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Autore: Flam92    19/12/2013    0 recensioni
La cosa veramente importante è quello che c'è dietro ai regali. Sono le cose non dette che vi si celano a renderli speciali. E questo che hai appena definito una cosa da nulla, è speciale tanto quanto la persona che me l'ha regalato e per me vale più di molte altre cose.
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Questa storia partecipa al Contest Natalizio del gruppo Facebook "Efp Madness".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Rubo questo piccolo spazio per specificare che la storia partecipa al Contest Natalizio del gruppo Facebook Efp Madness"

Sono stufa marcia dei miei genitori che mi guardano con disprezzo per quello che faccio, per via della strada che ho deciso di intraprendere. È giunto il momento che io me ne vada da qui e prenda un aereo che mi porti dove vorrei, in quella lontana terra che ho sempre voluto visitare, in cui ho sempre voluto vivere. Pensò Amethyst mentre prendeva le ultime cose e le infilava in una sacca.
Aveva confessato ai suoi genitori il desiderio di partire e andarsene. Per sempre. A lungo avevano protestato, e un po' per il dispiacere un po' per altri motivi, era rimasta. Ora, dopo anni, stava riuscendo nel suo intento.
Caricò i bagagli sul taxi e chiese al conducente di portarla all'aeroporto. Si era portata via un sacco di valigie, sacche e borse, ma pagare le tasse extra non comprese nel biglietto aereo non era stato un problema: i soldi, nella sua famiglia, non erano mai mancati, e quella era forse l'unica cosa buona che aveva ereditato. I suoi genitori non le avevano bloccato le carte di credito, e l'avevano finalmente lasciata volare libera dalla gabbia che le avevano costruito intorno.
Amethyst voleva diventare una mangaka di successo, e sebbene avesse seguito diversi corsi per fumettisti, avesse studiato il giapponese, e avesse scritto e disegnato diverse storie, nessuno l'aveva mai appoggiata veramente. Il posto migliore per sfondare era la patria del manga: il Giappone. Ed era proprio lì che si stava dirigendo.

Atterrò in una fresca giornata d'autunno, chiamò un taxi e si diresse all'hotel in cui aveva prenotato una stanza per una settimana. Avrebbe cercato casa in quel breve periodo, sperando di riuscire nel proprio intento. Si lasciò trasportare dalla bellezza della città di Nara, e visitò subito il famoso parco in cui i cervi vivevano liberi.
La sera si collegò su Skype e attese la videochiamata di Alexander.
Alexander era un giovane illustratore di copertine Inglese, che aveva conosciuto anni addietro al Comicon di New York. Da allora era iniziata un'amicizia a distanza che nonostante tutto si era fatta profonda. Non erano una vera e propria coppia, erano più una specie di migliori amici, ma per quel Natale avevano in programma qualcosa di speciale.
“Ciao piccola.” la voce profonda e dolce del ragazzo fece affiorare un sorriso sul volto di Amethyst.
“Ehi! Come va?”
“Mah, il solito. Tu invece? Tutto bene il volo?”
“Benissimo, temo che però fra poco cadrò preda del jet-lag.”
“Bè allora ti saluto, dormi e goditi la tua nuova vita. Ci sentiamo fra qualche giorno.”
“Okay, ciao Alex. Ti aggiornerò appena troverò casa!”
“Certo, buona notte.”
“Grazie.”
Chiusero la chiamata ed Amethyst spense il pc. Stanca e sopraffatta dalla mancanza di adrenalina, che si era dileguata a tradimento circa una mezzora prima, infilò il pigiama e si immerse sotto le coperte.

Amethyst trovò alloggio in una villetta non molto distante dal Parco di Nara. Era su un piano solo, aveva una piccola mansarda nel sottotetto e disponeva di una cantina. Il giardino era ampio e con svariate piante e fiori. La ragazza passò vari giorni a disegnarne ogni più recondito angolo presa dall'entusiasmo. Poi fu il momento di cercarsi un lavoro. Mostrò i suoi disegni e le sue strisce in ogni dove, persino il suo unico fumetto completo, ma non fu facile per lei che era americana, trovare un lavoro come mangaka. Iniziò però a pubblicare alcune strisce e tavole su varie riviste Giapponesi, grazie ad una fortuita coincidenza. Lo stipendio era al minimo salariale, ma la ragazza non poteva essere più felice.
Venne poi l'inverno e Natale si avvicinava. Alex sarebbe venuto a stare da lei di lì a pochi giorni.
Stava riordinando casa e facendo le pulizie quando le squillò il cellulare.
Rispose in un giapponese quasi impeccabile a quell'editore che le chiedeva se era disposta a fare un colloquio il mattino successivo. Accettò e assaporò il momento: qualcuno aveva preso seriamente in considerazione l'idea di pubblicare il suo lavoro compiuto, un manga Shonen ambientato in un'epoca medievale fittizia con due protagonisti, un cavaliere ed una strega, che vivono diverse avventure per salvare il loro mondo.
Quella sera Amethyst diede la buona notizia ad Alex, che l'accolse con un sorriso raggiante e le fece i suoi più sentiti auguri.

