Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Holkay    19/12/2013    6 recensioni
Si chiamava Harry, l’avevo scoperto una sera grazie al suo amico biondo che entrò e gridò per richiamare la sua attenzione.
Era sempre ricurvo sui fogli di quella agenda, con la penna stretta tre le sue lunghe dita.
Scriveva. 10, 100, 1000 pagine a sera.
Holkay xx
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Da quel maledetto sabato sera passò quasi un'intera settimana, nella quale la mia vita sembrava perdere senso minuto dopo minuto, il mio sorriso affievolirsi ancora di più, proprio come quella sera al bar.
La routine era sempre la stessa.
Casa, bar, casa.
Non facevo nient'altro, se non fosse stato per il lavoro non avrei neanche parlato con nessuno.
Ogni giorno aprivo quella saracinesca con una speranza dentro di me, che con il passare delle ore spariva, facendo spazio alla consapevole.
Harry non solcò la soglia di quel locale, non lo fece per nessuna di quelle sere.
Fin dal martedì, quando non lo vidi occupare il suo solito posto, realizzai che non sarebbe mai tornato, o almeno non a breve.
Iniziai a perdere le speranze, ad auto-convincermi che dovevo togliermelo dalla testa, dovevo andare oltre.
Stavo rovinando la mia sanità mentale per colpa dei suoi giochetti psicologici e del suo essere misterioso che, arrivata a quel punto, mi aveva scocciato.
Non potevo abbattermi così per un semplice ragazzo, del quale sapevo poco e niente.
Ero giovane ed avevo tutta la vita davanti ai miei occhi.
Di “Harry” ne sarebbero passati tanti, qualcuno si sarebbe fermato, qualcun' altro no, ma la mia vita doveva continuare.
Quella domenica sera avevamo lavorato poco, ma io mi sentivo stanca.
Non avevo dormito molto in quelle notti.
Emma era riuscita a darmi la carica giusta per lavorare nei giorni precedenti, ma quella sera non c'era verso di non farmi accasciare, ogni momento che potevo, sullo sgabello della cassa.
Quando uscirono gli ultimi clienti dal bar un brivido mi percorse la pelle, facendomi stringere nelle spalle.
Mia ti senti bene? Sei pallida disse guardandomi la mia amica.
Mi voltai verso lo specchio che era posto dietro le mensole portabottiglie ed effettivamente il colorito sul mio viso era quasi sparito, i miei occhi erano contornati da scure ombre e le iridi lucide.
Sono solo un po' stanca bisbigliai con un filo di voce tornando ad abbandonarmi sullo sgabello.
Emma annuì senza fare commenti ed uscì dal bancone.
Torno dopo qualche minuto, che io avevo passato a fissare il vuoto, con alcuni bicchieri sporchi tra le mani.
Li posò nel lavandino e mi sfiorò la spalla facendomi sussultare anche se fossi consapevole che era stata lei.
Vai a casa Mia, chiudo io stai tranquilla mi disse accarezzando la pelle appena scoperta dalla maglietta a maniche corte.
Alzai il volto verso il suo e senza pronunciare parole mi portai nel retro, ripresi le mie cose ed uscii dal bar per dirigermi a casa.
Il vento che mi colpiva non era troppo freddo, ma io tremavo, talmente da battere i denti in bocca.
Mi avvolsi meglio nel cappotto e cercai di raggiungere casa mia il più velocemente possibile.
Appena misi piede nell'appartamento il mio primo pensiero fu il letto, dovevo dormire, ne sentivo il bisogno.
Mi spogliai celermente, infilandomi la tuta che usavo come pigiama.
L'avviso di un messaggio echeggiò dalla tasca della giacca che avevo lasciato sul divano.
Tornai indietro e lo recuperai.
Emma si preoccupava per me, sapeva che ero sola a casa e voleva assicurarsi che stessi bene; mi chiese di misurare la febbre e così feci.
38.5, questo era il numero che il display del termometro faceva lampeggiare sotto i miei occhi stanchi.
Avvisai la mia amica che mi disse di non preoccuparmi e di riposarmi.
Struscia i piedi sul pavimento fino alla camera da letto per poi accucciarmi nel letto, avvolgendomi nel piumone.
Avrei passato lì il giorno seguente.

