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Autore: FuyukoKurono    19/12/2013    1 recensioni
Miranda è una ragazza un po' introversa che preferisce i videogiochi alla gente, dopo essersi assentata per diversi anni dalla sua città natale torna a viverci assieme a suo fratello. Lì rincontrerà una sua vecchia conoscenza, Jamie, che sembra essere diventato ancor peggiore di quanto non ricordasse... Ma sarà davvero un ragazzo così problematico e irrecuperabile?
Dal quarto capitolo:
"Ogni tanto il ragazzo la osservava con la coda dell'occhio, lei faceva tutto ciò che era in suo potere per fingere di non essere preoccupata, però era lampante che lo fissasse in maniera quasi maniacale mentre lo sguardo di lui era posato altrove. Non sapeva veramente spiegarsi perché i problemi di quel tipo la mandassero tanto su di giri, era veramente un mistero, ma non riusciva a smettere di pensare e ripensare al suo sguardo vuoto e triste."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Miranda spostava velocemente i suoi sospettosi occhi color nocciola da una parte all'altra di quel parco grattandosi appena la nuca con evidente perplessità. Si chiese se non avesse sbagliato posto, dopo tutto erano all'incirca sei anni che non metteva piede in quella cittadina, seppur la ricordasse piuttosto bene. Guardò lo schermo del suo smartphone che, con un tempismo straordinario, vibrò annunciando euforicamente l'arrivo di un messaggio da parte di Zaira, la ragazza che in quel momento la tipa dai capelli castani stava aspettando tutta sola nel buio. Lo lesse senza pensarci due volte per poi essere pervasa dalla voglia di gettare a terra l'apparecchio per poi pestarlo ripetutamente fino a ridurlo in un inutile mucchio di minuscoli pezzettini di plastica, vetro e ferro. Si fermò soltanto perché comprarne un altro sarebbe stata un'enorme rottura di scatole. Ad ogni modo, quella biondina dopo aver tanto insistito e averla convinta ad andare a fare un giro le aveva tirato un bidone, un bidone di proporzioni epiche per giunta. “Devo uscire con un tipo”, la sua scusante era tutta lì. Non c'era altro.

La giovane si gettò all'indietro sedendosi sulla panchina sbuffando, osservò le stelle nel cielo notturno, pensare che lei non aveva neanche la minima voglia di fare comunella e uscire quella sera la fece innervosire ulteriormente. Avrebbe potuto essere comodamente davanti al suo computer intenta a giocare a qualche mmorpg nel suo caldo pigiama rosso in quel momento.

Si rialzò ancora irritata per poi mettersi sulla strada di casa, mentre camminava non si lasciò sfuggire nemmeno un particolare: i negozi che ricordava c'erano ancora tutti, persino le piante sui balconi sembravano essere ancora le stesse che c'erano quando lei era appena una bimba. Un nostalgico sorriso si fece spazio sulle sue labbra mentre ripensava ai bei tempi d'oro, finché i suoi allegri pensieri non furono interrotti dal suono di una botta secca seguita da degli insulti irripetibili.

«Stronzetto, così impari a provarci con la mia ragazza...»

Ridacchiò una voce agghiacciante. Veniva da un vicolo buio che dava sul retro di un bar, Miranda s'affacciò senza riuscire a trattenere la curiosità scoprendo così due tipacci sulla ventina che tenevano attaccato al muro un malcapitato dai capelli color rosso mogano. La giovane aggrottò la fronte, qualsiasi idiozia avesse fatto quel poveretto due contro uno era semplicemente sleale... Senza neppure rendersene conto aveva già stretto i pugni un po' ossuti e stava correndo come una pazza nella mischia, i due tipi non fecero neppure in tempo a voltarsi che lei aveva già assestato un pugno sulla guancia del primo che le era capitato a tiro che barcollò appena all'indietro. Miranda si mise subito fra quei due e il ragazzo che era scivolato contro il muro a mattoni del bar ritrovandosi seduto a terra con un'espressione a dir poco allibita.

«E questa tavoletta chi sarebbe?»

Ghignò il ragazzone che aveva appena ricevuto il colpo mentre lei lo squadrava come se volesse strangolarlo, peccato che la sua posa decisa, seria e maligna fece solamente ridere i due bulli che non sembravano affatto volerla prendere sul serio.

