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Autore: bubi90    23/12/2013    1 recensioni
Se in questa prima parte della trama riscontrerete somiglianze con un telefilm dal titolo White Collar posso confermare, la trama iniziale mi è stata ispirata proprio da tale serie televisiva, ma si evolverà in modo diverso, con diversi personaggi. Diciamo che ho ripreso l'idea del falsario gentiluomo, quello si, ma per il resto della storia sarà tutto molto diverso! Grazie mille e spero che vi piacerà il rapporto fra la giovane giornalista d'assalto Francy Tisani e il falsario ricercato in mezzo mondo Simon Lorens!
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bella 


Casa di Francy 


Francy era frettolosamente uscita dalla boutique non appena le guardie della security l’avevano lasciata andare per l'incredibile scoperta che aveva fatto.

Non poteva farsi trovare lì quando gli agenti di Scontland Yard fossero arrivati.

Come avrebbe potuto spiegare a Sam perché si trovava in quel luogo e per quale ragione non era presente con la sua vera identità? Aveva praticamente infranto la legge anche lei con quella copertura che si era creata.

Riuscì miracolosamente a prendere un taxi appena qualche secondo prima che i poliziotti facessero il loro ingresso e, a quanto immaginava, iniziassero a far deporre gli invitati. Non c'era pericolo che la scoprissero, nessuno sapeva chi lei fosse e aveva fatto attenzione alle telecamere di sicurezza.

Ma la cosa che in quel momento la turbava più di ogni altra era quel biglietto. Lui doveva conoscerla, ora era chiaro, ma come poteva fare?

Era una giornalista, certo conosciuta, ma quasi nessuno sapeva della collaborazione che intraprendeva con Scotland Yard e ancora in meno erano a conoscenza delle indagini per cui stava lavorando,  la maggior parte delle quali avevano come protagonista Simon Lorens.

Già in taxi deviò la rotta della vettura verso un indirizzo diverso da quello del Capital: la sua copertura doveva reggere e se fossero andati in quella camera o, peggio, a casa sua, avrebbero messo insieme pezzi sconvenienti per la sua copertura.

Tolse rapidamente la parrucca appena prima di uscire dall'auto e iniziò a digitare un numero di telefono mentre infilava la chiave nella toppa della porta.

"Fra...ma ti pare l'ora? Sono le una..."

"Bella devi venire subito a casa mia. Lorens ha attuato il colpo stasera."

"Cos...arrivo subito. Dammi cinque minuti."

La telefonata si interruppe con l'ingresso nel salotto di Francy, sbuffante e con una curiosità che, ne era sicura, non le avrebbe fatto chiudere occhio tutta la notte.

Aveva per questo bisogno di una mente lucida e affine come quella di Bella con sé, o avrebbe trascorso tutta la notte in piedi senza arrivare a niente.

La sua casa a Londra non era solo un appartamento, era il suo studio, la sua base operativa. Una specie di attico all'ultimo piano di un palazzo ai confini del centro, composto da due grandi stanze, il bagno e l'ingresso al tetto come fosse una sottospecie di terrazza.

Certo era chiaro che si trattava della casa di una fissata dell'arte, date le opere che spiccavano in ogni angolo e l'arredamento accuratamente scelto, ma si poteva capire anche la sua spiccata vena da investigatore, per i grafici appesi a una parete, le mappe su un cavalletto e la lavagna magnetica dove erano appuntati con delle calamite i vari quadri, post-it, opere d'arte e foto di informatori, vittime e sospettati.

Francy si avvicinò alla macchina del caffè espresso che si era preoccupata di portare dall'Italia e la accese in attesa dell'amica, iniziando poi finalmente a mettersi comoda, nei suoi più agevoli abiti da lavoro, consistenti in semplici pantacollant e felpa.

Appuntò i capelli in alto e recuperò due tazze belle grosse, infilando le capsule per i caffè lunghi e lasciando che la macchina inondasse la stanza principale di quell' aroma rassicurante.

