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Autore: totta_tomlinson99    21/12/2013    7 recensioni
Allison Devine, una ragazza dalle mille insicurezze che non vive una situazione semplice. A scuola veniva sempre derisa, presa in giro e qualche volta picchiata dai compagni di classe che la consideravano una sfigata. L'incontro con un dolce ragazzo però, aiuterà Allison a superare i questi ostacoli.

-Buongiorno sorellina, dormito bene stanotte?- mi chiese Josh schioccandomi un bacio sulla guancia. Mugugnai qualcosa di incomprensibile tanto che lo fece ridere.
-Come sempre...- Josh sapeva che quando ad una domanda rispondevo "Come sempre" voleva dire che la giornata sarebbe andata per il verso storto, difatti mio fratello sbuffò dispiaciuto.
-Josh non preoccuparti, ormai le giornate vanno avanti così quindi rimani sereno...- gli risposi cercandolo di rassicurare.
-Ma cavolo! Come faccio a rimanere sereno se un branco di dementi si prende gioco di mia sorella? E la offende ogni giorno, ogni ora, non si dà mai tregua! Quanto li vorrei...-
-Josh, stai tranquillo, io... Io mi ci sono abituata, davvero- gli dissi abbassando lo sguardo rassegnata.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Josh Devine, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi la mia prima OS, spero vi piaccia! Mi piacerebbe leggere cosa ne pensate, se è scritta male o meno, se devo migliorare qualche cosa, quindi... Lasciate qualche recensione please! Un grazie in anticipo. Un bacio.
Totta xx
PS: Voglio dedicare questa OS a mia cugina Irene, che le voglio un mondo di bene.


Ormai erano giorni che non andavo a scuola... La scuola, che posto orribile. La odiavo così tanto per il semplice fatto che era frequentata da ragazzi e ragazze che non facevano altro che prendermi in giro ed offendermi. Sinceramente non sapevo cosa trovavano di tanto divertente nel fare questo. Giusto, non mi sono presentata... Mi chiamo Allison, ho diciannove anni e sono li zimbello della scuola. Vengo chiamata sfigata, secchiona, vengo definita brutta nonostante a scuola alcuni ragazzi mi facessero il filo e tutto questo mi feriva, mi faceva stare male anche a causa del mio carattere molto timido e introverso. Sono una sorta di riccio che si richiude in se stesso nei momenti di difficoltà o di timore. Quella mattina la sveglia suonò alle sei e mezza e con il "buono umore" che mi accompagnava ogni giorno, scesi in cucina per fare colazione dove erano presenti i miei genitori e il mio fratello, Josh. Lo adoravo, così come adoravo mia madre e mio padre... Erano le uniche persone che riuscivano a capire il mio stato d'animo e che tentavano in ogni modo di far cessare l'arrivo degli insulti che caratterizzavano le mie giornate scolastiche.

-Buongiorno sorellina, dormito bene stanotte?- mi chiese Josh schioccandomi un bacio sulla guancia. Mugugnai qualcosa di incomprensibile tanto che lo fece ridere.

-Come sempre...- Josh sapeva che quando ad una domanda rispondevo "Come sempre" voleva dire che la giornata sarebbe andata per il verso storto, difatti mio fratello sbuffò dispiaciuto.

-Josh non preoccuparti, ormai le giornate vanno avanti così quindi rimani sereno...- gli risposi cercandolo di rassicurare passandogli una mano sulla spalla.

-Ma cavolo! Come faccio a rimanere sereno se un branco di dementi si prende gioco di mia sorella? E la offende ogni giorno, ogni ora, non si dà mai tregua! Quanto li vorrei...- stava sbattendo in continuazione pugni sul tavolo della cucina facendo tremare rumorosamente le tazze di latte e caffè preparate dalla mamma.

-Josh, stai tranquillo, io... Io mi ci sono abituata, davvero- gli dissi abbassando lo sguardo rassegnata. Vidi gli occhi di Josh inumidirsi e diventare piano piano rossi e senza aspettare un secondo di più lo abbracciai forte al mio petto. Avevo una mano poggiata sulla sua guancia e poco dopo mi accorsi di averla completamente bagnata. Josh stava piangendo in silenzio... Certamente passare le colazioni in quello stato non era una bella cosa. Dopo esserci calmati e dopo aver fatto colazione, salii in camera per prepararmi. Indossai un semplice jeans con una maglietta rossa attillata e le Vans del medesimo colore. Lascia i capelli biondi e mossi sciolti, dal momento che erano puliti e misi solo un po' di mascara... Non ero quel tipo di ragazza che ama truccarsi, anche perché ritengo di non averne così bisogno. Dopo aver preparato la cartella, scesi al piano inferiore per poi avviarmi a piedi verso scuola che si trovava proprio dietro casa. Arrivai in quell'edificio che tanto odiavo in anticipo, difatti mancava solo un quarto d'ora all'inizio delle lezioni. Poco dopo mi pentii amaramente di essere arrivata prima poiché vidi il gruppo di ragazze che ogni mattina mi davano della sfigata, mi prendevano in giro, addirittura mi picchiavano, avvicinarsi velocemente a me seguiti dai loro ragazzi dei quali provavo profonda paura. Una volta arrivati, la ragazza che primeggiava nel gruppo come se fosse il capo branco mi prese il braccio stringendolo così forte ché quando allentò la presa, strattonandomi a terra, potei sentire un formicolio incessante.

-Guardate chi è arrivata anche stamattina! Ancora non decidi di andartene via?- mi chiese la bionda ossigenata con un sorriso maligno che mi inquietava tantissimo. Per il terrore non risposi e il mio silenzio portò una di quelle ragazze a sferrarmi un calcio nello stomaco che mi fece gridare. La campana ormai era suonata e nel giardino della scuola ero rimasta solo io in compagnia del gruppo.

-Che fai, non rispondi? Oh la piccolina ha paura!- schernì il ragazzo della bionda ossigenata. Ero terrorizzata, non riuscivo né a muovermi né a parlare. Non seppi dove trovai la forza ma riuscii a pronunciare qualche parola.