Il colloquio andò bene, secondo le stime della giovane, e colta dall'ispirazione, buttò giù il seguito di una nuova storia che aveva iniziato a scrivere e disegnare. Alex sarebbe arrivato l'indomani, la piccola stanza per gli ospiti, che disponeva di un letto, un comodino e un piccolo armadio, era pronta, e il frigorifero ben rifornito. Nonostante fosse tutto a posto, Amethyst si sentiva leggermente in ansia. Ritornò con la mente ad una conversazione avuta con Alex qualche tempo prima.

E dimmi, con quella scrittrice con cui hai iniziato ad uscire, come si chiama? Ah sì, Helen! Come sta andando con Helen?” aveva chiesto un giorno parlando del più e del meno.
Insomma, intellettualmente parlando non è male, è molto intelligente e brillante, e stare con lei mi piace, ti avevo già detto che al nostro primo incontro per la copertina del suo libro l'avevo trovata una persona graziosa e che la sua compagnia era gradevole. Però..”
Però?”
Non saprei, con lei non mi sembra mai di essere completamente a mio agio, cosa che con te mi riesce benissimo, ad esempio. Ma cambiamo discorso, è meglio.”
Aveva cercato di sviare e Amethyst credeva di averlo visto arrossire attraverso la webcam del suo laptop.
Non vuoi parlarne? Sembravi così entusiasta all'inizio, magari è solo un periodo brutto, sai per via di tuo fratello..”
Quell'incidente non centra nulla, Amethyst, credimi. Penso che la lascerò, per quanto mi spiaccia per lei, e perchè è davvero una brava ragazza. Ma la donna che cerco mi sta aspettando da qualche altra parte nel Mondo, l'ho capito solo ora.”
E così erano passati a parlare d'altro.

Ora, riflettendo su quell'ultima frase, Amethyst iniziava a chiedersi se quella donna da qualche parte nel Mondo non fosse proprio lei. Lei stessa ammise che in effetti Alexander era un tipo niente male, e che con lui, forse perchè era al di là di uno schermo LCD per quasi tutto l'anno, poteva davvero essere sé stessa, sempre. Gli piaceva parlare con lui, di qualsiasi cosa, e quelle rare volte che riuscivano a incontrarsi il cuore le martellava forte nel petto all'idea che l'avrebbe rivisto, ed era sempre al settimo cielo. Non aveva mai avuto un ragazzo se non per pochi mesi, non riusciva a trovare nessuno adatto a lei. A pensarci meglio, nessuno l'aveva mai fatta stare bene tanto quanto Alexander. Che sotto quell'amicizia a distanza si nascondesse davvero qualcosa di più?