Quando il campanello suonò le venne quasi da ridere, sapendo bene che quello era solo l'avvertimento con il quale Bella le faceva capire che pretendeva che il proprio caffè fosse già pronto ad aspettarla, dato che aveva le chiavi di casa sua e non si risparmiava ad auto invitarsi senza il minimo preavviso.

Quando la ragazza fece il proprio ingresso dalla porta principale sembrava ancora più minacciosa di quanto Francy avesse immaginato.

Una furia rossa dall'aspetto di uno zombie, ecco forse questo era l'unico modo in cui l'avrebbe descritta più finemente date le occhiaie che segnavano quel volto coperto di efelidi.

Gabriella Aquilani, assistente e migliore amica della giornalista, aveva collaborato in via ufficiosa più volte con Scotland Yard a causa di Francy, e con lei era sempre pronta a scovare i casi migliori.

Aveva due anni meno della donna e una chioma di capelli rossi che la distingueva bene dal resto delle ragazze. Conosceva Francy da più tempo di quanto fosse concesso agli altri sapere e proprio per questo era l'unica che riuscisse a capire i suoi piani e i suoi sguardi in pochi secondi.

Ma era anche l'unica che si sarebbe alzata a quell'ora improponibile senza neanche conoscere i dettagli di quella convocazione.

"Spera per te che sia qualcosa di serio."

"Ho parlato con Simon, Bella. Ero in veste di Cassandra..."

"La arguta segretaria...voleva assumerti per organizzare gli appunti per i furti? "

"Mi riconosciuto come Francesca Tisani."

La giovane appena arrivati fece sbattere più volte le palpebre nell'apprendere quelle incredibili notizie, fissando l'amica in viso sorpresa ed esterrefatta.

Un passo indietro verso il divano, qualche secondo di pausa e poi di nuovo uno in avanti.

“Dammi il caffè. "

Furono le sue uniche parole dopo un profondo respiro, mentre già Francy le porgeva la tazza predisposta per lei.


 

Boutique di Palinsky

“Campbell è emerso qualcosa dalle testimonianze?”

L’investigatore capo di Scotland Yard richiamò rapidamente il proprio subalterno ancora in piedi di fronte al posto vuoto che aveva lasciato il quadro già spedito alla scientifica dei propri uffici.

La boutique di Palinsky era stata completamente svuotata di tutti i suoi invitati, ospitati per il momento nel vicino caffè per raccoglierne le impressioni sulla serata e qualcosa che potesse dare una mano nell’ennesimo caso con il proprio fulcro in Simon Lorens.

Era incredibile come il ladro avesse aggirato la sorveglianza del luogo e della polizia. Nessuno pareva avere idea di chi fosse e di come ci fosse riuscito, meno che tutti gli organizzatori della mostra.

“Niente di interessante. Tranne che per una cosa capo: mancano due persone all’appello dei testimoni.”

Jeffrey Campbell, vice investigatore capo, si avvicinò con uno strano sorriso al proprio superiore, con la propria cartellina contenente le deposizioni e i documenti in mano.

Era giovane per quel ruolo di alto livello, ma tutti in centrale sapevano bene che non esisteva agente al mondo migliore di lui per collaborare in modo così stretto con Byron, il loro capo supremo.

“Fammi indovinare… Le identità che sono state fornite sono false.”

“Esattamente signore. Palinsky e il suo bodyguard hanno parlato con entrambi, ritenendoli persone molto affidabili.”

“Quindi aveva un complice…”

Jeff alzò gli occhi guardando il proprio interlocutore e aprendosi in un quanto mai furbesco ghigno, passandogli in mano la cartellina e facendo segno al proprio capo di osservare le due foto su di essa.

“Nota qualcosa di familiare nella donna capo?”

