Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: mlousty    20/12/2013    5 recensioni
La ragazza camminava spensierata per le buie vie di Londra. Non aveva paura di andare in giro da sola, neanche quando fuori era un freddo assurdo e persino quando era buio pesto. Non aveva paura.
Se fosse successo qualcosa, si sarebbe saputa difendere. Aveva tenuto un corso di karate l'autunno scorso, perciò sapeva come far secco chiunque gli avesse dato fastidio.
Ma forse il destino non voleva che Savannah non provasse il brivido della paura. Forse era già tutto scritto.
Savannah quella sera avrebbe avuto paura.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 - this girl

(13)

Comparison.

 

 

 

 

 

 

"Conor, Louis! Dai venite, è pronto!", disse Savannah non appena finì di impiattare le uova cucinate per colazione.
"Eccoci!", esordì il moro entrando nella cucina con Conor al fianco. Lasciò un bacio sulla guancia alla sorella, prima di sedersi a tavola e cominciare a mangiare.
Conor posò una mano sul ventre di Savannah, prima di baciarla dolcemente.
"Sei perfetta!", le sussurò poi sulle labbra. La ragazza sorrise ringraziando, ed insieme si avviarono al tavolo dove Louis aveva già quasi finito.
Mentre i due ragazzi mangiavano allegramente il pasto preparato dalla ragazza scambiandosi delle dolci occhiate, Louis guardava entrambi intenerito.
Non aveva mai visto sua sorella così felice, nemmeno prima della violenza che aveva subito. Conor le faceva bene, si vedeva.
Con sguardo malizioso, fissò la sorella.
"Che c'è?", sbottò questa accorgendosi dell'insistente sguardo del fratello.
"No, niente..", sorrise vago. "Solo che, pensavo.."
"Cosa pensavi?", chiese il rosso.
"Che stanotte, probabilmente, avrete fatto baldoria..", disse con ancora sul volto un sorriso malizioso.
Savannah, appena udite quelle parole, fece cadere la forchetta che aveva fra le mani al centro del piatto, la quale causò un tonfo sgradevole, ferito. Guardò il fratello con sguardo truce, ed era rattristata dalle sue parole. Si alzò automaticamente dal tavolo, e con passi da gigante si avviò verso il portone. Conor la seguì a ruota, velocemente, fermandola prima che potesse uscire.
"Amore!", disse. La ragazza si girò e lo guardò fisso negli occhi.
Era ferita, riusciva a vederlo nella profondità dei suoi occhi color nocciola.
"Voglio solo restare da sola, lasciami andare.", rispose mentre delle lacrime cominciavano a fuoriuscire dai suoi meravigliosi occhi.
"Non posso lasciarti andare, non di nuovo."
"Perfavore.", mimò con le labbra senza emettere alcun suono. Il ragazzo la lasciò andare, osservandola uscire e chiudere il portone furiosamente.
Si girò, e con la testa china ritornò dove tutto era successo.
Louis era ancora lì, seduto e con lo sguardo assente. I suoi occhi blu erano vuoti, immersi nel nulla.
"Ehi!", lo richiamò.
"Io.. mi dispiace, non volevo offendervi. E soprattutto non volevo ferire mia sorella.", disse con occhi lucidi.
"Io non mi permetterei mai. Non senza il suo consenso, non dopo quello che le è successo. La tua è stata una battuta infelice, ma non ti condanno per questo. Solo che, ora,  dovresti cercare di far capire a tua sorella che non intendevi farle del male."
"Lo so Conor, lo so. Mi dispiace, scusa.", ribadì prima di alzarsi dalla sedia e correre verso la sua camera.
Conor restò in mezzo alla sala da solo, con la consapevolezza che se avesse provato a chiamare Savannah, questa non gli avrebbe risposto, e non sapendo che fare, decise di dare una sistemata.

 

 

