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Autore: eagle fire    15/05/2008    8 recensioni
"In questo posto...nessuno è al sicuro...nessuno può avere la certezza di uscirne un giorno vivo...sempre che tu riesca a uscirne...La vita non è un gioco Kai. Devi sempre essere pronto a lasciare le persone che ami." Kai Hiwatari farà il suo ritorno in Russia, al monastero, ma il nostro protagonista non avrà vita facile. Intanto nella squadra russa si aggiunge una ragazza...una ragazza che condividerà, insieme al nipporusso, tutta la sua tristezza e angoscia...la tristezza di non riuscire più a riavvicinarsi ai suoi ex compagni di squadra...ma un fitto mistero avvolge Kai...cosa sarà? Ficcy scritta a quattro mani da me e Nika_Chan! Buona lettura! "C’è uno spiraglio della tua vita che si affaccia sul passato e sull’angoscia…si riapre definitivamente lacerando il presente…vivilo annaspando solo invano nel buio…ma ricorda che non riuscirai mai a superarlo in compagnia di te stesso…"
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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BLEEDING LOVE

Salve gente! Siamo Nika_chan e Eagle fire che vi parlano!!! Abbiamo scritto una ficcy insieme, spero che vi piaccia! Il nostro Kai deve tornare al monastero contro la sua volontà, ma….cosa gli capiterà?

Tornato alla Borg, il nostro protagonista dovrà battersi contro i suoi amici durante i mondiali… ^^ Buona lettura!

 

1 CAPITOLO:

 

 

La pioggia picchiettava sugli scuri finestrini di una limousine nera.

La figura di casa Kinomiya si rimpiccioliva sempre di più, mentre un ragazzo dai profondi occhi ametista osservava  ciò che lo circondava…cercando di far passare la paura che aveva dentro in freddezza…

Non ci poteva credere. Tutto d'ora in poi, sarebbe cambiato. E tutto in un secondo.

Era stato fragile...

Era stato uno sprovveduto...

La sua mano destra sfiorò il finestrino della limousine per poi chiudere per un secondo gli occhi brucianti. Quella separazione sarebbe stata per lui molto dura.

E casa Kinomiya si allontanava sempre di più...il cuore era chiuso ormai in una prigione invisibile, il suo cinismo lo aveva portato in quella situazione. Si era ripromesso che sarebbe cambiato, che non avrebbe mai più appoggiato i loschi piani del vecchio nonno, ma la cosa più importante a cui non era riuscito nel suo intento era avere una vita indipendente. Via da tutto quanto. Via da tutti.

-Lo faccio solo per il tuo bene, Kai.- Sbottò il vecchio nonno finendo di fumare il suo sigaro per poi voltare lo sguardo verso il nipote. Rise. Finalmente, dopo tanto tempo, poteva contare ancora sull'aiuto del piccolo Kai. Ma doveva lavorarci su per un bel pò, ormai lo conosceva bene, era un ragazzo ribelle, molto sicuro di sè. Rischiava di perderlo un'altra volta se non stava attento. E questo non poteva permetterselo...un solo passo falso...e gli sarebbe sfuggito di mano ancora...e questa volta, per sempre.

-Il mio bene?- Il ragazzo dagli occhi ametista ridacchiò divertito dalle parole del nonno. -E tu...mi rinchiuderesti di nuovo al monastero...solo per il mio bene?- Soichiro non parlò, bisbigliando qualcosa all'autista, chiedendogli di accelerare la corsa. -Hai fatto la scelta giusta Kai. Dopo tanti anni, potrai tornare alla tua vecchia casa...-

"Casa?? Quella non è mai stata casa mia...per me quello era un inferno..."

 

****************************

 

Stavo percorrendo un lungo corridoio buio. Non vedevo nulla se non una piccola luce proveniente da una stanza a fianco. Il resto non me lo ricordo molto bene...ma di una cosa posso esserne certo...non potrò mai dimenticare...

Avevo si e no 7 anni da quando successe quel brutto incidente. Dopo quel lungo corridoio ero arrivato davanti a una stanza. Ci entrai senza problemi. Davanti a me...c'era una finestra grande....mi avvicinai un pò di più per vedere il paesaggio fuori. Tutto bianco. La neve aveva ricoperto tutto col suo bel manto candido e leggero...e poi...sentii delle urla...Me ne andai da quella stanza che mi aveva affascinato e seguii le urla.

Ecco...è proprio da lì che incominciò...la mia vita...anzi, la mia fine....

Aprii la porta...non l'avessi mai fatto...ma era come se il mio braccio avesse fatto tutto quanto da solo.