Arrivò quindi il giorno di Natale. Alex era atterrato in una piovosa giornata di dicembre, a metà pomeriggio del ventitrè di quel mese così freddo e nevoso nel suo Paese d'origine. Chiamato un taxi, si era fatto portare con quei pochi bagagli che aveva appresso, alla piccola ed accogliente villetta dove viveva Amethyst. Al caldo e all'asciutto, si era immerso nella sua enorme tuta casalinga e aveva sorbito un ottimo the nero giapponese appollaiato sul divano di fianco alla giovane donna, che gli stava mostrando i suoi ultimi lavori. Una strana atmosfera permeava l'ambiente, e solo quando furono andati a letto ognuno nella propria stanza svanì.
Ora, seduto ad un tavolo per due di fronte ad Amethyst, tamburellava sul legno in attesa che arrivasse da mangiare. Erano andati a cena in un ristorantino che per l'occasione aveva allestito il salone con tavoli singoli, con fiori a centro tavola e a lume di candela, per le coppie che si incontravano per il Natale, che lì in Giappone era come una specie di secondo San Valentino*. Un leggero profumo di fiori di pesco permeava l'ambiente. Amethyst ed Alexander avevano portato ognuno un pacchetto coi regali, che avrebbero aperto finita la cena. Il giovane vestiva con dei semplici jeans, una camicia azzurra e una giacca blu coperta da un soprabito sobrio. La ragazza, invece, indossava uno splendido abito da sera con scollo a V sulla schiena e spacco che partiva a metà coscia, color porpora e in coordinato con borsa e delcolletè dal tacco non troppo alto. Una collana di perle e un bracciale d'oro in pendant con gli orecchini impreziosivano il trucco elaborato ma soft, che le esaltava gli occhi violetti e le labbra morbide e carnose. Alexander perse un colpo al cuore quando la vide uscire dal bagno, così bella ed elegante, pronta ad indossare il suo giaccone.
“Sei nervoso?” chiese Amethyst distogliendo il ragazzo dai suoi pensieri.
“No, ho solo fame.” le rispose sorridendo.
Certo che era nervoso! Cercò di non badarci per tutta sera e di godersi la cena.
Anche la ragazza faticava a stare tranquilla, d'altro canto erano circondati da fidanzatini più o meno felici e che si comportavano come delle normali coppie: gesti d'affetto, parole dolci.. e poi c'erano loro, che non erano solo dei semplici amici. La sera prima Amethyst era crollata nel sonno abbracciata ad Alexander, che a sua volta si era addormentato poco dopo. Al mattino, si erano svegliati coi volti talmente vicini da sfiorarsi, il tutto nell'imbarazzo generale.
Finirono di mangiare e dialogare allo stesso tempo. Alexander prese a torturarsi la manica della camicia, Amethyst il bracciale o la collana, a seconda del momento. Alla fine si decise e porse il suo regalo al giovane, non senza difficoltà dato che era abbastanza ingombrante.
“Ecco, prendi anche il tuo. Aprilo prima tu.”
“Okay.”
Scartò il pacchetto badando a non strapparlo troppo, e rimase piacevolmente sorpresa nel vedere che conteneva un album da disegno con copertina rigida illustrata da Alexander. Sulla parte davanti spiccavano i due personaggi del manga che aveva scritto, la strega e il cavaliere, leggermente rivisitati per somigliare a loro due. Sul retro un ritratto di Amethyst che Alexander aveva fatto una delle prime volte che si erano visti. Era chiuso da un laccetto elastico fissato in modo tale da tenere in sede anche una matita da disegno.
La ragazza rimase senza fiato, quelle illustrazioni erano semplicemente stupende, con quei colori così brillanti, e le era piaciuta davvero molto l'idea dell'album in sé.
“Allora? Ti piace?”
Alzò lo sguardo sul giovane uomo di fronte a lei, sorridendo a trentadue denti. “E' stupendo!”
Alexander tirò un sospiro di sollievo: “Meno male! Sai, non sapevo davvero cosa prenderti, e temevo che potessi non gradire la copertina..”
“E' meravigliosa, davvero.” allungò una mano a stringere quella del ragazzo, sul tavolo.
Rimasero così un istante, poi gli intimò di aprire il suo regalo.
Forse dal pacchetto si era già intuito cosa potesse essere, ma sperava che la scatola in anonimo cartone avrebbe mascherato a sufficienza il contenuto.
E così fu: Alex proruppe in un'esclamazione meravigliata quando si ritrovò per le mani una riproduzione perfetta di Narsil, la spada impugnata da Elendil e in seguito riforgiata per Aragorn ne “Il Signore degli Anelli”.
“Amethyst è.. è fantastica! Davvero, grazie! Ti sarà costata un occhio nella testa, non dovevi.. Al confronto il mio regalo è una cosa da nulla.”
“No ti sbagli. Non importa quanto l'abbia pagata, sapevo dove cercare e m'è costata anche meno di quanto mi aspettassi se devo essere sincera. Ma la cosa veramente importante è quello che c'è dietro ai regali. Sono le cose non dette che vi si celano a renderli speciali. E questo album che hai appena definito una cosa da nulla, è speciale tanto quanto la persona che me l'ha regalato e per me vale più di molte altre cose.”
Si stupì quasi anche lei nel sentirsi pronunciare quelle parole, così sincere nella loro spontaneità. Alexander rimase a bocca aperta, ancora in piedi dopo aver aperto il suo regalo. La guardò negli occhi arrossendo e vedendola fare lo stesso. Il suo cuore traboccò, era lei la donna nel Mondo che stava aspettando, l'aveva capito quando frequentava Helen e ora riconfermava ciò che il suo cuore già sapeva. Appoggiò al tavolo la scatola contenente la spada e si chinò a baciare Amethyst.
Se ne pentì quasi, temendo di aver agito troppo precipitosamente. Interruppe il bacio e la guardò negli occhi, temendo un rifiuto nonostante quelle parole in cui aveva scorto della speranza.
“Io...scusami, forse ho interpretato male quello che hai detto poco fa e ho agito impulsivamente.”
“Dovrei scusarti per questo, forse?” e stavolta fu lei a baciarlo.
Il ragazzo ringraziò il cielo, Dio o chi per essi: ci aveva visto giusto.
Presero le loro cose, pagarono il conto e tornarono a casa. Amethyst decise che era ormai inutile che Alex occupasse la stanza degli ospiti, e lo invitò a dormire con lei.
“Ero io quella ragazza da qualche parte nel Mondo a cui alludevi quando stavi per troncare con, aspetta come si chiamava? Hanna, Ella..ah no, Helen! Ero io, quella che stavi aspettando, non è vero?”
“Non ti entra proprio in testa quel nome eh?” rispose ridendo, ma evitando la vera domanda che gli era stata posta.
“Temo di no. Comunque non mi hai risposto.” posò un bacio sulle labbra del giovane. “Ero io?”
“Cosa importa? Potrei averlo detto così a caso. Ero in una mezza crisi di coppia, dopotutto.”
“Non ci credo. E comunque importa. Perchè sotto sotto, credo di aver intuito qualcosa quel giorno..”
“Sì. Eri proprio tu, Cassidy 'Amethyst' O'Connel. Ho capito in quell'istante di amarti e da allora ti amo, anche se non ho mai preteso nulla in cambio.”
“E io, Alexander Mills, l'ho capito chissà quanto tempo dopo che valeva la stessa cosa per me, ma solo oggi me ne sono resa conta davvero di quanto grande fosse l'affetto che provavo per te.”

