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Autore: AngelOfSnow    21/12/2013    0 recensioni
Dopo la morte di Devil Satoshi, Sakura e Cristian mettono su famiglia.
Cristian continua la propria vita da Hunter, mentre Sakura - privata dei poteri dopo lo scontro con Devil - alleva e accudisce i propri tre bambini: Daichi, Sora e Haku.
Sono passati più di venticinque anni, da quella notte eppure...
Eppure una figura trama contro i nostri eroi, seguendo le orme di Devil.
Un capitolo conclusivo alla Saga di Sakura.
Dal capitolo:
La donna sorrise compiaciuta: Sakura aveva compiuto un ottimo lavoro con quei due.
Gli sarebbero stati davvero utili, quei bambini.
In fondo, lei non era invecchiata di una virgola dopo quella notte di pura paura.
La donna sorrise, scompigliandosi la corta chioma corvina, precedentemente bionda.
Il riflesso di uno specchio, dove le figure di Haku e Sora camminavano in modo spedito verso casa con le mani intrecciate, fece sorridere la donna sinistramente.

[...]
-"Ho mandato Daichi giù in campo, visto che era nei paraggi di due Level End."-
Cristian annuì e sorrise a Zero.
-"Sono i primi dopo quasi cinque mesi di inattività?"-
Chiese.
-"Già..."- rispose amareggiato l’albino. [...]
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kaien Cross, Kaname Kuran, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Sakura's Saga. '
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Capitolo 10:

Il peccato dei Vivi.
 
 
Il fiato di Sora divenne sempre più irregolare, mentre volgeva gli occhi alla madre e aveva piantato nel petto il pugnale che Devil teneva strettamente saldo.
I rumori della battaglia a coprire i suoi ansiti sommessi e la risata cattiva di Devil.
Sakura era pietrificata sul posto, vittima di un dolore senza precedenti che le squarciò il petto.
Gli unici a muoversi furono Kain e Yagari, che fecero allontanare Devil e lasciare la presa sul pugnale, dopo averlo estratto con un movimento rabbioso dal corpo di Sora.
Il suo urlo questa volta non passò inosservato nemmeno da chi stava lottando, così come gli occhi divenuti via via più vaghi.
Solo in quel momento Sakura si riebbe e si mosse per andare dal suo bambino.
<< Amore della mamma... >> sussurrò e cercò di non guardare la ferita profonda e il sangue che stava inzuppandole i vestiti e, oramai, zuppato quelli di Sora.
<< Ma...mma... >> rantolò il ragazzo e Sakura gli intimò il silenzio.
<< Non parlare... adesso la mamma  ti cura, mh? Ok? >>
Sora annuì e Sakura cercò di fare quanto le sue forze le permettessero ma... nulla. Era impotente. Non poteva curare il suo bambino e salvarlo come aveva fatto con Cristian.
Pianse interiormente e sorrise agli occhi del suo bambino.
<< Non va già meglio? >> gli premette la mano sulla ferita e le dita le divennero presto rosse del sangue del suo bambino.
<< Mamma... io... >> Sora era consapevole che stesse per morire e Sakura lo vide nei suoi occhi.
<< No... >> sussurrò più a se stessa che ad altri. << la mamma non ti lascia andare. >>
Prese a carezzare i capelli del figlio, che una volta erano stati lisci come seta e profumati come un giglio, ma che adesso, adesso erano ispidi, rappresi di sangue e maleodoranti dello stesso e gli baciò la fronte.
<< Ti... vogl... >> furono le ultime parole del ragazzo, prima di spirare fra le braccia della madre.

 
*****
 
Haku urlò.
Urlò straziata dal dolore e Cristian le fu subito accanto, nell’esatto momento in cui cadde a terra, tenendosi saldamente il petto.
<< Sora! >> urlò. << NO! >> e prese a piangere.
Cristian a quel punto capì e, avuto il tempo per una sola lacrima, uccise altri due vampiri che gli si frapponevano contro.
Divenne il fuoco in persona e prese sua figlia in braccio, senza farle male con l’elemento suo opposto.
<< Dove? >> si limitò a chiedere con un groppo in gola e Haku indicò il tetto dello scantinato che avevano distrutto – nuovo laboratorio di Arimy e Devil, in cui venivano creati quei vampiri gelatinosi di catrame fondendo ossa e corpi per dargli una vita nuova – e sfondò tutto, ritrovandosi nel mezzo della battaglia fra vampiri nobili, vampiri level end e Hunter.
<< Cristian! >> urlò Rika ma le sue urla sembrarono non raggiungerlo, poiché si guardò intorno e sfondò un’altra volta il tetto sparendo attraverso la nuova apertura.
Si trovò Sakura al suolo, con il corpo privo di vita del figlio fra le braccia, che cullava teneramente e baciava. Haku urlò ancora e il padre la lasciò andare, arrancante e poco stabile. Cadde al suolo non appena toccò il pavimento, gattonando verso la madre.
<< Non ho potuto fare nulla... >> singhiozzarono le due donne e Cristian si voltò, lanciato uno sguardo sofferente al proprio bambino.
Puntò dove nuovi fragori di spari e colori rossi di fiamma nacquero.
 