-Vi prego...- dissi balbettando e con le lacrime che scendevano velocemente sulle mie guance.

-Oh la sfigata ci sta pregando... E fai bene perché adesso vedrai le stelle.- appena i ragazzi finirono di parlare cominciarono a sferrarmi calci in ogni parte del corpo, tentai di riparare la testa con le mani anche se servì a poco. Dopo il lungo pestaggio, i ragazzi allarmati da un rumore proveniente da una zona del giardino, si allontanarono velocemente per poi entrare nell'edificio di mattoni. Subito dopo nella zona in cui venni pestata si presentò un ragazzo la cui bellezza era indescrivibile: alto, capelli ricci che ricadevano morbidi sulla fronte e un paio di occhi che sembravano due smeraldi. Appena mi vide accovacciata a terra come un bimbo nel grembo materno e con le lacrime che scendevano come un fiume in piena, corse verso di me e tentò di aiutarmi ad alzare in piedi che ovviamente feci con difficoltà.

-Ehi cosa è successo?- chiese allarmato quel ragazzo dagli occhi verdi. Nonostante la sua presenza mi rassicurasse, non riuscii a parlare e mi limitavo ad abbassare lo sguardo e continuare a piangere. Successivamente si accorse dei lividi che avevo sulle braccia e del sangue che avevo sulle mani utilizzate per pararmi la testa. Senza che io dissi nulla mi prese delicatamente in braccio e, mi portò in una macchina che molto probabilmente era sua. Un po' titubante riuscii a tirare fuori la parole di bocca.

-Dove stiamo andando?- chiesi balbettando e terrorizzata. Il pestaggio mi aveva provocato un forte shock emotivo.

-Tranquilla... Ti porto in ospedale, sei ridotta abbastanza male.- rispose il ragazzo di cui non conoscevo l'identità. Risposi al riccio con un semplice cenno del capo. Avevo dolori dappertutto tanto che non riuscivo a muovermi. Harry, che si accorse delle mie smorfie di dolore, girò verso di me il viso guardandomi preoccupato.

-Ehi piccoletta... Posso sapere cosa è successo? Ah scusami se non mi sono presentato... Mi chiamo Harry.- mi aveva chiamata piccoletta ed era il primo ragazzo che lo faceva. Un piccolo ed impercettibile sorriso comparì sul mio viso e quell'affermazione mi fece quasi dimenticare il dolore che provavo per le ferite.

-Mi chiamo Allison e scusami, ma adesso non ho voglia di parlarne...-

-Bel nome Allison... Non ti preoccupare se non ti va di dirmelo ora, non c'è problema piccoletta .- rispose utilizzando nuovamente quell'adorabile nomignolo. Con Harry mi stavo sentendo importante, come se qualcuno finalmente si fosse accorto della mia esistenza.

-Ah... Grazie Harry, non so come ringraziarti. Grazie ancora!-

-Non mi devi ringraziare... Eccoci, siamo arrivati.- annunciò Harry sorridendo leggermente come se volesse tranquillizzarmi. Una volta scesa dalla macchina tentai di camminare ma non riuscii nel mio intento poiché avevo le gambe doloranti. Harry subito mi resse per evitare che cadessi e in una frazione di secondo mi prese in braccio per poi portarmi all'interno del pronto soccorso. Fortunatamente, viste le mie condizioni, mi fecero passare e visitare subito e dopo le varie visite, portarono me ed Harry in una stanza provvista di un letto e una poltroncina. Harry mi aiutò a stendermi sul letto facendo attenzione ai vari lividi per poi sedersi sulla poltrona vicina ad esso.

-Piccoletta ti senti meglio?- mi domandò Harry che giocava con le sue mani nervosamente.

-Un poco...- dopo questa affermazione mi ricordai che dovevo avvisare i miei genitori che ero in ospedale.

-Piccoletta, dovresti chiamare i tuoi genitori...- Harry mi lesse nel pensiero, difatti lo guardai con sguardo interrogativo.

-Harry, mi leggi nel pensiero?- gli chiesi accennando un sorriso che lui ricambiò con un altro molto più grande del mio e mettendo in evidenza le sue fossette. Ne andavo matta tanto che ogni volta che incontravo qualcuno con le fossette, chiedevo sempre se potevo toccarle. Quella volta però non potei toccargliele dal momento che la forza non era più in me. Quando il riccio si accorse che le stavo osservando arrossì un pochino e questo mi fece sorridere anche per la sua dolcezza. Riuscivo a riconoscere una persona buona da una cattiva attraverso gli occhi. Ogni volta che venivo picchiata, offesa e derisa vedevo nelle persone degli occhi spenti e freddi. Quelli di Harry erano così buoni, mi trasmettevano tranquillità e sicurezza nonostante lo conoscessi da pochissime ore. Distolsi malvolentieri lo sguardo dal suo viso ricordandomi che dovevo avvisare i miei genitori. Cercai di alzarmi dal letto per raggiungere lo zaino ma Harry fu più veloce di me.

-Piccoletta non devi sforzarti, ti prendo io il telefono.- Harry per la seconda volta mi lesse nel pensiero e questo mi inquietava un pochino.

-Harry ma leggi veramente i miei pensieri?- chiesi guardandolo con faccia stupita. Il riccio cominciò a ridere di cuore tanto che non riusciva più a smettere.

-Piccoletta dovresti vedere la tua faccia!- arrossii pensando all'espressione che molto probabilmente avevo stampata sul viso. Nonostante avessi detto ad Harry il mio nome, il ragazzo continuava a chiamarmi “Piccoletta”.

-E comunque no... Non ti leggo nel pensiero piccoletta-

-Harry, sai che ho un nome?- chiesi ironica. La situazione mi stava divertendo e piano piano stavo riacquistando le forze.

-Certo Allison ma a me piace più piccoletta.- mi riferì incrociando le braccia al petto.

-Sappi che con questo nomignolo mi fai sentire più bassa di quanto io lo sia già.- risposi incrociando anch'io le braccia sotto il seno.

