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Autore: SaraRocker    20/12/2013    1 recensioni
storiella -rigorosamente- Spuffy
Ambientata alla fine della seconda stagione. Buffy e Spike si sono alleati per sconfiggere Angelus, ma seppure i due riescono a salvare il mondo, Angel non riacquista la sua anima e Spike non riesce a riottenere la sua Drusilla.
I due alleati sono quindi costretti ad evadere per la loro sopravvivenza, legati da un patto di sangue fatto poco prima della battaglia.
-Estrattp cap.9-
-Drusilla si portò a sedere contro la testiera del letto, gli occhi imperlati di lacrime "Odori di lei... Sei impregnato di lei... Dentro, fino alle viscere." sibilò indicandolo. La mano tremante.
"Stai delirando"
"No, William... Lei ti entrata dentro più profondamente di quanto abbia mai fatto io..." gli rispose poi, troncando immediatamente ogni suo pensiero e sgombrandogli istantaneamente il cervello.
"Sin da quando l'hai vista la prima volta... Lei ti ha ossessionato" proseguì Drusilla, non potendo nascondere un profondo dispiacere nella sua voce "Dicevi di odiarla, perchè avevi paura di ammettere di amarl-" "Stai dicendo idiozie!" la interruppe improvvisamente, gridandole contro con disprezzo, in bilico di fronte ad un precipizio spaventosamente profondo.-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Promise

-Il Cantastorie




"Ci lamentiamo. Lo facciamo costantemente. Ci rinfacciamo l'un l'altro le sventure, cercando assurdi capri espiatori in persone non colpevoli. In modo tale da renderle vittime, divenendo così carnefici. E la cosa più incredibilmente triste del tutto, è il nostro vantarci costante. La realizzazione dell'errore avviene dopo, quando ormai è troppo tardi per abbassarsi a quel gesto, ormai tragicamente considerato di debolezza, del chiedere perdono. Personalmente, me ne vergogno...

Ma infondo lo si sa, l'amore è un brutto affare."



Buffy, svegliatasi alle prime luci dell'alba, si stava concedendo qualche minuto per rilassarsi e concentrarsi su se stessa. Aveva dormito poco quella notte e dopo l'incontro con quello Spike dalla mano ferita, tramutato in demone, lei non aveva più chiuso occhio. Si era davvero dimenticata, seppur solo per un istante, la vera natura dell'uomo. Era stato un passo falso, ma non era questo a farla tentennare di più, quanto la presenza costante che il vampiro moro aveva nella sua mente.
Era ancora ferita per come la battaglia era andata a concludersi. L'umiliazione bruciava ancora vivacemente e quei brevi momenti vissuti la notte precedente, mentre accarezzava il volto del demone Spike, le avevano fatto riaffiorare ricordi riguardanti Angel, vissuti ormai un anno addietro. 
Ed oltretutto, a sommarsi a quelle riflessioni di troppo, c'era anche un senso di colpa nei confronti del biondo, che solo poche ore prima, aveva allontanato con ben poca gentilezza e troppa freddezza, come fosse stata causa sua quell'improvviso collasso di lei. Eppure Buffy non era in grado di gestirlo, e nemmeno vogliosa di chiedere scusa al vampiro -ormai suo coinquilino-. 
Si era infilata sotto la doccia non appena alzatasi dal letto, stando ben attenta a moderare la velocità dei suoi movimenti, così da non svegliarlo, in quanto aveva un sonno leggerissimo, ed ora era ancora lì, nel piccolo bagno, e faceva scivolare sul proprio corpo nudo tutta quell'acqua fredda, sperando di cancellare ogni problema come si trattasse di sporcizia, di qualcosa di lurido e sbagliato. Tragicamente, però, pareva tutto invano. Però le piaceva. Apprezzava il tocco leggero e gentile delle gocce d'acqua ed il contrasto che si creava tra il freddo di essa ed il caldo estivo che la circondava costantemente.
Cercò di svuotare la mente, rendendosi conto che quando si concentrava su quella piccola cosa -l'acqua che le scivolava addossso-, riusciva a calmarsi abbastanza da non ricadere in quel batatro di sconforto e confusione riguardante Angel e Spike, seppur in prevalenza prendesse in analisi il moro.

