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Autore: _cashmere    21/12/2013    3 recensioni
Era stato un bacio che di dolce non aveva proprio nulla. Era violento, passionale, carico di rabbia per ragioni che entrambi non vi sapevate spiegare. Era durato pochi secondi, giusto il tempo per fare in modo che una farfalla solitaria si insinuasse nel tuo stomaco stringendolo in una morsa glaciale.
Due ragazzi. Due tributi. Due ulteriori pedine nelle mani della Capitale.
Maysilee Swan/Carlos Django Vélasquez | One Shot | 47º Hunger Games |
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fading

 

 

 

 

 

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— Maysilee! —
L'urlo di Carlos squarciò l'aria come un lampo a ciel sereno. Vedesti gli uccelli volare via in stormi disordinati, le ali morbide e leggere come piume. 
Il tuo cuore iniziò a battere furiosamente, sembrava volesse schizzar fuori dal petto bianco. Senza rendertene conto iniziasti a correre verso quei boschi maledetti che stavano strappando la vita al ragazzo che ti aveva amata ma ti aveva ripudiata, macchiandoti il cuore di veleno.
Continuasti a correre e a gridare il suo nome, noncurante del fatto che i Favoriti rimasti erano in agguato e bramassero il tuo sangue ancor più della vittoria stessa. Adesso eravate solo tu e lui, ed anche se il mondo fosse caduto tu avresti proceduto in quella marcia funerea pur di sfiorare per l'ultima volta quella pelle vellutata, per baciare quelle labbra morbide che ti avevano salvata e dannata al tempo stesso.
All'improvviso due gemme ambrate ti riscossero da quel torpore in cui eri precipitata da quando l'avevi sentito urlare. Ti accorgesti presto che non erano gemme, ma occhi, che nonostante fossero gonfi ed iniettati di sangue conservavano ancora quella sfumatura magnetica che ti aveva rapita sin dal giorno in cui li avevi visti coperti di un pesante strato di trucco verdastro. 
Con uno sforzo sovrumano Carlos alzò la mano tremante e te la poggiò delicatamente sulla guancia solcata da lacrime salate.
— Sei qui. — sussurrò con voce rauca, sputando un liquido rosso scarlatto. Rosso come i tuoi capelli. Se fossi stata un'eroina dei film che avevi visto a Capitol City* a quel punto avresti sguainato la spada e sgozzato il nemico, per poi risanare con un bacio le ferite del tuo innamorato.
Ma gli Hunger Games non erano una favola, e tu lo sapevi fin troppo bene.
— Si, sono qui. — rispondesti, trattenendo a fatica un singhiozzo.
— Perdonami Maysilee, ti ho fatto soffrire anche se non lo meritavi. Sono stato un autentico bastardo, ti prego perdonami. — gorgogliò.
Ma tu non lo ascoltasti perché la tua mente aveva fatto un balzo nel tempo di una settimana, mentre lo spettro di uno dei tuoi soliti sorrisetti sarcastici faceva timidamente capolino tra le lacrime.

 

 


Era stato un bacio che di dolce non aveva proprio nulla. Era violento, passionale, carico di rabbia per ragioni che entrambe non vi sapevate spiegare. Era durato pochi secondi, giusto il tempo per fare in modo che una farfalla solitaria si insinuasse nel tuo stomaco stringendolo in una morsa glaciale, e la cosa che ti aveva infastidito maggiormente era che era stato lui a staccarsi dalle tue labbra.
— No, Maysilee. Tutto questo è... Sbagliato, lo sai. — aveva detto, allontanandosi dal tuo corpo semivestito.
— Perché mai? — la tua voce si era fatta tagliente come una miriade di lame affilate che penetravano nella carne del giovane Vélasquez. 
— Perché io e te siamo avversari. Dovremo ucciderci prima o poi. E anche se non lo fossimo siamo comunque troppo diversi perché possa nascere qualcosa di serio tra di noi. —
— Cosa intendi? — dicesti, celando la tua frustrazione dietro una maschera di aggressività che non faceva altro che rafforzare la convinzione di Carlos a lasciarti andare.
— Semplice. — rispose, scrollando le spalle. — Tu hai già vissuto la tua vita, io devo ancora viverla. Io sono ancora alla ricerca del vero amore, mentre le tue labbra ormai sono divenute cosa pubblica. E di certo non voglio una cosa che, prima di essere mia, è appartenuta a decine di uomini. —
— Mi stai dando della sgualdrina? — improvvisamente la tua voce era salita di un'ottava.
— Assolutamente no, Lee! È solo che... —
Ma non gli desti neppure il tempo di finire la frase. Te ne andasti di corsa dalla stanza, lasciandolo con le labbra ancora dischiuse su quel “ti amo davvero” non detto.