Un bambino della mia stessa età...era grondante di sangue ed era pieno di ferite. Di fianco a lui, due finti monaci con in mano una frusta. E il bambino piangeva. -è inutile.- Sentii dire da uno dei due monaci. Indietreggiai appena di qualche passo. Strinsi a me la mia sciarpa e con i miei occhi guardavo la scena.

Uno schizzo di sangue mi arrivò in faccia.

è inutile?

Perchè è inutile? Allora anche io lo sono? Lo siamo tutti in fondo?

Ero terrorizzato. Scappai da quell'inferno di sangue cercando Yurij. Ma non lo trovavo...non c'era da nessuna parte...

-Che ci fai qui, Kai?- Mi fermai all'improvviso senza voltarmi. Quella voce fredda e tagliente mi bloccò il cuore. L'impotente figura di mio nonno mi venne incontro prendendomi con forza per un braccio. Cercai di non guardarlo in faccia, o sarei scoppiato in lacrime, ma...non ci riuscivo...non riuscito a distogliere il mio sguardo da quello del nonno...

Sorrideva, sorrideva malvagiamente facendomi quasi paura. In quel momento, ricordo che tremai dalla paura.

-Hai visto com'è divertente Kai?- Scossi la testa cercando di cacciar via le lacrime. -Sai...ormai per lui non c'era più alcuna speranza...era un esperimento mal riuscito...- Non avevo mai capito il senso di quelle parole. Sapevo soltanto che stavo vivendo un brutto incubo e che volevo uscirne.

-Si, Kai...un esperimento...-

Dio, quelle sue risate mi fecero tremare come una foglia....

 

*******************************

 

Il ragazzo non si era accorto di essersi perso tra i ricordi del passato e il nonno cercò di richiamarlo più volte. Ormai erano arrivati all'aeroporto. Era incredibile di come Kai riusciva a stare tranquillo e rilassato.

Ma forse in realtà...provava tutt'altro che tranquillità....quella, era solo una stupida maschera.

Il russo esitò nell'avvicinarsi all'aereo, voleva fuggire...avrebbe voluto correre dai suoi amici e riabbracciarli tutti quanti per non lasciarli mai più. E invece? Non li aveva nemmeno avvisati della sua partenza, nemmeno una lettera...era stato tutto così improvviso....ma se non avesse accettato la proposta del nonno, Kai non avrebbe mai più rivisti vivi Takao e gli altri. Non poteva permetterlo, loro era l'unica vera famiglia che Kai avesse mai avuto. Doveva proteggerla. A tutti i costi.

-Su, forza! Mi sembra di portare dietro un bambino.- Alla provocazione il giovane ragazzo si rimise a camminare.

Una goccia di pioggia gli sfiorò il viso, alzando poi lo sguardo verso il cielo...a Mosca, avrebbe trovato la neve...di sicuro.

-Non...voglio...- Sussurrò leggermente, quasi tremando. Il nonno lo guardò di sott'occhi prendendolo per il colletto. -Ho detto...che ci dobbiamo sbrigare!- Il ragazzo riuscì a sfuggire dalla presa del nonno rimanendo fermo immobile davanti a lui, guardandolo con aria di sfida. -Perchè devi sempre decidere della MIA vita??- -Perchè è giusto che sia così.- -No...non è vero...- -Vuoi vedere Kai, come posso distruggere i tuoi sogni?-

"Cosa?"

-Ormai non puoi più tornare indietro...non c'è più niente che ti appartenga legato in questa città....- Sorrise ancora una volta in modo provocatorio, per poi continuare col suo discorso. - ...ora tutto il tuo futuro...è a Mosca, mio caro nipote...- "No...non è vero!!"

-Non puoi trasformarmi di nuovo in un tuo soldatino!!- -Oh, si che posso.-

 

************************************

 

Da quel momento la mia vita sarebbe cambiata. Era da poco che ero rinchiuso in quel monastero, non ero ancora abituato a quella orrenda vita. I bambini non ridevano, non scherzavano...gli allenamenti era estenuanti e chi cedeva, veniva punito.

Credevo che non avrei mai legato amicizia con nessuno, e invece...conobbi Yurij e i suoi amici.

Dopo aver incontrato mio nonno per il corridoio, avanzavo a passo lento e tremante. Davanti a me, all'improvviso, mi ritrovai Yurij. Era molto preoccupato per me, non riusciva a trovarmi tra le varie stanza di allenamento. In realtà, mi ero semplicemente perso.

