Poi il buio totale
Si ritrovò su una dura branda, anonime lenzuola bianche, pulite, candide, disteso e il suo primo pensiero fu: "Cazzo,me lo aspettavo diverso l'inferno!". Si guardò intorno, oltre alla branda in quella piccola stanza c'erano solo dellle scarne mura rassomiglianti a quelle di antiche case abbandonate e non curate da troppo tempo e una porta di legno massiccio con sopra strane incisioni, forse era arabo, assomigliava tanto agli antichi geroglifici che aveva già visto a scuola forse... La maniglia si spostò e la porta si aprì. Da lì dentro uscì un uomo grosso, sulla quarantina, brizzolato, con due occhi verdi profondissimi, ma la cosa che saltava più all'occhio era la sua cicatrice,un enorme segno che partiva da dietro l'orecchio ed arrivava sotto l'occhio. Portava stampato il sorriso di un naufrago che scopre d'essere vivo ma su un'isola deserta.
"Ben svegliato compare" aveva la voce roca e graffiata di un accanito fumatore di Pall Mall, aveva lo sguardo fisso nei suoi occhi.
"Lei è, ehm.. il si..gnor Lucifero?" disse il ragazzino accorgendosi subito della domanda stupida e impertinente che gli aveva posto; certo che era lui, e chi se no?.
Quell'espressione che prima era un anonimo sorriso quasi strozzato ora era diventata una grossa e rumorosa risata. "No, bello mio. Il mio nome è Wolf,Claude Wolf; e tu non sei all'inferno, anche se questa baracca ci assomiglia molto. Sei a Forte Marmi, e sei con noi!".
"Ehm.. Piacere, il mio nome è Marco. Mi scusi la maleducazione, ma cosa ci faccio io qui? E come è possibile che sono ancora vivo?".
"Ti dirò tutto più tardi; ora riposa che quel proiettile ti è entrato molto infondo".
Il proiettile, la ferita, fino ad allora a Marco tutto quello era passato di mente. Possibile che non gli facesse male? Si tastò sotto la camicia ancora sporca, e sentì solo le bende elastiche. "Lei mi ha salvato?".
"Dammi del tu, sembro vecchio sì, ma più o meno siamo coetanei. Comunque no, non sono stato io,è stato il dottor Wilson. Ora dormi, a tutto questo penseremo più tardi,tanto ce n'è di tempo...". Il signor Wolf, o meglio, Claude aveva ragione; Marco aveva ancora bisogno di riposare. Si distese e chiuse gli occhi. In parte era sollevato: era vivo e vegeto; ma cosa lo aspettava? Pensava solo a quello e immaginava cosa sarebbe potuto succedere il giorno dopo. Sentì Claude chiudere la porta e da lì il sonno prese il sopravvento sulla sua fremitante curiosità
"Dammi del tu, sembro vecchio sì, ma più o meno siamo coetanei. Comunque no, non sono stato io,è stato il dottor Wilson. Ora dormi, a tutto questo penseremo più tardi,tanto ce n'è di tempo...". Il signor Wolf, o meglio, Claude aveva ragione; Marco aveva ancora bisogno di riposare. Si distese e chiuse gli occhi. In parte era sollevato: era vivo e vegeto; ma cosa lo aspettava? Pensava solo a quello e immaginava cosa sarebbe potuto succedere il giorno dopo. Sentì Claude chiudere la porta e da lì il sonno prese il sopravvento sulla sua fremitante curiosità