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Autore: Nana_Hale    20/12/2013    1 recensioni
Cosa fare quando la persona a cui tieni di più non può trascorrere il Natale insieme a te? Semplice... porti il Natale da lei. Chris conosce Tom meglio di chiunque al mondo e non ha bisogno di parole per vedere nel suo cuore. Grazie a questo, e ai danni di una piccola figlioletta iperattiva, i due trascorrerano un Natale-Anticipato degno di essere ricordato e scopriranno che avere accanto la persona giusta è un dono che nessuna lussuosa cena o regalo costoso potrebbero mai eguagliare.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Nuovo personaggio, Tom Hiddleston
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Joy to the Children Far and Near

Erano quasi le 6 di sera quando il campanello trillò per diversi secondi prima che Tom Hiddleston finisse di lavarsi le mani di corsa e andasse alla porta saltellando; quando aprì, ciò che vide lo fece quasi sentire in colpa per l'imprecazione che aveva pensato non appena avevano suonato, facendolo sobbalzare e strappandolo alla preparazione della sua cena.
Davanti all'ingresso, sul primo gradino sotto la porta, stava Chris Hemsworth con in testa un peloso cappello da Babbo Natale, bianco e rosso; fra le sue braccia, appoggiata praticamente sul suo bicipite sinistro e con indosso un cappellino verde troppo grande per la sua testolina bionda, stava una bellissima bambina sorridente.
Lei e il padre avevano gli stessi occhi color del mare e, in quel momento, anche la stessa espressione buffa.
"Buonasera..."
Esordì Tom facendo un leggero inchino con la testa, come se si trovasse di fronte ad una principessa, e la bimba agitò la manina confusamente reggendosi con l'altra alla giacca del papà.
"Scusa se ti disturbiamo, Tom. Eravamo solo venuti and inv-"
"No! Io! Voio dillo io!"

La piccola fece finalmente sentire la sua vocetta, rimproverando il genitore e saltellando su e giù col corpo; se fosse stata la figlia di chiunque altro, pensò Tom, quel movimento così brusco l'avrebbe fatta volare a terra in meno di un battito di ciglia ma, fortunatamente, quella bambina era la figlia di Thor.
"Ok! Ok! Dillo tu! Dai..."
Chris guardò la sua piccina negli occhi e se la sistemò meglio in braccio, per avere il viso più vicino al suo piccolo orecchio quasi completamente coperto dal cappellino.
La bimba si girò verso l'inglese, fermo in attesa con un dolce sorriso sulle labbra, e si mise a giocherellare con il cordino del cappotto del padre.
"Voevamo... invitatti...a fe... fes..."
"Fest..."

Chris suggerì a bassissima voce facendo l'occhiolino al suo collega che ascoltava con molta attenzione.
"Festeggiae in Atale inseme a noi!"
Finì in fretta di parlare e si girò, gettando il faccino contro il collo del suo papà, ridendo e nascondendosi per l'imbarazzo.
I due uomini ridacchiarono applaudendo e facendo i complimenti alla piccola ma, prima che potessero davvero festeggiare, Tom si immobilizzò e il sorriso sul suo volto scomparve all'improvviso.
"Oh..."
Chris lo vide e subito si fece preoccupato in viso mentre la bambina sbirciava con un occhio dal suo nascondiglio fra le giacche.
"Cosa c'è?"
"Io non posso... domani devo partire. Quest'anno non passo il Natale qui..."

All'istante, l'espressione sul viso di tutti e tre si fece triste e incredula; la piccola sembrava aver appena realizzato che le parole di Tom significavano che lui non sarebbe stato presente alla festa e l'ombra di un pianto le si disegnò negli occhi.
A quel punto, l'inglese ebbe un'illuminazione e iniziò a balbettare, gesticolando.
"Ma, ma potete restare a cena qui, se volete! Facciamo una specie di... di Natale anticipato! Così festeggio anche io con voi! Cosa ne dici Rosey?"
I due uomini guardarono la bimba, speranzosi ma non troppo ottimisti visto che la sua boccuccia si era già stortata a formare una U rovesciata, brutto segno.
Ma, proprio quando entrambi erano già pronti a sentire i lamenti e vedere le lacrime, la piccola riassunse il totale controllo di sè, passando in un nanosecondo dalla disperazione alla gioia, battendo le manine.
Tom sospirò sollevato e gli fece cenno di entrare in casa.
"E' un'attrice nata."
Sussurrò all'orecchio di Chris dopo che aveva poggiato la bimba a terra, togliendole il cappottino viola, e l'avevano seguita mentre si allontanava di corsa per guardare da vicino l'albero di Natale, montato ed elegantemente addobbato che stava in salotto.
Un CD di Dean Martin con diverse canzoni di Natale faceva da piacevole sottofondo alla sala, inondata da una tiepida luce gialla proveniente dalla abat-jour accanto al divano, mentre le lucine bianche dell'albero sembravano lucide gocce di pioggia sui rami di pino.
Lasciando le giacche e i cappelli su una sedia nel corridoio, si diressero in cucina, dove il piano da lavoro era già cosparso di vari ingredienti pronti per essere usati.
"Sicuro che non ti diamo fastidio, Tom? Non devi preparare le valigie e cose così?"
"Non preoccuparti, è già tutto pronto. E poi, devo pur fermarmi per mangiare, no?"