-Vedo che stai riprendendo le forze! Ma adesso chiama i tuoi genitori.- me lo ero scordato una seconda volta e questo per colpa di quei bellissimi occhi verdi nei quali mi persi inevitabilmente.

-Giusto... Passami il telefono per favore.-

-Tieni- Harry mi porse il telefono per poi sedersi non più sulla poltrona ma su un lato del letto. Feci un profondo respiro come per darmi coraggio e composi il numero di mia madre.

 

-Pronto?!- al telefono rispose mio fratello, Josh.

-Ehi Josh dov'è mamma?- chiesi con un filo di voce che fece preoccupare mio fratello.

-Ally mamma sta lavorando... Ma tutto bene? Perché la volevi chiamare?- non riuscii ancora a capire il perché lui avesse il telefono di nostra madre. Non lo volevo allarmare ma dovetti rispondere alle sue domande.

-Josh, sono in ospedale perch...- non mi fece finire di parlare ché ribatté.

-Ally sei in ospedale?! Che cosa è successo? Non mi dire che...- sospirai. Lo sentii sfuriare dall'altra parte del telefono. Aveva capito perfettamente cosa fosse successo senza che io gli riferissi nulla, per questo gli volevo un mondo di bene.

-Ora vengo subito in ospedale... Poi troverò il modo per avvisare mamma e papà.- così, dopo avergli dettato la via per raggiungermi, attaccò il telefono.

 

Dopo aver chiuso la chiamata Harry mi guardò con occhi sgranati. Ricambiai lo sguardo con uno interrogativo che poi fece ridere entrambi.

-Quello era tuo fratello?- mi domandò Harry sorridendo.

-Sì... Hai sentito la conversazione vero?-

-Non volevo ma tuo fratello urlava come un matto!- cominciò a ridere. La sua voce mi provocava un effetto strano nel mio corpo, come se mille scosse lo attraversassero da testa a piedi incessantemente. Era una strana sensazione ma mi piaceva. Dopo circa dieci minuti vidi arrivare mio fratello di corsa.

-Allison! Oh mio dio come stai?-

-Beh non sto messa bene.- non sapevo da dove fosse uscita quella risposta ironica.

-Ti vedo.- successivamente si girò verso Harry e lo squadrò da capo a piedi. Vidi Harry imbarazzato così decisi di presentarlo.

-Ehm Josh, lui è Harry e mi ha accompagnata in ospedale- gli dissi con voce tranquilla.

-Grazie mille Harry, senza di te non... Non...- Josh scoppiò a piangere. Era strano vedere il fratello maggiore piangere, ma lo capivo perché nemmeno lui riusciva più a sopportare quella situazione. Harry si avvicinò a Josh e gli diede delle pacche sulla spalla per consolarlo. Dal primo momento che vidi Harry capii che era un persona dolcissima, per questo non volevo perdere il contatto un volta uscita dall'ospedale anche perché capii che con lui potevo sorpassare ogni ostacolo e non fermarmi mai.

-Harry, appena Allison tornerà a casa, ti inviteremo a cena da noi. Ti devo più di un favore... Grazie mille, davvero!-

-Non ti preoccupare, non è necessaria la cena- disse sorridendo e un po' imbarazzato. Mio fratello però non volle cedere.

-No no tu devi venire a cena da noi! Anche perché mi stai già simpatico e mi piacerebbe essere tuo amico.- mio fratello e la sua sfacciataggine. Lo ringrazia mentalmente.

-Beh allora... Va bene, accetto volentieri il vostro invito.- cominciai ad esultare mentalmente appena sentii Harry accettare l'invito che gli aveva proposto mio fratello.

-E penso che anche ad Allison faccia piacere che tu venga a cena da noi.- in quel momento avrei voluto ucciderlo con tutta la forza che mi era rimasta anche se mi limitai ad arrossire ed Harry con me. Ci aveva messo in imbarazzo, un motivo in più per strangolarlo. Poco dopo pensai per quale motivo Harry stesse arrossendo ma non riuscii a darmi una risposta.

-Ehm...- tossì Harry un po' imbarazzato. Il riccio assomigliava molto ad un cucciolo che avrei voluto strapazzare tra le mie braccia. Quei pensieri mi inquietavano abbastanza, non ero più in me.

-Ragazzi, io... Io vi lascio soli.- affermò poi Harry sorridendo ad entrambi e mettendo nuovamente in mostra le sue fossette. Mio fratello subito si girò verso di me sapendo cosa avrei potuto fare se avessi visto delle fossette.

-Harry scappa... Te lo consiglio.- disse Josh al riccio che scoppiò in una fragorosa risata tanto che mio fratello lo guardò interrogativo.

-Perché?- chiese ingenuamente Harry.

-Beh... Mia sorella sclera appena vede delle fossette.-

-Ah... Ecco perché prima mi fissavi- si rivolse a me lanciando un timido sorriso. Josh mi guardò come se volesse dirmi “No Allison... Non dirmi che lo hai fatto veramente” ed io capendo la sua espressione gli risposi con un cenno del capo.

-Va bene, ora vi lascio.- disse Harry salutandoci. Nei suoi occhi vidi un po' di tristezza, come se non volesse lasciarmi da sola in ospedale. Neanche io volevo che andasse via così appena mise piede fuori dalla porta della stanza lo richiamai.

-No Harry. Rimani qui... Per favore.- abbassai lo sguardo per non mostrare l'imbarazzo e così Harry si girò regalandomi un immenso sorriso per poi avvicinarsi a me. Vidi mio fratello sghignazzare e in quel momento avrei voluto tirargli un cactus in testa... Peccato che non avevo con me la pianta che mi aveva regalato la nonna per il mio compleanno, un regalo abbastanza originale e di grande utilità. Harry si sedette sul lato del letto e Josh su quell'opposto.

