Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Ziamsvoices    21/12/2013    2 recensioni
Due anni e quattro mesi da quando ci eravamo detti “Ti amo”.
Ed è vero, lo amavo, lo amo tutt’oggi, ma non poteva funzionare.
Perché? E’ sicuramente la domanda.
Perché quando ami una persona cerchi di salvarla.
Ma lui era diverso.
Liam non poteva essere salvato.
Liam non voleva essere salvato.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci avevo provato.
Ci avevamo provato entrambi.
Due anni e quattro mesi insieme.
Due anni e quattro mesi da quando ci eravamo detti “Ti amo”.
Ed è vero, lo amavo, lo amo tutt’oggi, ma non poteva funzionare.
Perché? E’ sicuramente la domanda.
Perché quando ami una persona cerchi di farla star bene.
Perché quando ami una persona cerchi di fargli provare sulla propria pelle la parola felicità.
Perché quando ami una persona cerchi di salvarla.
Ma lui era diverso.
Liam non poteva essere salvato.
Liam non voleva essere salvato.
Ogni volta che eravamo insieme e cercavo di distrarlo lui riusciva a non pensare ai mostri che lo tormentavano da anni, ma bastava un minuto solo di silenzio, un minuto solo di serietà e si perdeva nei meandri della sua mente.
Non sorrideva mai.
Il silenzio, anche quello che per me era carico d’amore, non poteva esserci; lui non ce l’avrebbe fatta, o non voleva farcela.
Musica e parole erano il pane quotidiano nella sua vita.
La chitarra la sua àncora, anche se gli prestavo ancora la mia, lui non usciva di casa.
Non esisteva la pace per lui, era in continuo movimento tra parole canticchiate e quelle urlate per superare i pensieri che aleggiavano nella sua mente.
Quando era sicuro che non potessi vederlo, metteva entrambi le mani nei capelli e li tirava fino a farsi male, piangeva, si disperava.
Una volta avevo trovato una sua pagina di diario,quello che scriveva ogni sera, strappata: Diceva che lo faceva quando io non c’ero perché non voleva farmi soffrire, non voleva che vedessi il suo lato peggiore quando i demoni del passato lo assalivano, non voleva che io sapessi che io sarei sempre venuto dopo il suo passato, la sua infanzia disastrata, la mamma alcolizzata, il papà menefreghista, lui che soffriva di bullismo a scuola, psicologico e fisico.
L’avevo letto, stropicciato e rimesso di nuovo li dov’era, deciso a curarlo ancora, a tenerlo stretto fra le mie braccia, cercando di tenerlo fermo quando la notte aveva gli incubi, ma non era servito a niente.
Ogni volta che lo abbracciavo lui sorrideva e si stringeva a me, facendomi capire quanto mi amasse, ma quando lo guardavo negli occhi era tutt’altra storia. Quegli occhi castani erano neri, profondi e senza fondo, potevi tuffatrici dentro e non uscirne più e questo significava quanto avesse bisogno di aiuto e certamente non poteva essere il mio.
Fu per questo che presi la decisione di lasciarlo.
Non potevo più sopportare quella situazione, stavo cadendo giù nel buio con lui e non provava a far niente per lasciarmi risalire, oltre che tirarmi ancora più giù.
Ma per quanto lo amassi non potevo permetterglielo.
Avevo la mia vita, i miei familiari, i miei amici.
Iniziavo a dimenticare di pranzare o cenare per stare con lui e guardare e commentare un film insieme. Non tornavo più a casa da un po’ per fargli compagnia di notte; avevo le occhiaie scavate sotto gli occhi ormai stanchi.
Non potevo fare questo a me stesso.
Era il momento di lasciarlo andare.
Ero sicuro che ci saremmo rincontrati un giorno.
Fu quel giorno che andai a casa della sorella di Liam e le raccontai di quanto fragile e malato fosse diventato suo fratello e di quanto aiuto avesse bisogno. Di come la mia vita stava peggiorando, di quanto mi costasse lasciarlo.
Ma lei mi diede ragione: “Liberati da lui, Zayn. Va’ avanti con la tua vita.”
“Ma io non posso..Io lo amo.”
“Lo so. Ma ha bisogno d’aiuto e tu non puoi aiutarlo. Ti prometto che già domani lo porterò dallo psicologo e vedremo il suo responso. Ti terrò aggiornato tutte le volte che vorrai, ma vai, riprendi in mano la tua vita. Sei stato troppo tempo vicino ad una persona che non vuole essere sorretta, hai peggiorato la tua. Fallo Zayn.”
Con le lacrime agli occhi l’avevo abbracciata ed ero andato via.
“Devo parlarti.” Avevo sussurrato a Liam una volta a casa sua.
Lasciai vagare lo sguardo sul pavimento pulitissimo e notai come le sue mani si attorcigliavano per il silenzio che si era creato.
“Certo Zay.” Parlò con calma ma sapevo che dentro aveva un uragano.
Gli presi le mani intrecciandole con le mie e lo guardai, sentendomi perso per l’ennesima volta nelle sue iridi scure.
“Liam, io..”
“Cosa c’è Zayn?” ringhiò, nervoso, cercando di riprendersi le mani.
Lo trattenni, poi decisi di dirglielo.
“Voglio lasciarti.”
Sgranò gli occhi e sembrai ripiombare in quella voragine.
“Cos..? Perché mi fai questo?”
Non una lacrima a rigargli il volto, né a pizzicargli gli occhi.
Sospirai, non sorprendendomi di quella quasi mancata reazione.