Sospirò, poggiando la fronte contro le piastrelle della parete e guardando in basso. Era davvero difficile. Si rese conto in un secondo di come tutte le speranze che aveva con attenzione mantenuto e curato, stessero scemando irrimediabilmente, lasciandola con la consapevolezza che, Angelus sarebbe per sempre rimasto tale e che, prima o poi, lo avrebbe dovuto eliminare. Propendeva per ucciderlo in un futuro 'poi', così da non dovere affrontare troppo presto l'idea di non poterlo più vedere, e anche per un'altra ragione di cui si vergognava immensamente: Spike. Una volta conclusasi la missione lui sarebbe andato per la sua strada, lasciandola ad affogare nei propri dispiaceri senza quella costante e necessaria ilarità che lui sempre le donava. Quel pensiero faceva male. Ed era ancora più dolorosa la realizzazione che non sarebbero state solo le frecciatine taglienti a mancarle, quanto la presenza stessa del vampiro. Ormai apprezzava persino dormirci accanto.

Lui poteva capirla. Lui stava affrontando i suoi medesimi problemi.

Le piaceva avere la consapevolenza di potergli parlare, confidandosi, non dovendosi sentire obbligata a spiegare nulla. Apprezzava le sue doti di ascoltatore ed i suoi incoraggiamenti rari, ma tangibili.
Scosse il capo sentendosi un'ingenua stupida. Spike era un vampiro ultracentenario e probabilmente, non appena avrebbe ottenuto ciò che desiderava, si sarebbe velocemente liberato di lei. Doveva restare pronta e reattiva, e smettere di pensare come la diciassettenne, quale era. Smettera di fidarsi di tutti e ciecamente dopo appena un paio di settimane di strettissima vicinanza. Lui restava un demone, ergo, un essere ripugnante.

Eppure, era estremamente attraente.

Tornò a scuotere il capo realizzando il proprio pensiero, per poi alzare il volto in direzione del getto d'acqua socchiudendo gli occhi e lisciandosi i capelli lentamente. Voleva smettere di pensare e di soffrire. Desiderava essere più coraggiosa e sincera, e necessitava disperatamente di smettere di stare male al solo pensiero di Angel.


"Forse, se ognuno di noi possedesse una falce, colpirebbe alla testa colui che gli sta vicino, solo per potere godere di un momento di fama. Solo per potere dire di avercela fatta da solo. L'avarizia genera possesso. L'eccessivo possesso genera fama. La fama, se ben nutrita, genera la gloria. La gloria simboleggia la vittoria. Oh, sì, anche ora, colei che cerca la pace interiore, desidererebbe imbracciare quella falce."


Lui l'aveva sentita levarsi non appena i primi raggi solari avevano fatto capolino dalle finestre -ormai non più serrate- della stanza. L'aveva percepita alzarsi e dirigersi nel bagno, il tutto senza mai aprire gli occhi, timoroso che lei potese vederlo. Aveva poi udito il getto della doccia aprirsi e non richiudersi più per almeno un'ora, alchè aveva deciso di alzarsi anch'egli, sperando di smettere di pensare.
Aveva realizzato qualcosa -per un vampiro- di blasfemo. Tutt'ora, mentre rifletteva sulle parole di Drusilla, non poteva evitare di vederle come qualcosa di sconclusionato e confuso, ma che comunque, alla fin fine, aveva avuto una ragion d'essere. Ogni sua supposizione ed ogni sua realizzazione, era reale, e Spike stesso, tanto cieco, era stato l'ultimo tra molti a rendersi conto dei propri sudici e immorali sentimenti. Quella notte, non appena la cacciatrice si era allontanata, lui si era sentito libero di sfogarsi liberamente. Aveva gettato le proprie mani tra i capelli, spettinandoli dalla solita acconciatura imposta dal gel che li sistemava, aveva distrutto un altro paio di bottiglie in preda al nervosismo, e solo dopo qualche ora si era medicato la mano, era tornato a letto, ed aveva finto di riaddormentarsi. Esattamente come lei. Perchè lui lo sapeva, che lei era rimasta sveglia.
Odiava ed amava Buffy nello stesso istante, e si detestava per il semplice fatto che il secondo sentimento prevalesse totalmente sul primo. La collera ed il rancore erano stati completamente sostituiti, sempre che fossero realmente esistiti in precedenza.

