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Autore: Petit_fantome    22/12/2013    1 recensioni
Dicono che le anime sensibili riescano a sentire la realtà cento volte più amplificata.
Le anime schierate invece, risultano molto odiose e dure al primo impatto perché, riescono a ingigantire cento volte anche la più piccola realtà. Come posso reagire queste due anime, che sembravo così diverse, all' amore?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le anime opposte.

 

Allora iniziamo subito con le "note dell'autore".

Intanto, Salve a tutti, sono piuttosto "vecchia" in questo sito, per anni ho commentato solo e da poco ho iniziato anche a scrivere. 

Ovviamente il modo di scrivere dell' autore cambia come cambia lui. Nella vita si cambia, si cresce, si evolve, si diventa più se stessi. 

Come potrete leggere, il mio stile sarà molto simile alle altre storie, ma come contenuto e linguaggio ci saranno molte differenze.

In questa storia ci saranno molte persone, ma le principali saranno descritte con maggior cura e dettagli, le altre faranno da sfondo.

La parola chiave sarà: opposti. Si compone di due semplici capitoli.

 

Questa storia è dedicata a una persona straordinaria che ho avuto l'onore di conoscere ma che poi è stata reclamata dagli angeli; la protagonista Elodie è lei, in alcune parti della sua splendida anima.

 

Con queste premesse vi lascio al primo capitolo. Buone feste a tutti, un bacio. Vesper.

 

 

Elodie e Therese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Allora tu prenderai il mio posto come l'altra volta, è chiaro?" 

Chiese una ragazza dai capelli mossi con tono bisbetico, mentre si truccata di rosso le labbra sottili.

"Ma Brigette tua madre vuole che ci sia tu quella sera." 

Rispose una ragazza dai capelli lisci e biondi sulla soglia della porta.

Questa ragazza aveva gli occhi chiari, un fisico snello e slanciato.

Vestiva di un semplice maglioncino color panna e dei jeans.

Si truccava sempre molto poco e delicatamente. 

"Amen, io ho un appuntamento con il barista del nuovo locale di lusso in centro."

"E il tuo ragazzo approva?" Continuò a chiedere.

"Mica deve sapere tutto." Stizzò l'occhio. "E poi visto i servizietti che gli farò stasera direi che non avrà di che lamentarsi."

"Ma è il tuo ragazzo...."

"Oh insomma! Elodie scendi dal tuo mondo idilliaco. Funzionano così le cose, non come pensi tu. E ora spostati devo uscire."

La ragazza bionda si spostò dalla porta abbassando lo sguardo.

"Ah ricordati la parrucca e si, lo so che non potresti mai arrivare ai miei livelli in fatto di bellezza e lusso, ma per quei quattro idioti non mi sono mai sprecata."

Elodie si appoggiò al piano di marmo del lavandino.

Si osservò allo specchio con sguardo triste e frustrato.

Appena la porta del bagno si chiuse, una delle porte delle cabine wc si aprì rivelando la figura di Therese.

"No, in realtà le cose non vanno così. Non tutte deliziano di continuo tutti i portatori sani di testosterone."

Therese era molto diversa da Elodie. 

In quel momento indossava dei pantaloni neri eleganti abbinati a una giacca nera, camicia bianca con tanto di cravatta nera.

Sebbene indosasse spesso indumenti comunemente usati dagli uomini, il suo corpo prosperoso non permetteva alcun dubbio sul suo essere donna.

Aveva i capelli neri, lunghi, tenuti indietro da un morbido codino che lasciava il suo viso completamente visibile.

I suoi lineamenti erano molto femminili e gli occhi chiari, erano valorizzati da un filo di kajal nero all' interno di essi.

La ragazza si spostò nel lavandino vicino ad Elodie.

Mentre si lavava le mani, attraverso gli specchi, sorrideva all'altra.

"Ciao Therese. Come stai?".

"Direi molto meglio di te."

Therese era molto temuta e invidiata. Non tutti avevano la sua schiettezza e la consideravano crudele proprio per questo.

Con Elodie si tratteneva molto, sembrava quasi una persona delicata, ma con altri e soprattutto con Brigette, l'istrionica isterica come la definiva lei, faceva uscire tutto il suo lato sfrontato.

"Sempre diretta. E purtroppo hai ragione."

"Io ho sempre ragione, e se ho torto ho ragione di avere torto." Sorrise mentre si asciugava le mani.

La sua sfrontatezza era accentuata anche dal suo sguardo.

Aveva lo stesso sguardo di una pantera mentre guarda la sua preda.

Era il suo sguardo a intimorire gli altri e anche quando sorrideva non sembrava mai davvero docile.

"Comunque spiegami un po' perché..."