*****
 
Non usava la Black Rose al massimo delle sue potenzialità da mesi.
Daichi si rimise in piedi a fatica, ansimante, e il primo pensiero che gli invase la mente, fu quello di coprire il corpo di quella creatura che non aveva più un ruolo in quella lurida e squallida battaglia, e curarla.
Haruhy ai suoi occhi era come una bambina, longeva da quasi duemila anni, ma pur sempre una bambina.
E ne era innamorato! Lui, che non aveva mai concesso una parola sincera d’amore puro ad una donna, si trovava a pensarle per una donna che in quell’epoca non sarebbe mai dovuta esistere.
Appena vide tutte le ferite dell’amata guarire, divenne vento e avvolse anche la corvina, che reagì al potere di Daichi come un diapason in vibrazione, facendola divenire vento come se nulla fosse.
<< Ho bisogno di portarti lontano da qui. >>
Si fermò senza fiato quando la mente di Haku esplose in mille frammenti di pensiero indistinto.
Pianse trasportando la propria donna e si promise di tornare sul luogo di battaglia.
 
Zero alzò gli occhi verso la folata di vento che era appena passata sulle loro teste e si asciugò la goccia che gli aveva improvvisamente bagnato la guancia.
Scosse la testa quando capì e gli occhi gli diventarono lucidi improvvisamente, mentre le risate dei due bambini che aveva considerato come dei nipoti, nei suoi ricordi, gli trafiggevano il petto.

 
*****
 
Cristian afferrò saldamente Devil Satoshi dal bavero della tunica logora del sangue di Sora, e con tutto il potere che aveva a disposizione, prese a togliergli i poteri appena sottratti al figlio.
<< Pensi davvero di sconfiggermi in questo modo? >>
Pronunciò Devil e Cristian sentì le ossa del collo di Devil cominciare a scricchiolare sinistramente, sotto la sua presa.
Il volto del corvino, tuttavia, restava imperturbabile, facendogli aumentare la rabbia in corpo.
<< Tu meriti la morte. >> ringhiò a denti stretti, continuando a stringere la presa. << Una morte lenta e dolorosa, che ti faccia così male da lasciarti il segno anche dall’altra parte. Così dolorosa che solo al pensiero di reincarnarti in un corpo ospite, tu debba piangere e tremare per la paura. >> sputò le parole con astio, sentendo un osso rompersi. << Eppure anche adesso, che ti sto rompendo le ossa del collo, sei tranquillo e sicuro di te. Come ci riesci? Mh? Uccidere solo per il gusto di arricchire il tuo potere e tornare quello che ha sterminato la mia famiglia, quella di mia moglie, e che ha strappato dalla vita il mio bambino. A quale scopo, Devil? Oramai non esistono più casate così radicate e numerose. Esistono solo scheletri che si divertono a uscire dall’armadio ogni tanto. Perché non puoi scomparire e lasciarmi in pace, una volta per tutte?! >> urlò in fine e, con uno strattone più forte, schiacciò definitivamente le vertebre della cervicale e del collo.
Devil rise.
Cristian rabbrividì di disgusto.
<< Che ne pensi Cristian..? L’immortalità mi dona, vero? >>
La lapidarietà delle parole appena pronunciate, non promisero nulla di buono.
Toga e Kain si rialzarono dallo stato di incoscienza nel quale erano caduti durante lo scontro.
 