Aveva perso il conto del tempo in cui era rimasta nel bagno, ma avrebbe potuto scommettere che ci aveva trascorso una buon'ora. Decise di uscire dalla doccia e dopo essersi avvolta attorno un asciugamano che le arrivava sino alle coscie, lasciò anche il bagno.
Non appena Spike udì dei passi avvicinarsi, alzò lo sguardo in direzione di essi, deconcentrandosi dalla contemplazione della propria tazza di sangue -rigorosamente- scaldato al microonde.
Sussultò di fronte la vista che gli parve di fronte: Buffy era avvolta in un piccolo asciugamano che la copriva malapena ed armeggiava goffamente con le pantofole, intenta ad infilarle velocemente. Notò il vampiro solo in un secondo momento, e quando accadde, non potè evitare di arrossire violentemente.
"S-Spike!" esclamò, improvvisamente portando le mani sul seno, assicurandosi che l'asciugamano fosse abbastanza stretto da non giocarle brutti scherzi, come per esempio scivolarle proprio di fronte il biondo.
"Buongiorno.." soffiò semplicemente lui continuando a guardarla, rendendosi conto del proprio ossessivo comportamento solo dopo qualche secondo. Abbassò velocemente lo sguardo sulla tazza colma di sangue e la studiò con falsa attenzione.
La ragazza, ripetendosi di stare calma, mosse un paio di passi in direzione del vampiro, decisa a raggiungere un pacchetto di biscotti, resasi conto di essere effettivamente affamata.
Tentò di allungarsi sino al ripiano alto, dove il vampiro giorni prima aveva riposto la busta, ma -a causa della discutibile altezza- non lo raggiunse. Si tese maggiormente, e Spike, alzando nuovamente lo sguardò, la notò. Le gambe tese ed affusolate lo incantavano, formando, insieme al bacino e alla schiena, delle curve da mozzare il fiato.
"Scusami, Goldielocks..." esordì dunque il vampiro, leggermente agitato "Ma vorrei ricordarti che sei praticamente nuda. E che io, infondo, sono ancora un uomo"
A quelle parole lei impallidì qualche momento, per poi divenire completamente rossa in viso. Ringraziò mentalmente un eventuale Dio che lei fosse voltata dall'altra parte rispetto a lui, per poi smettere di impegnarsi tanto per raggiungere i biscotti. Sospirò, pensando ad una risposta da dargli, trovando come sola soluzione la sua cocciutaggine e la sua rabbia.
Si voltò verso di lui "Ed io vorrei invece ricordare a te che è stato proprio un vampiro che entrambi conosciamo molto bene, a mettere i miei biscotti in un ripiano troppo alto..." disse acida.
Lui sorrise sghembo, alzandosi e mormorando "Touchè"
La raggiunse, facendola agitare all'istante, e lui lo percepì chiaramente attraverso il battito cardiaco fuori controllo. Avvertì un moto d'orgoglio invaderlo mentre, compiendo un minimo sforzo, afferrava la busta dei biscotti e gliela porgeva sorridendole solare "Ecco a voi, madame"
Lei, di fronte quella naturalezza, ostentata mentre lei moriva di... Caldo? -scosse il capo-,  Non potè evitare di ringhiare infastidita, strappandogli prontamente di mano la confezione e lanciandogli un'occhiata colma di disprezzo. Si diresse poi verso la zona del locale adibita a camera da letto, portando con sè la propria colazione.
Lui finse di non venire toccato da quel comportamento, mentre in realtà non poteva evitare di avvertire un misto di divertimento e risentimento invaderlo, per poi tornare a parlare con tono leggermente alto per farsi udire da lei "Ricorda che oggi pomeriggio andiamo da Willow!"
"E Xander!" incalzò prontamente lei, mantenendo il medesimo tono del vampiro per farsi sentire nonostante la distanza, il tutto appositamente per infastidirlo. Sapeva quanto il biondo detestasse l'amico di lei, ed amava stuzzicarlo. Spike ringhiò. La cacciatrice era sempre pronta a sfidarlo, era saccente, divertente, ironica, folle, determinata ed ostinata. Era perfetta, e lui non poteva fare a meno di pensarla costantemente.