Si erano lavati le mani, anche Tom, sovrappensiero, se le era lavate di nuovo, e avevano subito iniziato a sfogliare distrattamente qualche libro di ricette natalizie, cercando qualcosa di non troppo lungo e complicato che potessero preparare per trasformare una normale cena in un simil-cenone di Natale che facesse felice la piccola Rosey.
"Che ne dici di questo?"
Tom si avvicinò al collega mettendogli davanti il volume aperto alla pagina che raffigurava una specie di polpettone ripieno decorato con noci, rosmarino e alloro; lo studiarono per qualche secondo, commentando gli ingredienti, scherzando sulle loro abilità di cuochi, e cercando tutto ciò che gli serviva.
"Abbiamo tutto, sì, si può fare!"
Chris si rimboccò le maniche e partì alla carica; si divertiva come un bambino ad impastare sporcandosi le mani, per poi avvicinarsi minacciosamente alla faccia dell'inglese che fuggiva dal lato opposto della cucina brandendo un cucchiaio di legno, mentre la bambina, sentendo le grida, arrivava di corsa per assistere alla scena e ridere di gusto.
Aveva tentato perfino di insegnargli ad aprire le noci senta schiaccianoci, usando due gusci uno contro l'altro e stringendoli in una mano: ci era riuscito, ma alla terza ripresa, il palmo di Tom aveva assunto un colore simile a quello di un pomodoro, perchiò aveva lasciato finire all'australiano il lavoro.
Mischiarono e condirono tutto facendo più in fretta che poterono e riuscirono ad infornare la teglia completata intorno alle 7.
Chris si sporse con il busto dalla porta della cucina, finendo di pulirsi le mani, e disse a sua figlia che tra non molto la cena sarebbe stata pronta, ricevendo un sonoro -YAY- come risposta; poi tornò accanto a Tom, appoggiato col sedere, e le braccia tese indietro, al piano di lavoro, mettendosi nella sua stessa posizione.
"Dovrebbe essere pronto fra meno di 20 minuti."
Annuì Chris gettando un occhio verso la manopola a forma di coccinella che regolava la temperatura e rimandendo a fissarla per qualche secondi, incerto su cosa dire, ma alla fine si decise.
"Come mai non passi il Natale a Londra?"
Quella domanda gli frullava in testa da quando Tom li aveva accolti in casa; non era mai successo che l'inglese decidesse di lasciare la sua patria proprio per le vacanze, anzi, Chris ricordava diversi racconti di lui e della sua famiglia durante le feste, nella loro casa.
Tom sembrò da prima sorpreso poi ben disposto a dissipare i dubbi dell'australiano che lo fissava coi suoi taglienti occhi azzurri.
"Oh, beh, lo so che è strano, ma pensavo di portare tutti a fare un giro magari..."
Cercò di guardare Chris il meno possibile, ma il suo sguardo aveva da sempre un effetto calamita su di lui e, in più, sapeva leggere benissimo ogni singolo tratto del suo viso o tono della sua voce e riconosceva il sapore di una sua bugia dopo la prima sillaba.
"...m-magari emh... Oh, sì, va bene, magari ho mentito. Non devo andare via."
Abbassò lo sguardo fino al pavimento vergognandosi come un ladro, ma attivo e pronto a sostenere una discussione.
"Perchè?"
La voce di Chris era calma, più incuriosita che arrabbiata e Tom tirò un profondo respiro capendo che non c'era alcuna tensione nell'australiano, solo il desiderio di avere delle spiegazioni e di capire da cosa lui fosse tormentato.
"Chris... festeggiare con la tua famiglia... noi due insieme a loro... credo... credo sia... troppo."
"Sei già stato a casa mia, Tom. Ti conoscono bene."