*****
 
Sora si guardò bene intono.
Non era mai stato in un luogo tanto etereo e onirico della realtà.
Si convinse mentalmente di essere morto e sospirò pesantemente, rimpiangendo di non essere stato in grado di dare una mano.
Una mano senza diventare la principessina da salvare.
No. Ci era dovuto cascare in pieno!
Gli dispiaceva.
Avrebbe voluto dire alla madre che la stimava profondamente, perchè aveva scoperto la sua storia, quella tenuta nascosta, le avrebbe voluto dire che era un genio degli elementi e che le voleva un bene dell’anima.
<< Oh, ma tu puoi dirle tutto questo. >>
Si irrigidì di colpo nell’udire la voce di uno sconosciuto.
<< No, in fondo tu mi conosci. Hai letto tanto su di me nei rapporti stilati da mio zio Devil, che potresti mettermi a nudo in pochissimo tempo. >>
<< Yue Satoshi..? Sei proprio tu..? >>
Non appena le labbra rosee del ragazzo pronunciarono il nome del figlio della luna, esso apparve in tutta la sua immortale fissità.
<< Si. >> si limitò a rispondere e gli appoggiò una mano sulla spalla.
<< Quindi sono morto. >> costatò il ragazzo e Yue non smentì e non confermò, semplicemente, si fermò a contemplare qualcosa di indefinito davanti a sé, che Sora non vedeva.
<< Tu come ti senti? >>
<< Ardente di rabbia. >> fu la risposta repentina del ragazzo e Yue sorrise bonariamente, carezzandogli la testa.
<< Hai dei rimpianti? >> chiese e automaticamente annuì.
<< Si, per esempio non essere diventato un grande Hunter come papà e Daichi... non sapere quanto ho preso in quel maledettissimo compito di matematica e tanto altro. Ho fatto la figura dello scemo, Yue-san. Non mi sono mai sentito tanto stupido in vita mia. Avrei dovuto immaginare che il mio continuo stare male dipendeva dal potere di quella Arimy e invece... >>
Sora batté  una mano sulla propria fronte e negò in segno di resa.
Yue sorrise impercettibilmente e prese un respiro profondo, pur aspirando il nulla.
<< Ragazzo, non preoccuparti, non lascerò che uno di voi attraversi questa dimensione. Stai tranquillo, che al momento giusto tornerai in vita. >>
A Sora scappò un sorriso amaro. << La morte è irreversibile. >>
Yue ridacchiò impercettibilmente.  << Ne sei ancora sicuro? >>
E poggiò la mano destra sulla spalla sinistra di Sora, facendolo comparire sul campo di battaglia.

 
*****
 
Haku si sentiva un fascio di nervi.
Si sentiva tale mentre abbandonava il corpo inerme del gemello al suolo, con le curi amorevoli della madre, e si avviava a passo pesante fuori, per affiancare il padre in una di quelle lotte che sarebbero rimaste negli annali di storia.
Impugnò una delle armi che trovò al suolo e aumentò la propria massa muscolare.
La ragazza sentì la conversazione sull’immortalità di Devil e lo spezzarsi di ossa.
Non si scompose più di tanto e con la lama del machete raccolto gli recise con un fendente un braccio, facendo spostare il padre di lato.
<< Brutto bastardo, adesso come la mettiamo?>>
Il chete che Haku alzò nuovamente in aria sibilò sinistramente, ma, nell’esatto momento in cui lo calò nuovamente su Devil, la lama andò in frantumi, vittima dei nuovi poteri dell’immortale.
<< Adesso mi avete stufato. >> ringhiò sbalzandoli indietro, come se fossero fuscelli.
Haku andò a finire su di Kain, il quale si era appena ripreso.
Sfortunatamente non ebbero il tempo nemmeno di rendersi conto della cosa, che Devil fu addosso ad Haku, intraprendendo uno scontro corpo a corpo.
Haku parò, balzò, schivò, contrattaccò, ma qualsiasi cosa cercasse di fare, nonostante il potenziamento muscolare, sembrava nullo.
E poi esplose, bollendo di rabbia.
Cristian si rimise in piedi e curò le ferite di Toga Yagari, il quale si reggeva un braccio e guardava con astio il nemico.
Rimesso apposto Yagari Cristian s’avventò contro Devil proteggendo la figlia da un colpo ben assestato.
<< Vuoi giocare sporco, Cristian? La tua dolce figliola non possiede tutti gli elementi, potremmo danneggiarla. >>
La provocazione non venne colta e, anzi, Cristian divenne acqua, così come la figlia divenne un manto di luce cristallizzato, che illuminò tutto nell’arco di un chilometro.
La lotta continuò.

 
 