Erano arrivati a casa di Willow e Xander da ormai un paio d'ore, e sin dai primi dieci minuti, il vampiro aveva desiderato evadere da quel minuscolo appartamento, ma non lo aveva fatto. Aveva promesso a Buffy che si sarebbe comportato bene, almeno quel giorno. Ovviamente con 'bene', non intendeva certo che sarebbe andato d'accordo con Xander, comunque. Voleva solo dire che lui non avrebbe iniziato di punto in bianco a fare battutine sul moro, ma se invece fosse stato quest'ultimo ad iniziare, allora il biondo non si sarebbe scomodato a domandarsi se fosse o meno il caso di dirgli in faccia quanto inutile fosse la sua presenza di semplice umana nullità. Ovvio.
Stava comunque di fatto che, dopo due intense ore di ricerche riguardanti incantesimi a distanza, lui era decisamente spossato, ed avvertiva un bisogno invaderlo: voleva fumare. Forse, pensò persino, fumare lo avrebbe aiutato a calmare anche i propri pensieri riguardanti la cacciatrice, visto che l'alcol era stata una mossa vana. Insomma, tanto valeva tentare.
Si alzò dal divano sul quale era stato accomodato tutto il tempo, per poi raggiungere la cacciatrice, indaffarata nel leggere un libro decisamente antico. Si accostò al suo orecchio, facendola leggermente sussultare avvertendo il suo fiato. Lui lo notò, ma rimase in silenzio, preferendo mantenere quella vittoria -la reazione di lei- qualcosa di segreto.
"Vado a fumare. Torno tra poco"
Lei annuì semplicemente, deglutendo a vuoto di fronte l'agitazione causata dalla sopresa avuta nel trovarlo tanto vicino. Il vampiro lasciò dunque l'appartamento dirigendosi verso il giardino, sapendo quanto alla bionda ed alla streghetta infastidisse il fumo.
Xander era andato al magic box più vicino, cosa che aveva fatto sorridere piacevolmente il biondo. Che fosse un'ora od un paio di miunti, era felice di allontanare la presenza dell'imbecille, così da non doversi impegnare nel mantenere la calma. Infondo sopportava Willow ed aveva recentemente scoperto di essere infatuato di Buffy, ergo, il solo essere al momento 'di troppo' era indubbiamente Xander.

"Ecco!" esclamò d'improvviso una Willow radiosa, facendo sussultare la bionda al suo fianco, che immediatamente sorrise vedendo la sicurezza nello sguardo dell'amica.
"Una formula per fermare Angel anche da qui?"
La rossa annuì un paio di volte, per poi abbassare lo sguardo sulla pagina, trasformando però, in pochi secondi, il proprio sorriso, in una smorfia afflitta "Anzi, no... Questo è per evocare i gamberetti..."
La cacciatrice corrucciò lo sguardo "Gamberetti?" domandò poi confusa, mentre l'amica si limitava a stringere le spalle, anche lei palesemente incapace di capire l'utilità di tale formula.
"Beh..." fece dunque non sapendo che dire, Willow.
"Si trovano le formule più strane!" esclamò dunque Buffy, accasciando poi il capo sul libro aperto che, poco prima, era intenta a leggere. La strega annuì concorde, per poi tornare raggiante velocemente "Però, forse... Nella biblioteca vicina..."
"Di che parli, Will?" fece la cacciatrice mantenendo gli occhi chiusi, decisamente spossata. infondo aveva passato buona parte della notte riflettendo, ed il sonno si faceva sentire.
"Qui di fronte c'è una biblioteca! Ci sono andata ieri e ho visto che hanno una sezione con libri di magia e incantesimi... Forse là troveremo qualcosa" continuò raggiante la strega, alzandosi immediatamente dalla sedia in cui si trovava e dirigendosi verso la porta di uscita, decisa ad andarci.
"Buffy, vieni?"
"Mh..." la ragazza riflettè di fronte quell'invito. Al momento era decisamente fuori forma e non aveva la minima intenzione di camminare, che si trattassero di chilometri o metri "Facciamo che io ti aspetto qui?"
L'amica le sorrise comprensiva, annuendo "Allora tornerò tra poco. Avviso Spike"

