Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: lulubellula    20/12/2013    5 recensioni
OutlawQueen
Regina si ritrova catapultata in un luogo sconosciuto dopo Neverland, qualcosa non è andato come avrebbe dovuto, è sola, stanca e ferita.
Sola con la sua coscienza, si ritroverà a fare un bilancio della sua vita, delle sue scelte e delle sue azioni, in un luogo in cui, dimenticare chi è stata non può farle che bene.
Un nuovo inizio, una nuova vita e anche un nuovo amore.
Alla ricerca della felicità e del lieto fine che ha sempre rincorso e che ora si merita.
"Robin si fermò un istante ad osservarla, i suoi occhi si soffermarono su di lei, pur non conoscendola, pur non sapendo chi lei fosse in realtà, non poté far a meno di restare stregato da lei, dalla sua figura sottile, da quel lampo di luce e di dolore che aveva colto quando lei si era voltata, qualche istante prima che perdesse i sensi".
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Finding true love (because everyone needs a happy ending)

Lost

 

L’Isola che non c’è era un albergo a cinque stelle se messa a confronto con il luogo in cui era capitata ora, soprattutto considerando che stava incredibilmente male, le gambe la sorreggevano a malapena, le braccia, piene di graffi e di ferite, le dolevano sino a farle girare la testa, le vesti, una volta così ordinate e perfette, erano lacerate e strappate in più punti, le scarpe, Dio solo sa che fine avessero fatto.
Era riuscita a mettere in salvo gli altri, a ricongiungerli, a riabbracciare suo figlio Henry eppure qualcosa era andato storto sulla via del ritorno, riuscire nell’impresa di riportare la felicità ai Charmings e di rimanere lei stessa a bocca asciutta rischiava di diventare un precedente pericoloso.
Scappare da Pan era stato a dir poco difficoltoso e ancora di più trovare la via verso casa, ma dopo tanto peregrinare e ragionare, con l’aiuto magico di Trilli reintegrata tra le fate, erano pur serviti a qualcosa.
A riportare loro a Storybrooke e lei ovunque fosse finita.
A giudicare dalla vegetazione lussureggiante e selvaggia, dai sentieri poco battuti e dagli alberi secolari, si sarebbe potuta trovare in una qualsiasi foresta di una qualche landa delle fiabe, ma anche in qualcuna abitata da creature non magiche.
Tutta questa incertezza non la aiutava nemmeno un po’ e le forze la stavano abbandonando da ore ormai. Dopo essersi svegliata nel bel mezzo del nulla, piena di lividi e di tagli e con la testa a dir poco dolorante, aveva tentato per diversi minuti di rialzarsi in piedi, ma, ad ogni nuovo tentativo, vedeva tutto il mondo circostante girarle attorno e la vista annebbiarsi.
 Allora era stata costretta ad aspettare che quella spiacevole attenzione si attenuasse almeno un po’ prima di ritentare l’ardua impresa di riprovare a camminare e aveva cercato a tentoni qualcosa di commestibile, qualcosa che potesse toglierle il senso di nausea che le attanagliava lo stomaco e il senso di angoscia che le opprimeva il cuore.
Ma vicino a lei c’erano solo bacche, erbe non commestibili, radici amare, se non altro sapeva riconoscere cosa fosse velenoso da cosa non lo era, per via del tempo passato a studiare pozioni e incantesimi.
Era stremata e sofferente, sola, di nuovo, al punto di partenza, perché se c’era qualcosa che aveva imparato nel corso dei decenni era che lei era destinata ad una vita solitaria e senza amore, quell’amore che aveva cercato sin dai primi vagiti di neonata, che non aveva trovato tra le braccia di sua madre, troppo impegnata a diventare qualcuno, quel qualcuno che non era, che non sarebbe stato mai abbastanza.
Amore che pensava di aver finalmente trovato con Daniel, ma che le era stato strappato da colei che l’aveva messa al mondo e che vantava per questo su di lei più diritti del dovuto.
Amore che credeva non le servisse più, che non le fosse necessario visto che sembrava arrecarle più dolore che non gioia, quasi come se le si fosse attaccato al cuore alla stregua di una fastidiosa sanguisuga, che, una volta tolta di mezzo l’avrebbe resa più forte, meno vulnerabile.
Non aveva bisogno d’amore, il cuore non era che un organo inutile, un impiccio nel suo disegno malvagio, era colui che la teneva legata alla vita, a quel briciolo d’umanità e fragilità che l’era rimasto impigliato addosso.
L’amore non le era di certo mai stato d’aiuto e non era nemmeno la soluzione.
Soprattutto ora che la vista si era oscurata e la terra si avvicinava pericolosamente a lei, accogliendo le sue braccia stanche e doloranti, la sua fronte così bianca e fredda, i suoi occhi vuoti e senza luce, solo il buio a raccoglierla, a raccogliere quella che per una volta tanto era solo una donna sola e inerme.
Nessuna Regina, nessuna regina, solo una donna qualunque, senza nome, né identità, dispersa chissà dove, senza alcun volto amato, alcun volto familiare a cui fare affidamento, almeno ora che si era guadagnata la stima e il rispetto di persone che una volta aveva odiato a tal punto da distruggere il suo stesso mondo per non vederli correre incontro al loro lieto fine.
Lieto fine che lei non aveva conosciuto e che aveva imparato a non aspettarsi, che era arrivata persino a negare di volere, ma non era di certo così semplice.
Infatti, in qualche strano e forse beffardo modo, stava per arrivare il suo turno, l’occasione per essere felice e provare il sapore del vero amore e percorrere mano nella mano con costui quello che restava della sua vita, quello che comunemente viene definito “e vissero per sempre felici e contenti”.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: lulubellula