laurea a limitare il mio tempo e la mia concentrazione e quindi una fanfiction sostanzialmente finita è rimasta ancora bloccata perché non potevo apportarvi le correzioni definitive. 


Ora, diventata da poco dottoressa, mi accingo a pubblicare con enorme gioia (più per me, che per voi lettori, immagino XD) supponendo che questa sarà l'ultima fanfiction che scrivo su di loro...

Ammetto di essere legatissima a questa storia, in cui ho voluto inserire alcuni personaggi che fanno parte della mia vita reale e a cui mi sono ispirata per creare dei personaggi fittizi modellati a loro immagine e somiglianza, sperando di riuscire a rendere l'idea di quanto siano delle persone che apprezzo e a cui voglio bene.
Ovvimente, avendoci messo tutto questo tempo a scriverla, la storia è cresciuta per me. Da quando ho scritto le prime righe, sono successe e cambiate tante  cose nella mia vita, sono cambiata io. Di conseguenza è cambiato il mio stile e anche molti aspetti della trama che ho cercato di descrivere. Alcuni pezzi sono stati aggiunti alla stesura originale, altri sono stati tagliati. Ho riscritto frasi, e cercato sinonimi ossessivamente, nella speranza di produrre un testo che fosse coerente sia stilisticamente che concettualmente. Insomma, ci ho lavorato tanto, volevo che venisse bene!

Una piccola pecisazione, prima di lasciarvi alla storia. 
Questa fanfiction può essere considerata come una storia autonoma, ma in realtà la sua vera conclusione sarà in due capitoli successivi. Due capitolo non uno conseguente all'altro, ma due diverse possibili conclusioni che io ho immaginato partendo da uno medesimo prologo.
In realtà, quando avevo originariamente concepito la trama, ero partita con uno solo di questi, ma poi, mentre scrivevo, ho pensato anche ad un'altra possibile conclusione, e ho voluto provare a metterla su carta. Una volta conclusa la stesura di entrambe, mi sono resa conto che entrambe le versioni mi sembravano adeguate a concludere la vicenda, e quindi ho deciso di tenerle e di pubblicarle tutte e due.

Pubblicherò un capitolo a settimana, ogni mercoledì, tendenzialmente la sera e gradirei molto conoscere le opinioni di voi che avrete la bontà di leggere. Quindi, recensite!

Buona lettura!

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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo

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"Dai, sbrigati!" strillò Viky scalpitando sull’uscio di casa, pronta per uscire.

"Devo proprio?" si lamentò Francesca "Questa mattina ho dato un esame! Sono stanca! Preferirei stare a casa!"

"Appunto! Hai dato un esame che è andato benissimo. Bisogna festeggiare!"

Era un caldo pomeriggio estivo e Viky era euforica per la recente apertura di un nuovo locale in cui voleva a tutti i costi trascinare a cena l’amica.

 

Flashback

 

"Certamente non sentirò la mancanza del clima. Sono partita da casa che diluviava, qui è uguale…" Questi furono i primi pensieri di Francesca, ventenne studentessa di lingue, appena toccato il suolo irlandese, dove avrebbe trascorso sei mesi di studio al fine di migliorare il suo inglese. Ad attenderla all’aeroporto c’era Victoria, che tutti chiamavano semplicemente Viky, una ragazza di Dublino con cui avrebbe condiviso l’appartamento. Le due si conoscevano già da qualche tempo: infatti la fondazione che aveva messo a disposizione la borsa di studio al vincitore del concorso svoltosi all’interno della sua facoltà, aveva organizzato il tutto con tale cura da premurarsi di far conoscere prima della partenza, tramite email, quello che sarebbe stato il futuro coinquilino. Durante le loro conversazioni virtuali, Viky le aveva dato l’impressione di essere un ragazza molto simpatica e socievole, anche se un tantino sbadata e caotica : “Speriamo sia una buona coinquilina…” pensava.

Si salutarono con un breve abbraccio e subito Victoria si offrì di aiutarla a spostare i bagagli. Francesca non poté rifiutarsi, erano talmente tanti e pesanti che da sola non sarebbe mai riuscita a trascinarli tutti in una volta fino all’auto dell’amica. Le pareva di essersi portata la casa intera, ma, d’altra parte, non avrebbe potuto fare altrimenti, da lì a metà ottobre ci sarebbero stati due cambi di stagione e poi abiti per ogni occasione, scarpe, trucchi, accessori, libri, il portatile, e ancora abiti, scarpe, accessori, e abiti, e abiti…

 

Appena sedutesi in auto Viky le confessò una “fondamentale riflessione”: "ti immaginavo più bassa". Entrambe proruppero in una fragorosa risata: "scusa se te lo dico" proseguì "ma vedendo una foto che mi hai mandato in cui sei con le tue amiche, alcune sembrano dei giganti! "

"È vero " rispose faticando non poco a trattenersi dalle risate "alcune mie amiche sono davvero molto alte e io sono un po’ complessata nel loro confronti."

In realtà i complessi di Francesca erano immotivati, la sua statura si aggirava attorno ad un normalissimo metro e settanta. I lunghissimi capelli biondo-rossicci, che tuttavia amava tingere di nero, incorniciavano un viso dalla carnagione bianchissima, che si arrossava rapidamente qualora si trovasse in imbarazzo, illuminato da splendenti occhi azzurri. Victoria, invece, era più piccolina di statura, capelli ricci rosso fuoco (palesemente tinti), occhi scuri e lentiggini.

 

Durante i primi giorni di permanenza in Irlanda Viky si prodigò nel far conoscere la città alla nuova amica, soffermandosi maggiormente sui locali in cui avrebbero trascorso le serate che sui monumenti da vistare. Questo non rendeva Francesca entusiasta, infatti, pur non disdegnando affatto il divertimento assieme ad una buona compagnia di amici, non sentiva l'assoluta necessità di dover per forza far tardi tutte le sere. Da ragazzina, i suoi genitori non si erano mai trovati costretti ad imporle un orario massimo di rientro dalle sue uscite, visto che raramente rincasava dopo l'una e che le sue serate con le amiche, di solito, si concludevano intorno alla mezzanotte. Era più attirata dalla cultura, dal teatro, dalla musica classica che dalle discoteche che usava definire “scatole rumorose dove non si può parlare”.

 

Fine del flashback

 

"Dai, su!" disse, piombando nella stanza di Francesca e, aprendo l’armadio, ne estrasse un abitino nero a fiori bianchi "metti questo!"

"Ma dobbiamo andarci proprio oggi?"

"Sì, mio cugino ha già prenotato!"

"Insomma, mi hai incastrata…"

"Dai, lo so che stai morendo dalla voglia di conoscerlo, anche se sei troppo timida per domandarmi qualcosa!"

Francesca non rispose, ma la guardò perplessa, non riuscendo a capire per quale assurdo motivo dovesse essere tanto ansiosa di conoscere questo suo cugino…

 

   
 
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