In quel momento la porta del bagno si aprì e vi entrò una ragazza che si paralizzò sulla porta.

"S-scusa Therese..."

"Stavamo facendo una conversazione privata, ma, come sempre il mondo non permette un minimo di tranquillità."

La giovane sulla porta aveva tremori su tutto il corpo.

La capacità di Therese era quella di smontare la gente con delle semplici parole miste al suo fine sarcasmo.

"Ma non importa, vieni zuccherino, andiamo da un' altra parte." Così dicendo pose il braccio ad Elodie. "Tu togliti da lì".

Uscirono dal bagno e si diressero al bar del centro.

Si accomodarono in uno dei tavoli più appartati e iniziarono a sorseggiare le loro bevande.

Therese con la tazzina da thè in mano si rivolse ad Elodie.

"Allora, so di per certo che un po' sia la tua smisurata bontà a spingerti a ingannare delle persone. Perché si tratta proprio di ingannare "quei quattro", che mi viene da pensare, siano quattro ragazzi, che all' isterica hanno detto di no al suo desiderio di fare acrobazie a letto." La guardò alzando un sopracciglio.

Elodie annuì guardando la sua tazza di cioccolata.

"Avrei tanto voluto vedere la sua faccia in quel momento, ma la vita è ingiusta dopottutto. Ma... per quanto tu possa essere buona, non credo sia solo quello."

Elodie sospirò profondamente. "Si, è vero."

"Lui come si chiama?".

Ormai scoperta Elodie rispose, "Bill, si chiama Bill."

"Uhm, quindi Bill è uno dei quattro di cui ti sei innamorata."

"No, no no. Non è quello, insomma... Bill è molto dolce e sensibile e..."

"E si hai ragione ho sbagliato non ne sei innamorata solo, lo ami proprio."

"Ma no, è solo che quella volta in cui mi sono scambiata, era in prima media e dovevo fare un compito per biologia. Dovevo far nascere e crescere un fiore. E lui mi ha aiutato. È stato molto gentile e dolce. È facile essergli amica. Ecco, ma non di più."

"Uhm, e ripeto, l'amore è sbocciato prima o dopo il fiorellino?".

Therese la guardava seria e con sguardo fisso.

"Durante." sospiró Elodie.

"Ah ecco. Ora si capisce tutto."

"Ma è inutile, lui crede che io sia lei. E non credo provi qualcosa."

"È molto fortunato che tu non sia lei. Io la sua faccia non la riesco a sopportare nemmeno dieci secondi. E poi bè, non lo sai."

"Lui è diverso da me. Molto diverso."

"Gli opposti si attraggono."

"Non è così semplice. Insomma io non ho beni materiali o grandi patrimoni. Vivo in un misero monolocale."

"Se si ferma a questo può anche andare a farsi..."

"Abbassi i toni per favore."

"Io li abbasso ma tu piantala di dire cavolate. Ora meglio se vai a casa a cambiarti."

Elodie sospiró. "In più devo trovare una parrucca decente per stasera".

"Il colore di capelli di quella, è finto in modo direttamente proporzionale alla verginità della sua bocca. Quindi la prima parrucca rossa che trovi va bene.."

"Therese, ti ha mai detto nessuno che sei leggermente disarmante?"

La ragazza ridacchiò finendo il thè "No... sei la prima che ha detto "leggermente"."

Mentre Elodie si rimetteva il cappotto Therese la guardò.

"Ah zuccherino, se per caso uno dei quattro cerca il rapporto carnale, trova una scusa e scappa perché l'istrionica non si farebbe scappare l' occasione."

Elodie spiancò annuendo.

 

***

 

 

Erano quasi le otto di sera quando sulla strada principale del paese, sfrecciavano varie limousine nere seguite da altre auto.

Dentro ad una di queste vi erano due ragazzi.

Quello che guidava aveva i capelli lunghi e scuri raccolti in un codino basso, i suoi occhi color nocciola spiccavano sul suo volto dai lineamenti maschili, decorato da una folta barba incolta sotto il mento.

Il labbro inferiore aveva in un lato, due piercing argentati che lo rendevano ancora più cavernoso e invitante.Indossava abiti sportivi e larghi.

 Il ragazzo guidava nervoso tenendo gli occhi puntati sulla strada, ma nella sua mente molti pensieri lo distraevano.

"Tom, mi spieghi perché non hai voluto andare con la limousine?"

Chiese un ragazzo dai capelli molto corti biondicci con gli stessi occhi di Tom.

Era suo gemello, Bill. 

A differenza sua lui vestiva molto elegante e con uno stile molto ricercato.

Anche lui aveva un po' di barbetta e due piercing al labbro inferiore.Però ai due lati opposti di esso.