Ribattè il biondo sorridendo e incrociandosi le braccia sul petto.
"Si, ma non così! Non sotto questo aspetto. Non sanno che io e te..."
L'inglese si passò una mano dietro al collo, poi fra i corti riccioli rossicci dietro la nuca, e si rimise in piedi, dandogli le spalle e facendo un paio di passi verso il lavello, allontanandosi dal collega che però lo seguì immediatamente.
Ci fu un lungo silenzio, disturbato solo dal suono del forno acceso e dalla voce della piccola Rosey che giocava in soggiorno, in cui nessuno dei due disse una parola, fino a quando Chris non sfiorò delicatamente con le dita la spalla di Tom, che pian piano si girò verso di lui.
"Non fraintendermi, ti prego. Ogni volta che vieni qui, per me è meraviglioso."
Sollevò una mano e con un premuroso gesto sistemò il colletto del caldo maglione beige dell'australiano, che si era rigirato leggermente; lasciò lì le dita, poggiate tra il collo e il bordo dell'indumento e continuò a guardarlo dritto negli occhi.
"E oggi che hai portato qui anche lei è ancora più bello, ma..."
Solo allora abbassò lo sguardo non sapendo come concludere la frase, ma non fece nemmeno in tempo a trovare le parole giuste, poichè Chris lo fece al posto suo.
"Ma non è ancora il momento."
Tom sorrise fra sè e sè grato come non mai di trovarsi in quella situazione con un uomo come Chris accanto a sè.
"Mi disp-"
"Non devi scusarti."

Lo interruppe subito il biondo, facendo un cenno con il capo e ridendo delicatamente.
"Lo avevo già capito. Ma volevo che me lo dicessi, Tom! Puoi dirmi tutto quello che vuoi. Sempre."
Una avvolgente sensazione di traquillità si posò su di loro come neve sui tetti, riportando l'armonia e la serenità e rendendogli piacevole e confortante il guardarsi di nuovo negli occhi, stando abbastanza vicini da potersi scambiare un tenero e discreto segno d'affetto.
Ma, non appena Chris fece per chinarsi vicino al viso di Tom, il suono di un allarme, fastidioso e acuto, arrivò dalle loro spalle, facendoli sobbalzare e voltare di scatto.
Rosey era nella stanza da almeno un minuto e aveva afferrato con le mani la coccinella che fungeva da manopola del forno; questa si era staccata di netto facendo salire la temperatura oltre i 300 gradi e ,di conseguenza, mandando letteralmente a fuoco la loro cena.
"Oh-oh..."
"AAAAHH!"


Fortunatamente spensero tutto senza danni e si ritrovarono dopo circa mezz'ora a mangiare una pizza seduti sul divano mentre in televisione la piccola aveva chiesto di vedere Canto di Natale di Topolino.
L'avevano visto, e rivisto, e rivisto di nuovo per circa 5 o 6 volte, Chris aveva perso il conto alla terza, quando si era alzato, ed era fuggito con la scusa di lavare i piatti, lasciando Tom con in braccio la bimba.
Quando tornò in salotto la coppia si era addormentata beatamente in mezzo ai cuscini con la TV accesa sui titoli di coda; Rosey era accoccolata come un gattino sul petto dell'inglese, con il pollice oramai caduto fuori dalle labbra e fermo a mezz'aria. 
Erano coperti in malomodo da un plaid rosso e verde, evidentemente usato solo ed esclusivamente nel periodo natalizio, dato il brutto ricamo a stelle e fiocchi di neve che aveva sul bordo; Chris lo prese e tentò di sistemarlo nel modo migliore ma, il movimento ampio delle braccia fece svegliare Tom che con un gemito soffocato aprì leggermente le palpebre e stropicciò il naso.
"Dovete andare?"
Chiese a bassissima voce cercando di svegliarsi completamente.
L'australiano diede una sbirciata all'orologio, erano le 23.18, dopo di chè si sedette accanto all'inglese, stendendo la coperta in modo da coprire tutti e tre, poi gli mise un braccio dietro alla testa e si sistemò trovando la posizione più comoda.
"No."
Tom sorrise e si adattò alla nuova disposizione per dormire, appoggiando la testa al bicipite dell'australiano.
"Non è andata tanto male per essere un cenone natalizio..."
"No, un successone direi."
"Pizza e film Disney."
"Non c'è nulla di più natalizio di una pizza rossa e verde."

Bisbigliarono e risero per qualche secondo, fino a quando la bimba non emise un flebile lamento che li costrinse a zittirsi.
"Ups..."
Tom tirò la coperta un po' più sù per coprire Rosey fino alle spalle, poi fece un bel respiro e si preparò per la nottata; stava per voltarsi per augurargli la buonanotte quando, all'improvviso, Chris si avvicinò per primo al suo viso con uno scatto, regalando un piccolo bacio alle sue labbra, sull'angolo della bocca, prima che entrambi si accucciassero finalmente a dormire.
"Buon Natale."

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Eccoci, signore e signori con la QUARTA Fan Fiction del nostro Fangirlario dell'Avvento! Speriamo vi sia piaciuta!
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Un bacio
-Nana-

 
  
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