-Allora sorellina, mi spieghi cosa è successo stamattina?- chiese Josh. Ovviamente toccò un tasto dolente ma mio fratello così come Harry doveva sapere. Harry vedendomi cambiare di morale mi strinse la mano come per darmi forza... E ci era riuscito! Con quel contatto sentii nel mio stomaco una strana sensazione che non avevo mai provato prima e contemporaneamente vidi gli smeraldi di Harry scintillare. In quel momento capii che provavo qualcosa per Harry, forse una semplice cotta che sicuramente non verrà ricambiata dal ragazzo riccio... Il pessimismo caratterizzava il mio carattere così come l'insicurezza. Risposi agli scambi di sguardi con Harry con un sorriso timido. Mio fratello tossì interrompendo il gioco di sguardi con il riccio.

-Allora... Questa mattina sono arrivata a scuola in anticipo, circa un quarto d'ora prima. Mi pentii subito. Mentre mi avviavo verso l'entrata il solito gruppo di ragazze, stavolta con i loro ragazzi, si sono avvicinati a me prendendomi prima in giro e poi...- presi un lungo sospiro per evitare che le lacrime bagnassero nuovamente il viso. - E poi passarono alle mani. Dopo che non risposi alle loro intimidazioni per il terrore, cominciarono a sferrarmi pugni e calci in qualunque parte del corpo.- nulla da fare. Le lacrime inevitabilmente uscirono dai miei occhi e mio fratello subito mi abbracciò. Ricambiai il suo abbraccio stringendolo forte senza lasciare la mano ad Harry che strinsi di più quando lo vidi scioccato per il racconto.

-Allison... Ti prometto che sistemeremo la situazione. Nessuno ti farà più del male.- continuò Josh.

-Non è finita qui... Quel gruppo si allontanò da me appena sentirono un rumore. Ah, non ti ho detto che tutto questo è avvenuto dopo che la campanella segnasse l'inizio delle lezioni. Subito dopo spuntò in giardino Harry che appena mi vide a terra mi prese e mi ha portata qui, in ospedale...- mentre raccontavo Josh dava delle pacche sulle spalle ad Harry per ringraziarlo, difatti se non ci fosse stato il riccio in quel momento sarei ancora a terra in quel lurido giardino della scuola.

-Vi prego adesso parliamo d'altro...- chiesi supplicando. Subito dopo entrò dentro la stanza un dottore con in mano la cartella clinica.

-Buongiorno ragazzi. Lei è la signorina Allison Devine?- chiese indicandomi e io risposi annuendo.

-Bene... Può lasciare l'ospedale domani mattina, ha qualche contusione ma nulla di grave fortunatamente. Anche la testa è a posto, solo qualche graffio.- ero felicissima della notizia che ricevetti dal dottore... Già mi aveva stufato quell'ambiente troppo bianco per i miei gusti.

-Grazie mille dottore.-

-Di nulla signorina. Ah scordavo... Tra un po' i suoi amici dovranno andare via, l'orario delle visite sta per finire.- lo guardai con sguardo triste poiché non volevo passare del tempo da sola ed era una cosa che davvero odiavo.

-Mi dispiace signorina... Non posso farci nulla.-

-Non si preoccupi, grazie mille.- detto questo il dottore uscii dalla stanza.

-Allison, adesso devo proprio andare. Tra una cosa e l'altra sì è fatto mezzogiorno e devo assolutamente andare a casa anche perchè devo avvisare mamma e papà, che sicuramente non la prenderanno bene.-

-Hai ragione. Allora... Ti aspetto domani.- dissi a mio fratello che si era alzato dal letto dopo avermi dato un bacio sulla fronte.

-Certo! Mi raccomando riposati. Ciao Harry e grazie ancora!- salutò Harry con una stretta di mano. Subito dopo rimanemmo soli io e il riccio nella stanza.

-Piccoletta, stavo pensando... Quando ti riprenderai, ti andrebbe di venire insieme a me a fare qualche giro? Così per conoscerci meglio.- Harry mi aveva invitata ad uscire in modo strano ma estremamente dolce. Nessun ragazzo prima di quel momento mi aveva chiesto di uscire e il fatto che Harry me lo avesse chiesto mi aveva reso profondamente felice. Con molto entusiasmo accettai.

-Va benissimo! Grazie mille Harry... Nessun ragazzo prima di te mi aveva invitata a passare un pomeriggio con lui.- Harry mi guardò allibito.

-Veramente?- chiese balbettando. Risposi al ragazzo riccio con un veloce cenno del capo.

-Non ho parole...- rispose Harry. Sinceramente non capii il perchè di quella risposta, difatti poco dopo glielo domandai.

-Harry perchè non hai parole?-

-Perchè tutti quei ragazzi che non ti hanno chiesto di uscire sono degli emeriti dementi, davvero. Una ragazza così bella come te dovrebbe avere una fila lunghissima di spasimanti e invece questi cretini non si fanno avanti.- Harry si fece scappare quelle parole dalla bocca tanto che quando se ne accorse arrossì velocemente e si scusò più volte con me.

-Scusami piccoletta ma a volte non riesco a trattenere tutto dentro e di conseguenza capita che mi sfogo con la prima persona che mi capita vicino.- disse imbarazzato Harry passandosi nervosamente la mano tra i capelli spettinandoli. Quel gesto provocò in me una scarica di scosse che attraverso tutto il corpo e potei sentire nel mio stomaco uno strano formicolio. Penso che si tratti delle “farfalline”.

-Non ti preoccupare Harry... E' bello sapere che qualcuno mi ritiene una bella ragazza e che vengo considerata.- dissi con un filo di tristezza. Harry si avvicinò di più verso me poggiandomi una mano sulla guancia.

-Piccoletta non devi nemmeno pensare a queste cose... Lo so, come ho capito la tua vita non è molto semplice e se vuoi io posso darti una mano.- si offrì il riccio continuando ad accarezzarmi la guancia. Apprezzai molto il suo gesto anche perché nel mio corpo aumentarono notevolmente quelle scosse.

-Grazie mille Harry...- gli risposi sorridendo ed arrossendo un poco. Il dottore però fece irruzione nella stanza interrompendo il nostro momento.

