#1; "… Di cioccolata calda".

96Neko prese tazza di cioccolata calda per riscaldarsi le mani intorpidite. La avvicinò alle labbra e ingurgitò un lungo sorso senza far caso ai suoi gorgoglii che provocarono in VipTenchou uno sguardo di disappunto. La ragazza assunse uno sguardo compiaciuto - sia per le occhiate di rimprovero dell'altro che per l'ottima cioccolata calda. Si leccò le labbra e assottigliò gli occhi, poi fece una smorfia improvvisa.

"E… e… etciú!". 

VipTenchou brontolò sottovoce riguardo al 'buttarsi a bomba sulla neve' di 96Neko. Prese un fazzoletto, piuttosto imbarazzato, e lo porse all'altra, che soffiò il naso rumorosamente restituendo poi all'amico il fazzoletto fradicio.

{100 words}

 

#2; "… Di vischio inaspettato".

"Ehi" 96Neko indicò con disgusto il vischio sotto lei e VipTenchou. "cos'è. Quella. Roba".

VipTenchou la osservò quasi fosse un essere sconosciuto all'umanità, magari proveniente dallo spazio oppure dall'Area 51. E la cosa divertente era che lui era molto scettico nei confronti degli alieni.

"È vischio. Lo sai benissim---"

"L'hai portato tu?"

Sul volto di VipTenchou sfilarono mille sfumature di rosso.

"Ehm… no, figurati! Portarlo? Io? Ahah!".

96Neko fece spallucce.

"Ormai non possiamo farci niente, se siamo sotto al vischio".

I mille coloriti assunti dall'altro si bloccarono, diventando di uno scarlatto acceso ed uniforme. La ragazza le aveva dato un piccolo buffetto sulla guancia ed era scivolata il più in fretta possibile nella cucina a preparare dolci natalizi.

{106 words}

 

#3; "… Di profumo di pino".

"L'albero di Natale! L'albero di Natale!" 96Neko correva nel giardino dell'amico, spalancando le braccia. "il tuo pino è perfetto! Perfetto!"

"Non c'è bisogno di ripetere le parole". VipTenchou si affacciava dalla porta, senza nessuna intenzione ad uscire. Il suo pino era prettamente migliore di quello del vicino; non era poi un'idea tanto terribile addobbarlo. 

"Le decorazioni! Le decorazioni!" la giovane saltellava per tutto il prato innevato, incurante dei fiocchi di neve che le inumidivano i capelli e del fatto che fosse appena convalescente da un bel raffreddore.

Prese le decorazioni - e obbligato VipTenchou ad aiutarla -, 96Neko si mise all'opera. 

Dopo aver finito, ella posò le braccia sui fianchi, soddisfatta. VipTenchou si avvicinò a lei con la punta del naso, fino a sfiorare di poco la sua fronte.

"Ma che fai?"

"Profumi di pino" rispose tranquillamente lui "di aghi di pino".

{136 words}

 

#4; "… Di Slitte Magiche".

In quell'anno 96Neko voleva assolutamente poter volare sulla Slitta Magica. VipTenchou voleva dirle che il suo famtomatico "Santa Klaus" non esisteva, ma vedere il suo sorriso acceso scomparire lasciando spazio alla tristezza gli avrebbe fatto dolere il cuore. Non sapeva però della così grande testardaggine di 96Neko: mai lei avrebbe smentito l'esistenza di Santa Klaus - né tantomeno della sua Slitta Magica.

"Ho io la Slitta Magica" disse un giorno all'amica.

"Da-davvero?" le brillavano gli occhi dalla gioia. 

Quando però VipTenchou le mostrò la sua bella Mitsubishi^[1] - capace di far cadere ai suoi piedi moltissime ragazze - la delusione si dipinse sul suo volto amareggiato. L'amico non ne comprendeva il motivo, ma gli dispiacque vedere l'altra così triste.

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#5; "… Di pacchetti regalo".

Era sera, quando VipTenchou lasciò la casa di 96Neko. 

La ragazza disse beffarda all'altro di non avere nessun regalo e VipTenchou rispose che nemmeno lui le aveva preparato nulla. Alla giovane faceva dolore dire una cosa tanto pungente. Ma era nel suo carattere e l'orgoglio personale non voleva stravolgere la sua personalità.

Fuori nevicava, pareva che la porta dividesse due mondi paralleli - la casa e l'esterno.

Quando si salutarono e 96Neko girò il pomello, ella però udì un rumore. 

Aprì la porta e sotto di lei vide un piccolo pacchetto regalo, anonimo. Lo prese fra le mani. Era ricoperto di una bella carta rossa raffigurante Santa Klaus e la Slitta Magica per eccellenza. Era sicuramente di… VipTenchou. 

Subito un'ondata di tristezza l'accolse.

Quando però scartò il regalo e vide delle mutande raffiguranti una renna non fu poi tanto in colpa.

Ma in fondo, ciò che contava era il pensiero.

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Note:

^[1] Non intendo in alcun modo offendere la Mitsubishi e i suoi produttori - la Mitsubishi non mi appartiene assolutamente - e non ho scritto ciò per alcun scopo di lucro.