Niall camminava tranquillo per le vie di Londra, sperando con tutto il cuore che in quel momento il suo migliore amico stesse parlando con la sua fidanzata di ciò che gli aveva richiesto. Sperava davvero che Savannah accettasse, perchè voleva scusarsi almeno per tutto il male che aveva causato.
Passò davanti ad un piccolo parco, e siccome - stranamente - a Londra brillava un sole decisamente troppo forte, decise di "prendere un d'ombra". Varcò il cancello, e i suoi occhi di ghiaccio subito notarono un qualcosa di estremamente bello. Era impossibile non notare qualcuno con così tanto splendore addosso. Si avvicinò cauto, e nel mentre si accorse che la ragazza stava piangendo. Si sedette sulla panchina, e piano le parlò.
"Ehi!", disse.
La ragazza si girò verso il suono, e una volta incontrati gli occhi dell'altro si irrigidì. La paura la stava di nuovo invadendo, ed era la stessa paura di sette mesi prima.
"Tu! Tu.. che ci fai qui?", esordì spaventata.
"Ci abito a Londra!", rispose il biondo sorridendo ironico.
"Evita di fare il simpatico!", lo rimbeccò acidamente lei.
"Io voevo parlarti in realtà..", confessò
"Io no invece! Tu sei la causa di tutti i miei mali, tu sei la causa della mia vita di merda! Tu sei uno stronzo perchè hai pensato sempre e solo ai tuoi interessi! Sei un egoista e mi fai schifo!", gli sputò contro tutto ciò che si era tenuta dentro per mesi. Era esausta e non ce l'avrebbe fatta a sopportare oltre.
"Mi faccio schifo io stesso per ciò che ti ho fatto! Sono uno stronzo, un egoista, tutto quello che  vuoi! Ma io.."
"Tu cosa?! Tu mi hai rovinato la vita!", lo interruppe.
"Mi dispiace. Volevo parlarti per dirti che mi dispiace averti fatto del male. Mi dispiace averti dato un qualcosa che non desideravi in questo modo così schifoso. Mi dispiace da morire, e volevo scusarmi."
"Non si risolve tutto chiedendo scusa!", sbraitò Savannah.
"Lo so, cazzo! Lo so! Ma cos'altro posso fare per farti capire che mi pento sul serio di ciò che ti ho fatto? Come potrò mai rimediare? Te la do' io la risposta. Non posso fare assolutamente nulla, e mai potrò rimediare. Perchè ormai tu hai qualcosa che non volevi, e lo ami perchè è frutto di te e del mio atto atroce.", smise per qualche secondo, ma appena riaprì bocca, venne interrotto dalle parole di Savannah.
"Lui non è frutto di me e del tuo atto atroce, lui è frutto del tuo egoismo! E' frutto della tua meschinità e della tua brutalità. Lui non è frutto anche di te. Lui è mio!", disse calcando sull'ultima frase.
"Io.. mi dispiace per tutto. Vorrei poterti aiutare in qualunque modo."
"L'unica cosa che puoi fare per aiutarmi, è andartene. Per colpa tua ho paura di tutto, ho paura di tutti. A volte ho paura anche di Conor e di mio fratello. Per colpa tua ho litigato con Louis questa mattina. Per colpa tua sono dovuta crescere nel giro di settimane. Perciò se davvero vuoi fare qualcosa per me, un qualcosa di buono,  vattene. Vattene e non tornare mai più. Dimentica me e mio figlio, perchè lui non ti appartiene. Vattene, ed io sarò contenta.", Savannah parlò tutto d'un fiato, e istintivamente posò una mano sul suo ventre mentre diceva quelle parole.
Niall sospirò affranto.
"Me ne andrò. Voglio fare qualcosa per te, qualcosa che ti renda felice. Ti lascerò stare, ma non potrò dimenticarmi di te. Non potrò mai dimenticare tutto il male che ho fatto ad una persona innocente come te. Sei una persona meravigliosa Savannah, e ti auguro il meglio. Conor sarà un ottimo padre e, spero una cosa. Spero che questo bambino assomigli a te, perchè sei la persona più bella che possa esistere su questa terra. Addio, e spero che prima o poi riuscirai a perdonarmi. Scusa.", e detto ciò il biondo si voltò per andare verso casa.
Avrebbe esaudito il desiderio di Savannah.
Sarebbe andato via da Londra. Forse era la miglior cosa che potesse fare.

 

Sono al parco, vienimi a prendere.

Il ragazzo rilesse più volte il messaggio, prima di uscire e salire in macchina.
Sorrideva, perchè era felice.
In pochi minuti arrivò a destinazione, e non dovette cercare troppo a lungo. Il luccichio splendente che emanava Savannah era unico.
"Van!", la chiamò a gran voce.
"Lou!", si voltò e si fiondò fra le braccia del fratello.
"Mi dispiace per stamattina, io non volevo ferirti."
"Non è niente, è passato ormai."
"Ti voglio bene, piccola.", disse dandole un bacio in fronte.
"Io di più!", sorrise lei. "Conor dov'è?", chiese poi.
"E' rimasto tutto il giorno a casa. Non voleva essere troppo oppressivo, così ti ha lasciato i tuoi spazi. Ti rispetta davvero."
"Lo farà
sempre. Ora andiamo, ho voglia di vederlo."
Ed insieme i due fratelli si incamminarono verso l'autovettura del ragazzo dagli occhi blu per ritornare a casa.

 

 

 

 

My Space:

Salve, a chi è rimasto!
Mi scuso enormemente per la lunga assenza, ma ho subito una grave perdita ulimamente, e non avevo nessuna forza e voglia per mettermi a scrivere.
Spero possiate capirmi, e soprattutto scusarmi. (:

Passando al capitolo, non so cosa sia 'sta cosa qua sopra, ma stasera mi è pigliata la cosa di scrivere, e ho scritto.
Non so cosa, ma ho scritto! (':

Ora, spero che vi piaccia. E scusate se sono di poche parole!
Spero che sia rimasto qualcuno a cui questa storia interessi.. perciò spero di ricevere almeno una recensione... ):

Spero  di continuare al più presto anche l'altra mia storia: Confusion.

Per avvisarvi, credo che per la fine di 'This Girl' manchi poco, non so ancora quanti capitoli, ma sicuramente pochi.

Ringrazio voi tutti, a chi ha recensito gli scorsi capitoli, chi ha inserito questa storia fra le preferite/seguite/ricordate.
E ringrazio anche voi che - spero - lascerete un commento anche a questo capitolo.

 

Love you all,
Mary

P.S. probabilmente non aggiornerò prima di Natale, e forse neanche per il nuovo anno.. quindi vi auguro un Buon Natale e un felice 2014!!

  
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