*****
 
Daichi si fermò di colpo, tornando in carne ed ossa, tenendo saldamente al petto Haruhy, mentre veniva investito da una luce calda e familiare.
Doveva trovare un luogo sicuro dove portare la corvina, prima che non avrebbe più avuto un ruolo in quella guerra.
<< Fallo qui... >> sussurrò Haruhy, aprendo gli occhi lentamente e carezzando la guancia del biondo, il quale mosse automaticamente il viso verso quelle mani gelide.
<< Cosa dovrei..? >>
<< Lo sai benissimo.  >> gli occhi di Haruhy erano oasi fresche nella quale gettarsi, tanto erano limpidi e liquidi.
Quelli di Daichi divennero lucidi e pieni di lacrime.
<< Non puoi chiedermi di farlo... >>
<< Posso farlo solo con te. >> abbozzò mezzo sorriso e le lacrime di Daichi scesero, lente, andando a bagnare le guance della corvina, in un percorso scelto dal destino.
<< Uccidimi. >> mormorò Haruhy e Daichi negò con il capo.
<< Sei una donna, non una vampira, non posso farlo. >>
<< Tu puoi. Lo lascerò fare solo a te. Perché... >>
<< Perché mi ami? >> finì la frase il biondo e Haruhy annuì, certa che avrebbe capito, nonostante la voragine che aveva in petto. 
<< Perché è così che dev’essere... >>
Daichi poggiò Haruhy con i piedi per terra e la guardò negli occhi. << Ma io ti amo! Non conta nulla? >> la donna si morse le labbra e guardò gli occhi verdi e lucidi di Daichi.
<< Conta, ma non può influenzare il corso delle cose... >> Daichi interruppe le sue parole con un lungo e straziante bacio.
Bacio che divenne sempre più intenso. << Non... puoi... - mormorò Daichi nel bacio – chiedermi... di ... ucciderti. >> completò e, finita la frase, con un gesto secco della mano ordinò alle piante circostanti di formare un giaciglio di foglie pulite, dove adagiò l’amata.
<< Io ti amo, Haruhy Satoshi. >>
<< Io... >> Haruhy sapeva di stare sbagliando nell’amare quel ragazzo e nel farsi amare, ma le forti braccia che la stringevano, attirandola sempre più a sé, mentre condividevano il loro desiderio, le diedero la sensazione che non fosse mai accaduto nulla.
Che il dare e ricevere le fosse concesso. Che... << E’ sbagliato! >> quasi urlò, mentre Daichi rimase impietrito, chino a baciarle il collo, teso, sudato, eccitato, spaventato. Spaventato di averle fatto male, di aver corso troppo.
<< E’ sbagliato... Daichi... i tuoi genitori, i tuoi amici, i tuoi fratelli sono là. Stanno combattendo una guerra che va avanti da quasi duemila anni e che ventisei anni fa sembrava essere stata messa a tacere con la mia morte e quella di Devil.  Tu sei un ragazzo che merita di vivere. Trova una ragazza umana, una ragazza che possa darti una vita serena, senza complicazioni, che possa darti una casa e dei figli. Io sono solo un esperimento. La mia anima è stata chiamata due volte su questa terra e va contro qualsiasi legge naturale. Non merito di vivere, ho imparato dai miei errori e il mio tempo era già stato segnato.  Adesso basta. >>
Daichi rimase fermo, in ginocchio, con lo sguardo basso e le lacrime a colargli giù dalle guance.
Si sentiva svuotato al pensiero di dover fare un gesto meschino come quello ad una creatura nuovamente purificata.  Gli sembrava un atto immondo. << Non lo è. >> continuò Haruhy, rivoltandogli la mente come un calzino. << Non lo sarà. >>
Haruhy abbracciò Daichi e lo baciò, ringraziandolo dell’amore che stava cercando di donarle.
Si guardarono negli occhi e Haruhy aiutò Daichi a vestirsi.
Sempre la corvina prese la Black Rose e la mise in mano al suo possessore. << Sei umana, non farà effetto. >> disse Daichi, gli occhi rossi e gonfi di pianto.
<< Lo farà, il contenitore è morto, non era come tua madre, e le armi anti vampiro sradicano l’essere vampiro. Morirò, sicuramente. >>
<< Sai qual è la cosa buffa? >> uetaQsorrise tristemente Daichi e la corvina si allontanò un poco, mettendosi in posizione tale da poter essere colpita facilmente, scuotendo la testa.
<< No, qual è? >>
Daichi puntò l’arma, caricò il grilletto e parlò, piangendo.
<< Che ti ho amata dalla prima volta che mi sono potuto immergere nel mondo di sofferenza che ti porti dietro lo specchio dei tuoi occhi.  >> singhiozzò un attimo e non appena alzò gli occhi vide Haruhy piangere, sorridendo come si fa durante gli addii.
<< Anch’io t’ho amato da quell’istante, Daichi Tsucase... sai qual è il “peccato dei vivi”? >>
Daichi fece una leggera pressione sul grilletto, facendo muovere di qualche millimetro il tamburo dell’arma.
<< Essere vivi? >> fu la domanda di Daichi e, quando Haruhy annuì, sparò.
Un semplice sparo che echeggiò nelle orecchie di Daichi per troppo tempo.
Nonostante tutto fu pronto a sorreggere il corpo di Haruhy.
<< S-sai ... perc-ché? >> Daichi negò con il capo e la bacio teneramente, lasciando cadere le sue lacrime come se potessero cancellare dalla sua vista quell’orrenda scena.
<< P-per... ché ric... orderan... no fino... al loro ... ultimo res... spiro qual....qualcosa o qual...cuno... che ha-hanno am-am... amato. >>
Daichi la lasciò finire e annuì.
Non appena Haruhy spirò, Daichi pianse fino all’essere stremato e, seppellito il corpo, divenne vento, tornando alla battaglia.
Il cuore a pezzi, l’anima dilaniata, l’odio come unico ospite nelle sue percezioni. 
   
 
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