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Autore: IleWriters    22/12/2013    3 recensioni
Sono passati tre anni da quando N ha lasciato Unima. Ora Touko ha 18 anni ma non è riuscita a scordarlo, e continua a cercarlo. Caso vuole che proprio il 28 maggio, quando sono tre anni precisi dalla partenza di N, lei lo ritrovi nel suo vecchio castello.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Premetto che non mi aspetto che sta cosa riceva voti positivi, è la prima one-shot che faccio in tutta la mia vita, e ho deciso di farla sulla coppia NxTouko, dato che li ho sempre shippati un casino v.v detto questo, se arrivate sino alla fine siete delle persone pazienti e avete provato pietà per questa povera scema ç.ç bene v.v detto questo buona lettura! 




28 maggio 2011


N mi fissa con i suoi occhi verdi-grigiastri messi in ombra dalla visiera del capellino e sorride mentre mi dice. << Hai detto di avere un sogno anche tu... Se è vero, realizzalo! Sono i sogni e gli ideali a darci la forza di cambiare il mondo! Sono sicuro che tu ce la farai! E' tutto ciò che volevo dirti. Addio! >> poi sale in groppa al suo Zekrom sparendo nel cielo. Solo quando lui e il drago nero sono un puntino indistinto nel cielo sento qualcosa di caldo e salato bagnarmi le labbra. N non verrà mai a conoscenza che tutti i miei sogni e i miei ideali sono saltati sulla groppa di un pokémon leggendario per andare chissà dove.

 

28 maggio 2014
 

Mi sveglio poco prima dell'alba, mi sono addormentata vestita la sera prima, ma la cosa non mi sorprende più di tanto dato che ultimamente sembra capitarmi spesso. Mi alzo dal letto e mi pettino i lunghi capelli castani per poi legarli nella solita coda alta sopra la testa lasciando qualche ciocca a contornarmi il volto pallido che fa risaltare i miei occhi blu, che oggi sono cerchiati da occhiaie scure e marcate. Non spreco nemmeno tempo a coprirle, così mi cambio i vestiti e afferro il mio adorato capellino bianco e rosa, che nel corso di questi tre anni si è scolorito, strappato un po' sulla visiera e sporcato, ma non mi importa più di tanto, io e quel cappellino condividiamo tantissimi ricordi insieme, così me lo infilo sulla testa e esco di casa.

 

 

Cammino e lascio che la brezza mattutina di questo 28 maggio mi accarezzi la pelle scoperta delle braccia e delle gambe. Oramai da quando sono la Campionessa di Unima esco solamente la mattina presto se voglio un po' di pace e tranquillità. Se esco il pomeriggio vengo fermata da ogni allenatore che ha voglia di lottare contro di me, non che la cosa mi dispiaccia, ma che cavolo, magari io voglio solo fare una passeggiata e ogni tizio che mi vede mi ferma e mi obbliga a lottare contro di lui, non è vita questa, non quando l'unico che voglio che mi fermi per lottare non c'è, tenendo conto del fatto che è sparito chissà dove da tre lunghi anni. Faccio uscire il mio Unfezant dalla pokèball e insieme voliamo sino a Mistralopoli.

 

 

Dopo qualche minuto di viaggio Unfezant atterra davanti al Pokémon Center della città, lo faccio rientrare nella pokèball e mi avvio a nord della città, verso la mia imperiosa meta.

Arrivo alla Torre Dragospira mentre inizio ad accusare i primi segni della stanchezza, guardo l'antica torre e accenno un sorriso poi prendo un respiro profondo e mi affretto ad entrare prima di avere ripensamenti.

 

 

L'interno della torre non è cambiato in questi tre anni, salgo le scale di marmo e mi guardo intorno, l'ultima volta che ho lottato in questa torre lui era ancora qui, scuoto la testa per non pensarci e arrivo sino in cima alla torre dove trovo Reshiram profondamente addormentato. Sorrido e mi avvicino con cautela, sia mai che mi abbrustolisce se si sveglia di cattivo umore. L'ho liberato lo stesso giorno che N se ne andò, ma lui mi è sempre rimasto fedele, probabilmente perché io sono l'Eroina della Verità. Quando sono vicina a Reshiram gli accarezzo con delicatezza il collo, lui in risposta spalanca i suoi occhi blu e mi guarda, io gli sorrido. << Ciao Reshiram, posso chiederti un favore? >> lui mi guarda, anche se non capisco la lingua dei pokémon come N, io lo prendo per un “domanda pure” così proseguo. << Oggi è il 28 maggio, sai sono tre anni esatti che... N... Lo sai... Vorrei che mi portassi al suo castello... >> lo guardo implorante, il drago bianco in risposta si alza e mi guarda come voler dire “Sali” e spalanca le ali, sorrido e salgo sulla schiena di Reshiram, accoccolandomi grazie al tepore che emana. Lo sento alzarsi in volo e partire per la Lega Pokémon, mentre io mi sforzo di tenere gli occhi aperti.