La rossa scese le scale velocemente, e non appena fu all'esterno, incontrò immediatamente la forma slanciata del vampiro in controluce. Teneva tra pollice ed indice la propria tipica sigaretta, ed osservava il cielo con fare quasi estasiato. Le dispiaque quasi interrompere la sua contemplazione.
"Spike..."
Lui si voltò verso di lei immediatamente, portandosi la sigaretta alla bocca, prestandole attenzione pur non dicendo nulla.
Willow sfruttò quel momento di attenzione rivoltale "Io vado un attimo in biblioteca... Buffy vuole restare di sopra, ma tornerò tra poco!" spiegò la ragazza timidamente. Non poteva ancora fidarsi completamente del vampiro, ed oltretutto faticava parecchio a guardarlo in volto dopo l'ultima conversazione avuta con lui.
"Afferrato, rossa" disse semplicemente William annuendo. Willow accettò completamente quella breve e concisa risposta, e fece dunque per incamminarsi verso la propria direzione, ma non appena ebbe compiuto un paio di passi, la voce del vampiro la fermò.
"Come lo sapevi?"
Lei si voltò in sua direzione. Lui la squadrava interessato, ma non da lei, bensì dalla risposta che attendeva uscisse dalle sue labbra. La strega sapeva bene a cosa Spike si riferisse, ma ci mise comunque qualche secondo a rispondergli, persino lei incerta sul da fare, non volendogli fargli pesare quel qualcosa che a lei, era parso lampante.
"Da come la guardi... La proteggi" disse infine Willow, per poi voltarsi nuovamente e tornare alla propria strada, mentre uno Spike decisamente confuso si limitava ad annuire a vuoto un paio di volte, sorridendo.


"Ed è in quei momenti, quando capiscono che la falce non possono possederla, che prendono ciò che più si avvicina ad essa, ciò che più può condurli alla vittoria che disperatamente agoniano. E chiedono loro 'di che si tratta?', e questi loro rispondono che è un sogno, od un desiderio da realizzare, ed a quel punto gli umani ti ridono in faccia. Ed allora i credenti desiderano, ed i baroni truffano. I desideri, però, se male espressi, li conducono in luoghi inimmaginabili, dove la vittoria non è più la stessa, e la sconfitta è il nuovo obbiettivo...

...Così patetici, voi umani."



Buffy camminava per l'appartamento attanagliata da un male alla testa che la affliggeva da ore ormai. Probabilmente, si era detta lei stessa, i pensieri che la tormentavano erano divenuti troppi, tanto da invaderla completamente. Troppi perchè potesse sopportarli. Si era alzata dalla sedia, alla ricerca di svago, ed aveva iniziato ad ispezionare i vari oggetti all'interno del locale, fino a rimanere conquistata dalla borsa di Willow contenente le varie essenze magiche ed ingredienti.
La affascinavano le arti magiche, ma non era particolarmente propensa. Ne osservò il contenuto, trovandoci all'interno candele profumate, buste colme di polveri e persino statuette, probabilmente mistiche. Vide poi una sorta di talismano brillare sul fondo della borsa. Si trattava dell'oggetto utilizzato dall'amica per evocare -durante la battaglia- la barriera per proteggerla da Angel, ed istantaneamente i pensieri la invasero.
Le passò d'innanzi alla mente quell'umiliazione, le sue parole, tutto incredibilmente graffiante e triste, e si sentì sempre più stupida, debole ed ingenua. Avvertì gli occhi inumidirsi, ma cercò comunque di non fare uscire le lacrime, tentando di restare forte. Eppure, il dolore restava. Continuò ad osservare la borsa, trovando poi, in una tasca esterna ad essa, un piccolo cristallo viola. Se lo rigirò tra le mani, cercando di concentrare la propria attenzione su qualcosa -o qualcuno- differente dal vampiro moro che albergava in ogni parte di lei, ma tutto parve inutile.
Poi un pensiero, veloce e quasi meraviglioso, la invase. E fu tanto caldo e speranzoso che le fuoriuscì dalle labbra, persino. Guardò il cristallo intensamente, i riflessi che emanava riflettendo la luce solare, per poi mormorare "E se non avessi mai incontrato Angel?"

