Film > Il Mistero Di Sleepy Hollow
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Autore: fraviaggiaincubi    22/12/2013    3 recensioni
Fu così che iniziò una leggenda, nata sotto un albero supplicante ora portale per l’inferno, in un bosco silenzioso vittima dell’orrore del sanguinario cavaliere senza testa.
Una testa per una testa. E così il cavaliere cavalca un selvaggio destriero nero, decapitando le sue vittime alla ricerca di quella che gli fu rubata.
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come tutto ebbe inizio….
La nascita del cavaliere senza testa
 
 
 
 
   Assia, Germania. Anno 1775 circa.
   Periodo della Guerra di Indipendenza.
 
 
   Se avesse saputo che sarebbe morto quella notte, forse non avrebbe sellato il suo stallone per scendere sul campo di battaglia, ma era inevitabile e non conosceva la contorta linea del destino che gli era contro. E tra l’altro, non avrebbe mai rinunciato a scendere in battaglia e non lo faceva per la regina, ma per sé stesso.
   Adorava combattere, sentire il sangue che impregnava la lama affilata della sua spada, il ruggito della bestia che scatena un uomo contro l’altro, la disperazione che impregna l’aria assieme alle grida di chi muore…soprattutto se sotto la sua lama.
   Il cavaliere dell’Assia, era così che era conosciuto ma nessuno sapeva veramente il suo nome, annegato nella scia di vittime cadute sotto la sua lama dall’impugnatura nera come la notte, forgiata a forma di testa di serpente. Ed era il diavolo che sussurrava nelle sue orecchie quando si lanciava in prima linea, spronando il suo stallone nero come la notte.
   “Lo senti Temerario, ascolta questo silenzio e presto sentirai il suono delle lame, il dolore della vita spezzata e il sangue caldo dei miei avversari sul tuo petto.” sussurrava il cavaliere al suo stallone e il destriero ansimava dalle froge il calore del suo corpo nell’aria invernale, scatenandosi in una folle corsa per portare il suo cavaliere nel campo a mietere vittime, scatenando il terrore e la fama della loro presenza nera come la morte.
   Perfino chi aveva l’onore di combattere sulla sua stessa linea non amava averlo come compagno, ripudiato come il figlio di Satana.
   “Veste di nero come quella bestia infernale del suo cavallo e ha gli occhi azzurri come quelli dei demoni, chiari e freddi dove dovrebbe esserci la vita e i suoi denti…dio c’è ne scampi!” urlavano i soldati sopravvissuti ai loro condottieri quando alla ritirata dalla battaglia parlavano del Cavaliere dell’Assia.
   Tutto nel suo aspetto parlava di timore e soggezione, perché assieme al suo sanguinario combattimento in battaglia sul selvaggio stallone il cavaliere sapeva come intimorire con il suo aspetto: pelle pallida della sua terra, la Germania, capelli arruffati neri come la notte, occhi azzurri freddi e accesi di follia e per finire i denti, limati e resi affilati come quelli delle bestie, sfoderati in un ghigno malefico uscito dai peggiori gironi dell’inferno per accompagnare la sua spada a seminare la morte.  
   E così la sua leggenda crebbe, alimentata dalle vittime della sua lama, dalle vedove di guerra che lo vedevano passare sul suo destriero, vittorioso ma con una nuova sete di sangue negli occhi, pronto a vendersi per una nuova battaglia. Perché era per quello che combatteva, vendendosi come mercenario ad ogni re o regina tronfio e arrogante che osasse convocarlo per scatenarlo sulle linee nemiche a placare la sete di sangue che lo tormentava come una sottile follia, sussurrante di malefici e soggezione, del bisogno di sentire il calore del sangue sulle mani e di berlo; il cavaliere beveva il sangue delle vittime, lo lasciava sporcare con il suo denso calore rubato i suoi denti affilati, che sfoggiava con arroganza sul viso pallido in battaglia, impennando Temerario e mulinando con perfetta maestria la spada.
   “Nessuno lo batte, la sua destrezza in combattimento proviene dal sangue delle sue vittime e di notte vende il suo corpo accoppiandosi con i diavoli.”
   “Ha i denti affilati e lo sguardo folle, è posseduto!”
   “Io ho sentito che si fa pagare in carne umana per combattere.”
   E le voci crebbero ammucchiandosi come i nemici sconfitti e l’odio e fu così che una notte del 1778, durante una delle tante battaglie della Guerra di Indipendenza, il cavaliere venne attirato in un’imboscata.
   Temerario fu il primo a cadere con una ferita di arma da fuoco al collo, il sangue che colorava la neve e una carezza del suo padrone ad accompagnare il suo respiro rantolante, mentre quegli occhi gelidi sfioravano il corpo del fedele stallone in una muta disperazione.
   “Devo andare Temerario, ma ora cavalcherai l’inferno in mia attesa.” sussurrò l’uomo fuggendo, il mantello nero come ali dietro di lui, i denti affilati chiusi a impedire al suo respiro ansimante di tradirlo tra gli alberi silenziosi del bosco, sua unica protezione.
   Sarebbe andato in battaglia se il destino avesse rivelato che quella notte sarebbe morto?
   Il cavaliere venne rincorso tra gli alberi innevati e fu solo il rumore di un bastone spezzato a tradirlo.
   “Sssshhh.” mimò con le labbra il sanguinario mercenario a due piccole bambine nel bosco, ma una di esse non tremava sotto la sua figura e lo spezzare del ramo tra le sue mani lo tradì. I soldati lo accerchiarono e nonostante la sua abilità e la sua ferocia con la lama, uno degli uomini gli staccò la testa bagnando il terreno inorridito con il suo sangue malefico. Poi scavarono una fossa sotto un albero contorto, svolto con aria sinistra e supplicante al cielo e lì sotto lo seppellirono, piantando la sua spada sulla sua tomba.
   Ma la sua anima corrotta non avrebbe avuto pace e quella terra venne smossa dalle mani infantili che lo avevano tradito molti anni dopo, rubando la testa fredda e senza vita dal corpo e condannandolo con sortilegi oscuri a tornare, cavalcando sotto l’ordine della sua assassina per mietere teste, disperato alla ricerca della sua, affamato di vendetta, folle di rabbia in groppa al suo fedele Temerario, oscuro terrore di Sleepy Hollow, il villaggio misterioso che sorse all’inizio del bosco che decretò la sua fine.
   Fu così che iniziò una leggenda, nata sotto un albero supplicante ora portale per l’inferno, in un bosco silenzioso vittima dell’orrore del sanguinario cavaliere senza testa.
 Una testa per una testa. E così il cavaliere cavalca un selvaggio destriero nero, decapitando le sue vittime alla ricerca di quella che gli fu rubata.
 
 
 
  
  
 
 
 
 
 
 
 
  
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