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Autore: andreeastefania    22/12/2013    6 recensioni
Lord Voldemort è morto ed inseme a lui tantissime altre anime. Harry Potter si prende la colpa di queste perdite e smette di vivere.
One Shot || Drarry || 19 ANNI DOPO.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ad Alessia che è ancora qua con me,
A Veronica che legge tutte ste scemenze,
Atutti voi che recensite e che mi rendete la giornata migliore
E a tutti voi altri che leggete ma non vi esprimete.
Buona lettura.

 






19 ANNI DOPO

One Shot, **** parole ed i Drarry.
(I personaggi non mi appartengono.)





 
Harry si siede alla grande scrivania che tanto tempo fa era appartenuta a Severus e si prende la testa fra le mani. A trentasei anni dovresti avere già una casa piena di marmocchi Harry. La voce di Ron gli graffia i timpani. Vorrebbe tanto dirgli che non può, non può farlo. Ma la vigliaccheria non gli’è lo permette. Lasciare Ginny dopo cinque anni di fidanzamento era già stato un grande passo. Lui la rendeva cupa, infelice e lei non si meritava questo. È una brava donna ed era sprecata con lui. Vedeva spesso gli ex compagni di scuola ed erano felici. Ogni volta si chiedeva come potevano essersi lasciati alle spalle tutto quell’inferno, tutti quei morti. Li vedeva felici e poi guardandosi allo specchio vedeva solo un uomo che stava decisamente invecchiando ma non vivendo davvero. Stava vivendo una vita che non voleva, non dopo aver scatenato la morte di tutte quelle persone.


Alza la testa dalla scrivania e si alza in piedi. Si guarda in giro per poi buttarsi a peso morto sul divano che ormai da anni gli fa da letto. Chiude gli occhi e ascolta i battiti del suo cuore. Come vorrebbe che si fermasse, come vorrebbe che il suo cuore smettesse di batte per poi dare vita a tutte le persone morte per colpa sua.
“Potter, hai dei compiti da correggere!” apre lentamente un occhio e poi l’altro, sorride e poi si alza in piedi. “Sai Severus? Mi sto pentendo di aver chiesto di metterti qua.” Fa un giro su se stesso e indica la grande stanza. Piton ammutolisce per poi andarsene e lasciare la cornice vuota. Harry ridacchia e con un colpo di bacchetta le pergamene dei suoi allievi sono sulla scrivania. Si siede ed inizia a sfogliarle. Mette due “E” per poi arrivare al compito di un Grifondoro non molto pratico con le pozioni e cerca la penna. Alza le pergamene ma non c’è, cerca nel primo cassetto ma niente. Apre l’ultimo e ne prende una nuova. Quando la prende, con il dorso della mano sfiora qualcosa di ruvido. Prende la pergamena fra le mani e la guarda a lungo. Non la toccava da molto, era troppo doloroso ricordare i gemelli Weasley. “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” La pergamena comincia a prendere vita e la apre dolcemente. Sorride al ricordo della prima volta che l’ha usata. La guarda con un velo di lacrime negli’occhi. Vede alcuni movimenti e si gira di scatto, chiude gli occhi per non vederci più appannato e segue le impronte sulla mappa del malandrino. Legge ad alta voce il nome che compare e guarda una seconda e una terza colta per essere sicuro di ciò che vede. Chiude la mappa e le da un colpo di bacchetta. “Fatto il misfatto.”
Esce dalla stanza e cammina lentamente verso la torre di Astronomia. Cosa ci faceva a Hogwarts? Cosa ci faceva a Hogwarts a mezzanotte meno un quarto? Salì le scale velocemente per poi arrivare a destinazione senza fiato. Si rende conto che smettere di correre la mattina è stato un grosso errore. Respira profondamente e poi si avvicina all’altro con passi lenti e indecisi. “Che ci fai qui?” L’altro sussulta e si gira di scatto. “Potter, per poco non mi buttano giù!” Harry sgrana gli occhi spaventato. “Scusami.” L’altro si porta la mano al cuore che Harry immagina stia battendo fortissimo. “Allora?” insiste. Il biondo ghigna. “Stavo aspettando le sei del mattino, per venirti a svegliare.” Questa volta è Harry a sussultare. “Perché?” Draco scoppia a ridere. “Perché, Potter, i tuoi amici ti trovano leggermente instabile e mi hanno chiesto di farti da psicologo.” Harry sgrana gli occhi. Non ci crederebbe nemmeno sotto l’influenza di droga. “Mi stai dicendo che Ron Weasley è venuto a pregarti di farmi da strizza cervelli?”
Il ghigno insopportabile non scompare nemmeno per un secondo dal viso del biondo. “Qualcosa del genere.” Il moro sbuffa ironicamente. “E quando?” Draco abbassa la testa per poi rialzarla e piazzare gli occhi grigi in quelli verdi di Harry. “Due anni fa.” Il moro spalanca la bocca. Che cosa? Si ordina di riprendersi dalla faccia da pesce lesso. Alza gli occhi e Draco sente addosso tutta la rabbia e la disperazione uscire da quelle due irridi chiare. “Perché adesso?” Draco alza le spalle. “Perché non adesso?” Harry si trattiene da saltargli addosso e spaccargli la faccia. “Non ti è importato due anni fa, perché te ne dovrebbe importare qualcosa adesso?” il biondo abbassa di nuovo lo sguardo e Harry, con tutta la rabbia che sta provando, si rende conto che non è normale che Malfoy abbassi così tante volte gli occhi. “La Granger ha detto di venire quando mi sarei sentito pronto.” Harry si appoggia al muro e scoppia a ridere, una risata triste. Si ferma solo quando Draco ricomincia a parlare. “Vengo qua tutte le sere da due anni.” Harry lo guarda sorpreso. I loro occhi si scontrano e Harry giura di aver provato ... piacere. “Vengo qua da due anni, tutte le dannate sere e, per Salazar (!), non ho mai trovato il coraggio di bussare alla porta del tuo ufficio.” Harry alza la testa e guarda le stelle, gli occhi si riempiono di lacrime. Sapeva della carriera di Draco. L’ha scoperto poco dopo aver accettato la cattedra per insegnare Pozioni a Hogwarts. Draco Malfoy faceva lo psicologo. Lo psicologo ai babbani. Rideva sempre dell’impossibilità della cosa, eppure, eccolo qua davanti a lui. Decide che non vuole più vedere le persone che lo circondano in pensiero per lui e sforzandosi di non piangere e di tenere un tono piatto incontra gli occhi di Draco. “Ho bisogno del tuoi aiuto.” Il biondo sorride e gli si avvicina, forse troppo, ma non gli importa. “Potter è la vigilia di Natale e tu lavori?” gli si allontana un attimo per osservare meglio le grandissime occhiaie che circondavano gli occhi di Harry. “Devo dire che la McGranitt non ci va leggera!” il moro sorride. “Non volevo rattristare la vigilia dei miei amici, così lo passo a scuola.” La voce triste e rocca colpisce Draco in pieno e gli ci vogliono alcuni secondi per riprendersi. “Niente da fare. Passerai la vigilia di Natale a casa Malfoy.” Gli prende la mano e inizia a correre giù per le scale. Dopo qualche lamentela, Harry decide di chiudere la bocca e lasciarsi guidare da Draco. Appena usciti da Hogwarts Harry non ha il tempo di ribattere perché in pochi secondi è già davanti ad un enorme villa piena di colori. Draco lo tira e quando si avvicinano, Harry non crede di avere davanti agli occhi Malfoy Manor pieno zeppo di luci natalizie. La grande fontana al centro dell’enorme giardino è circondata da renne vere e altre lucine rosse e gialle. “Cavolo.”
Quando Draco gli lascia la mano è solo per suonare al campanello. “Mia madre sta sicuramente preparando tutti gli addobbi per l’albero.” Quando finisce la frase la porta viene spalancata da una Narcissa Malfoy con al collo tre colori diversi di fili perlati. “Oh, ciao Harry!” il moro nota che Narcissa è molta raggiante, meno pallida dall’ultima volta che l’ha vista. Quando ha detto che lei e il figlio non centravano niente con Lord Voldemort, nel tribunale.