Appena mi vide in quelle condizioni mi chiese il perchè. Non risposi. Ma non si arrabbiò con me, anzi, mi sorrise e mi riportò in stanza.

Il giorno dopo la voce del ragazzino morto si sparse per tutto il monastero.

-Accidenti...è una cosa terribile!- Come al solito era sempre Boris che ci descriveva i dettagli della storia, e tutti rimanevano affascinati dai suoi resoconti. -Ma chi era quel ragazzino?- Chiese Sergej che ancora non aveva saputo di nulla della cosa. -Era Pavel Yukovskiy, lo conoscevo.- -Ah, si?- Feci l'indifferente come se la cosa non me ne importasse minimamente. - Si si! Lo avevano rinchiuso nella stanza degli esperimenti per due giorni interi! E nessuno sa il perchè! Dopo di che...booom!! Lo hanno ucciso.- Tutti rimasero a bocca aperta, mentre io mi facevo piccolo piccolo in un angolino in modo che non mi potessero notare.

-Uno in meno.- Quelle tre parole pronunciate da Boris mi fecero rabbrividire. Ma nessuno sapeva il significato di...vivere?

-Come...come puoi dire una cosa simile?- Non so da dove riuscii a pronunciare quelle parole, fatto sta che le avevo ormai dette. -E tu che ne sai, pivellino? Non lo conoscevi nemmeno!- Disse per tutta risposta Boris alzando le braccia e portandosele dietro al collo. Yurij mi guardava stranito mentre Sergej e Ivan erano usciti dalla stanza.

Continuai a guardare Boris con occhi furenti e Yurij continuava a non capire il perchè. Fremevo. -Non ti dispiace nemmeno un pò di quel Pavel??- -Ne parli come se tu lo conoscessi...lo sai Kai? Yu non te lo ha mai detto? In questo posto...nessuno è al sicuro...nessuno può avere la certezza di uscirne un giorno vivo...sempre che tu riesca a uscirne...- Detta quella frase si mise a ridere dandomi di spalle. -La vita non è un gioco Kai. Devi sempre essere pronto a lasciare le persone che ami.-

A lasciare...le persone che amo?

 

**************************************

 

Ecco fatto. Appena usciti dall'aeroporto moscovita Kai e il nonno erano arrivati al monastero Vorkov. Vorkov...

Appena arrivarono davanti alla vecchia porta di legno, li accolse il finto monaco sorridendo al ragazzo. -Sono contento che tu sia tornato Kai. Ammira la nuova era della Neoborg!- Kai fece una faccia disgustata senza degnarlo di uno sguardo. Il finto monaco si avvicinò al viso del russo guardandolo negli occhi. -Bentornato...nel tuo incubo...- -Già...- Disse Kai stizzosamente. Ormai cosa aveva da perdere?

-Signor Hiwatari, volevo informarla che la nuova ragazza si è ben adattata allo stile di vita del monastero.- " Eh? Ragazza?" -Molto bene, signor Vorkov...ormai nessuno potrà fermarci.- Soichiro diede una spinta a Kai facendolo varcare la soglia del monastero. -Stammi bene Kai...ah, Vorkov...- Il finto monaco osservò per l'ultima volta il nonno del ragazzo. -...sa bene quel che dovrà fare...- Disse facendo un gesto col capo in segno del ragazzo. -Ma certo. è tutto pronto.- -Perfetto...-

I due presero il corridoio principale. Kai camminava da dietro Vorkov, a passo lento, in modo da tenerlo bene in vista. A un certo punto il finto monaco si fermò. - Tu aspettami qui. Torno subito.- Detto questo Vladimir Vorkov scomparve nel buio dell'altro corridoio.

Kai rimase solo per almeno 2 minuti. Si guardava intorno, ricordandosi ogni minimo particolare di quel posto agghiacciante che anni fa, era stata la sua "casa".