-Scusate ragazzi ma il tempo delle visite è terminato. Ragazzo ti chiedo di uscire.-

-Va bene, la saluto ed esco subito.- il dottore annuì sorridendo per poi uscire dalla camera. Non volevo che Harry andasse via ma non potei fare nulla per impedire questo.

-Piccoletta devo andare...-

-Mh... Harry mi prometti che domani mi verrai a trovare?- gli chiesi facendo gli occhi da cucciolo.

-Certo piccoletta, vuoi che ti lasci il mio numero così puoi chiamarmi ogni volta che ne hai bisogno?-

-Sì per favore!- risposi con enfasi. Detto questo prese al volo il mio telefono e scrisse il numero per poi salvarlo nella rubrica.

-Piccoletta ora vado... Ci vediamo domani ché ti vengo a prendere e ti porto a casa, ok?- mi chiese timidamente.

-Ok, allora a domani!- lo salutai. Prima di andarsene Harry mi posò un leggero bacio sulla guancia, molto vicino alla bocca. Mille emozioni si scatenarono in me: gioia, farfalle nello stomaco, incredulità, stupore e chi più ne ha più ne metta! Ricambiai il suo bacio con un grande abbraccio allacciando le mie braccia attorno il suo collo.

-Ci sentiamo più tardi... Ciao!- mi salutò con un cenno della mano per poi uscire dalla mia stanza. Quando rimasi sola feci un profondo sospiro per la felicità: finalmente avevo trovato qualcuno con cui potevo sentirmi importante e sicura di me. Riflettei però sulle sensazioni che mi provocava quell'ammasso di ricci: scosse, farfalle, scintille negli occhi... Era tutto così strano. Mi ero presa una bella cotta per Harry e dire che mi piaceva era dir poco! Passarono le ore, compresa quella di pranzo che non l'avrei mai scordata: mi avevano portato una di quelle sciape minestre che non mangeresti nemmeno se ti pagassero. Nel pomeriggio mi chiamò mia madre allarmata e distrutta, ma io cercai di rassicurarla poiché faceva male sentire la propria madre piangere... Le avevo detto di Harry e subito si riprese contenta della conoscenza che avevo fatto la mattina stessa. Le altre ore del pomeriggio le passai dormendo, svegliandomi solamente per cenare. Subito dopo mangiato accesi la TV e girai tra i vari canali per poi fermarmi su MTV. Sinceramente non me poteva importare un fico secco di quei giovani calciatori o di quelle ginnaste. L'unica cosa che volevo era parlare con Harry. Ero tentata dal chiamarlo ma non lo feci poiché pensai di risultare troppo invadente o pesante. D'un tratto sentii il mio telefono squillare e pensando che fosse Josh risposi.

-Josh, cosa c'è?- domandai sbadigliando. La voce dall'altra parte del telefono era ben diversa da quella di mio fratello e la riconobbi subito.

-Ehi piccoletta! Pensavi fossi tuo fratello?- mi chiese ridendo. Avevo un sorriso da cretina stampato sul viso... Fortuna che Harry non mi poteva vedere altrimenti mi sarei ficcata sotto terra.

-Ehm... Sì scusami!- risposi un po' impacciata e agitata.

-Allora come va? Stai meglio?-

-Sì, molto meglio ora.- per “ora” intendevo quel preciso momento e mi riferii ovviamente ad Harry.

-Sono molto contento... Ora ti lascio. E' tardi e devi andare a dormire. Ci vediamo domani mattina, buonanotte piccoletta.-

-Sì papà... Buonanotte riccio.- gli augurai la buonanotte e poco dopo attaccò. Mi piaceva il fatto che Harry si preoccupasse di me. Lasciai scivolare via tutti i miei pensieri nella mente per poi addormentarmi con l'immagine del viso di Harry che sorrideva mettendo in mostra le sue fossette...

 

IL GIORNO SEGUENTE

Oramai erano le dieci del mattino e nemmeno cinque minuti dopo arrivò Harry insieme a Josh che in mano teneva dei miei vestiti. Salutai entrambi per poi prendere i vestiti e avviarmi in bagno nel quale mi cambiai. Subito dopo uscii e mi avvicinai ad Harry che mi salutò con un piccolo bacio sulla guancia... Quel gesto mi fece arrossire inevitabilmente tanto che mio fratello se ne accorse ma non parlò per evitare di farmi fare una brutta figura davanti al ragazzo che mi piaceva. Prese le ultime cose uscimmo da quel posto troppo bianco per i miei gusti per poi avviarci nella macchina di Harry che mi fece sedere sul sedile del passeggero accanto a quello del guidatore. Il riccio accompagnò me e mio fratello a casa nostra. Una volta arrivati, scendemmo tutti dalla macchina, io con qualche difficoltà così Harry, premuroso, mi prese sotto braccio e mi aiutò a camminare verso l'entrata. Mio fratello impiegò un quarto d'ora solo per trovare le chiavi... Qualche volta pensai che non ero l'unica rimbambita della famiglia. Dopo averle trovate ci fece entrare ed io mi stesi subito sul divano.

-Harry, oggi a pranzo vengono sia nostra madre che nostro padre, quindi... Ti andrebbe di rimanere con noi?- gli chiesi mettendo il labbruccio e facendo la faccia da cucciolo.

-Mh... Va bene, non posso resisterti!- Harry fece scappare quelle dolcissime parole dalla sua bocca e quando si accorse di aver esternato questo pensiero si mise entrambe le mani sul viso per coprirlo affinché non vedessi il rossore che stava colorando il suo viso. La situazione divenne un po' imbarazzante, così Harry decise di andare in cucina ad aiutare Josh...

POV HARRY

Un'altra volta... Era la seconda volta che esprimevo i miei pensieri ad alta voce involontariamente! Che vergogna ma soprattutto, che figura pessima! Per nascondere l'imbarazzo andai velocemente in cucina per aiutare Josh nell'affettare le verdure. D'un tratto Josh comincio a parlarmi.

-Ehi Harry- mi chiamò a bassa voce come se non si volesse far sentire da Allison, la mia piccoletta.

