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Autore: fannysworld    19/12/2013    1 recensioni
Oggi è il mio primo giorno al liceo e, per la cronaca,io odio il liceo. Quella infondo dovrebbe essere la mia classe,la 1H. Non hanno ancora fatto l'appello ma già mi stanno tutti sul cazzo. Io sono Brooke, ho 14 anni e se state cercando una storia d'amore avvincente e che rallegri la vostra vita e la illuda di speranza chiudete questo libro, accendete la Tv e vedetevi uno di quei programmi di Barbara D'Urso strappalacrime su canale cinque. Questa è la mia storia, non è uscita da un cartone Disney,purtroppo. È una storia reale di una ragazza che forse ha vissuto troppo dell'adolescenza e con problemi da risolvere grandi più del suo dizionario di greco. Penso non ci sia altro da aggiungere.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui. Sono le 8.05, Brooke Kibs in ritardo al primo giorno di liceo classico. Forse dovrei correre, essere agitata eppure sono tranquilla per strada senza nessuna fretta di arrivare a scuola. Ero l'unica fuori al cancello oltre a un gruppo di ragazzi che fumava dietro l'angolo. Entrata nell'edificio, una ragazza sui sedici anni mi accompagna in classe. Okey,forse questo era imbarazzante, ripensandoci avrei dovuto correre. Ecco la 1H. Chiedo scusa per il ritardo e con educazione cerco posto. La mia classe è davvero sfigata. Sono quasi tentata di restare accanto alla professoressa: il colmo. Per pietà di me stessa mi siedo vicino ad una, quella che forse sembrava più ok. Dopo l'appello, la professoressa ci lascia liberi di fare conoscenza. Molti si girano a parlare con quelle del banco di dietro, altri si radunano in gruppetti. L'imbarazzo della scelta era talmente grande che ho preferito rimanere al mio posto. Infilo le cuffiette, spingo il tasto play, parte la canzone di Miley "The climb" e addio. Forse avrei dovuto - com' è quella parola? Ah,si - socializzare. Chiariamo questo punto, io non sono asociale. Ho amiche,anche molte. Ma non sopporto le domande, le persone che cercano di sapere tutto di me, gli sguardi da testa a piedi, le curiosità della gente, a volte insistente. Sono per la teoria 'lasciamo che il tempo ci faccia conoscere' e non 'vediamo in un giorno quanto riesci a scoprire di me'. Siamo alla quarta ora. Il mio mp3 è scarico,accidenti. Lo spengo con disprezzo e poso le cuffie in tasca. Provo a fare conoscenza, sempre rimanendo nei limiti. -Wow, devo essere davvero disperata- infondo c'erano altre due ore da trascorrere in quell'aula. La mia compagna di banco si chiama Lila. Abbiamo parlato un po', non è tanto male, ride e questa cosa mi piace. Suona l'ultima campanella, grazie al cielo. Sollevata, a passo svelto, cerco l'uscita insieme a lei. In realtà credevo sapesse dove andassimo così continuo a camminare. Ho scoperto che abbiamo molte cose in comune. A entrambe piace leggere e crediamo che la nostra classe faccia schifo. -"Lila ma dove stiamo andando?"- erano passati dieci minuti e giravamo in tondo.-"Pensavo lo sapessi tu.."- Ci eravamo perse,che figura di merda. In mia difesa dico che quella scuola è davvero troppo grande. Dopo venti minuti troviamo un bidello - ricordatemi di farlo santo,un giorno- che ci indica l'uscita. Corriamo come pazze, se chiudono i cancelli e io sono ancora qui dentro giuro che do fuoco all'idiota che ha disegnato il progetto di questa scuola. Per un pelo, riusciamo ad andarcene. Rimaniamo cinque minuti a ridere poi la saluto e inizio a camminare. Non abito molto lontano dalla scuola, ma faccio sempre il giro più lungo: odio stare a casa. Non perché la mia casa puzza o perché ci sono i topi. La mia è una bella casa,in stile americano. È molto accogliente e colorata. Il soggiorno è in verde, con divano, televisore e tavolino. Abbiamo un bagno lilla con vasca, una cucina azzurra ben attrezzata -adoro cucinare- e un balcone dove d'estate mi addormento. Poi ci sono le due camera da letto e la dependance con stereo e libreria. Insisto: la mia è una bella casa, solo che inutile. Mia madre lavora