Papavero

Rumore di passi nel buio rimbombi
E senza remore sul sonno piombi,
funesta ti segue una flebile voce
che con “t’amo” gli scinde il cuore atroce.

Quale un bimbo che tra mani tremanti
Stringe i papaveri come diamanti,
uno ne sceglie, lo guarda curioso,
ne spacca la pelle, zittendo pensoso
l’urlo, e la linfa ancor calda stilla,
chiede di che luce il suo futuro brilla:
se vi sarà amor, nozze o passione
e del suo dolore non fa eccezione;
gli macchia le dita ‘sì tracotanti
ma di sfamar le sue brame incalzanti
non manca, ed appar tutto increspato
il fiore di tal violenza ancor bagnato,
trema trepido all’aria gelida,
ma fa ‘sì che la man lo culli tiepida.

Simile al bimbo, Sirius gli apre il cuore,
brama saper d’esso qual è il colore
e dall’evidenza rimane ben scosso,
travolto dal rosa svanente in rosso.

Per smile_vale: il problema è che sono partita pensando "cosa sarà mai scrivere una cosa in versi?" (e sottolineo cosa eheh), quindi ero molto rilassata, poi, però, mi sono ritrovata a cercare rime e a dividere, con risultati del tutto soggettivi, i versi in sillabe, sommersa da mille fogli, perciò non so se verrò di nuovo presa da spirito masochistico eheh

Per Lally_the best: grazie per aver lasciato un commento!! baci