 

 

Reshiram atterra davanti al castello di N e io scendo dalla sua schiena con un salto poi lo accarezzo sul fianco sotto l'ala destra. << Se vuoi andare, puoi, al ritorno mi porterà Unfezant >> ma Reshiram scuote la testa e con il muso mi spinge verso le scale che portano all'entrata del castello. Inizio a salire le scale, sono rovinate, piene di crepe e in alcuni punti pure rotte. Quando arrivo in cima alle scale sento la stanchezza attanagliarmi il corpo, così scuoto la testa e entro nel castello in rovina.

 

 

Anche dentro non è molto meglio del fuori, c'è odore di chiuso, polvere in ogni dove ed è pieno di crepe e in alcuni punti le colonne sono crollate. I miei passi creano l'eco per il castello, so bene dove sto puntando, verso quella stanza maledetta.

Entro spalancando le porte e guardo i segni lasciati dalle lotte che affrontai il 28 maggio del 2011, allora avevo 15 anni, mentre guardo quella stanza camminando sul tappeto blu ricordo le parole cattive di Ghecis sul conto del proprio figlio e poi quello spacco nella parete, quel buco dalla quale il primo ragazzo che io abbia mai amato è volato via. Sento una fitta al cuore e inizio a vedere tutta la stanza appannata, capisco subito che tra breve sarò una piccola fontanella, così mi stropiccio con forza gli occhi e lascio uscire dalle mie labbra un singhiozzo poi esco dalla stanza di corsa.

 

 

Corro ed entro in una stanza che a prima impressione sembrerebbe per bambini ma so bene che non è così, è la cameretta di N, l'unico luogo dove Ghecis non poteva fargli alcun male, guardo il trenino giocattolo e sorrido al pensiero di un ragazzo che all'epoca aveva diciotto anni ed era il Re di questo posto giocare con una cosa da bambini. Mi abbasso e prendo con cura il trenino tra le mani, si è mantenuto bene, anche se è pino di polvere e i binari sono tutti in giro per la stanza, poso il trenino sul pavimento e mi alzo in cerca di uno straccio e l'unica cosa che trovo sono dei vecchi boxer neri in un cassetto, li prendo tra l'indice e il pollice guardandoli sbigottita. << Ok la cosa è più tosto... Imbarazzante? Scioccante? Entrambe le cose? Ma non ho scelta... Tanto chi mai lo verrà a sapere? >> così inizio a spolverare la camera con i boxer, che vista così sembra una cosa oscena. Apro la finestra e lascio che l'aria frizzante primaverile inondi la stanza mentre ricostruisco i binari del trenino.

Quando finalmente ho finito di riordinare la stanza, butto i boxer sul pavimento e mi stendo anche io sul pavimento stringendo un peluche di Snivy, poi afferro la mia borsa e tiro fuori il mio iPod, mi infilo le cuffiette nelle orecchie, faccio partire le musiche dalla prima e piano a piano crollo addormentata.

 

 