Aveva speso già troppe lacrime, adesso il dolore lo logorava all’interno.
Decisi comunque di essere sincero.
“Perché quando ti guardo negli occhi io cado nel vuoto.”
Rimase a guardarmi, impassibile, mentre il mio dolore si allargava e le lacrime scendevano a dismisura sul mio viso. Tuttavia non parlò.
“Hai bisogno di aiuto Liam, ed io non posso dartelo.”
Continuò nel suo ostinato silenzio ed io mi sentii sprofondare.
Le sue mani smisero di muoversi, le sue gambe di agitarsi, gli occhi fermi nei miei.
Per la prima volta mi fece paura.
“Arrivederci Liam. Guarirai, ed io sarò li ad aspettarti. Ti amo”.
E con quest’ultima parola gli lasciai le mani ed andai via, con quell’ultima consapevolezza: io l’avrei aspettato.
 
3 anni dopo
Camminavo attaccato al braccio di Louis e a destra quello di Harry, scrutando le vetrine dei negozi per gli ultimi regali di Natale.
La neve giaceva a terra, bianca, ricordandomi quel colore asettico che aveva imperlato la mia vita prima e durante gli ultimi tre anni.
Harry e Louis gracchiavano qualcosa e si sporgevano davanti al mio viso per scambiarsi un bacio tenero.
Io facevo semplicemente finta di non vederli.
Un gesto. Una parola. Un silenzio. Tutto mi feriva a morte.
I miei amici avevano provato ad aiutarmi a superare quel periodo più nero di quando stavo con Liam, ma non mi ero lasciato aiutare.
Ero sempre io, intrappolato dal ricordo di quel ragazzo tanto bello quanto tormentato e malato.
“Hey Zaynie, guarda la! Quella chitarra è bellissima, Niall impazzirebbe se gliela regalassimo!” mi risvegliò Louis.
Annuii e tutti e tre ci avviammo alla vetrina del negozio di musica.
Eravamo impegnati a decidere quale fosse la chitarra migliore per il nostro amico quando qualcuno dietro di noi scivolò rovinosamente cadendo col sedere a terra.
Ci girammo tutti all’unisono guardando il ragazzo che un po’ più avanti a noi, dandoci le spalle, imprecava,
“Cazzo, ghiaccio di merda!”
Quella figura mi era tremendamente familiare, ma non ne ero sicuro.
La curiosità s’impossessò di me e corsi subito in suo aiuto parandomici davanti.
“Serve aiuto?” ridacchiai porgendogli la mano.
Il ragazzo alzò lo sguardo e fu li che credetti di morire.
Il respiro mi si bloccò, il cuore smise per un secondo di pompare sangue, le gambe e le braccia mi divennero molli.
Non mi sembrava vero che fosse lui: spalle ampie, muscolose, jeans a vita bassa, giubbotto beige di pelle, scarponi ai piedi.
“Liam” sussurrai.
Lui m guardò ma non fu più l’effetto di una volta ad aspettarmi: le sue iridi continuavano ad essere castane, non più nere, erano belli i suoi occhi ora.
Si aprì in un sorriso, in uno di quelli che avevo visto si e no due volte.
“Zayn”
Prese la mia mano e la sua stretta non fu debole, timorosa, ma forte, sicura.
Approdò a due centimetri dalla mia bocca e sorrise di nuovo, allora fu li che capii.
Fu li che capii perché negli ultimi tempi la sorella non mi aveva più fatto sapere niente.
“Perché tua sorella non me l’ha detto?” sussurrai.
“Era una sorpresa.” Sorrise.
“Tu, tu sei guarito. Dio, ho aspettato non sai quanto questo momento!”
“E tu?” fu la sua domanda.
“Io cosa?”
“Hai aspettato solo questo momento o hai aspettato anche me?”
Il respiro si regolarizzò, il cuore riprese il suo battito come un forsennato: lui mi amava ancora, forse più di prima ed io lo amavo ancora, molto più di prima.
“Ho aspettato soprattutto te”
“Allora cosa stai aspettando?”
Gli sorrisi, uno dei sorrisi veri che dopo quei tre anni avevo sfoggiato pochi minuti prima li con lui e per la prima volta fui sorpreso: fu lui a venirmi incontro.
Fu lui a stampare la sua bocca sulla mia, a stringermi come per paura che mi perdesse di nuovo ed io  aggrappavo a lui, come se fosse la mia ancora di salvezza.
“Dio quanto mi sei mancato” sussurrò e in quel momento pensai a quanto i ruoli fossero cambiati.
Ora era lui a rassicurare me, era lui a proteggere me, era lui a salvarmi ed io volevo essere salvato.
“Grazie Zayn.”
“Grazie di cosa? Io ti ho lasciato so-“
“Tu non mi hai lasciato solo.” M’interruppe. “Tu mi hai salvato. Se non mi avresti lasciato ora sarei ancora nella stessa identica situazione.”
Una lacrima scese incontrollata sulla mia guancia e lui l’asciugò, a sua volta con le lacrime agli occhi, per la prima volta.
“Ti amo.” Disse.
Lo guardai stupito ancora una volta.
“Ricominciamo?” chiesi.
“Si, da capo però, non da dove abbiamo interrotto.”
“Sarà per sempre ora.”
“Non lo mettere mai in dubbio.”
E ci baciammo, ancora una volta.
Liam era guarito ed era stato lui in cinque minuti a salvare me.
Chi l’avrebbe mai detto?
Ma si sa: due persone rotte, se messe insieme, si completano.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ziamsvoices