Spike, ormai tenendo tra pollice ed indice solo che il filtro della propria sigaretta, la lanciò lontano da lui, facendo ruotare il mozzicone in aria un paio di volte, e non appena cadde, lo clapestò attentamente con i propri anfibi neri. Lanciò poi un ultimo sguardo al sole, non curandosi del bruciore di cui le retine, a causa di quell'esposizione tanto diretta, soffrivano, come a dargli un piccolo saluto, seppur momentaneo. Era incredibile come avvertisse la presenza di quel calore, anestetizzante.
Si voltò in direzione dell'edificio, deciso a raggiungere la cacciatrice e magari domandarle come si sentisse realmente. Sapeva quanto celasse ai propri amici, poteva notarlo negli sguardi decisamente troppo sofferti, e voleva farla sentire meglio, anche solo con un paio di parole. 
Entrò nell'appartamento con tranquillità, immaginandosi già di trovarla coricata su un libro, in una sorta di stato di dormiveglia, ed invece, sorprendentemente, notò la zona dove si trovavano i libri vuota. Sussultò immediatamente. Si incamminò all'interno del locale con celata frenesia, avvertendo istantanemante un timore prenderlo: dove era Buffy?
Allungò lo sguardo all'interno della cucina, pensando potesse essere presa in uno spuntino a base dei suoi biscotti preferiti, comprati anche dall'amica strega, ed invece anche lì non si trovava nessuno. Scrutò in ogni stanza: prima in quella di Willow e poi in quella di Xander, trovandole entrambi deserte. Bussò più volte alla porta del bagno, chiamandola  squarciagola, ma ancora la sola risposta che ricevette fu un assordante silenzio.
Tornò in soggiorno. Lo guardò attentamente, sperando di notare segni di combattimento od aggressione, ma il solo oggetto a terra era un piccolo cristallo di colore violaceo, che si trovava vicino al divano.
"Buffy!" la chiamò nuovamente, avvertendo un senso di vuoto affliggerlo, mentre l'ansia montava freneticamente. Dove diavolo era finita? Non l'aveva vista uscire e comunque, anche se lo avessef atto, quale poteva essere la ragione?
Si portò le mani tra i capelli, suggerendosi mutamente di calmarsi, ma le voci nella sua mente aumentavano esponenzialmente, dandogli ipotesi e nuove domande, alle quali lui non sapeva decisamente rispondere. Avvertì istantaneamente la forza che i suoi sentimenti per lei avevano, ed improvvisamente, se fino a quel momento era rimasto dubbioso, ora capiva cristallinamente, quanto tenesse alla cacciatrice.
Si mosse velocemente all'interno dell'appartamento, alla ricerca di una soluzione, rendendosi però conto che da solo non sarebbe stato in grado di fare molto. Buffy era scomparsa e, dopo di lei, la migliore tra i vari Scoobies, era indubbiamente la rossa. Dopo un ultimo sguardo al locale decise dunque di uscire e raggiungere velocemente l'amica della sua amata Goldielocks.

"Una sola parola. Una sola frase... E la vittoria non è più la stessa, e la sconfitta è il nuovo obbiettivo... Patetici"



Angolo dell'autrice!
Buonasera a tutti e che dire? Beh, avevo promesso qualcosa di nuovo e questo ne è un assaggio... Qualcosa che non penso tutti si sarebbero aspettati come risvolto.. Un risvolto che non ho ancora perfettamente spiegato, ma non preoccupatevi! Ci penserà la nostra Willow a illuminarci sulla faccenda!
Buffy è scomparsa, del tipo 'puf!' e da qui avremo i primi momenti realmente Spuffy... (potete esultare, sì ahaha) 

Le parti in corsivo sono raccontate dal Cantastorie (che appare dell'episodio 2x22). Non so esattamente perchè ho deciso di infilarlo in un capitolo... Immagino sia perchè, come personaggio, lo trovo molto interessante seppur non eccessivamente curato. Poi mi è piaciuto immedesimarmi nei suoi racconti universali, e spero di non avere combinato un fiasco totale ahah! Comuuunque... Spero recensirete e ora vi lascio :') 
Tra qualche giorno arriverà il nuovo capitolo con taaante spiegazioni ;)


  
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