Mi sveglio e mi guardo intorno, capisco subito che non è la mia stanza, cerco di fare mente locale su... Quanto tempo è passato da quando mi sono addormentata? Non lo so... Ore? Minuti? Poi ricordo di essere venuta al vecchio castello di N e di aver pulito la sua camera con dei boxer poi di essermi addormentata sul pavimento. Mi tiro a sedere e mi rendo conto che non sono più sul pavimento, ma sul letto di N, mi guardo ancora intorno e lo vedo. N che dorme sulla poltrona, è bellissimo e si vede che è cresciuto, mostra perfettamente i suoi ventuno anni, mi avvicino in silenzio e gli accarezzo i capelli verdi che porta sempre in una coda, sorrido e gli tolgo il berretto, ho paura che questo sia uno dei miei tanti sogni dove c'è lui. Gli tolgo anche la strana collana a forma di pianeta nero con anelli blu e gialli, la guardo poi me la infilo al collo, e in quel momento il verde spalanca gli occhi e me li punta addosso, e le sue labbra si piegano in un sorriso pigro. << Ehi >> si stropiccia gli occhi e sbadiglia mentre io mi tiro un pizzicotto e strillo. << Ahi! >> mi massaggio il braccio e capisco che non è un sogno, lui è qui, dopo tre anni è tornato. Lui mi guarda sbigottito e alza un sopracciglio. << Dimmi Touko, ti sei data al masochismo? >> e inizia a ridacchiare, io in risposta metto il broncio e incrocio le braccia sotto al seno. << Si certo >> sbuffo e la voglia di saltargli addosso se ne va. << Che ci fai tu qui? >> gli chiedo puntando i miei occhi nei suoi, verde-grigio contro blu, e lui in tutta risposta ride più forte. << Sai Touko, potrei farti la stessa domanda, quindi, che ci fai tu qui con dei miei boxer? >> ride e io mi sento il sangue affluire alle guance. << Faccio quello che nessuno fa da tre anni, pulire >> e mi giro verso la finestra, prendo un respiro profondo e guardo il cielo. << Dove sei stato per questi tre anni? >> domando tutto d'un fiato, lo sento alzarsi dalla poltrona e fermarsi dietro di me. << Per un anno sono stato in giro per le varie regioni, nella speranza di capire chi fossi davvero... Per gli altri due sono stato qui, ad Unima, ti seguivo di nascosto, sperando che tu smettessi di cercarmi... >> sento la rabbia invadermi tutto il corpo, mi giro verso N e stringo i pugni. << T-Tu! Sei un maledetto coglione! Il più grande coglione di tutto il cazzo di Creato! >> mi avvicino e gli do uno schiaffo, lo sento gemere leggermente. Lui per due anni mi aveva vista, in prenda al dolore, cercarlo come una disperata e se ne era stato nascosto a sperare che mi scordasse. Probabilmente aveva visto anche tutte le volte che, quando ero sola e nascosta, versavo tutte le mie lacrime per lui. Lui guardo con gli occhi furenti, sento le lacrime pizzicarmi gli occhi per uscire, avrei voglia di spaccargli quel bel faccino. Il verde si massaggia la guancia rossa e mi guarda. << Senti Touko... So che probabilmente questa me la sono meritata... >> lo interrompo con una mano. << Togli il probabilmente! Te la sei meritata eccome! >> gli sbraito in faccia e sento una lacrima rigarmi la guancia, lui si avvicina e me l'asciuga con il pollice. << Basta piangere, piccola Touko. Cerca di capirmi... Non ti chiedo di perdonarmi ma solo di capirmi, ero spaventato, vulnerabile. Non ho ancora capito chi sono. A dire la verità credo di non averlo mai saputo. Ho sempre e solo saputo rapportarmi con i pokémon, anzi solo con alcuni. Mentre con le persone non saprei da dove cominciare... Poi ho conosciuto te e la tua squadra. Durante il nostro primo scontro a Quattroventi ho visto i tuoi pokémon lottare per te e con te... Era la prima volta che mi capitava... Poi durante il mio viaggio ho capito che i pokémon e gli allenatori convivono perfettamente insieme... Così sono tornato ad Unima e ti seguivo di nascosto... Una parte di me voleva che tu scordassi di me... Sono il tuo esatto opposto... Mentre l'altra parte pregava che tu non mi scordassi e alla fine è quella che ha prevalso anche sull'altra metà... Immagina la mia sorpresa quando ti ho trovata addormentata sul pavimento della mia camera pulita >> dice marcando la parola pulita trattenendo un sorrisetto, ma se spera che la mia incazzatura sparisca con queste due frasette si sbaglia di grosso, rilasso i pugni e lo guardo. << Ma tu chi ti sei creduto di essere in questi due anni? Sperare che ti scordassi dopo che te ne eri andato in quella maniera! Mi hai lasciata da sola! Ho dovuto ritrovare tutti i Sette Saggi, e speravo che almeno uno di loro mi dicesse dove cazzo eri andato a finire, ma nessuno di loro lo sapeva! Ho esplorato gli abissi, le montagne e ogni dove per ritrovarti! Ho passato intere giornate senza toccare letto per ritrovarti! E tu te ne stavi nascosto tra dei cespugli come un coglione! Natural Harmonia Gropius sei un maledetto coglione! E sai c- >> non riesco a finire la frase perché le labbra di N sono incollate sopra le mie. Le labbra del verde sono morbide e calde, all'inizio tento di opporre resistenza, ma lui mi tiene stretta a se così alla fine cedo e mi abbandono a quel bacio tanto bramato, gli poso le mani sul petto mentre lui mi stringe e assaporo le sue labbra che sanno di menta e Coca-Cola, e sento una lacrima solcarmi la guancia, una lacrima di felicità. Con la lingua lui mi sfiora le labbra che si schiudono dopo il suo tocco, permettendogli di esplorarmi la bocca mentre io faccio altrettanto con la sua. Mentre ci baciamo sento le sue mani sotto la mia maglia, appoggiate sui fianchi e io faccio altrettanto, sfilandogli la camicia bianca lasciandolo con la maglietta nera a collo alto che porta sempre sotto.

Presto i nostri vestiti e la nostra biancheria intima sono un mucchietto indistinto sul pavimento, indietreggio con N mentre ci baciamo, sino a cadere sul letto l'uno sull'altra e prima di capire dove finisco io e comincia lui lo guardo. << N... Promettimi che non te ne andrai più, perché se lo farai io ti seguirò >> lui mi sorride e mi bacia sulla spalla sopra il seno. << Te lo prometto Touko >> e sorrido mentre diventiamo una sola cosa sotto le sue coperte. Perché infondo in questa vita c'è stato troppo “noi” per essere soltanto “io” e “lui

  
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