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Autore: metaldolphin    19/12/2013    3 recensioni
In cucina ci vuole talento e Zoro sa bene di non averne.
Ma, vedendo Nami, scopre modi alternativi di selezionare gli ingredienti.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Comunque insieme'
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Aveva ragione il cuocastro.
 Lui, di ingredienti, non ci capiva molto.
 Anzi, per essere proprio sinceri, non ci capiva proprio nulla.
 
Allungato sull’erba del singolare ponte-giardino, con le mani a reggere la nuca, Zoro dovette ammettere, almeno con sé stesso, che Sanji aveva avuto tutte le ragioni del mondo per deriderlo: in cucina era proprio negato.

 Il movimento di Nami, che si sdraiò a leggere il quotidiano poco distante, lo distrasse, poi lo fece ricredere sui pensieri appena fatti. Perché sapeva benissimo di quali ingredienti fosse fatta la Navigatrice.

 Erano di mandarino dolce e profumato, i capelli che rilucevano al sole del primo pomeriggio.
 Poi c’era il burro morbido delle sue forme sinuose e la pelle fatta di latte candido.
 C’era il peperoncino, rosso e passionale, piccante come certi suoi modi di fare e il pepe, che la rendeva irritante a chi le stava intorno, ma non mancava il limone di quando tirava fuori tutta l’acidità di cui era capace.
 Poteva essere anche dolce come la panna montata e quando era imbarazzata, le sue guance erano fatte di fragola.
 Sapeva essere tenace e chiusa come un’ostrica, ma soltanto per preservare intatto il suo afrodisiaco contenuto.
 All’occorrenza era amara come il cardo e spinosa come un carciofo, inebriante come dell’ottimo vino rosso e spietata come una bottiglia di buon whiskey bevuta per intero al chiaro di luna.
 Piacevole come il cioccolato fondente, pastosa come il miele e rigenerante come un boccale di birra fredda in una calda giornata estiva.
 
Ma la cosa più importante di tutte era la sensazione che gli dava, dopo un violento scontro, quando la vedeva salva: acqua limpida in pieno deserto.


Sentendosi osservata, Nami si voltò a guardarlo con aria interrogativa, sgranando gli occhi quando gli vide passare, con fare sensuale, la lingua sulle labbra: ma a che pensava lo Spadaccino?
Lo vide rimettersi in piedi, afferrare le spade ed avvicinarsi a lei con il passo coordinato e sicuro di chi conosce ed allena il proprio corpo in maniera intensiva.

 Nami sapeva bene che per Zoro non era una questione estetica, ma di concreta funzionalità: gli serviva un corpo affidabile, potente e coordinato per raggiungere il suo sogno e per svolgere al meglio il suo ruolo in Ciurma.
 Ciò non toglieva alla Navigatrice il piacere di guardarlo a torso nudo, rimanendo a fissare quella figura torreggiante su di lei, anche se, essendo lo Spadaccino in controluce, l’ombra sul viso non le permetteva di leggere bene la sua espressione.
-Zoro… cos’hai?
-Ho fame…- iniziò a spiegare lui.
-Va’ in cucina e chiedi a Sanji…- iniziava ad indispettirsi: ma che discorsi faceva quell’idiota?
-… di te.– concluse Zoro col suo tono basso e profondo.
 Un brivido, che non era di freddo né di paura, attraversò la ragazza, mentre gli rispondeva con un sorriso e portava la lingua tra le labbra, formando una smorfia, la versione sexy di quelle che, quasi giornalmente, gli riservava.
 Poi sentì circondarsi dalle braccia forti ed un morso leggero le segnò il collo appena sotto l’orecchio, libero dai capelli, legati in una ferma coda.
-Portami in cabina, sta venendo appetito anche a me.- gli sussurrò con una certa dose di malizia all’orecchio, scoppiando a ridere subito dopo, sentendosi sollevare senza sforzo su di una spalla.

 Adesso i suoi occhi vedevano il mondo sottosopra, dalla schiena abbronzata, e il panorama dei suoi glutei sodi, ancora nascosti dai pantaloni scuri, e non resistette alla possibilità di posargli una bella pacca decisa, a palmo aperto, scatenando in lui una lieve protesta.

Guardò scorrere sotto i suoi anfibi neri il prato, poi il pavimento di legno e le scale, fino a che Zoro dovette fermarsi un attimo alle energiche proteste di Sanji, presto sorpassato con nonchalance e a cui, dalla sua singolare posizione, Nami soffiò un lieve bacio dalla punta delle dita, per calmare quella gelosia che ancora si ostinava a mostrare; l’espediente funzionò e il Cuoco svenne in un copioso zampillo di sangue dal naso e le mani strette al petto.

Poco prima di arrivare in camera della Navigatrice, incrociarono il piccolo Chopper, a cui raccomandarono di andare a vedere cosa avesse Sanji, ancora svenuto sul pavimento.
Quello li guardò con gli occhioni sgranati, poi la penombra della camera delle ragazze li accolse e non si curarono più del resto della Ciurma: avevano gli ingredienti necessari per portare avanti la loro personalissima ed esclusiva ricetta.
   
 
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