«Dai, piccoletta, togliti di mezzo. Oggi vogliamo picchiare uno sfigato soltanto»

Aggiunse l'altro incrociando le braccia come a volersi dare delle arie, lei spostò lentamente gli occhi su di lui sbuffando imbufalita. Le stavano veramente saltando i nervi.

«Quando questa tavoletta avrà finito con voi sarete così pieni di lividi e bernoccoli che sembrerete dei Koffing umanoidi!»

Strillò lei fuori di sé lasciando un po' perplessi tutti gli altri presenti in quel momento.

«Che diamine sta dicendo 'sta pazza?»

Rise l'aggressore un po' più alto caricando il colpo per colpirla, l'adolescente lo evitò per un pelo approfittandone per rispondere all'attacco dandogli una ginocchiata da dietro, peccato che proprio in quell'istante il complice l'afferrò per le braccia tenendola stretta abbastanza da farle male, la mora si divincolò come poté e colpì ripetutamente lo stinco del tipo che la teneva con un piede ma quella strategia non funzionò. L'altro tipaccio la guardò da vicino, lei deglutì un po' spaventata. Era sempre dannatamente impulsiva, doveva assolutamente lavorare su quel suo difetto inaccettabile.

«Ammetto che se fossi stato solo forse, e sottolineo forse, mi avresti creato qualche problema...»

Ringhiò il ragazzo fissandola negli occhi facendole venire la pelle d'oca.

«Smettetela di prendervela con quella demente suonata»

Una voce cupa e profonda interruppe il ventenne che sembrava sul punto di colpire seriamente l'altra che vide alle spalle dell'aggressore il giovane dai capelli rossicci in piedi, con lo sguardo basso. Aveva un fisico snello e piuttosto slanciato, non sembrava molto forte però, era troppo smunto per avere muscoli a sufficienza per far fuori quei due energumeni, proprio come lei del resto. Quando alzò appena la testa rivelò un volto dai lineamenti un po' ruvidi ma ugualmente affascinante, labbra perfettamente disegnate, pelle diafana dall'aspetto liscio e perfetto, un piercing argenteo sul sopracciglio destro e... Due occhi grigi e gelidi, così distanti da far paura, così vuoti e raggelanti da sembrare quelli di un androide senz'anima. Erano così privi d'emozione che Miranda provava quasi pena e dolore nel guardarli.

Ad ogni modo, non appena l'aggressore con le mani libere si voltò quel tipo lo colpì in viso con forza a sufficienza da farlo cadere a terra, la giovane sgranò gli occhi incredula per poi sentire le mani che la tenevano allentarsi dandole un gran sollievo. Il malintenzionato che la stava bloccando fuggì a gambe levate, la ragazza guardò il tipo steso a terra, aveva probabilmente battuto la testa e ora era privo di sensi, alzò lo sguardo verso il ragazzo che l'aveva aiutata per notare che se ne stava già andando.

«Ehi...»

Sospirò semplicemente senza sapere cos'altro dire in una situazione così poco usuale. Lui girò appena la testa mostrando uno strano ghigno diabolico, ancora con gli stessi occhi ghiacciati e lontani di prima. Lei alzò un sopracciglio dubbiosa senza riuscire ad afferrare il perché di quell'occhiata che le aveva lanciato. Lui si girò completamente guardandola con attenzione, lei sentì un brivido scivolarle lungo la pelle della schiena, stavolta non era paura, era qualcosa... Di diverso.

«Non ci si vede da un po', eh Mira?»

«Mira?!»

Ripeté sbalordita lei guardandolo come se avesse davanti un fantasma: l'ultima volta che qualcuno l'aveva chiamata così faceva ancora la terza elementare e ancora non se n'era andata da quella città, l'ultima volta che qualcuno l'aveva chiamata così nella sua vita c'erano una valanga di cose differenti rispetto a quel momento. Le aveva fatto uno stranissimo effetto risentire quella specie di nomignolo con cui i suoi compagni la chiamavano da piccola. Osservò con estrema attenzione il viso di quel ragazzo sforzandosi di ricordare chi potesse essere, non pensava spesso ai suoi primi quattro anni di elementari e ai ragazzini che andavano a scuola con lei quindi la sua memoria era un po' annebbiata a riguardo ma quando, finalmente, arrivò a capire chi avesse davanti fece una faccia irritata e stupita al tempo stesso. Non pensava di incontrare ancora quel tipo, o almeno non in un modo talmente bizzarro, abbassò velocemente lo sguardo senza riordinando i pensieri, poi riportò le pupille verso quel tipo cercando di sembrare il più tranquilla e apatica possibile.