 

 


— Shh. Sta' zitto. — sussurrasti, tornando di colpo alla realtà, e come se fosse un bisogno fisiologico lo baciasti di slancio. Questa volta fu un bacio lento e dolce, al gusto di sangue e lacrime, e fosti tu a porgli fine appena ti accorgesti di star premendo sull'ampio squarcio che aveva in petto. Una spada. 
Improvvisamente capisti che ormai non potevi fare più nulla per salvarlo, che con quella maledetta arma il suo aggressore gli aveva prosciugato la vita lasciandolo lì a spegnersi lentamente come un cero consumato dalla fiamma. La fiamma della volontà di un altro ragazzo di tornare a casa. 
Ti ricordasti all'istante che Carlos era sempre stato restio a parlare della sua famiglia. A dire la verità, era sempre stato restio in tutto.

 

 


Il crepitio delle foglie scricchiolanti lo fece voltare di scatto, e sbiancò in viso quando ti vide sbucare da dietro un arbusto.
— Sorpresa! — esclamasti, ridendo come una bambina.
— Swan. — rispose, cercando di mantenere il controllo, poi abbozzando un sorrisetto aggiunse: — Sei venuta qui con i Favoriti per finirmi una volta per tutte? —
La tua espressione si fece più seria: — Non esiste alcun “io e i Favoriti”. Non più. Non avevo intenzione di restare con quel branco di lupi un secondo in più del necessario. E intanto la bionda dell'1 ha avuto una lezione che non dimenticherà facilmente. —
Il viso di Carlos si distese, sebbene continuasse a tenersi a distanza da te: — Quindi sei venuta per darmi il resto? —
— Non ti facevo così ottuso, Vélasquez. Sai, c'è anche un'altra cosa che due tributi fanno quando si incontrano nell'arena. —
Aggrottò le folte sopracciglia, e dopo attimi che ti sembrarono infiniti ti porse la mano: — Alleati? —
Sorridesti, questa volta sul serio. — Alleati. —

 

 

 

Ormai Carlos non riusciva neanche più a parlare. Potevi sentire i battiti del suo cuore farsi sempre più deboli, e nel frattempo contare sulle dita i minuti che lo separavano dal suo addio alla vita. Era una situazione strana. La morte era sempre stata l'ultima delle tue preoccupazioni, ma in quel momento avresti sottratto giorni, mesi, anni alla tua vita pur di regalargli anche solo qualche istante in più sulla Terra. 
Avevi le labbra secche, non sapevi più cosa dire. Sentivi che era colpa tua, eri stata tu a lasciarlo solo, vulnerabile ed esposto agli attacchi, ed eri l'ultima persona al mondo che avrebbe dovuto essere lì a stringergli la mano.
— Mi dispiace. — fu tutto ciò che riuscisti a dire. Avresti voluto urlare, avresti voluto stanare quel mostro che l'aveva colpito a tradimento e pugnalarlo fino a quando avrebbe avuto ancora voce sufficiente per gridare pietà, ma era la forza a mancarti. 
Stavi morendo anche tu, con Carlos.