 

•••

 

Era il secondo giorno che passavo chiusa in casa in compagnia dei miei microbi, mi ero imbottita di medicinali e per fortuna mi sentivo già meglio.
Al lavoro sarei ritornata il mercoledì, Emma non poteva stare troppi giorni a stretto contatto con Anthony ed io non potevo stare troppi giorni a stretto contatto con i miei pensieri.
Avevo praticamente visto tutto in televisione e finito di vedere tutte le puntate delle mie serie televisive in streaming.
Era ormai sera, mi abbandonai sul divano dopo aver cenato ed iniziai a leggere un libro che avevo trovato in casa.
Non sapevo cosa fare, non avevo mai tanto tempo libero e quel po' che avevo era già ben organizzato.
Quella febbre mi aveva destabilizzato anche mentalmente.
Emma in quei due giorni passava ogni attimo libero a casa mia, non so se volesse mischiarsi il virus oppure stare lontana da Anthony almeno per qualche ora.
Lui non aveva un appartamento in città, o meglio ce l'aveva ma ora ci vivevo io e quindi Emma era stata obbligata ad accoglierlo sul suo divano letto.
Dividere la casa con un ex non è una situazione nella quale ci si vorrebbe trovare.
La mia amica mi aveva sommerso di cioccolato durante le sue visite e qualsiasi altra cosa le chiedevo me lo portava nella pausa.
Era venuta prima dell'apertura del bar, si era assicurata che avessi tutte le medicine e mi aveva salutato dicendo che ci saremmo viste la sera.
Arrivai quasi a metà libro quando il campanello di casa suono, una sola volta.
Strano” pensai.
Emma annunciava sempre con una gran fanfara il suo arrivo, forse aveva le mani occupate da qualche altra leccornia.
Mi alzai lentamente, spostai la coperta doppia in lana che mi teneva calda e lasciai il libro aperto a testa in giù contro la pelle del divano per fermare la pagina alla quale ero arrivata, non sapevo mai che fine facevano i miei segnalibri.
Mi strinsi nelle spalle, facendo strusciare il cappuccio della felpa enorme che indossavo contro le guance e trascinando le calde pantofole sul pavimento, arrivai con calma alla porta.
Aprii direttamente senza domandare chi fosse, dato che ero sicura di trovare la figura della mia amica dall'altra parte della porta.
Quando lo scuro legno fu fuori dalla mia visuale il cuore si bloccò e per la prima volta nella mia vita ebbi paura che un infarto mi stesse colpendo.
Avevo i capelli raccolti in uno chignon arruffato, dal quale spuntavano varie ciocche ribelli di capelli, un'enorme felpone a riscaldami il busto, la tuta larga di color grigio scambiato e le mie pantofole invernali con gli orsetti sopra; per non parlare della mia faccia che era un completo disastro, senza un filo di trucco, torturata dallo stato influenzale e davanti a me si propinava lo statuario ragazzo del quale ero follemente innamorata.
Sgranai gli occhi nel vederlo davanti alla mia porta.
Mossi freneticamente le mani sul mio corpo, tirai giù la felpa, aggiustai qualche ciocca di capelli guardandolo.
H-Harry” balbettai alzando gli angoli delle labbra per formare un grande sorriso.
Mi sarei aspettata tutti tranne lui, lì, in quel momento.
Ciao Mia, come stai?” domandò sorridendomi, rimanendo sul suo posto.
Potrebbe andare meglio” abbozzai una risata per poi spostarmi di lato per fargli capire che poteva entrare in casa.
Ringraziai mentalmente mia madre dell'abitudine che mi aveva inculcato “Tieni sempre sistemato in casa, non si sa mai chi può venire” ripeteva fin dai primi anni della mia adolescenza e per fortuna quel giorno avevo seguito il suo consiglio.
Tranne per il divano e per la mia persona.
Vuoi qualcosa?” respirai prima di poter parlare seguendo Harry che era già arrivato a metà del mio salone.
Non riuscivo a crederci.
Lui in casa mia, senza che l'avessi invitato ed era più bello che mai.
Un maglione color sabbia gli avvolgeva le spalle e l'addome piatto, sui polsini spuntavano delle maniche bianche, forse di una seconda maglia che portava sotto.