-Sì Josh?- risposi sorridendo.

-Scusa se te lo chiedo... Ti piace mia sorella vero? Lo so non dovrei fare queste domande ma sono importanti per me...- non sapevo cosa rispondere, ero alquanto imbarazzato ma poi decisi di confessargli la verità.

-Beh... Sì Josh! Dal primo momento che l'ho vista ho pensato che forse potrebbe essere la ragazza giusta per me ma con il passare dei minuti, delle ore ho capito che potrei fare qualunque cosa per averla con me oppure per farla stare bene. E' come se ora fosse una parte del mio cuore che senza di esso non potrei vivere.- tutte queste parole mi uscirono pensando ad ogni momento passato con quella piccola ragazza che la prima volta che la vidi, era stesa sul terreno dolorante.

-Bene... Ti spiego il perché: Allison è una ragazza abbastanza bella ma lei a causa della sua insicurezza non lo ammette quasi mai, e di conseguenza dei ragazzi a scuola che le facevano il filo. Quando però Ally cominciò ad essere presa in giro, picchiata, e derisa dagli altri compagni, nessuno osò più avvicinarsi a lei. Il fatto che abbia trovato te come amico e spero anche di più, mi rende molto felice perchè vedo negli occhi di mia sorella molta serenità e tranquillità quando è con te.- rimasi senza parole da ciò che aveva appena detto il fratello della mia piccoletta. Avevo capito bene? La mia piccoletta si sentiva serena quando stavo con me? Non ci potevo credere, ero troppo contento.

-Non preoccuparti, troverò un modo per far cessare tutto questo a scuola. Ve lo prometto!-

-Grazie di tutto Harry...-

-E' un piacere per me aiutare gli amici e le persone che amo.- Josh si irrigidì sul posto per poi girarsi verso di me.

-Hai detto persone che amo?- mi chiese curioso.

-Sì persone che amo come mi madre, mia sorella e...-

-E... ?- mi incitò Josh-

-E Allison.- continuai la frase e potei vedere negli occhi di Josh tantissima felicità.

-Dio ti ringrazio, finalmente hai ascoltato le mie preghiere.- esclamò inginocchiandosi e congiungendo le mani in segno di preghiera. La sua preoccupazione per la sorella era tale che mi fece capire quanto tenesse alla mia piccolina che improvvisamente entrò in cucina osservando la scena divertita.

-Josh, cosa stai facendo lì in ginocchio?- domandò ridendo. Il suo sorriso era un qualcosa di indescrivibile per la sua bellezza.

-Ehm... Nulla, stavo facendo la preghiera affinché la cucina non prenda fuoco, considerando le mie abilità culinarie.- era alquanto imbarazzato tanto che si passò una mano sulla nuca. Per evitare delle complicazioni proposi di prendere per pranzo la pizza e entrambi i ragazzi presenti cucina risposero subito di sì...

 

POV ALLISON

Decidemmo così di mangiare la pizza per pranzo. Era una cosa un po' stramba poiché solitamente prendevamo la pizza per cena. Quando si fecero le due, finimmo di mangiare ed io aiutata da Harry e Josh cominciai a sistemare la tavola. I miei genitori non erano tornati per pranzo poiché avevano avuto un imprevisto.

-Ragazzi, che ne dite di vedere un film?- La proposta di mio fratello non mi convinceva molto, Josh avrebbe scelto sicuramente un film horror che non era il mio genere preferito. A dirla tutta quei film mi terrorizzavano!

-Va benissimo!- rispose Harry contento della proposta. Sperai con tutto il cuore che l'horror non fosse il suo genere preferito... Ma a quanto pare mi stavo sbagliando. Difatti senza considerarmi, cominciarono a discutere sul quale film vedere.

-Harry hai mai visto l'Esorcista?-

-Ho sentito parlare di questo film, ma non l'ho mai visto... So anche che molta gente si è sentita male per la paura tanto che è stata chiamata più di una ambulanza.- quando sentii Harry pronunciare quelle parole mi gelai. Sperai tanto che Josh non lo mettesse altrimenti mi sarei sentita male, ma il mio caro e dolce fratellino si dimenticò della mia presenza...

-Allora dobbiamo vederlo! A te piacciono gli horror?- chiese quel cretino di mio fratello ad Harry che gli si illuminarono gli occhi.

-Certo! E' il mio genere preferito... Piccoletta sei pronta a vedere questo film?- Mi domandò Harry che si era ricordato di me. Beh, questa non ci voleva.

-Ah scordavo... Ad Allison non piacciono gli horror, anzi se la fa sotto dalla paura!- disse ridendo mio fratello rivolto ad Harry che sorrise guardando però verso di me.

-Ah ah, divertente davvero...- gli dissi incrociando le braccia sotto il seno e mettendo il broncio come una bambina piccola. Josh cominciò a scherzare con me.

-Dai Allison, non ti sarai mica offesa!- mi disse Josh cominciando ad avvicinarsi verso di me con un sorriso maligno. Gli feci il verso che provocò le risa di Josh. Mio fratello una volta arrivato davanti a me sciolse la mie braccia che poco prima erano incrociate per poi alzarle in alto. Non capii il motivo del suo gesto e questo fino quando non vidi Josh guardare Harry lanciandogli uno sguardo complice.

-Oddio no!- quando capii che intenzioni avevano i due ragazzi fu troppo tardi, poiché Harry corse verso di me e cominciò a farmi il solletico. Avevo un debole per il solletico e lo soffrivo molto.

-Harry ti prego basta!- lo supplicai ridendo e con le lacrime agli occhi.

-Mh... Nah un altro po'!- disse prendendomi per i fianchi e tirarmi su con attenzione per poi buttarmi leggermente sul divano e farmi il solletico sulla pancia. Ovviamente stava attento a non farmi male poiché erano ancora presenti i lividi. Poco dopo smise di torturarmi per poi fissarmi intensamente negli occhi. I suoi erano un qualcosa di indescrivibile, brillavano di una luce mai vista prima. Ad un tratto però i nostri sguardi furono interrotti da un cuscino che arrivò in testa ad Harry e che ci fece allontanare.

