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Autore: dreamer_of_freedom    20/12/2013    0 recensioni
ciao! sono sempre io! circa una settimana su fb mi sono iscritta ai settantaseiesimi hunger games e mi hanno chiesto di scrivere una breve ff quindi dato che mi è piaciuta ve la pubblico spero vi piaccia ^_^ buona lettura Estele ^_^
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Indossava un lungo abito rosso. Era bellissimo, sembrava quasi un abito da sposa macchiato irrimediabilmente macchiato di sangue. Sangue. Una parola così piccola, eppure senza non si era niente, senza si era morti, senza si era semplicemente ombre che brancolavano nel buio. Sangue: quanto ne sarebbe stato versato prima che tutto finisse? Quanto ne avrebbe versato lei? Quanto ne avrebbe fatto versare? E soprattutto…sarebbe sopravvissuta? Aveva visto tanti del suo distretto  andare per non tornare più. A volte erano sconosciuti, a volte erano amici o…parenti. Ricordava bene quando, ad appena sei anni, si trovava lì, vicino a sua madre, per la mietitura. La mietitura per lei era sempre stata un gioco, pericoloso forse, ma solo un gioco, un’innocente passatempo per il presidente Snow, come era buffo, sembrava un Babbo Natale cattivo. Quel giorno però fu diverso, non fu come gli altri anni, il nome che uscì dall’urna la fece sentire improvvisamente vuota e sola, lacrime calde e amare le rigarono il viso mentre sentiva sua madre scossa da forti tremiti e singhiozzi. Quel giorno cambiò tutto, quel giorno fu estratta sua sorella. In quel momento lei capì, in quel momento gli Hunger Games smisero di essere un gioco innocente. Quel giorno, in quel momento si rese conto di essere solo un numero, ma non voleva essere un numero qualsiasi, lei sarebbe stata quell’uno su ventiquattro, anche se in cuor suo non voleva esserlo. Quanta morte e violenza gratuita aveva visto per anni e anni, quanta avrebbe continuato a vederne, quanta ne avrebbe inferta lei stessa ma, in fondo cosa importava di morte e sofferenza altrui al caro Babbo Natale se non lo toccava in prima persona? A lui importava solo che tutti capissero di cosa fosse capace, che i suoi ascolti non calassero, che…
  • Ed ora dal distretto tre un tributo donna molto affascinante ma, non per questo meno temibile…fate sentire tutto il vostro calore per lei: Alice Messaoud! – la voce di Ceasar interruppe i suoi pensieri, doveva salire e piacere, uno per uno, gradino per gradino, salì le scale, col cuore che le martellava in petto. Arrivò sul palco e si sentì incredibilmente piccola, aveva accecanti luci negli occhi e le orecchie assordate da uno stormo di applausi.
  • Ciao Alice…tutto bene?
  • Ciao Ceasar, come potrebbe andare meglio? Mi trovo a Capitol city e sto per partecipare al mio gioco preferito! – vi furono risate compiaciute
  • Credo sia il gioco preferito di tutti noi no? – tutta la sala esplose in un gran consenso o, almeno, così sembrò…
  • Bene…vieni da un distretto alquanto sfortunato per quanto riguarda i tributi  no?
  • Si… - mentre pronunciava quelle due lettere fu come se le strappassero via un pezzo del suo cuore, in quel momento molti volti vide comparire davanti a lei e per un attimo sperò di avere di nuovo sei anni e di essere ancora insieme a loro, ma poi il volto di Caesar le si parò davanti agli occhi e come un pugno in faccia fu riportata alla dura realtà: era sola.
  • - fra i molti tributi del distretto c’è stata anche tua sorella che non è stata molto fortunata…ricordi le su ultime parole?
  • “ la morte è solo un’altra via, non disperare finché il ricordo sopravvivrà”
  • Ed esso rimarrà vivo insieme a te! – e con queste parole si congedarono. Non sapeva se sarebbe sopravvissuta ma, la fenice che era in lei avrebbe resistito a qualsiasi cosa…
  
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