Solitudine:
Chi sei veramente, Gaara?
Quanta
sabbia...
Questo era
stato il primo pensiero
di Tenten alla vista del deserto che circondava Suna. Finalmente era
riuscita
ad alzarsi e camminava quasi normalmente, con l’aiuto delle
stampelle. Il
medico aveva detto che era necessario fare un po’ di
movimento, per rimettere
in sesto i muscoli...e lei non chiedeva di meglio: stare sdraiata nel
lettino
di un ospedale non faceva parte della sua natura energica e vivace,
dopotutto
era allieva di Gai Maito. Di solito, nelle brevi passeggiate di
riabilitazione
veniva accompagnata da Temari che Tenten aveva cominciato ad
adorare dopo che
la giovane kunoichi era venuta tutti i giorni a trovarla quando era
costretta a
letto e che le
aveva risollevato il
morale (che in quel momento era circa a sette metri sotto terra)
raccontandole
aneddoti buffi sulla sua famiglia. A dire il vero, la famiglia Sabaku
non aveva
avuto molti momenti felici, ma Temari aveva scavato in tutta la sua
infanzia
per cercare storielline divertenti da raccontare all’amica.
La morte dei due
compagni di squadra aveva profondamente ferito Tenten e il dolore della
loro
perdita era ancora più forte delle numerose ferite che i due
criminali le
avevano inflitto.
Temari aveva
sempre avuto uno
spiccato senso materno ed era molto protettiva, perciò si
era subito
affezionata alla ragazza e cercava in ogni modo di aiutarla a
rimettersi.
Inoltre era felice di poter finalmente godere di una compagnia
femminile:
parlare di vestiti e accessori con Kankuro non era proprio il massimo.
Tuttavia quel
giorno la kunoichi
aveva un’importante missione da svolgere e non poteva
assistere l’amica.
“Chiederò
a Kankuro o a Baki di
accompagnarti...oppure ad un ninja medico...”
“Dai,
Temari-chan, non c’è bisogno;
posso andare benissimo da sola! E poi sia Kankuro che Baki vengono in
missione
con te, nel caso te lo fossi scordato -.- ”
“È
vero ^//^ lo avevo
rimosso...comunque sei sicura? E se poi ti succede qualcosa? Se hai una
ricaduta?”
“Kami,
sembri mia madre!”
“Ehi,
mi preoccupo per te, baka!”
“Ihih!
^.^ dai scherzavo! Comunque
farò una passeggiatina breve breve.”
“Dentro
il palazzo, come al solito?”
“No,
voglio provare ad uscire fuori”
“Fuori?”
“Fuori.”
Così
Tenten aveva preso le stampelle
e si era arrampicata sulle ripide scale che portavano al terrazzo del
palazzo
(alla fine Temari era riuscita a convincerla a non varcare
l’uscita -.-) e
aveva ammirato, sbalordita, lo spettacolo
meraviglioso che offriva il deserto:
Quanta
sabbia...non si vede altro. È così bello:
c’è un’atmosfera calda e
rassicurante. Mi piace! E poi le case...come sono carine! Sono diverse
da
quelle di Konoha: non hanno il tetto ma hanno un terrazzo e poi sono
tutte
fatte con mattoni chiari...dev’essere per il caldo...
Oh,
guarda! Che buffo quel bimbo! Cerca di disturbare la mamma che stende i
panni... che tipetto... e insiste! Chissà cosa
vuole...probabilmente dolcetti.
Del resto anche io da piccola stressavo mia mamma perché mi
desse un biscotto.
Come mi piacevano i biscotti che faceva lei! Quando li preparava era
sempre una
festa: io e mio padre, spinti dalla golosità, ci gettavamo
sulla teglia appena
uscita dal forno e ci ritrovavamo a boccheggiare come pesci...e mamma
che
rideva e ci versava dell’acqua.
Una
volta venne anche Lee a mangiare i biscotti a casa mia. Oh, me lo
ricordo bene!
Se ne infilò in bocca uno intero, senza ascoltare le mie
raccomandazioni, e
la faccia gli diventò tutta rossa come un
peperone... “Acquaaaaaaa!!!!”
“Te
l’avevo detto, baka!” gli dissi ridendo come una
matta. Mi pare ci fosse anche
Neji...sì! Aveva preso un biscotto in mano, ma dopo aver
visto la fine di
Lee,lo posò su un tovagliolo e disse “Magari
dopo” che bei tempi che erano
quelli, senza pensieri, senza preoccupazioni...senza rancore
né odio...
Tenten si
appoggiò al parapetto.