-Hey!- alzò la voce Harry divertito.

-Oh scusa Harry! Pensavo avessi preso mia sorella!- cominciò a ridere come un matto e la sua rista contagiò me ed il ragazzo riccio.

-Su su! Prendete posto sul divano mentre io inserisco il DVD...- ci invitò il cretino di mio fratello.

-Ma Josh io non voglio vedere quel film! Lo sai che ho paura...-

-Ma dai cosa sarà mai... Per favore.- riuscì a convincermi con i suoi occhioni da cucciolo e quando annuii mi diede mille baci su tutto il viso facendomi ridere. Controvoglia presi posto sul divano vicino ad Harry che era seduto al centro. Durante il film mi coprivo il viso per non guardare le scene paurose mentre Harry rideva per il mio gesto. Quando il film finii mi accorsi che era mezzanotte e che mio fratello si era addormentato sul divano mentre io ed il riccio eravamo ancora svegli. Io ero completamente terrorizzata e non avevo intenzione di andare a letto da sola.

-Piccoletta...- mugugnò Harry sbadigliando.

-Uh?-

-Devo tornare a casa...- continuò alzandosi lentamente.

-Mh... Va bene.-

-Ehm... Allora ci vediamo domani a scuola.- disse un po' imbarazzato. In quel momento mi ritornarono tutte le paure, le angosce e il terrore di rientrare in quell'edificio. Harry subito si accorse delle mie preoccupazioni, così mi prese per un braccio e mi fece avvicinare a lui per poi abbracciarmi. Era un abbraccio che mi infuse tanta sicurezza e forza.

-Non devi preoccuparti, vedrai che non ti daranno più fastidio...- disse accarezzandomi la schiena e la testa.

-Grazie mille Harry...- gli dissi affondando il viso nel suo grande petto

-Ora vado... Va bene se ti vengo a prendere domani mattina per andare insieme a scuola?- mi chiese arrossendo un pochino.

-Certo, mi farebbe molto piacere.- risposi balbettando per l'imbarazzo.

-Beh allora a domani piccoletta.- mi salutò baciandomi la guancia e scompigliandomi i capelli.

-Buonanotte riccio.- mi guardò divertito per poi uscire dalla casa dopo avermi salutato nuovamente con un cenno veloce della mano. Una volta svegliato Josh, salimmo entrambi nelle nostre camere per poi addormentarci come due ghiri per la stanchezza...

Passarono i giorni da quando Harry mi aveva riportata a casa dall'ospedale. In questi giorni cambiarono molte cose, sembrava che la mia vita stessa andando per il verso giusto. Ogni mattina Harry mi veniva a prendere a casa per andare insieme a scuola, e ogni volta che arrivavamo tutti i ragazzi che incontravamo ci salutavano. Nessuno più mi aveva picchiata, derisa e presa in giro e come già detto sembrava che tutto stesse andando per il verso giusto. Per quanto riguarda Harry... Dentro di me stava crescendo un sentimento che non riuscii bene a definire caratterizzato da scosse, brividi e strane sensazioni all'altezza dello stomaco. Continuavo a pensare che non fosse una semplice cotta, ma non volli montarmi la testa. Anche Harry aveva cambiato atteggiamento con me, ovviamente in positivo: diventava sempre più premuroso nei miei confronti ma soprattutto diventava sempre più dolce con me e questo mi rendeva felice. Purtroppo tutta la mia gioia non durò molto.

 

La sveglia segnò l'inizio di una giornata scolastica e come ogni mattina mi lavai, scesi in cucina per fare colazione e aspettai Harry per andare a scuola. Quella mattina era vestito con dei Jeans strappati, una maglietta nera aderente al suo torace un cappellino di lana e i sui bellissimi Rayban neri. Appena scese dalla macchina mi salutò con un bacio sulla guancia per poi risalire e avviarci verso la scuola. Non capii il perché ma sentii uno strano presentimento, ma non volli pensarci. Una volta arrivati Harry mi avvisò che doveva andare a parlare con un suo compagno di classe. Così rimasi da sola nel giardino pieno di ragazzi. Al suono della campana cominciai ad avviarmi verso l'entrata, quando sentii qualcuno prendermi per un braccio facendomi girare con uno strattone. Riconobbi subito quel viso. Il terrore cominciò ad assalirmi come la volta in cui venni pestata...

-Eh eh... Guarda chi si rivede! Tutto a posto Allison?- chiese con sguardo maligno la ragazza, causa di ogni mia insicurezza. Avevo paura delle cose che sarebbero accadute dopo.

-Ti prego lasciami...- la supplicai sentendo i miei occhi bruciare.

-No prima mi voglio divertire... Daisy, Chantal venite qui, ho una sorpresa per voi!- in una frazione di secondo mi ritrovai a terra con lo stomaco dolorante e del sangue che sporcava la mia bocca. Mi cadde il mondo addosso proprio nel momento in cui pensavo che la mia vita stesse andando per il verso giusto. Provai non solo dolore fisico, ma anche amarezza e sconforto per lo schifo di vita che stavo vivendo. Non sopportai più di essere maltrattata, derisa da persone crudeli che non avevano alcun rispetto di me e pensai che non aveva alcun senso continuare a vivere così. Appena si allontanarono dopo avermi pestata veramente a sangue, mi alzai con difficoltà da terra e corsi verso le scale esterne che portavano sul soffitto della scuola, luogo inaccessibile agli alunni. Avevo deciso di togliermi la vita poiché non aveva alcun senso continuare a vivere con tutti questi dolori che pensai sarebbero potuti scomparire semplicemente uccidendomi. Con molta difficoltà raggiunsi le scale che piano piano salii tenendomi allo scorri mano. Miriadi di pensieri attraversarono la mia mente: ricordi di quando ero bambina, mia madre, mio padre, Josh, i vari pestaggi ed Harry... Harry, quel ragazzo che mi rendeva felice, del quale mi ero innamorata perdutamente perchè capii che avrei potuto fare qualunque cosa pur di averlo con me, di ricevere i suoi abbracci, di sentirlo chiamarmi “piccoletta”. Era la persona più importante per me e che aveva occupato gran parte del mio cuore. Una lacrima di tristezza scivolò lungo il mio viso e che asciugai con la mano tremante. Nonostante non volessi perdere Harry, continuai a salire quelle scale che mi sembrarono infinite... Dopo un po' arrivai lì, sul soffitto della scuola sul quale decisi di togliermi la vita...