Francy era stata certamente molto attenta ai propri spostamenti in riferimento alle telecamere di sorveglianza, ma c’era una cosa che non aveva considerato: il fotografo assunto per quella serata, ad immortalare prima dei paparazzi tutto ciò che di interessante fosse successo all’interno della boutique.

Su due foto si poteva quindi ben riconoscere la bionda Cassandra a parlare prima con il milionario russo e poi con un uomo, stranamente mai inquadrato in volto, di fronte alla modella vestita con quell’orribile copia di Valentino.

“Cazzo. Cosa le è saltato in mente stavolta… Fai sparire queste foto finché non parleremo con lei.”

Samuel richiuse rapidamente la cartellina lanciandola quasi al proprio collega e portò una mano fra i capelli, portandoli appena all’indietro, sospirando nervoso per l’ennesimo colpo di testa della propria collaboratrice esterna.

Francy era stata presente alla festa, e dalle indicazioni segnate sotto la fotografia, oltre che dal suo aspetto alquanto diverso dal normale, non era certo stata invitata come giornalista critica.

Ancora una volta la sua vita era stata complicata dalle due persone con cui ormai passava più tempo che con la propria compagna. Il bello era che uno dei due manco lo aveva mai visto in faccia.

 

Casa di Francy
 

Il tavolo di casa di Francy era dopo solo due ore pieno di fogli, mappe, appunti e quanto di più le due ragazze erano riuscite a tirare fuori tramite i ricordi della serata della ragazza e le sue precedenti indagini su Lorens.

Le tazze di caffè bollente erano per le terza volta completamente piene e ancora nessun indizio aveva portato a far scoprire il modo in cui il falsario fosse riuscito a scoprire che lei lo stava seguendo.

“Sei sicura di non averlo mai incontrato prima?”

“Pensi seriamente che scorderei un uomo del genere?! Bella ti posso assicurare che sono andata dietro a uomini decisamente meno attraenti.”

“Oh lo ricordo bene…”

“Per mia sfortuna aggiungerei.”

Bella fissava, cercando di ricordare se mai nella vita avesse potuto incontrare un uomo del genere, lo schizzo che l’amica aveva buttato giù a memoria.

Niente, non riusciva a ricordare di averlo anche solo visto entrare in un bar nei pressi della redazione o della centrale.

“Non stiamo andando da nessuna parte…sbagliamo qualcosa.”

E in effetti Francy non aveva tutti i torti se proprio loro ancora non erano riuscite a cavare un ragno dal buco.

Si prese la testa fra le mani gettandosi a sedere sul divano e sospirò, reclinando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi.

Qualcosa le stava di nuovo sfuggendo, ed era una cosa che la faceva andare fuori di testa. Difficilmente le cose le sfuggivano, ed era impossibile che succedesse quando lei e la propria assistente lavoravano insieme.

Ciò nonostante Lorens pareva riuscire a mandarle in crisi ogni santa volta.

Anche Bella non era entrata in una crisi meno profonda di quella dell’amica.

Anche lei aveva il suo bel fiuto per gli indizi e i moventi, più volte aveva aiutato la polizia ed era stata fondamentale per i piani e per le indagini dell’altra. D’altronde quando era impossibile che una giornalista passasse inosservata una donna sconosciuta aveva libero accesso e…

Gli occhi di Bella si illuminarono dopo ore di ragionamento, e, ancor prima di esternare la propria deduzione, si concesse di brindare in solitario con la propria tazza di caffè.

“Fra credo di aver trovato la soluzione…”

Sorrise porgendo anche all’amica il caffè, notandola riabbassare il viso con un sopracciglio inarcato, pronta ad ascoltare ciò che aveva da dirgli.

“Lorens ha un complice… un amico se vogliamo… usando lui per indagare non rischia di essere riconosciuto o collegato a informazioni del genere.”

Bingo.

Il caffè aveva portato alla fine i suoi frutti e la conclusione a cui era arrivata era certamente plausibile e convincente. Rimaneva solo una cosa da fare, e avrebbe richiesto tempo e sforzi. Non sarebbe stato facile ma loro insieme potevano farcela, dovevano scoprire chi fosse la spalla del grande falsario.