-E tu che ci fai qui?- Il russo dagli occhi ametista incrociò il suo sguardo con quelli color ghiaccio di Yurij. -Yurij....- -Pensavo che non saresti più tornato qui. Che è successo?- Kai chinò il capo, non voleva parlarne. I due rimasero zitti per qualche secondo, quando fu Kai a rompere, stranamente, il silenzio. -Prima Vorkov aveva parlato di una ragazza...di chi si tratta?- Il viso di Yurij parve meravigliato dalla domanda fatta dall'amico. -Lei è la sorella di Boris...Si chiama Jasmine Huznestova, ed è stata portata qui dentro da più di due mesi fa. E’ una ragazza in gamba,  molto agile nel manovrare il bey, e possiede anche lei un bit-power. Ma non pensare che sia una ragazza timida e riservata. Quella quando lo vuole, sa essere una furia.- Calò ancora il silenzio, ma questa volta a romperlo fu Yurij. -Era da un pò di giorni che sentivo parlare Vorkov al telefono con tuo nonno. Da quel che avevo sentito, saresti tornato qui il più presto possibile...ma non credevo che...avresti accettato...- -L'ho fatto solo perchè se no i miei amici sarebbero...- Il nipporusso si fermò. Le parole gli morirono in bocca. -...morti?- Completò la frase Yurij notando lo strano nervosismo dell'amico. -Kai...ti rendi conto che tuo nonno ti ha teso una trappola?- - Che cosa vorresti dire?- -Kai, tuo nonno vuole che....- -Ah, Ivanov! Ci sei anche tu. Immagino che sarai felice di rivedere il tuo amichetto Kai.- Vorkov fece un falso sorriso ai due ragazzi, avvicinandosi a Kai e prendendolo per le spalle.

-Ora puoi seguirmi.- Kai lanciò un ultimo sguardo a Yurij per poi seguire il monaco. Sentiva che non doveva farlo...sentiva il pericolo...ma doveva correrlo...Il suo sesto senso non mentiva mai...

Eccoli lì, davanti alla stanza degli esperimenti. Kai tremò leggermente senza darlo a vedere a Vorokv, e indietreggiò appena. -Cosa...- - Entra pure ragazzo...ci divertiremo io e te insieme.- Il ragazzo stava per entrare di contro voglia quando vide una ragazza passare per il corridoio...incontrò i suoi occhi verde acqua così freddi e taglienti...i capelli lunghi fino alle scapole dal colore violetto e il suo corpo snello e magro. Doveva essere lei, la sorella di Boris. Gli occhi della ragazza si posarono per un attimo sul ragazzo dagli occhi ametista, ma solo per un attimo fugace perchè il ragazzo scomparì nella piccola stanza.

La stanza era piccola e poco illuminata. C'erano degli enormi macchinari con degli scienziati sempre all'opera per i loschi piani di Soichiro Hiwatari. Kai cominciava a capire. Capire tutto quanto. Il perchè del nonno che lo voleva sotto il suo controllo ancora una volta...la Neoborg....e la frase spezzata di Yurij.

Sentì lo stomaco contorcersi dall'ansia mentre guardava Vorkov parlare per un attimo con uno di quegli scienziati da strapazzo. -Ora Kai, cerca di rilassarti...- Come poteva rilassarsi sentendo di essere nei guai fino al midollo? -Cosa volete da me ancora?! Non vi è bastato farmi del male anni fa???! COSA VOLETE??!- Vorkov sembrava divertito dalla paura che provava Kai, talmente divertito che si mise a ridere sommessamente. Lui era ancora un suo giocattolo. Il suo soldatino.

-E’ stato tuo nonno a ordinarmelo...vedi Kai, con questo, verrai allontanato per sempre da quei tuoi amici...e sai perchè? Perchè sarai diverso...ti considererai un mostro, e per questo motivo...non ti avvicinerai mai più a loro...sarai...diciamo così…cambiato...-

-No...- Kai non voleva capire. Non voleva. Pensava che tutto quello fosse soltanto un incubo...voleva svegliarsi da quel brutto sogno e ritrovarsi tra i suoi amici in Giappone. – E’ inutile, ragazzo....-

"- Kai, tuo nonno vuole che...-"

Due scienziati lo presero di spalle, fermandolo. Uno di loro gli iniettò un sedativo e il ragazzo si accasciò tra le loro braccia rimanendo con gli occhi leggermente aperti. Riusciva a sentire ancora le risate del monaco...quelle risate sommesse che quasi gli trapassavano il cervello. Di colpo si sentì sollevare da terra e fatto sdraiare su un lettino per poi essere legato. La testa gli girava terribilmente e non riusciva a tenere gli occhi aperti. Cosa volevano fargli?? Perchè con questo metodo, non avrebbe mai più potuto tornare dai suoi amici? Perchè...sarebbe diventato un mostro...?

-Coraggio Kai, finirà tutto quanto molto presto...-

L'ultimo suono che sentì era la sua voce e il ricordo di un passato ormai troppo nitido da non scordare....

"-Devi sempre essere pronto a lasciare le persone che ami.-"

 

 

C’è uno spiraglio della tua vita che si affaccia sul passato e sull’angoscia…si riapre definitivamente lacerando il presente…vivilo annaspando solo invano nel buio…ma ricorda che non riuscirai mai a superarlo in compagnia di te stesso…

 

 

  
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