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Autore: Red Nika    22/12/2013    1 recensioni
La vera forza, sul sentierio degli Dei, non é il non mostrare emozioni, è l'aver il coraggio di esser sinceri con se stessi. Abbiamo sempre bisogno di ammettere di star bene o soffrendo se vogliamo andare avanti.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di una Novizia Innamorata'
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L'estate volgeva al termine. Eravamo noi due. Solo noi da sempre. Solo noi da quando avevo memoria. A casa e fuori, non c'era nessuno tra noi. Nessuno poteva separarci. Litigavamo da sole, senza motivo. Eravamo io e lei, lei ed io. Ci siamo perse di vista per colpa nostra, di nessun'altro. Ci siamo ritrovate per volere della Dea. Eravamo legate in un modo tanto profondo da essere inconoscibile.
 

 

Ero andata a dormire da lei quando successe. Non ebbi bisogno di chiedere. Sapevo e basta. La vidi spegnere la chiamata e in silenzio la tirai tra le mie braccia. Lei era sempre stata forte. Dimostrò di esserlo anche in quel momento. La strinsi per un po', finchè non fu lei a dirmi di avere bisogno d'aria, saremmo uscite comunque. In strada le tenni stretta la mano, nel modo in cui piaceva a lei. Dea, era bella anche con quel lampo di dolore negli occhi. Mi tirava la mano passando tra la folla. Tenni il passo senza dire nulla, la sentivo imprecare a mezza voce senza riuscire a trattenere le mie labbra dal curvarsi all'insù. Era ancora lei, quella forte e coraggiosa, a differenza mia. Annuì ad una sua domanda e corremmo. Una volta sedute fulminai chiunque osasse fissarci mentre la stringevo al petto di nuovo. Non singhiozzò mai, non le vidi mai tremare le labbra, non le sentì mai incrinar la voce. Eppure pianse, pianse tanto dignitosamente che avrei voluto sparire. Vennero le lacrime anche a me.
 

 

Quattro gli anni che, forse, mi ci erano voluti per piangere. No, non ci ero mai riuscita. Sì, mi consideravo più debbole di lei. La vera forza, sul sentierio degli Dei, non é il non mostrare emozioni, è l'aver il coraggio di esser sinceri con se stessi. Abbiamo sempre bisogno di ammettere di star bene o soffrendo se vogliamo andare avanti.
 

 

Avevamo finito il turno quando mi disse del Rito. Sorridendo la seguì. Non mi sarei certo fatta problemi a vederla praticare la propria religione. Ero felice che riuscisse a sorridere, che il suo animo fosse sereno, in pace con il mondo. Il mio lo era un po' meno. Gli avvenimenti di quei giorni mi avevano scossa parecchio.
 

 

Camminammo nelle foglie autunnali, era un momento bellissimo dell'anno. I colori sgargianti delle foglie cadute erano così caldi ed accoglienti. Ci sistemammo sotto un albero, l'erba morbida era coperta da una coperta giallo-rossastra scricchiolante. Risi quando imprecò cercando di capire dov'era il Nord. Le dissi di cercare del muschio e senza volerlo uscì dal cerchio che aveva creato. Scusandomi mi raggomitolai contro l'albero e l'osservai. Ero curiosa ed ammirata, non che onorata che mi fosse stato chiesto se volessi partecipare. Dissì di sì e mi sedei alla sua sinistra, un poco più dietro. Seguì ogni sua mossa con occhi curiosi. Feci ciò che mi diceva e quando, durante la meditazione, mi chiese se avevo qualcuno da salutare mi commossi.
 

 

Non pregai, nè chiesi. Semplicemente sperai che la persona a cui pensavo fosse felice, passeggiando nei giardini della Dea. Lei mi guardò sorridendo e io mi sentii tremendamente felice di aver fatto il mio primo Rito con lei; solo noi, come sempre.
 

 

Mentre tornavamo la mia mente era tormentata dall'ansia. Se avvessi fatto ciò che volevo rischiavo di perderla, se non l'avessi fatto me ne sarei pentita. Chiesi alla Dea il coraggio. Le strinsi la mano come tanto le piaceva tirandola appena per farla fermare. Le baciai una guancia accarezzando l'altra. La guardai negli occhi, incerta, sapevo che non voleva una storia al momento. Inspirai appena prima di piegare la testa il tanto che bastava per poterla baciare, mi evitò. Un piccolo sorriso mi curvò le labbra mentre le baciavo la guancia nuovamente. Mi aveva rifiutata ma io sapevo aspettare.


Lo sapevo da tempo che lei non era pronta per una nuova relazione, lo aveva chiarito e in fin dei conti, aspettare non mi pesava. Avevo bisogno di fissare un'obbiettivo, di segnar la meta, anche se non ultima. La vita scorre, Panta Rhei, ma la Dea ha un suo piano predefinito, lei non fa succeder nulla per caso. 

Non sarei mai capace di credere che ci abbia fatte rincontrare senza un buon motivo. Lei è immanente alle nostre stesse vite, è lo spirito che anima i nostri corpi e la nostra vita stessa. Tutto ciò che facciamo lo facciamo per lei, per renderle grazie di tutto quello che ci dona.


Non posso far a meno di ringraziarla per avermi donato un'amica tanto straordinaria, tanto simile e tanto differente da me. Di avermi modellato affinché io potessi accoglierla nella mia vita ed essere accolta nella sua vita. 

Ben trovata, ben lasciata e ben trovata ancora. 


Blessed Be 
)O( 



Note d'Autrice:

Dedicata alla mia Neechan <3 Ti voglio bene.
   
 
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