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Autore: marta_cr_cullen92    20/12/2013    0 recensioni
"Poi un movimento e la sua mano destra si alza e si appoggia sul mio petto dove il mio cuore faceva quasi male tanto correva – e lei poteva decisamente sentirlo. Le sue dita lunghe e sottili si muovevano appena sul cotone della mia camicia ma la mia pelle sotto bruciava dalla voglia di togliere quella stoffa inutile e il mio corpo bramava di poter sentire il suo contro il mio come poco meno di un'ora prima era accaduto."
Eccomi alla mia 2° Originale!!
buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragione del cuore'
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Begone!



< Non voltarti. Vattene. Non vederlo ne sentirlo mai più o non avrai pace! >
N
on mi interessa la sua risposta, non mi interessa niente di lei. Mi giro, esco.


30 lunghissimi minuti prima…


Scrivo e sono incredibilmente tesa. Mi fa male la mano, respiro a malapena, la situazione mi pare irreale e spero di risolverla al più presto.

L'unico conforto è lui, il calore della sua mano…

Scrivo e non so neanche io perchè sto facendo l'elenco di quelle date e di quei regali. Il rumore dei suoi primi singhiozzi è nitido nei miei ricordi come fosse accaduto pochi giorni fa eppure due anni sono passati. Due anni sicuri di tradimenti continui. Troppi viaggi di lavoro e troppi fine settimana con gli amici: tutto troppo per essere mere coincidenze. Quando poi, mesi fa, Italia mi ha raccontato in lacrime la sua prima sfuriata bè, avevo la pelle d'oca solo provando ad immaginare quelle parole venire dalla bocca di lui. Aveva pianto tutta la sera e aveva dormito con me quella notte perchè aveva avuto un incubo.

I regali non saranno più il suo lasciapassare! Le ha fatto troppo male! Adesso basta!

Ho finito la pagina. La guardo ed è piena di frecce: ad ogni litigata segue un regalo o un appuntamento importante; a ogni data una scusa.

Mi appoggio allo schienale e mi avvicino a Mike.

< Adesso Cesare tocca a te. Dimmi tutto quello che sai. Non è un caso se siamo qui dopo l'orario di chiusura, no?! > perchè proprio qui, perchè proprio a quest'ora?! Il suo essere sempre in disparte l'ha reso spettatore delle nostre vite… mi chiedo quanta sia la sofferenza che ormai è per lui un'abitudine. Nei suoi occhi, adesso che non mi risponde, vedo scendere il velo dei ricordi. Chissà cosa lo lega a questo posto, a questi libri?! Fissa uno scaffale ma in realtà so che non lo vede. Poi respira e mi parla.

< Io vengo qua, qualche sera durante la settimana, ho le chiavi. Saranno.. fai quattro mesi al massimo; io ci vengo da molto di più. > oddio, quattro mesi?! Qua dentro?! Ma se prima ero curiosa, adesso voglio sapere ogni virgola e Cesare prosegue < Lui entra da via Mozart. Lei da via A. Diaz. Non so se sia sempre la stessa, sai com è.. non sento mai le loro voci! > mi sento male… come se mi avessero fatto fare una giravolta troppo velocemente < Ma di lui non ho dubbi anche se cambia spesso macchina per venire qui. > Mi sento male… Italia ne morirà. Adesso mi sembra così reale, così razionale. Quattro mesi! E chissà prima… ma prima andava lontano e mi faceva certo male ma qui, in questa sala piena di.. cose, spettatori inanimati ed ignari di un tradimento così… calcolato. Io entro di qui, tu entri di là.

Ma come una sciocca il mio cuore spera che sia solo un incubo, molto bello visto che Michael McVaine mi sta abbracciando, ma pur sempre un incubo che presto finirà… < Come sei sicuro che sia lui e che stasera verrà qui con lei?! > scuote impercettibilmente la testa prima di volgerla verso l'orologio come se anche lui stesse sperando nel mio medesimo sogno-incubo.

< Rimani accanto alla finestra per i prossimi dieci minuti > Perché?

Tra l'incredulità e la paura difronte a questa sua sicurezza mi alzo facendo leva sul ginocchio di Mike.

Lo stabile vecchio ha le finestre molto alte e le ante a persiana così che tu possa veder fuori. Mi poso al davanzale di marmo freddo che mi provoca un brivido.

Se prima la mia mente frullava un pensiero dopo l'altro frenetica adesso è il vuoto.

Mi rendo conto che da qualche secondo fisso Michael, adesso cerco qualche particolare nascosto. Oscillo tra la felicità dell'essere qui con lui e la tristezza per l'essere qui a causa di uno stronzo.

Poi la sento. L'unica macchina in 10 minuti che passa ma non va avanti anzi, rallenta, curva e si spegne.

Mi volto ed il brivido che sento è diecimila volte più gelido di quello provato per il freddo del marmo. È un secondo che sono già tra le braccia del mio ragazzo. Paura. Penso che mi si legga in volto che me la sto facendo letteralmente addosso dalla paura. Per Italia che è una sorella per me so che starà male da morire; per noi, se quello là si arrabbia chi lo butta giù; per me stessa perchè non ho idea della reazione che avrò. Stando a quello che Cesare sta sussurrando, Morìs non ha idea della nostra presenza e presto arriverà Lei. Non mi muovo, trattengo il fiato, forse non ho nemmeno le pulsazioni cardiache, Michael è teso sotto di me ma il suo cuore batte forte e mi da forza.