“Solo affetto?”
“Fino ad oggi. Ma le cose possono cambiare. E oggi è un bel giorno per i cambiamenti. Quindi quell'affetto, oggi, alla luce dei fatti, si trasformerà in amore.”
“E dato che oggi è un bel giorno per i cambiamenti, chiederò il trasferimento. Ora che ti ho trovata, che ti ho trovata davvero, non voglio perdermi un solo istante della vita che mi aspetta insieme a te.”
Si baciarono. Fecero l'amore. Restarono abbracciati a godere l'uno della presenza dell'altro fino a quando crollarono dal sonno, sapendo in cuor loro che avrebbero passato il resto della loro vita così: insieme.



N.d.A.


*In Giappone le religioni più diffuse sono il Buddhismo e lo Shintoismo, e i Cristiani sono solo una debole minoranza (tipo 2-3%). Nonostante ciò, nel periodo natalizio vengono accese le luminarie, che vengono smantellate subito dopo il 25/12, e vige la tradizione dello scambio dei doni. A differenza dei Cristiani, però, i Giapponesi non scambiano i doni fra amici, parenti e chi più ne ha più ne metta, ma solo fra partner, e spesso le coppie si riuniscono per una cena romantica la sera del 25.

Okay, prima storiella un po' fluffosa che scrivo, perchè sì insomma ogni donna in realtà è un'inguaribile romantica XD
Niente da aggiungere, se non che è stata dura scriverla, ha visto ben 3 stesure di cui una cestinata in tronco XD L'unica cosa fissa era la protagonista, Amethyst, mi piaceva un sacco l'idea di un nome così e anche il suo background è rimasto fisso in tutte le stesure. Come citato nell'introduzione, questa storia partecipa al Contest Natalizio del gruppo di Efp Madness, di cui vi lascio un link nel caso in cui voleste iscrivervi ;) 
https://www.facebook.com/groups/efpMadness/?fref=ts
Vi invito a lasciare una recensione sperando davvero che qualcuno lo faccia, che sia essa positiva o meno non mi importa, le critiche costruttive sono sempre ben gradite!
Baci,
Flam.

  
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