«Oh, certo, tu devi essere Jamie, non ti avevo riconosciuto»

Disse semplicemente come se nulla la stesse realmente turbando, anche se in definitiva aveva superato la questione più di quanto non pensasse fino ad allora. Insomma, non aveva poi tanta voglia di urlargli in faccia, di picchiarlo o quant'altro, nonostante fosse stato la prima persona a burlarsi di lei nella sua intera vita inaugurando una lunga lista di falsi amici, bastardi ed arpie varie.

«Comunque, se non sei in grado di difendere neppure te stessa non dovresti giocare a fare il difensore dei poveri, sai?»

Cambiò argomento lui. I suoi occhi erano ancora apatici e privi di sentimento. Miranda cominciava seriamente a preoccuparsi di ciò.

«Se avessi visto dall'inizio che eri in grado di difenderti non mi sarei immischiata...»

Rispose con tono leggermente arrabbiato da quelle parole così taglienti, dopo tutto aveva provato ad aiutarlo si aspettava almeno un “grazie”, invece la stava deliberatamente offendendo nonostante si fosse sforzata di fare qualcosa di carino nei suoi confronti senza chiedere nulla in cambio.

«E se non avessi voluto difendermi?»

Domandò con una strana voce quel ragazzo, abbassando improvvisamente lo sguardo, in quel momento più che mai apparve stranamente debole e indifeso agli occhi della castana che fu colpita veramente dalla melanconia e dalla tristezza di cui quelle parole erano colme. Per un attimo la ragazza sentì una fastidiosa morsa al cuore, come se stesse per scoppiare a piangere al posto di quel tipo. Era ovvio che qualcosa non andasse in lui. Chissà quante cose erano cambiate anche nella sua vita in tutto quel tempo in cui lei era stata lontana da quel posto. Sospirò e scosse la testa cercando di non pensarci troppo, non voleva lasciarsi prendere dai sentimentalismi in quel momento.

«Sei un masochista? No, perché se vuoi essere picchiato posso sempre pensarci io!»

Gridò cercando si apparire il più furiosa possibile ma con risultati piuttosto deludenti che rasentarono il comico, non a caso lui fece un sorriso scuotendo il capo come se stesse provando pena nei suoi confronti cosa che la fece irritare seriamente facendola sbuffare di conseguenza.

«Piuttosto... Abiti ancora in quel palazzo?»

Chiese la ragazza che aveva appena pensato a quell'importantissimo particolare, lo guardò seria in attesa della risposta, lui sembrò essere preso un po' alla sprovvista dalla domanda ma poi annuì.

«Sì. Come mai tutto questo interessamento? Vuoi venire a svaligiarmi casa?»

«Magari fosse questo! Sfortuna vuole che sarai un mio coinquilino»

Annunciò con tono funereo la giovane alzando lo sguardo al cielo. Quella serata andava avanti di male in peggio, era arrivata lì solo il giorno primo e non aveva ancora incontrato i vicini, fatta eccezione per la vecchietta del terzo piano, non aveva neppure pensato di guardare i nomi sui campanelli. Non c'era molto che potesse fare purtroppo, doveva accettare la situazione così com'era probabilmente, anche se la questione non le piaceva affatto.

L'angoletto di Goth

Salve gente! Eccomi qua con una nuova storia, devo dire che mi sono impegnata per migliorare un po' il mio stile e spero di essere riuscita nell'intento. Per quanto riguarda questo capitolo non ho molto da dire, spero solo che sia stato di vostro gradimento. Vi dico solo un'unica cosa: la copertina non è un granché, lo so, ma morivo dalla voglia di metterla quindi l'ho fatto. Per realizzarla mi sono ispirata a una base di DeadTreachery


A presto, 

GothicSoul

   
 
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