A coprirgli le gambe i suoi soliti e tanto amati jeans neri, strappati qui e lì e ai piedi gli stivaletti neri lucidi in pelle.
Sì grazie, un thé” mi rispose dopo essersi fatto osservare per bene.
Sul suo viso regnava quel perenne sorrisino che a me incantava tanto.
Fino a qualche giorno prima,ora prima, avevo provato qualsiasi sentimento e sensazione nei suoi confronti.
Odio, disprezzo, rabbia, indifferenza, aggettivi che erano stati associati al suo nome, ma appena avevo incrociato i suoi occhi beh, tutto era scomparso ed era rimasto solo il cuore a mille e lo stomaco sotto sopra.
Prese posto su una sedia intorno al tavolo mentre io silenziosamente misi il bollitore sul fuoco.
Tentennai qualche attimo, non sapevo se dovessi restare lì a fissare l'acqua oppure andare da lui.
Aspettai qualche secondo e poi mi diressi da lui.
Mi torturai le mani tra loro, non sapevo cosa dire, cosa fare, come comportarmi; insomma era sparito per un'intera settimana e poi si era presentato davanti la mia porta.
Aspettavo Emma” esordii così per iniziare il discorso e me ne pentii subito; sembrava l'avessi detto perché non mi aveva fatto piacere la sua visita, ma non era così.
Iniziai a mordicchiare l'interno del mio labbro in maniera nervosa.
Sì lo so, ma al bar c'era ancora tanta gente. Le ho chiesto di te, mi ha spiegato che avevi la febbre e così sono venuto a trovarti” spiegò lui, ovviamente la mia preoccupazione era stata vana, inutile, perché lui non aveva colto il senso sbagliato.
Oh, grazie” gli feci un sincero sorriso, guardandolo dolcemente e mi sedetti accanto a lui in attesa che l'acqua bollisse.
Lui rispose nello stesso modo, guardandomi con le sue iridi verde limpido.
Lasciai vagare il mio sguardo su tutto il suo volto, memorizzando ancora quei lineamenti che mi sembravano cambiati, oppure forse mi erano solo mancati in quella settimana di astinenza.
Harry questa settimana tu...” dissi all'improvviso, senza nemmeno pensare a ciò che stavo dicendo, ero troppo impegnata ad osservare le sue morbide labbra.
Non sono stato in città, ero a casa di mia madre” mi interruppe lui sapendo già cosa stavo per domandargli.
Io alzai lo sguardo per incrociare il suo.
Mi sentii colpevole di averlo accusato, di aver pensato male di lui.
Non era colpa mia o per me che non veniva più al bar, era solamente stato fuori città ed infatti eccolo qui, di nuovo con me.
Abbassai la testa, sconsolata a quel pensiero ed in quel momento sentii fischiare il bollitore.
Saltai in piedi e velocemente mi portai ai fornelli.
Spensi il fuoco e preparai le due tazze, nelle quali posai i filtri del thé.
Ci versai cautamente l'acqua bollente sopra ed un odore di erbe avvolse subito la casa.
Portai la tazza calda ad Harry e ripresi il mio posto.
Soffiai sul liquido, tentando di farlo raffreddare per dare il primo sorso e sentivo gli occhi del ragazzo accanto a me scrutarmi, osservare ogni mio movimento.
Gli domandai del suo piccolo viaggio e mi raccontò vari aneddoti accaduti in quei giorni nella sua città natale.
Era divertente e mi piaceva ascoltarlo, aveva una voce calda, accogliente che ad ogni parola ti cullava.
I sintomi della febbre sembrarono sparire all'improvviso.
Quando finimmo il thé, Harry gentilmente prese le tazze e le portò nel lavandino mentre io mi diressi verso il divano dove piegai la coperta che poco prima mi avvolgeva il corpo.
Lui mi raggiunse lì e fermandosi accanto a me, guardò la copertina ben visibile del mio libro.
Roba da donne” commentò leggendo il titolo di questo.
Feci una smorfia di disapprovazione.
Mai giudicare il libro dalla copertina, Harry” gli dissi sorridendogli furbamente.
Io non l'avevo fatto, non mi ero fatta sopraffare dalla misteriosità di Harry, dal suo essere vago, ero riuscita a conoscerlo ed era completamente l'opposto di ciò che appariva.
Beh Mia, io ora devo andare” disse sfiorandomi la schiena con le dita, gesto che mi fece sussultare
visibilmente.