tutto il giorno e tutti i giorni. Fa anche più lavori: è un infermiera, insegnante e babysitter. Cerca di darmi il meglio,nonostante sia sola. Mio padre ci ha abbandonato quattro anni fa, quando, con la crisi, decise di trovare una moglie con un portafoglio più pesante. Apro la porta, poso la borsa e mi preparo un panino veloce. Guardo l'orologio,sono le tre del pomeriggio. Ho ancora sei ore a disposizione.. Indosso un paio di pantaloncini, una maglietta viola e converse e, come sempre, vado da Luka. Luka,il mio migliore amico, è anche il mio vicino. Il nostro parco è solito chiamarlo quello dei sopravvissuti: ci sono famiglie con passati terribili e tristi che adesso vivono felici in una nuova vita. Suono il campanello, mi apre la zia. I suoi genitori sono morti in un incidente stradale quando lui era troppo piccolo per ricordarsi i loro volti. Così vive con la zia e suo cugino più grande. -"Buon pomeriggio,signora Burms, come sta?"- -"Quante volte ancora dovrò dirti di darmi del tu?.. Bene,accomodati, Brooke, il tuo primo giorno di scuola?"- -"Bene,grazie."- -"Sali pure, Luka è di sopra."- Sono otto anni che io e Luka siamo amici e ogni volta che entro nella sua camera è sempre di spalle vicino alla Tv. Gli copro gli occhi color nocciola con le mani,senza farmi vedere. -"indovina chi sono"-. -"se non sei Belen in intimo non mi interessa,puoi anche andartene"- scoppiamo a ridere. Si gira per abbracciarmi ma gli volto le spalle imbronciata. Sogghignando infila le sue mani fredde sotto la maglietta e inizia a farmi il solletico. Cadiamo ridendo sulla sedia e lo abbraccio. -" Com'è andato il primo giorno di scuola,Brooks?"- -"..diciamo che è andato e basta. Sono nella 1H. Almeno siamo nello stesso piano. Ah,ho conosciuto una, Lila, è l'unica che sembra apposto."- Luka è al terzo liceo scientifico e, a differenza mia, i suoi compagni di classe sono simpatici e normali. -"Su,dai, poi ti staranno simpatici"- -"si,già,possibile..che ti va di fare? via Roma?"- amo passare i pomeriggi con lui. -"mh.. Si,dai,andiamo anche alla Feltrinelli che voglio comprarti un libro"- -"un altro?"- dall'inizio dell'estate è il sesto libro che mi compra. -"Ma si, a te piace leggere e quando ti compro un libro sei felice e.. sorridono anche i tuoi occhi, non è una cosa che vedo più oramai.."- Ci fu un silenzio imbarazzante nella stanza. Lui sa tutto prima che io gli parli, fa finta di non sapere alcune volte -quando capisce che non sono pronta a parlarne- e altre,invece, tenta di farmi sfogare. -"amore,ma se io sorrido sempre"- fingo una risata sincera. Lui la smaschera in un secondo e lo prende come un campanello d'allarme. -" no,quelli non sono sorrisi, è solo denti."- era serio. Odio quando è serio. -" si,ma ho bei denti, un giorno sarò il volto immagine della Mentadent"- si arrende al suo millesimo tentativo e ride. È stupendo farlo ridere, mi fa sentire soddisfatta. È come quando una bimba prende ottimo a un compito e sta per ricevere un regalo dal padre. -"andiamo dai,sono le quattro"- Eravamo stesi sul suo letto accucciolati. Per qualche secondo mi sono pentita di avergli chiesto di uscire, stavo comoda e carina tra le sue braccia. Scendiamo le scale e chiude la porta alle spalle. Eravamo per strada a parlare del diverso che ormai è considerato sinonimo di anormale. Trattare argomenti intelligenti con lui è la cosa che mi piace di più. La pensiamo quasi sempre allo stesso modo ed è bello condividere delle idee con qualcuno che ti comprende. Arriva il treno, puntualmente in ritardo. -"avviso Tess che stiamo andando in cumana così si fa trovare alla fermata,ok? Tu chiama Marck e Christina."