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Autore: BebaTaylor    23/12/2013    2 recensioni
«I Westlife... sono nel tuo salotto!» mormorò Veronica mentre Rebecca chiudeva la porta e accendeva la luce, «Kian, Mark, Brian, Nicky e Shane.» disse, «Nel tuo salotto.»
Rebecca annuì, «Sì, li ho visti.» rispose, «Non sono cieca.»
«Perché i Westlife sono seduti di là e parlano con tuo padre?» strillò Veronica.
«Shh, abbassa la voce!» disse Rebecca prendendole le mani. «Vedi... ecco... hai presente i miei cugini di Dublino?»
Veronica annuì, «Sì, i figli della sorella di tua mamma.» rispose, «Conoscono Brian o Nicky?»
«No.» esclamò Rebecca. «Nicky è mio cugino.» ammise sussurrando.
«Cosa?» strillò Veronica, «Tu e Nicky Byrne siete cugini?»
Rebecca le mise una mano sulla bocca. «Sì, siamo cugini.» disse, «Scusa se non te l'ho detto prima, ma avevo promesso di non dirlo a nessuno adesso che sta diventando famoso.»
Veronica annuì, «Sì, va bene, capisco.» mormorò.
Rebecca sorrise, «Ti sei calmata?» Veronica fece di sì con la testa, «Bene, torniamo di là.»
«Perché mi hai portato nel sottoscala?» chiese veronica guardandosi attorno.
Rebecca alzò le spalle, «È la prima porta che ho trovato.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.

Salve, eccomi con una nuova storia, nata in un momento di assoluto sclero, quando guardavo il documento di Open Office con il 23esimo capitolo di Trentasei giorni. Insomma, ero lì che fissavo la pagina – fortunatamente non vuota – e mi chiedevo come concludere il capitolo. Invece di scrivere il finale di quel stramaledetto capitolo, ho scritto il prologo di questa storia. E metà del primo capitolo, buttato giù qualche idea per i seguenti e una bozza del capitolo finale. Il tutto in un paio d'ore.
Sono un fenomeno quando mi ci metto xD
Alcune piccole precisazioni: non tutto quello che ho scritto corrisponde alla realtà per quanto riguarda le relazioni amorose dei miei Amorozzi. Lo scoprirete solo leggendo.
Il titolo è un verso della canzone "Home" dell'album "Turnaround", canzone che amo alla follia da quando l'ho ascoltata la prima volta – dieci anni fa, quindi. Quanto sono vecchia xD
Questo è tutto. Godetevi il prologo.
Barbara.