Oltre a quelli ne aveva molti altri. Uno al naso, uno al sopracciglio e vari sui lobi delle orecchie.

"Perché avevo bisogno di guidare."

"Ah ok, vai da lei. Capito. 

Così mi toccherà stare da solo con la serpe, dato che Georg e Gustav, giustamente passeranno la vigilia e Natale con le loro dolci metà. Fortunati loro."

"Ma che vai dicendo? Non ti ho detto che vado da Therese, ho solo detto che avevo voglia di guidare."

"Si, e io il prossimo tatoo che mi farò sarà la scritta "scemo" sulla fronte. Dai Tom piantala! Appena ho detto "lei" hai pensato subito a Therese.

 Va da lei dille quello che provi e piantala di essere così orgoglioso."

"Bill..." sospirò sconfitto Tom. "Come posso farlo?"

"Ti vanti tanto di avere grossi attributi, bene, tirali fuori."

Per il resto del tragitto i due rimasero in silenzio.

Oltrepassato il grande cancello della villa, le varie macchine si fermarono davanti al portone.

"Ok, ci vediamo dopo in albergo." Bill scese dalla macchina "Ah, vedi di farmi fare bella figura visto che siamo gemelli, sai ho una reputazione." 

Chiuse la portella mentre Tom gli riservava un bel dito medio come saluto.

Proprio in quel momento Elodie stava sgattaiolando dentro la stanza di Brigette.

 

***

 

Therese stava in piedi vicino alla scrivania studiando attentamente un libro sulla fotografia.

Tutto il tavolo era ricoperto di fotografie fatte da lei è sulla sedia vi era una scatola molto grande contenente altrettante foto.

La fotografia era la sua passione. Fotografava qualsiasi cosa, tranne se stessa.

Odiava essere fotografata.

Dopo aver letto una pagina del libro iniziò a cercare dentro alla scatola.

Mentre lo faceva notò una foto che la ritraeva.

La prese in mano e la osservò.

Dopo alcuni istanti, ricordandosi chi l'aveva fatta e in che circostanza, la strappò e gettò i pezzi dentro al camino acceso.

Tornò poi a concentrarsi sul libro.

 

***

 

Bill entrò nella sala da pranzo insieme al resto della sua famiglia e ad altri uomini d'affari. 

Era consuetudine che la madre di Brigette invitasse tutti per la cena della Vigilia.

Al ragazzo ogni volta che metteva piede in quella casa veniva la nausea.

Non riusciva a sopportare Brigette né sua madre.

Entrambe erano troppo snob, superficiali, sfrontate, sciocche, libertine e altezzose.

Si accomodò sul posto più appartato del grande tavolo.

Elodie scese piano la grande scala che conduceva al piano inferiore.

Era molto nervosa, la parrucca le prudeva e l'abito che indossava non era assolutamente del suo stile.

Era troppo corto, troppo vistoso e troppo stretto.

E con quei tacchi troppo alti si sentiva in bilico.

Oramai aveva imparato a memoria i nomi e le storie di tutti i presenti ma si sentiva comunque fuori posto e ridicola.

Entrò nella stanza dopo un profondo sospiro. 

Tutti si svolsero a guardarla, compreso Bill.

- Meno male, non è la vera Brigette. Chissà come si chiama, l'altra volte non gliel'ho nemmeno chiesto.-

 

***

 

Tom venne fatto accomodare dalla governate.

Lo accompagnò fino alla porta della stanza e poi si congedò.

Il ragazzo fece un enorme sospirò ed entrò.

Rimase basito.

"Ma dove sono tutte le decorazioni natalizie?" chiese sconvolto.

"Ma quanto male sei messo?".

Therese gli riservò una breve e disinteressata occhiata.

"No sul serio. Perché non ci sono?".

"No, seriamente lo dico io, da quanto sei preso così male? Le tue tante concubine amano lo stile trasandato?".

"Therese! Ora basta!".

La ragazza non rispose e nemmeno lo guardò.

"Tu... tu ami il Natale, ami le luci, ami le decorazioni, ami le stelle di Natale, ami tutto di queste feste. Nella tua vita l' avvenimento più importante è il Natale. Dov'è tutta la roba che usi per decorare la casa?".

Therese a quelle parole alzò lo sguardo e lo puntò su quello del ragazzo.

"Vattene subito da questa casa."

"Ti prego Therese ascoltami."

"Ho detto vattene!".

"Per favore, lo so, ho sbagliato tutto, non sono stato in grado di esserci, di non tradirti… ma ti prego io..."

"Tu hai scelto di non fare parte della mia vita. Vattene."

"Therese..."

"Ora." La ragazza tornò a consultare il libro senza badare a Tom che se ne andava demoralizzato.

 

 

 

 

 

 

  
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