 

 

 

Lentamente, un passo alla volta, avevi assistito alla ricostruzione del vostro rapporto. Dapprima avevate iniziato a chiamarvi nuovamente con i rispettivi nomi di battesimo, e piano piano eravate arrivati al punto di essere entrambe indispensabili per la vita dell'altro. La notte cercavi conforto tra le sue braccia forti, barriera in grado di proteggenti dalle ostilità del mondo, ogni tanto avevate perfino la possibilità di scambiarvi qualche bacio innocente. 
Era tutto perfetto, troppo perfetto perché potesse andare avanti.
Avevi capito che i Favoriti sapevano della tua alleanza, ed al momento le loro battute di caccia avevano un solo scopo: trovarvi.
C'era solo un modo per proteggere la sua vita, e sapevi che nonostante fosse il gesto più doloroso che avevi pensato da quando eri entrata nell'arena sarebbe stato troppo egoistico lasciare le cose come stavano.
Così, raccolta la tua ascia e rubacchiata qualche vivanda appena sufficiente a tenerti in vita per un paio di giorni, te ne andasti mentre dormiva, con l'amaro in gola e le lacrime agli occhi.

 

 


— Ti prego, non lasciarmi. — gli sussurrasti, avvicinando la tua bocca al suo orecchio e depositandovi un bacio.
Cercò di raccogliere tutte le sue forze, si inumidì le labbra e riuscì a bisbigliare confusamente: — N- no. Tu devi vincere. Per me. —
— Non ce la faccio. Dove troverei la forza di andare avanti? — confessasti. Ora le lacrime si facevano prepotentemente strada verso le tue labbra, tanto che ne inghiottisti alcune come se fossero l'unica medicina nella quale trovare conforto.
— Lo troverai, in qualche modo. — sentisti la sua presa farsi sempre più debole e non riuscisti a trattenere un urlo disperato. 
A fatica ti poggiò le dita macchiate di rosso in volto, poi disse: — Entrare in quest'arena, alla fine, si può considerare una delle esperienze più belle che mi siano capitate. Mi ha donato te, è questo l'importante*. Ti chiedo solo... Anche quando sarai una bella e ricca vincitrice non dimenticarmi, ti prego. —
— Non lo farò, è una promessa. — singhiozzasti.
Un sorriso illuminò per pochi attimi il suo volto, e per un istante ti sembrò di riavere dinanzi a te il vecchio Carlos, poi gli occhi gli si rovesciarono all'indietro e il suo braccio colpì il terreno così violentemente da farti sussultare.
Era morto.
Ti ci volle qualche secondo per realizzarlo. Guardasti il cielo terso che si stagliava sopra di voi e pensasti che era impossibile che la vita continuasse anche dopo quella dolorosa perdita. Iniziasti a singhiozzare sopra il suo petto squarciato, stringendo convulsamente la sua mano e supplicando Dio di restituirgli la vita. 
Non era giusto, era lui quello che si meritava la vittoria. Era lui quello buono tra voi, era lui quello con tutta la vita davanti.
Tu, la tua, l'avevi già vissuta, ma evidentemente non importava. 
— Ci rivedremo presto, anche questa è una promessa. — mormorasti sfinita, stropicciandoti gli occhi gonfi ed adagiandoti sopra il suo cuore immobile, un tempo snello, muscoloso e tuo. Solamente tuo.
Il cannone sparò un colpo.

 

 

 

 

 

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#Cash
Ok, questa cosa necessita di qualche spiegazione.
Innanzitutto, i due protagonisti partecipano all'interattiva di _Krzyz: A Story of Hope  
Maysilee è un mio personaggio, mentre Carlos appartiene a Lady Luna Rose. E questa è una What If che più What If non si può [cit.]
Come ho già detto in precedenza il banner è stato realizzato da pandamito.
Spero vi sia piaciuta, e che abbiate la pazienza e la bontà di lasciarmi un commentino :)

Cashmere e Dolly vi augurano un Buon Natale *fanno ciao ciao con la manina* ♥

   
 
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