Perché? Perché le tornava sempre in mente
l’immagine di quel giorno? Qualsiasi
cosa stesse facendo, che stesse ridendo con Temari o chiacchierando con
Baki,
quel pensiero l’assaliva senza pietà...senza
contare la notte, quando incubi
spaventosi popolavano la sua mente.
Perché...?
“Buongiorno,
Tenten-san”
Tenten si
voltò. Gaara, in tenuta da
Kazekage, fece capolino dalla porta.
“Buongiorno
anche a te,
Gaara-san. Anche tu
qui?”
“Sì,
vengo spesso su questo terrazzo...mi
piace godere della vista dell’intero villaggio.”
“Già,
è veramente bellissima...”
“Trovi?
Io l’adoro. Appena ho un
poco di tempo vengo quassù a rilassarmi e a
riflettere.”
“E su
cosa rifletti?”
“Su
molte cose: principalmente sui
miei doveri da Kazekage...”
“Oh,
Kami! Ma ha ragione Temari:
prendi troppo sul serio il tuo
lavoro! Anche nel tempo libero ci pensi!”
“È
molto importante per me. È l’unico modo di
cui dispongo per essere accettato dal villaggio”
Brava
Tenten, hai toppato alla grande! Proprio la frase giusta alla persona
giusta!
Meglio cambiare argomento...
“A
parte il lavoro, cosa fai nella
vita?”
“Nulla.”
“Nulla?
Nemmeno un passatempo, un
hobby o qualcosa del genere?”
“No.”
“Che
vita noiosa...”
“Non
è esaltante, ma è una vita
quasi normale.”
Gaara si
voltò ad osservare il
paesaggio. Il suo viso era serio, senza neanche l’ombra di un
sorriso, eppure
non sembrava triste. Aveva gli occhi di un bambino che è
cresciuto troppo in
fretta, a cui la cruda realtà aveva rubato
l’innocenza dell’infanzia. Ma non
c’era più rabbia dentro di lui, solo
rassegnazione...niente più disperazione,
solo malinconia.
“Gaara-san,
ora che sei Kazekage, ti
senti più solo?” era una domanda molto indelicata
e Tenten lo sapeva. Per
questo si morse il labbro non appena l’ebbe pronunciata.
Cavolo
Tenten! Oggi è la giornata mondiale della rana dalla bocca
larga? Mi sembro Ino
che non sta mai stare zitta, nemmeno se le cuci la labbra insieme col
filo di
ferro...oh, Kami, adesso starà pensando che sono una stupida
ficcanaso... che
gaffe ho fatto...perché sono così sbadata?
Perché non collego il cervello alla
lingua di tanto in tanto?
Ma Gaara non
sembrava infastidito
dalla domanda, solo un po’ confuso. Ci pensò un
po’, guardando il cielo con
aria perplessa.
“Solo,
dici? Non saprei.”
Tenten
sospirò.
“Non
è che mi senta solo, ma con molte delle persone
che mi circondano non
sono in rapporto confidenziale, sono solo sottoposti e pertanto mi si
rivolgono
con distacco e deferenza...sono un numero davvero esiguo quelli che
usano un
tono colloquiale parlando con me. Forse solo Baki. Ma a volte nemmeno
lui.”
“E
non hai amici?”
“Pochi.
Anzi, uno solo: Naruto
Uzumaki. Sì, lui è l’unico che possa
veramente considerare un amico... gli
altri sono conoscenti o subordinati.”
“Nemmeno io ho
molti amici. Il mio migliore
amico è Rock Lee, lo conosci vero?”
Al sentir il
nome del nostro
esaltato alieno verde preferito, Gaara sbuffò amichevolmente.
“Beh
sì, gli ho fracassato una gamba
durante il primo esame di selezione dei chuunin...spero non sia ancora
incavolato con me...”
Tenten rise.
Era strano sentire
espressioni di strada uscire dalla bocca di Gaara che di solito parlava
così
forbito e ammodino... creavano una tale dissonanza che non poteva non
farti
sorridere.
“Naah!
Lee non è un tipo da portare
rancore! Il giorno dopo gli era già passata, figurati! E io
lo conosco mooolto
bene...purtroppo. ha cominciato a intontirmi con i suoi discorsi sulla
giovinezza fin dall’asilo, fa’ un po’
te...”
Gaara sorrise
timidamente. Non era
un vero e proprio sorriso, perché gli angoli della bocca non
si erano
sollevati, ma Tenten si accorse che stava sorridendo dagli occhi:
avevano avuto
un guizzo, si erano illuminati e da quell’inquietante blu
ghiaccio si erano
trasformati in un allegro azzurro cielo. I suoi capelli, che alla luce
pallida
dell’infermeria le erano parsi rosso cupo, color sangue
adesso risplendevano al
caldo sole di mezzogiorno.