Lui ridacchiò ed io mascherai la cosa strusciandomi le mani sulle braccia, giustificando così lo spasmo come un brivido di freddo.
Feci qualche passo dietro Harry quando un pensiero mi salii alla mente.
Ti devo ridare i vestiti” annunciai.
Lui scattò col viso verso di me, voltandosi con tutto il corpo poco dopo.
È vero, me ne ero dimenticato” parlò in un sorriso.
Lo lasciai lì in piedi, in mezzo alla sala dirigendomi a passo svelto in camera.
Accanto all'armadio, era lì che era rimasta l'intera settimana, c'era la busta con dentro i suoi abiti che mi aveva prestato quel sabato piovoso.
La presi incastrando tra le dita i fili di cotone e tornai nella stanza precedente da Harry.
Tieni e grazie ancora” gli porsi la busta sorridendo.
Lui me la tolse delicatamente dalla mano.
Si avviò verso la porta ed io lo seguii come una brava padrona di casa.
Osservavo i muscoli della schiena contrarsi mentre camminava e mi meravigliai che, pur essendo larga la maglia, si vedevano da sotto ad essa.
Quando fu davanti la porta si fermò mettendo la mano sulla maniglia, essendo io a qualche passo dietro di lui feci lo stesso, giusto in tempo per non sbattergli con la faccia contro la schiena.
Si girò verso di me e mi sorrise ancora una volta.
In quell'attimo non so cosa successe al mio cervello, sembrò di vivere in una mondo parallelo.
Vidi Harry fare un passo verso di me avvicinandosi maggiormente, portarmi una mano al volto, avvolgendo la mia linea della mascella con il suo palmo.
Io istintivamente chiusi gli occhi e lui si abbassò su di me, arrivando a sfiorare le mie labbra dove lasciò un candido e puro bacio.
La sua morbida bocca premette per qualche secondo contro la mia leggermente più sottile e poi si allontanò.
Ciao Mia” bisbigliò sorridendo ancora ed io riaprii gli occhi per vederlo andar via, superando l'uscio della porta senza però riuscire a salutarlo.
Quando sentii lo scatto della serratura la magia svanii ma la sensazione di calore sulle mie labbra non lo fece.
Con gli occhi sgranati e le labbra curve in un piccolo sorriso mi appoggiai con le spalle alla porta, con la mano toccai le labbra e capii che la scena vissuta pochi attimi prima non era stata frutto della mia immaginazione.
Harry mi aveva baciato.

 

 

Writer's Corner:

Hi people :3
Sì, un altro mese che non aggiornavo, non so cosa mi succede, ma mi sono fatta perdonare bene no?! :D

Avevate paura che Harry se ne fosse andato vero?! XD
Spero di riuscire a scrivere presto, finalmente c'è stata la svolta e qualcosa si è mosso nella testolina bacata di Harreh.
Mi fate sapere cosa ne pensate in una recensione!?
Grazie mille :3
Much Love!!!

 

Holkay xx

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Holkay