Clack

Come se avessi preso la scossa sotto il sedere mi trovo in piedi.

Come se conoscessi alla perfezione il punto in cui Lei si trova cammino. Uno scaffale, poi l'altro poi giro a destra e le vedo la schiena: tailleur panna, collant carne con la riga dietro marrone, decolté marrone tono su tono.

Percepisce la mia presenza anche se le AllStar non fanno rumore.

Non voglio vederla, non voglio sapere chi è < Non voltarti. Vattene. Non vederlo ne sentirlo mai più o non avrai pace! >

Non mi interessa la sua risposta, non mi interessa niente di lei. Mi giro, esco quasi correndo.

Non ho preso su il giubbino di Jeans e ho freddino. Il sole non c'è più e il mio corpo è di ghiaccio. Quale segreto terribile ho tenuto?! Complice di tradimento… Sto male. Mi viene da vomitare. Ma corro… Ti ho mentito.. Sono un'amica di merda.. Non so dove sono ma continuo a correre… Non ti merito. Non mi merito niente…

Non so come mi ritrovo attaccata al campanello di Italia. Ti prego apri è tutto ciò che riesco a pensare. Il peso sempre più grande di questo fardello mi schiaccia e mi aggrappo all'inferiata gelida sotto le mie mani. Lacrime giganti sicuramente blu di trucco mi rigano la faccia ma non mi importa. Serena mi apre e chiama Italia che esce praticamente subito.

< Katy che sorpres-Katy o mio dio che ti è successo?! Tesoro rispondi ti prego! - apre di slancio il cancello e mi abbraccia - Ti hanno fatto del male? È stato il rosso?! Ti prendo una felpa… > non riesco a parlare, a respirare. Continuo a piangere. Mille pensieri mi passano per la testa. Il primo: è se Michael fosse come lui?! Il secondo: e se Cesare fosse come lui?! Mike, Cesare li ho lasciati là… saranno preoccupati… mi sento male. Devo tornare da loro. Mi sento proprio male. Devo inventarmi una scusa per tornare… Mi fiondo in bagno e rimetto tutta la cena. Mi lavo la faccia. Per fortuna che conosco la casa a memoria.

Italia mi guarda sempre più preoccupata; mormora qualcosa tipo devo chiamare sua mamma ma la blocco biascicando un incomprensibile devo andare. Chissà se è questo l'effetto che fanno le droghe?! penso; non sono più padrona di me, della mia bocca, del mio stomaco, della mia testa. Pensieri e parole, a mente e a voce: non trovo più differenze! Capisco di non essere ferma.

Apro gli occhi e mi ritrovo sul morbido, al caldo. La voce di Italia mi arriva < … CHE CAZZO è SUCCESSO!!! MIKE SE LE HAI FATTO QUALCOSA TI RIEMPIO DI BOTTE!! … Biblioteca?! Ma cosa… Ok mi calmo ma tu dimmi… ok sto svoltando… sono parcheggiata qua sotto. >

In ordine sento la portiera di Italia aprirsi e chiudersi, poi il portone. Mi alzo ed esco dalla macchina. Chiamo Italia ma non mi ascolta sta urlando contro Mike che povero cucciolo mio non le dice niente. Cesare cerca di calmarla ma le sente su anche lui.

Finalmente smetto di piangere ma la scena che si presenta non è affatto bella: io sto vicino alla macchina dalla quale sono appena scesa, a metà strada tra me ed il portone i nostri ragazzi ed Italia che ancora sbraita. Mi sta difendendo… penso e subito mi torna la nausea. Ma ecco che il portone si apre.

Lui la vede. Lei lo vede. Che grandissima situazione di merda... ed è tutta colpa mia!

Scende il gelo; nessuno parla, nessuno si muove.









Allora è qui che viene!? Bene! Molto. Bene!
Cerco lo sguardo di Cesare che, paralizzato non sbatte le palpebre e continua a fissarmi.
Un piede dopo l'altro supero i ragazzi.
Sono difronte a lui. Non grido, non sbraito, non piango. Semplicemente lo guardo dritto negli occhi. Senza paura, senza nostalgia, senza vergogna. Perché dietro me, dentro me, c'è Katy e c'è Cesare ed io non ho più bisogno di altro.
Per la prima volta parlo. Per la prima volta dopo anni non sento più il panico che mi incuteva quel suo sguardo duro ed esprimo la mia verità, la mia volontà, ad alta voce < So perchè sei qua. Vattene. Non voltarti indietro. Non cercarmi. Non chiamarmi. Dimenticami! > e così lo caccio via, da lì, dal mio cuore, dalla mia vita…
L'adrenalina di pochi secondi prima mi abbandona, mi sento così stanca e sfiancata; sento Cesare chiamarmi e venire verso di me ed è il buio.







__________ <3


come promesso pubblico subito e sconvolgo tutto!!!

ditemi tutto quello che volete.. insultatemi anche.. ma ditemi cosa ne pensate!!!!


Baci

Marta


   
 
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