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Autore: Deb    20/12/2013    9 recensioni
Fortunatamente Prim ha una camera tutta per sé. Non so quanto avrebbe resistito con me e le mie urla. Mi volto da una parte all'altra, come se cambiare posizione potesse scacciare gli incubi, ma la verità è che vorrei avere due braccia attorno a me. Non vorrei soltanto il suo calore, ma anche le sue parole, quelle che mi ripeteva nel treno, quando gli incubi mi facevano urlare proprio come ora. Peeta ha il dono di calmarmi perché sa cosa ho passato, sa come mi sento. Lui è come me. È uscito dall'Arena, ha vissuto quello che ho vissuto io ed è l'unico che è riuscito a tranquillizzarmi in questi momenti.
{Ambientata in Catching Fire}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Calore

Fortunatamente Prim ha una camera tutta per sé. Non so quanto avrebbe resistito con me e le mie urla. Mi volto da una parte all'altra, come se cambiare posizione potesse scacciare gli incubi, ma la verità è che vorrei avere due braccia attorno a me. Non vorrei soltanto il suo calore, ma anche le sue parole, quelle che mi ripeteva nel treno, quando gli incubi mi facevano urlare proprio come ora. Peeta ha il dono di calmarmi perché sa cosa ho passato, sa come mi sento. Lui è come me. È uscito dall'Arena, ha vissuto quello che ho vissuto io ed è l'unico che è riuscito a tranquillizzarmi in questi momenti.
Dopo l'ennesimo incubo, dopo l'ennesimo urlo, sospiro e mi alzo. Girovago per casa. Controllo che Prim sia coperta, accarezzo Ranuncolo che è acciambellato contro le sue gambe e poi scendo al piano di sotto. Un po' d'aria potrebbe farmi bene, quindi indosso la giacca di mio padre ed apro la porta davanti a me. L'aria frizzante mi gela il viso e le mani, ma è una bella sensazione. Mi riporta alla realtà, mi fa svegliare.
«Incubi?» Sobbalzo, non aspettandomi di certo di poter trovare qualcuno ancora alzato – se non Haymitch –, e mi volto.
«Sì. Tu?»
Annuisce. «L'avevo detto che sarebbe stato più difficile una volta tornati a casa, ma ora sto meglio». Accenna un sorriso avvicinandosi a me come io, non so quando, mi sono spinta più verso di lui. So a cosa allude con quelle parole, ma non gli rispondo. Non ce n'è bisogno e non so cosa dire. La sua franchezza mi disarma ogni volta. So soltanto che le sue braccia troveranno il mio corpo una volta che saremo sposati. È vero che sarà un matrimonio per il pubblico, nato per far sì che Snow si convincesse che lo amassi, ma non vedo perché rinunciare al suo calore – quando succederà – se è ciò di cui la mia testa ha bisogno per dormire un sonno meno agitato del solito.
«Non voglio tornare a dormire». Affermo, trattenendo uno sbadiglio. Perché vorrei dormire, ma non posso. Non voglio vederli più. Voglio un sonno senza sogni.
«Stai cadendo dal sonno, Katniss. Dovresti tornare a letto». Il suo sguardo è tranquillo, lui è abituato ad alzarsi presto la mattina per via della panetteria ed anche io non mi svegliavo mai troppo tardi, se non di tanto in tanto, ma quando non si riesce ad avere un sonno tranquillo, quando la notte è costellata da ibridi, da sangue e da morti, allora è come non dormire affatto. È come se si vivesse ancora, ancora ed ancora sempre la stessa Arena. Come se fossi di nuovo chiusa lì dentro a cercare di combattere per la sopravvivenza, ma nei miei incubi, spesso, non riesco a salvarlo.
Forse si accorge del mio sguardo che, sotto alle profonde occhiaie, cela il terrore del sonno. Non voglio chiudere gli occhi. Peeta mi appoggia una mano sulla spalla, delicatamente e si tende verso il mio viso. Per un attimo penso che voglia baciarmi e vorrei scansarmi, ma alla fine mi incanto a guardare la sua espressione seria.
«Katniss, cos'hai sognato?» Mi chiede osservandomi quasi come se fosse un dottore pronto ad emettere una diagnosi.
«Lo sai cosa ho sognato, Peeta. Sogno sempre varianti della stessa cosa!» Sbuffo irritata.
«A me aiuta dipingere, magari a te potrebbe aiutarti raccontare».
«A me aiuterebbe dormire senza sognare, ecco cosa mi potrebbe aiutare». Rispondo, incrociando le braccia al petto, scrollando le spalle in modo tale da fargli capire che la sua mano comincia a pesarmi.
«Non possiamo controllare i sogni, possiamo solo cercare di esorcizzarli in qualche modo».
«Quando dormivo con te spesso non li avevo». Ammetto, senza pensarci. Ed alla fine lui lo sa bene, quindi rimarco soltanto il vero.
«Vuoi venire a dormire da me?» Domanda candidamente, come se fosse normale. Io cado per un momento dalle nuvole, arrossendo un po'. «Vivendo da solo non ho problemi, spero che non te ne faccia tua madre, piuttosto. Alla fine, a me andrebbe pure meglio».
L'osservo per un attimo, cercando di scrutarne l'espressione, se è serio o meno, ma lo è. È serio. E per un momento sono tentata di dirgli di sì, anzi, gli dico di sì perché ho davvero bisogno delle sue braccia e delle sue parole di conforto. Non importa se non siamo più sul treno, non importa cosa potrebbero pensare mia madre o Prim. Io ho bisogno di dormire e Peeta, come durante il Tour della Vittoria, potrebbe darmi quello che più bramo: un sonno rilassato.