“È un albero enorme Draco!” Harry alza e abbassa la testa per la quarta volta mentre guarda l’albero che arriva a toccare il soffitto dell’enorme salone della villa. “Smettila di lamentarti e dammi le palline.” Gli lancia le ultime palline che gli ha dato Narcissa prima di essere chiamata da un elfo domestico per della posta urgente. “Come mi hai chiamato?” Draco lo guarda sorridente. Come l’ha chiamato?  “Draco?” il biondo allarga ancora di più il sorriso e Harry non crede di aver mai visto niente del genere. Draco Malfoy con addosso una maglietta bianca e un paio di jeans, seduto su una scala sospesa in aria dalla magia che gli sorride è decisamente il regalo più bello che Babbo Natale gli potesse mai fare.
“Bè, Harry.” scende dalla scala e gli si avvicina pericolosamente. “Sei decisamente” gli attacca rapidamente qualcosa in testa. “Il regalo perfetto.” E gli sfiora le labbra dolcemente. Harry sente le morbide labbra di Draco chiedere di più e lui gli concede tutto se stesso. Quando si staccano per respirare Harry gira la testa e si scontra con il suo riflesso. Ride dell’enorme fiocco rosso che Draco gli ha attaccato in testa.
Si sente dannatamente felice, come non lo era da molto, troppo, tempo.
Abbraccia Draco e quest’ultimo gli chiede di restare. Il moro si stacca dolcemente dall’abbraccio e lo guarda negli’occhi. “Sempre.” 











Fine.











Okay, il "Sempre." di Snape non si doveva usare, ma non ho resistitio. 
Insomma, Harry che lo dice a Draco dopo tutta la storia d'amore di SeverusxLily? çç
Spero vi piaccia e vi auguro un Buon Natale se non dovessi più postare.






Grazie per aver letto,
22.12.2013




Andreea

 




 
   
 
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