Francy si alzò dal divano per far sbattere leggermente le de tazze e commemorare quel momento con un brindisi più che dovuto, sorridendo e spostando nuovamente lo sguardo verso la lavagna magnetica, segnata e disegnata su tutta la sua grandezza, quando il cellulare poggiato sul tavolo iniziò a vibrare comunicando la chiamata in entrata dell’ultima persona utile in quel momento.

“Sam…ma sono le tre di notte, stavo dormendo cosa c’è?”

“Sono quasi sotto casa tua, vedi di farti trovare sveglia…dobbiamo parlare.”

La conversazione più breve della storia per molti, per lei era stata anche troppo lunga.

Fece segno a Bella, che aveva sentito tutto a causa del vizio dell’amica di parlare attraverso il vivavoce, di aiutarla a far sparire tutto.

Le sue cartelline, le sue mappe, le sue deduzioni e soprattutto quel biglietto.

Scotland Yard non doveva sapere delle sue indagini private, e se avessero scoperto che Robin City aveva scoperto chi era probabilmente le avrebbero messo una pattuglia sempre attaccata alle costole, e questo, lei, non poteva permetterselo.

In pochi minuti tutto il materiale riprese il suo posto all’interno di un vano creato sotto il tavolo della cucina e la lavagna completamente ripulita con l’alcool per evitare che qualsiasi tipo di segno tracciato potesse essere trovato, dopo alcune dovute foto per la memoria.

Quando il campanello suonò, prima di quanto le due avessero previsto, tutto era stato fortunatamente sgombrato, anche se non proprio in modo ordinato, e le tazze di caffè erano state adeguatamente sostituite con due ballon ripieni di ottimo vino rosso italiano.

“Francy…stavi dormendo…mi spiace averti disturbata ma…ma Gabriella che ci fa qui?”

“Crisi esistenziale con l’ultimo dei suoi ragazzi…cose da donne che dubito di interessino.”

“Crisi esistenziale che sono sicuro potrà risolvere a casa propria adesso…non è vero?”

La presa in causa non poté che annuire fingendo un sorriso triste e defilarsi dalla porta d’ingresso nel minor tempo possibile.

Quando l’investigatore Byron proponeva una cosa in quel modo era un agire giusto quello di defilarsi prima che le sue maniere divenissero meno piacevoli  cordiali.

“Vuoi del vino Sam? Cosa ti porta qui a quest’ora?”

Francy si incamminò parlando verso il piano della cucina a recuperare il proprio bicchiere, sperando che le chiedesse una collaborazione per il caso che era sicura lo aveva interessato accaduto appena qualche ora prima alla boutique.

Questi erano i suoi metodi, queste le sue intenzioni nella maggior parte della occasioni, cercare prove con Scotland Yard e sfruttarle per le proprie indagini personali.

“Cosa ci facevi là Francy?”

La interruppe bruscamente l’uomo, portandosi entrambe le mani all’altezza della vita, quasi fosse un padre severo in procinto di sgridare la figlia birichina.

“Là dove scusa?”

“Sai benissimo dove Francy. O preferisci essere chiamata Cassandra Santiago?”


 


NdA
Sono di nuovo a parlare con voi, già so che non ve ne frega probabilmente niente (in effetti se vi frega della storia mice vi frega delle cavolate che io sparo qua sotto!).
I capitoli risultano andare per me più lenti di quanto pensassi, per la prima volta credo di stare riuscendo a descrivere in maniera più corretta azioni ed eventi e non buttare tutte le cose che ho intesta in uno strmapalato e sconclusionato racconto!
Beh che dire, spero che vi sia un po' piaciuto e che commenterete per darmi indicazioni e pareri che mi servono tantissimo, non smetterò mai di chiederli!
Mmm al quarto capitolo allora!

 

 

 

   
 
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