Show me the road back to your heart


Prologo


Sabato 5 Maggio 2007, dalle parti di Milano
Rebecca sbuffò e chiuse l'ombrello, maledicendo il tempo che non accennava a migliorare.
Aprì il cancello e strizzò gli occhi quando lo sentì cigolare, non si ricordava mai di passare in ferramenta per prendere qualcosa che eliminasse il cigolio. Infastidita aprì la cassetta delle lettere, afferrò la manciata di buste e volantini e, finalmente, entrò in casa.
Quindici minuti dopo era seduta al tavolo della cucina con una tazza di tea. Fissò le lettere davanti a lei, sbuffò, le prese e incominciò a guardarle, mettendo da parte i volantini pubblicitari.
Si fermò di colpo quando vide una lettera indirizzata a lei. L'indirizzo era scritto a mano, le lettere erano piccole.
Sospirò pesantemente e si appoggiò allo schienale della sedia.
Aveva riconosciuto la grafia.
Sorseggiò lentamente la bevanda calda e posò la tazza sul tavolo. Girò la busta fra le mani, domandandosi se dovesse aprirla oppure no.
Non lo vedeva da... due anni. Almeno lui non lo vedeva da due anni. Con il resto del gruppo non aveva nessun contatto da quattro anni.
Scosse la testa, finì di bere il tea in silenzio, pensando se aprire la busta o se buttarla direttamente nel bidone della carta.
Respirò a fondo e l'aprì.
Sorrise nel leggere l'invito e istintivamente afferrò il telefono. Compose il numero di telefono e attese.
Fece una smorfia quando partì la segreteria telefonica.
«Ci-ciao,» balbettò, stringendo il cordless, «sono io, Rebecca O'Malley.» respirò a fondo e si calmò, anche se le sue mani non avevano ancora smesso di tremare, «Ho appena ricevuto l'invito per il battesimo dei gemelli. Verrò. Ti richiamo quando avrò prenotato il volo e l'albergo.»
«Rebecca! Sono felice di sentirti!»
«Ciao, Nicky.» mormorò lei, pentendosi di aver chiamato. «Come stai?»
«Bene, mai stato così felice!» rispose lui allegramente, «E tu come stai?»
Rebecca scrollò le spalle, si ricordò che lui non poteva vederla e si diede della stupida. «Tutto bene.»
«Stai perdendo il tuo accento irlandese.» notò Nicky.
Rebecca si bloccò, non sapendo cosa dire. «Lo so.» sussurrò.
«Da quando non ci vediamo?» domandò lui.
«Due anni.» rispose lei, accavallò le gambe e posò il braccio libero sul tavolo.
«Ma non vieni qui in Irlanda da... tre anni, giusto?» chiese ancora lui.
Rebecca si domandò perché fosse così insistente. «Quattro.» lo corresse.
«Sì, quattro anni, hai ragione.» Nicky si fermò e Rebecca tremò, sperando che non dicesse nulla sulla sua ultima visita in Irlanda, «Sei venuta per il matrimonio di...» Nicky si fermò nuovamente. «Scusa.»
«Non importa.» disse lei e posò la testa sul tavolo, chiuse gli occhi e s'impose di non piangere. «Mi ha fatto piacere sentirti.» gli disse.
«Anche a me, cuginetta.» ridacchiò Nicky. «E non prenotare l'albergo, ti ospito io. Al limite stai da mia madre.»
«Non voglio disturbare!» esclamò lei, «Sul serio, Nico. Posso benissimo stare in albergo.»
«Nessun disturbo! Anche a mamma piacerebbe ospitarti! Devo andare, adesso. I bimbi piangono.» disse Nicky, «Mi salvo il tuo numero e ti chiamo domani, verso le otto, va bene?»
«Sì, va benissimo.» pronunciò Rebecca, rendendosi conto che ormai non poteva più tirarsi indietro. «Nico, ci saranno tutti, vero?» domandò.
Nicky respirò a fondo. «Sì, ci saranno. Non preoccuparti troppo.» disse dolcemente. «Ciao Bex, ci sentiamo domani.» «Ciao, Nicky.»
Rebecca fissò il telefono e sospirò, pensando in quale guaio si stava andando a cacciare. E anche se mancavano quasi due mesi, il diciassette luglio le sembrava dietro l'angolo.
Poco più di due mesi e si sarebbe ritrovata faccia a faccia con il suo primo amore, Brian, e con il ragazzo con cui aveva condiviso il letto – e forse qualcosa di più – per una manciata di notti, Shane Filan.
Si domandò se fosse la cosa giusta andare al battessimo di Rocco e Jay. Si rispose che, sì era giusto andare. L'Irlanda le mancava da impazzire e voleva vedere Nicky e i bambini, oltre ai suoi parenti.
Sospirò e si diresse verso il mobile dell'ingresso, aprì l'unico cassetto e prese il volantino della pizzeria d'asporto.
Anche quella sera avrebbe mangiato da sola la sua pizza, senza la sua famiglia e i suoi amici.
Ordinò la sua pizza e si sedette sul divano, sapendo che, anche se non voleva, tutti i ricordi delle sue relazioni con Brian e Shane sarebbero tornate a galla.

Grazie a chi ha letto questo prologo!
   
 
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