Peeta mi scorta, tenendomi la mano, fino al piano superiore, nella sua camera da letto. Mi tolgo la giacca di mio padre, appoggiandola alla sponda del letto. Ora che sono qui mi sento un po' in imbarazzo. Non avevo mai avuto modo di stare a casa sua e, anche se è praticamente identica alla mia, il suo odore è diverso. Sa di Peeta. E la situazione, agli occhi di un estraneo che non sa quanto siamo distrutti e di come cerchiamo di andare avanti aiutandoci tra di noi, potrebbe sembrare equivoca.
Anche Peeta si toglie il giaccone che ha indossato per uscire durante la notte ed anche lui, come me, indossa il pigiama. Ma è una considerazione stupida visto che sono le tre o le quattro di notte e che tutti a quell'ora dovrebbero dormire.
«No, ti dispiace lasciarla aperta?» Mi dice mentre stavo per chiudere la finestra.
«Ma entra troppa aria, potresti buscarti l'influenza», affermo inarcando un sopracciglio a quella richiesta assurda. Chi, sano di mente, dormirebbe con la finestra aperta se fuori la temperatura è di poco superiore a tre gradi?
«Sono abituato. Dormo sempre con la finestra aperta, da tempo. Ma se senti freddo possiamo chiuderla».
«No. Va bene così, allora». Alzo le coperte e mi nascondo sotto l'imbottita. Mi rilasso un attimo quando sento le braccia di Peeta stringermi. Tenendo sempre aperta la finestra sia il materasso che le lenzuola sono completamente gelati, provocandomi brividi sulla pelle. Il calore del corpo di Peeta però è d'aiuto.
«Buonanotte», diciamo quasi in sincrono.
Ci metto un po' ad addormentarmi, non sono abituata a dormire con la finestra aperta, ma non è molto differente da quando vivevo nel Giacimento, quando la casa aveva spifferi in ogni dove. Prima di addormentarmi mi rendo conto che nel treno non c'erano finestre e c'era un unico vagone nel quale era possibile aprire i finestrini. Dev'essere stato difficile per lui dormire senza sentire la brezza fresca sul corpo.
La mattina successiva mi sveglio riposata. Non ho dormito molto, per almeno quattro ore di fila, ma non ho avuto incubi e non è mai successo da quando sono tornata dal Tour. «Buongiorno». Sapere che sono a casa di Peeta e sentire la sua voce di prima mattina è strano, ma insolitamente non imbarazzante. Forse perché reputo che il mio buon sonno sia stato donato da lui. Probabilmente mia madre e Prim pensano che sia andata a caccia, sarà però difficile spiegare loro perché ci sia andata in pigiama.
«Buongiorno». Rispondo.
«Incubi?» Mi chiede, speranzoso che non ne abbia avuti. Ma lo saprebbe se fosse il contrario, le mie urla l'avrebbero certamente svegliato.
«No. Tu?»
«No».
Ci alziamo dal letto, ora l'imbarazzo si è fatto un po' più palpabile e non ne capisco il motivo visto che in treno era ormai diventata una consuetudine dormire insieme. Mi stringo nel pigiama per il freddo della stanza. Continuo a non comprendere come faccia a dormire con la finestra aperta.
«Ma non hai freddo?»
«Hai mai freddo nel bosco?» E capisco cosa voglia dire. È l'abitudine perché no, non sento freddo quando sono nel bosco. O almeno, lo sento, ma lo ignoro concentrandomi sulla caccia.
Dopo quella notte, non so come sia successo, ma alla fine, quasi tutte le notti mi rannicchio tra le sue coperte. Comincio con il cercare di dormire nel mio letto, ma finisco sempre nel suo dopo un incubo o soltanto perché non riesco a prendere sonno. Con il tempo, mia madre ci ha fatto l'abitudine e non si scandalizza più – non come la prima volta, almeno – quando rientro in casa in pigiama, ed io continuo a farmi proteggere dalle sue braccia di notte, quando gli incubi diventano troppo vividi, quando la paura si impossessa di me. E Peeta mi stringe a sé, mi conforta come io faccio con lui in un modo che non riesco assolutamente a capire: soltanto con la mia presenza.

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Questa fanfiction nasce dalla frase che Katniss dice a Peeta in Mockingjay: “Dormi sempre con la finestra aperta”. Ora, voi potrete dire che Katniss abbia notato questa sua peculiarità perché, abitando vicini, ha notato che non chiudesse mai la finestra, ma non lo so. Certamente io di notte non andrei mai a notare se il mio vicino tiene o meno la finestra aperta. XD Anche se quel vicino è Peeta, cioè, se il mio vicino fosse Peeta forse sì, ma Katniss non ama Peeta, no?! (Almeno è quello che si dice lei u.u)
Poi ho pensato che nel treno la Collins scrive che ha un solo vagone i cui finestrini sono apribili, quindi non è possibile che l'abbia notato durante il Tour della Vittoria. Ho supposto, quindi, che debba averlo notato dopo il Tour e prima dei settantacinquesimi Hunger Games. E come se non dormendo effettivamente con lui, a casa sua? :'D
Ovviamente tutta la fic è Everlark, ma con Katniss che non pensa mai che sia innamorata di Peeta – eh, sarebbe troppo bello se fosse vero – ma soltanto che la riesca a far stare meglio se dorme con lui perché lui era con lei nell'arena.
Spero vi sia piaciuta, questa fanfiction l'ho scritta di notte, ed l'ho conclusa alle due. E' l'ultima che ho scritto. Lo so che ho ancora tanti arretrati da pubblicare, ma intanto avevo pronta questa xD

Ovviamente ringrazio come sempre Ili91 per il betaggio! ;)
E concludo augurandovi buon Natale!! ♥.
Baci
Deb

   
 
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