- Questa era la mia comitiva,gli amici di cui vi parlavo prima. Tess, quindicenne anoressica bulimica coi genitori che si odiano e non possono divorziare per problemi economici. Marck, il gay picchiato dai compagni di classe,rifiutato dai genitori. Christina,la sua sorellastra, alcolista e violentata dal suo vecchio padre. Luka, senza genitori e in cerca di un senso alla sua vita. E io,Brooke, quella mai abbastanza per tutto, bipolare,autolesionista fino a poco fa, impegnata a trovare un mondo in cui sia a suo agio. Sembra un gruppo di depressi detta così. Siamo ragazzi incazzati con il mondo e la società, che vivono ogni giorno come se fosse l'ultimo, spericolati e senza nulla da perdere perché qualsiasi cosa avevano gliel'hanno tolta. Eccoci li, alla fermata di Montesanto in giro per le strade. Ci conosciamo tutti da circa cinque anni. E quando dico conosciamo intendo nel profondo. Siamo come una famiglia,forse anche migliore. Non abbiamo padri che ci comandando,solo fratelli che ci sostengono. Unica regola: la sincerità. -" prima tappa?"- Marck è la nostra guida turistica -" Alcott?"- -"Feltrinelli!"- Luka mi guarda con un sorriso, abbasso lo sguardo disagiata. -"va bene,amori, mettiamola ai voti. Per Alcott?"- alzai di scatto la mano: più tardi andavamo in libreria più era possibile si dimenticasse di farmi un regalo. Eravamo Christina,io e Marck su Luka e Tess -"Oookey,la maggioranza vince, si va da Alcott"-. La maggior parte del tempo lo passiamo a cercare una taglia per Tess. È talmente magra che una 38 le scappa di dosso. I suoi genitori non si sono mai accorti di nulla, porta sempre delle felpone che le disegnano una pancia irreale. Ha lunghi capelli rossi,occhi verdi, labbra carnose e una risata viva. Giuro, è stupenda. Glielo dico in continuazione ma non mi crede. È insicura, non riesce mai a sentirsi bella,a proprio agio con il suo corpo. -"Che ne dici di questa?"- chiedo a Marck prendendo un maglioncino blu notte. Con lui,invece, è stupendo fare acquisti. Da consigli sinceri: se deve dirti che una maglia ti ingrassa non si crea problemi. È l'amico perfetto. -"cara, a te stanno meglio i colori chiari, prendi quello azzurrino che, con il foulard dell'altra sera, stai un amore"- sembra di parlare con il mio armadio, è fantastico. Volevo chiedere il parere anche di Luka prima di comprarlo. Lo cerco con lo sguardo. Era vicino a due ragazze piuttosto carine. -"Ehi, Chri, scommettiamo che esce con la biondina?"- Io e lei ci divertiamo così. -"punto 5euro sulla mora"- -"affare fatto."- e ci stringiamo le mani. Dopo nemmeno dieci minuti Luka e la mora si appartano nel camerino. -"vinto!"- urla Christina,fanculo. Quando il Don Giovanni torna, gli do uno schiaffo dietro il collo. -"ehi,che ho fatto?"- esclama in tono tenero. -"devi cinque euro a Christina, così impari a scegliere la ragazza su cui non scommetto"- dico facendo finta di essere incazzata. Scoppiamo a ridere fragorosamente e poi mi abbraccia di fianco. -"Che ne dici di questo?"- indicando il maglione. -"come la pensa Marck?"- Luka non da mai un suo parere, appoggia qualsiasi cosa dica Marck. -"dai,serio. Lo compro?"- -"okey, mi piace il colore"-. Perfetto,comprato. Facciamo qualche altro giro per i negozi e poi si va alla Feltrinelli. Io e Luka stiamo perlopiù nel piano dei libri. Marck, Christina e Tess sono ossessionati dai videogiochi al piano di sotto. -"Allora,che libro vuoi?"- Si era ricordato del regalo,miseriaccia. -"no,sul serio Luka, finisce che mi compri un intera libreria! Se proprio vuoi farmi un regalo comprati un film, lo vediamo venerdì sera da me,ok?"-. Stava per obbiettare ma lo ammutolisco con un bacio sulla sua guancia fredda. -"ok.. solo io e te,va bene?"-. Rispondo con un sorriso a tremila denti e scendiamo al piano film. Eravamo indecisi su quale comprare, avevamo già visto la maggior parte dei film usciti dal 1990 a oggi. -"One day..mh..sembra bello. Boh, lo prendiamo?"- annui per disperazione. Andiamo a chiamare i ragazzi e raggiungiamo la cumana per tornarcene a casa. Si sono fatte le 20.30 e noi siamo ancora per strada. Luka è dovuto passare da un amico a prendere degli appunti per domani. Arrivati al portone, lo abbraccio e entro in casa. Mia madre deve ancora tornare e voglio aspettarla per cenare. Ne approfitto per farmi una bella doccia calda e rilassante. Ho superato un altro giorno e sono ancora viva,io posso farcela.
  
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