 

POV HARRY

Le lezioni erano cominciate ma non vidi nemmeno l'ombra della mia piccoletta. Chiesi al prof di scienze di uscire per andare in bagno e dopo aver ottenuto il suo permesso uscii dall'aula un po' agitato, anzi, molto agitato poiché sentii un brutto e strano presentimento che non mi piaceva molto. Ovviamente quella di andare al bagno era solo una scusa per andare a cercare la mia piccoletta. Sapevo che quel giorno in seconda ora avrebbe avuto storia, così mi diressi nell'aula nella quale si svolgeva la sua lezione. Dopo aver bussato entrai in quell'aula dove fui accolto da un “buongiorno” collettivo. Cercai tra gli alunni la mia piccoletta ma non la trovai cominciando ad innervosirmi e a sudare freddo.

-Buongiorno professore, per caso la signorina Devine è presente?- chiesi giocando nervosamente con le mie dita.

-Mh... No oggi è assente la signorina. Perché me lo chiede?- mi chiese il professore squadrandomi da capo a piedi mettendomi in soggezione. Sbiancai quando sentii che Allison era assente. Cominciai a chiedermi dove fosse, così senza rispondere al professore, corsi giù per le scale per poi dirigermi in biblioteca... Nessuna traccia della mia piccoletta. Provai con la palestra, stesso risultato e così anche per l'auditorium, i bagni e il giardino. Cominciai ad aver paura per la mia piccoletta, avevo il timore che fosse stata di nuovo picchiata. Subito dopo mi venne in mente un ultimo luogo che non avevo ancora controllato: il soffitto dell'edificio. In preda alla preoccupazione feci tutte le scale che sembravano non finire più di corsa e appena arrivai sul soffitto, vidi una figura esile e bionda proprio sul limite del palazzo. La riconobbi subito. La vidi fare qualche passo in avanti avvicinandosi sempre di più al bordo singhiozzando come una bambina. Sentirla piangere era un dolore profondo per me, come se mille pugnali trafiggessero il mio cuore che batte all'impazzata per quel piccolo angelo caduto dal cielo. Non aspettai altro tempo e corsi da lei.

-Allison!- gridai in preda alla disperazione. La ragazza si girò verso di me mostrando quel viso gonfio e rosso per le lacrime.

-Harry... Vai via.- mi invitò la mia piccoletta. Le sue parole mi fecero male.

-No Allison... ti prego.- la pregai cominciando a piangere anche io. Il solo pensiero si perderla e vivere senza di lei mi faceva impazzire dal dolore.

-Harry la mia vita fa schifo. Non ha alcun senso continuare a vivere quando tutto il mondo ti crolla addosso non appena pensi che la tua tutto stia andando per il verso giusto! E poi a chi importo?! A nessuno! Preferisco morire che continuare a vivere così!- disse in preda alle lacrime che rigavano quel bellissimo viso.

-Allison non dire così... Non pensi ai tuoi genitori, a tuo fratello, a me?-

 

POV ALLISON

Mi irrigidii quando Harry disse quella frase. E' vero, non avevo pensato né a mio fratello né ai miei genitori, ma ad Harry non avevo smesso mai di pensare. Era il mio unico pensiero dalla mattina alla sera, occupava sempre e comunque la mia mente.

-Harry...- crollai in un pianto liberatorio al quale si aggiunse il riccio.

-Allison... Lo vuoi capire che si toglierai la vita lo farò anch'io?- quella domanda mi lasciò senza parole. Stavo capendo perfettamente cosa intendesse ma non volli montarmi la testa. Rimasi in silenzio aspettando che finisse di parlare rimanendo però di spalle.

-Allison... Sei tutta la mia vita, una parte del mio cuore e ho capito che senza di te potrei morire. Non riuscirei a vivere con solo una parte del mio cuore perché tu lo completi... Perché io ti amo piccoletta e farei di tutto, persino sacrificare la mia vita per te.- non credetti alle mie orecchie. Le parole di Harry mi colpirono tanto da farmi piangere non più dal dolore, ma dalla gioia e dalla felicità che ricambiasse il sentimento. Senza aspettare altro tempo mi girai e corsi da Harry saltandogli in braccio per poi baciarlo dolcemente, trasmettendogli tutto l'amore che provavo nei suoi confronti. In quel momento tutto sembrò gelarsi, c'eravamo solo io ed Harry, il ragazzo che mi ha salvata la sua vita con il suo amore. Dopo il nostro lungo bacio lo guardai dritto negli occhi.

-Harry ti amo... E grazie.- lo ringraziai per un preciso motivo che il riccio non capì.

-Perché mi ringrazi?- chiese con sguardo interrogativo.

-Perché hai salvato la mia vita.- con questa ultima dichiarazione lo baciai nuovamente facendo coincidere le nostre morbide labbra, unendole come se fossero state create per completarsi l'una con l'altra...



Ecco qui il nostro adorato Harry... E' dolcissimo!



La nostra Allison... Non è meravigliosa?



Infine, ecco a voi Josh... La sua risata è bellissima! Mi ricorda qualcuno... Chi sarà mai questo qualcuno? XD


Holaaaa.
Eh già, eccomi qui con la mia prima One Shot... Spero vi sia piaciuta! Vorrei fare un particolare ringraziamento a
lilsmoldyswag che mi ha aiutata a trovare le gif... Grazie grazie grazie! <3 <3 <3 Ora mi dileguo. Un bacio...
Totta xx

  
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