Questa fanfiction
partecipa alla Iniziativa Natalizia [contest + lotteria] de Il
Forno ⌠Hunger Games
EFPfanfic⌡
La storia si ispira alla quarta
prova della challenge [Pentaistoriomachia] con la traccia 2: nostalgia.
Raccontami il verde
«E il vecchio diceva, guardando lontano:
immagina questo, coperto di grano,
immagina i frutti, immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori. »
Dru
si cinse i piedi con le mani e agitò le ginocchia, mentre suo nonno Jonathan prendeva
posto sulla vecchia sedia a dondolo dietro di lui: il tatuaggio sugli
avambracci di entrambi portava la dicitura Tour
della Vittoria. Incorniciati dai bordini neri dello schermo un ragazzo e
una ragazza sorridevano al capannello di persone che li fissavano silenziosi da
sotto il palco.
Jonathan analizzò afflitto i volti
magri e gli occhi gonfi di lacrime di un gruppetto di ragazzini stretti attorno
alla madre, di fronte all’ologramma di un’altra bambina. La piccola Rue aveva
grandi occhi scuri e un sorriso vispo, proprio come Dru.
Jonathan spostò la sua attenzione verso il nipote e per un attimo provò
riconoscenza: né lui, né la sua famiglia avevano mai dovuto sopportare il
terrore dei giorni della mietitura, l’orrore di dover riconoscere attraverso il
televisore i volti della propria gente. La paura di perdere tutto – i propri
figli, la propria dignità. Se stessi.
Seduto a gambe incrociate sul
pavimento, Dru non guardava le persone. Il suo sguardo
frugava con avidità le chiome degli alberi che si potevano scorgere in
lontananza.
“Hai visto, nonno?” esclamò
indicando lo schermo, quando un’inquadratura dall’alto mise in evidenza il
paesaggio del Distretto 11. “Ci sono gli alberi, i campi coltivati e i
frutteti: come nelle storie che mi racconti sempre tu” aggiunse, appoggiandosi
con la schiena alle sue ginocchia. “C’è un sacco di verde in quel posto, vero?”
Jonathan inspirò con forza,
perdendosi con lo sguardo nelle immagini trasmesse dal televisore. I suoi occhi
chiari erano velati da un sottile strato di malinconia.
“Una volta anche il nostro
distretto era verde” rivelò, accarezzandogli il capo. “C’era anche il grigio
delle fabbriche, ma qua e là avevamo dei prati e i più piccoli andavano sempre
a raccogliere i fiori, mentre aspettavano che i genitori tornassero dal lavoro.
Ogni tanto si andava nei boschi a raccogliere le bacche” aggiunse, catturando
l’attenzione di Dru. “Ne mangiavamo fino a farci
venire il mal di pancia. Erano rosse e succose, talmente belle che quasi ci
dispiaceva metterle in bocca.”
Dru
sorrise, completamente assorbito dalle sue parole, mentre lo schermo tornava a mostrare
l’espressione tesa della ragazza in fiamme. Jonathan la ascoltò parlare della
piccola Rue, incontrando nei suoi occhi lo stesso dolore misto a nostalgia che individuava
spesso nel proprio sguardo, guardandosi allo specchio. Gli occhi di Katniss Everdeen piangevano la morte di una bambina, la perdita di
un’amica. Lui piangeva perché aveva nostalgia della sua terra, dei boschi,
della luce del sole.
In quel momento un vecchio fra la
folla fischiò e il collegamento con il Distretto 11 si interruppe. Lo schermo
rimase nero per qualche istante, prima di mostrare una cornice di scogliere
bianche, accarezzate dal rincorrersi delle onde.
“Nonno” mormorò Dru,
giocherellando con le mani di Jonathan. “Mi racconti del mare?”
Jonathan sospirò: lui il mare non l’aveva mai visto, però era bravo a
raccontare storie. In quale altro modo, se non con una favola, avrebbe potuto
riempire il vuoto degli occhi di Dru, che non conosceva
la neve o il vento, né il profumo dei boschi?
Così incominciò a raccontare,
mentre i suoi pensieri si spostavano un’ultima volta in direzione della ragazza
in fiamme.
Riportaci
il verde, ragazzina, formulò in un sussurro che venne
portato via dall’inizio di una nuova favola.
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La citazione iniziale è tratta da una canzone di
Francesco Guccini, “il vecchio e il bambino”.
Note
dell’autrice.
Dru e Jonathan Callister sono
due personaggi di mia invenzione. Tempo fa avevo avuto l’idea di scrivere una
storia dal punto di vista di un nonno che racconta al nipotino com’era il
Distretto 13 in superficie, prima che i bombardamenti lo distrussero. Alla fine
non l’ho fatto, così ho pensato di rielaborare in parte questa idea per il
contest indetto dal gruppo. Non so se al Distretto 13 permettano di vedere la
televisione, rigidi e noiosi come sono, ma ho pensato che magari fosse
consentito nelle occasioni particolari, come il tour della vittoria. Non so
bene in che modo gli abitanti del tredici vedessero Katniss, non so se l’avessero
inquadrata, come era accaduto in altri distretti, un po’ un simbolo e la scintilla
di speranza per un’ipotetica ribellione. Però ho scelto di immaginare che per
Jonathan fosse così. Tra l’altro non so nemmeno se ci fossero le sedie a
dondolo, ma l’idea mi trasmetteva malinconia e mi sembrava molto adatta a nonno
Callister. Grazie a chi si è fermato a leggere questa
piccola flash!
Un abbraccio!
Laura