Ad un tratto,
con grande sorpresa di
Tenten, il ragazzo si mise a ridere: una risata posata, calma ma che
aveva un
timbro cristallino che ricordava il riso di un bimbo.
“La
giovinezza! Me l’ero quasi
dimenticato! Ahah! Ma non gli è ancora passata la
fissa?”
Tenten lo
guardò un attimo,
sorpresa. Poi si mise istintivamente
a
ridere anche lei.
Non
l’avevo mai visto così...era sempre stato una
figura inavvicinabile, cacchio,
Il Kazekage! Invece non è altro che un normalissimo ragazzo
di quindici anni,
esattamente come me...anzi, è dieci volte più
timido della maggior parte dei
ragazzi che conosco: sono quasi due settimane che mi trovo qui e solo
adesso mi
rivolge la parola da pari, prima vi aveva sempre trattato con il
cortese
distacco che si riserva agli sconosciuti. Che carino! Ehi, aspetta...ho
detto
“Che carino”? In effetti è vero: con
quegli occhioni azzurri e quel suo fare
così calmo...è proprio figooooo!!!
*________________* cacchio,
non me n’ero mai accorta, ma ha
stile quanto Neji e Sasuke...in più ha il fascino del
maledetto, da angelo
caduto. Ecco sì, somiglia proprio ad un angelo che
è piombato giù dal paradiso...Kamisama!!!!
Mentre Tenten
era immersa in questi
(non molto sani) pensieri, Gaara stava raccontandole che Lee era la
prima
persona che aveva conosciuto che non stese mai fermo in quella
maniera...la
ragazza annuiva, compiacente. In quel momento si sarebbe trovata
d’accordo con
qualsiasi cosa avesse detto; la sua attenzione era completamente rapita
dall’ondeggiare dei capelli rossi di Gaara e dai suoi occhi
che fissavano il
paesaggio arido e caldo, quasi a far contrasto con il gelo del suo
sguardo.
“Così
mia sorella ti ha lasciato
sola?”
“Cos..ah,
sì!”
“Le
ho affidato una missione a
Konoha. L’ho mandata a dire a Tsunade-san che sei sana e
salva sotto la nostra
protezione.”
“Ah.”
“Perché
non sperare che ti
permetteremo di ritornare al tuo Villaggio prima di esserti
completamente
rimessa. Non vogliono assolutamente che pensino che sono un incosciente
e che
non accolgo gli alleati feriti.”
“Ahah!
Non ti preoccupare! Non
scapperò!”
“Lo
spero proprio”
“Però
finché non torna Temchan non so cosa
fare... =.= ”
“Perché?”
“Beh,
non so con chi passeggiare o
chiacchierare. Le infermiere sono noiosissime: non fanno altro che
dirmi che
non devo fare troppi sforzi e che dovrei riposare ancora un
po’. Io invece
vorrei ricominciare a fare qualche allenamento semplice, per non
impigrirmi...ma se Temari, Kankuro-kun e Baki-san sono in missione io
non so
con chi. Non ho avuto modo di conoscere nessun altro”
“Conosci me,
ad esempio. Perché nessuno mi considera mai?”
“Tu?”
“Guarda
che non sono così oberato di
lavoro come credi, Tenten-san. Se ti senti sola posso farti io
compagnia e se
ti vuoi allenare...io sono il ninja più forte del
villaggio.”
“Quindi
tu potresti...”
“Certo
che potrei! Sono
maledetto, non idiota!”
I due si misero
a ridere, con grande
sorpresa di Gaara. Non gli era mai successo di ridere e di scherzare
così tanto
con una persona. Quella ragazza era veramente interessante.
“Ahah!
Va bene, accetto la proposta!
Ma a una condizione.”
“Quale,
Tenten-san?”
“Smetti
di chiamarmi Tenten-san! Mi
fai sentire vecchia!”
“...Va
bene, Tenten”
Rieccomi!!!!!!!!!!!!
Le vostre
recensioni mi hanno fatto tornare voglia di scrivere, anche se sono
abbastanza
incasinata con la scuola ^.^”
Spero
che questo chappy vi sia
piaciuto. La storia si sta sviluppando: Tenten trova Gaara carino e il
nostro
sadico preferito ha un qualche interesse per la giovane kunoichi (che
tipo di
interesse non è chiaro nemmeno all’autrice)
...recensite numerosi!!!
Un
bacio da Checchan